Scuola, si sciopera il 18 marzo
Confederali e Cobas: «Il decreto sulla formazione non risolve il problema del precariato»
L'ultima beffa Selezioni, tirocinio, stage all'estero, esami di stato e assunzione automatica. Ma mancano i soldi e pure le cattedre
IAIA VANTAGGIATO (il manifesto, 26 febbraio)

E' confermato lo sciopero del comparto scuola indetto per il 18 marzo prossimo dai sindacati confederali e dai Cobas. Non è infatti bastata a placare gli animi l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del ddl Moratti sulla formazione degli insegnanti né - tantomeno - la promessa con cui il ministro dell'istruzione si «impegna» ad assumere, nei prossimi cinque anni e in concerto con i ministeri dell'economia e della funzione pubblica, almeno 200mila precari. «E' ridicolo - è il commento di Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds nella commissione istruzione del senato - che un ministro in carica da quattro anni parli di assunzioni per i prossimi cinque anni. Si è accorta che non ha più tempo e che siamo alla fine della legislatura?». Dello stesso tono le dichiarazioni del segretario nazionale della Flc-Cgil Enrico Panini: «Sull'assunzione dei precari sta andando in scena l'ennesimo rinvio. E forse sarebbe necessario ricordare che la finanziaria del 2005 non ha stanziato neanche un euro per rispettare questo impegno. Si tratta dell'ennesimo attacco alla dignità di migliaia di persone che garantiscono, con i loro sacrifici, il funzionamento della scuola».Critica anche la Cisl di Francesco Crima che reputa il ddl del tutto inadeguato a risolvere i problemi del precariato. E dal coro della proteste si alzano naturalmente anche le voci dei Cobas che evocano l'immagine di «una marcia devastatrice che attacca la scuola media superiore tagliando materie, orari e posti di lavoro».Quanto al ddl approvato, niente di più farraginoso e campato in aria: preselezione, frequenza del corso di laurea magistrale, esame di Stato e tirocinio pratico. Una vera e propria rivoluzione, promette Letizia Moratti, che consentirà all'Italia di superare di gran lunga gli standard europei. Per accedere ai nuovi corsi formaTivi - a numero chiuso e ripartiti su base regionale - sarà necessario, dopo aver conseguito la laurea o il diploma accademico di primo livello, sottoporsi a una selezione nazionale che verrà gestita dalle università.Oltre alle lezioni - destinate all'acquisizione di competenze «pedagogico-professionali» - il ddl prevede anche periodi di tirocinio nelle scuole e stage all'estero. Inutile specificare che il ddl si guarda bene dallo specificare da dove prenderà le risorse economica necessarie.A coronamento, infine, un esame di stato con valore abilitante che garantirà - a quanti lo supereranno - «la certezze dell'assunzione nelle scuole statali e sui posti messi a concorso».Ci sarebbe solo da chiedere a Moratti da quanto tempo non viene bandito, nelle scuole, un nuovo concorso. E per quanto tempo ancora - visto l'enorme esercito di precari ancora a spasso - quel concorso non verrà bandito.[...]