SCARTOFFIE
Alessandro Palmi, insegnante di chimica, Itis (Bologna)

Le scartoffie, cioè la produzione di materiali cartacei implicitamente considerati sovrabbondanti ed inutili, sono prese a simbolo del funzionamento burocratico di una struttura.
Nel caso della scuola questo è senz’altro valido, esistono gustosissimi racconti ed aneddoti sulle varie tipologie di scartoffie che girano per le scuole: dai richiami ai regi decreti, all’obbligo (in barba a tutte le teorie fisiche accettate) di esser in aula 5 minuti prima dell’inizio di una lezione… ma aspettando il fatidico suono di fine ora nella classe precedente!
Amenità a parte è un fatto che la vita di chi lavora nella scuola sia subissata da una valanga di carte, da tutte le varie uscite della gerarchia ministeriale (circolari, note ecc…), alle circolari interne delle scuole che spesso superano le due o trecento all’anno. Appare abbastanza evidente che il dipendente medio non sia fisicamente in grado di leggere (e magari comprendere, quando ciò sia umanamente possibile!) tutta questa mole di scartoffie, nella quale si mescola dalla comunicazione più insulsa al limite del grottesco alla comunicazione centrale per la vita lavorativa.
Come dicevamo sono esemplificazione del sistema burocratico, difficilissimo difendersi quando la norma proviene da un esterno indefinito ed alieno che si rappresenta con circolari e simili… ma occorre fare attenzione, in quanto anche parte dell’opposizione a questa modalità non è priva di punti oscuri. La critica al modello burocratico è stata usata come argomento per sostenere l’autonomia, con la forza del luogo comune si tuonava contro le scartoffie promettendo che l’autonomia ce ne avrebbe liberato; in realtà dall’entrata in vigore dell’autonomia siamo ancor più sommersi da valanghe di comunicazioni, a quelle ministeriali si sono aggiunte quelle dei dirigenti.
Quello di cui ci siamo liberati negli uffici decentrati (distretti, ormai scomparsi, ed ex provveditorati) fino alle segreterie scolastiche è, invece, una parte del personale di segreteria tagliata con continuità; questo, insieme al fatto che alle segreterie delle scuole sono state trasferite altre incombenze, fa sì che non di rado l’onda delle scartoffie arrivi direttamente addosso ai dipendenti.
Va detto che la documentazione scritta può anche avere un suo valore, in particolare può essere un valido aiuto contro eventuali prevaricazioni e/o intimidazioni dei dirigenti; non è raro che un dirigente minacci verbalmente chissà quali sfracelli e/o ordini di servizio per piegare un collega od un intero collegio riottoso (ad esempio nell’accettazione supina della controriforma moratti), ma di fronte alla richiesta di mettere per iscritto le sue stesse affermazioni si tiri indietro riducendosi a più miti consigli.
Occorre, quindi, evitare le generalizzazioni e le critiche semplicistiche (e spesso ipocritamente interessate), per rivendicare una gestione più democratica e partecipata delle scuole; non solo il numero di carte che circolano, ma anche la qualità (ed anche l’utilità) di queste ultime andrebbe presa in considerazione per poter esprimere giudizi sul funzionamento di un sistema.
Se riusciremo a giungere realmente ad una tale gestione il numero di scartoffie diminuirà spontaneamente senza alcun bisogno di dedicarci altro tempo.

Vedi anche: autonomia scolastica, potere