MAESTRI DI STRADA
Remo Marcone, ex insegnante di scuola elementare, Roma

I più “famosi” sono quelli/e di Napoli che da anni hanno avviato il progetto “Chance” in alcuni quartieri e nella periferia di Napoli.Decine e decine di ragazzi e ragazze che non frequentavano più la scuola sono stati “riagganciati” e,attraverso pratiche educative e didattiche particolari,sono stati rimotivati ad un percorso di istruzione e crescita culturale e professionale, In altre parti del mondo,per esempio in Brasile,sono nate e si sono sviluppate altre esperienze educative e di scuola popolare,come quella del Movimento dei Sem Terra, ispirata al pensiero pedagogico di Paulo Freire. A Verona, nel 2002, prima che iniziasse il movimento di lotta contro la Riforma Moratti, i maestri di strada di Napoli, insieme ad altri gruppi ed associazioni educativi, hanno organizzato un importante Seminario di lavoro tra educatori dal titolo “Passione ed intelligenza”. Insegnanti con anni di lavoro nella scuola e giovani educatori, volontari o legati ai progetti della legge 285, docenti universitari ed amministratori hanno parlato di scuola ed educazione, si sono confrontati a partire dai loro ruoli diversi ed esperienze particolari. Sono state poste molte domande e sono state individuate alcune tracce di lavoro: 1) Assumere la realtà dei ragazzi, accompagnarne la crescita, imparare da loro 2) Educare educandosi - crescere insieme, apprendere dall’esperienza; mettere in lavorazione le esperienze; sviluppare un pensiero di gruppo - creare una comunità di pratiche 3) Produrre socialità e comunità; deontologie professionali e diritti di cittadinanaza; lavoro con le istituzioni; creare istituzioni sociali 4) molte pedagogie,molte intelligenze,molti contesti di apprendimento ecc.
A seguito di quel convegno è nata a Roma la rete Educazione-Territorio-Cittadinanza per niniziativa di alcuni operatori ed operatrici sociali ed insegnanti per confrontarsi su metodologie e percorsi di formazione e parlare di scuola,strada, urbanistica aprtecipata, disagio giovanile… Negli incontri e nei convegni organizzati in alcuni Municipi è emerso il forte divario creatosi tra i percorsi didattici ed educativi della scuola e le lezioni di vita della strada. Spesso la scuola è vissuta dalle ragazze e dai ragazzi della periferia romana (e delle altre città) non come un diritto all’istruzione e alla formazione, ma come un dovere imposto dall’esterno.
Gli obiettivi di ETC sono far comprendere agli/alle adolescenti che l’istruzione è un diritto che va difeso ed agito e dall’altra parte far comprendere all’istituzione-scuola che i ragazzi e le ragazze sono agenti culturali e sociali con cui scambiare e crescere. Ma il rapporto Scuola-Educativa territoriale non è un rapporto semplice; tuttavia esso è sempre più necessario ed imprescindibile, anche alla luce delle idee-forza cui si ispira il progetto scolastico-educativo del Ministro Moratti : personalizzazione, familismo, professionalizzazione precoce.
“Occorre confrontare le pedagogie nella scuola con le pedagogie,sempre più numerose, fuori della scuola. Processi d’istruzione e processi di sviluppo sociale sono entrambi fondati sull’apprendimento, sulla capacità di una nuova raffigurazione del reale e nuovi scenari per l’azione. Forse c’è una professione dell’apprendere che è materia comune dell’educazione,dell’istruzione e del sociale. Forse la professione dell’apprendere è la professione dell’uomo. Forse i migliori professionisti dell’apprendere possono essere i ragazzi. Forse dobbiamo andare a scuola dai ragazzi. Forse il nodo più solido della rete delle relazioni sociali possono essere i ragazzi”.

Vedi anche: selezione/ dispersione/ abbandono, silenzi, tempo pieno