Sicurezza e benessere Padova, organizza Cesp Padova 6 dicembre 2004 ore 9-19 - sala Anziani Municipio di Padova |
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SICUREZZA & BENESSERE. Note a margine.
Giuseppe Zambon e Giuseppe Cutri (Cesp Padova)
RISCHIO SCUOLA
Giuseppe Zambon e Giuseppe Cutri (Cesp Padova)
Scheda per l'indagine: "rischio scuola"
Schema riassuntivo: INDICI
DI EDILIZIA SCOLASTICA E DI DIDATTICA
Mimmo DIDONNA (Codacons)
SICUREZZA & BENESSERE.
Note a margine.
Giuseppe Zambon e Giuseppe Cutri (Cesp Padova)
Siamo nel mezzo di un’epoca di profonda trasformazione della funzione
dell’educazione e della formazione dei futuri cittadini, che va a coinvolgere
non solo gli aspetti didattici e disciplinari ma anche le strutture che fungono
da luogo pubblico del loro realizzarsi.
Le stesse modifiche apportate alla Costituzione – già nel 2001
ed ancor più oggi - creano una divaricazione nelle competenze tra Stato
ed Enti Locali in materia scolastica, tale da minare l’efficacia degli
interventi stessi e, al tempo stesso, funziona da alibi per gli evidenti ritardi
e le inadempienze in riferimento alla sicurezza nelle nostre scuole.
Sottolineiamo questi aspetti perché riteniamo che la sicurezza, così
come lo stare bene a scuola, discendano direttamente dalle scelte di politica
economica scolastica e quindi siano precisamente imputabili alle responsabilità
di chi ci governa, di chi determina le scelte e le priorità in sede territoriale,
di chi le sovrintende nella realizzazione.
La sicurezza non è un fatto oggettivo, non è neutra, come non
lo è il benessere nella scuola: un edificio posto in sicurezza e con
caratteristiche di adeguata strutturazione, finalizzata alla convivenza e alla
socializzazione delle conoscenze e dei saperi, fa la differenza in termini di
efficacia dell’apprendimento e di ‘facilitazione’ dell’apprendimento,
di qualità della vita nella scuola.
E’ una questione di scelte, di opportunità, di lungimiranza. Per
tutti.
Le stesse OOSS hanno, troppo spesso, rinunciato ad un ruolo critico, scivolando
il più delle volte nella connivenza dell’inazione, sospinte, anche,
dalle mille forme del ricatto sociale e scolastico (la chiusura del tal plesso,
la perdita delle utenze, dei posti e dei luoghi di lavoro, ecc.) oltre che dal
classico ‘ora non si può, ora non ci sono risorse‘.
Il ruolo, spesso solamente formale, del responsabile della sicurezza e del rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza non ha certo aiutato a fare emergere i problemi
con l’importanza che rivestono, ma - e va detto chiaramente - non può
essere imputato a loro soggettivamente, perché sono stati abbandonati
a se stessi da molti Dirigenti Scolastici e dalle OOSS tutte.
Crediamo che questo convegno possa essere un primo momento di discussione, di
confronto per dare luogo ad iniziative collettive, ciascuno con le proprie competenze
e ruoli, che portino ad un superamento dello stato di disagio latente, che,
solo episodicamente - pensiamo agli allagamenti, alle proteste di studenti e
genitori o peggio ai disastri che abbiamo conosciuto - trova momenti per evidenziarsi
in tutta la sua urgenza.
Il ritardo, nell’applicazione del D.lg.626/94 e delle leggi in materia
di edilizia scolastica ad esse collegate, è nei fatti e la recentissima
proroga, per dare attuazione agli interventi già decisi, non risolve
la generalità del problema: si rifletta solo sul fatto che nella Legge
Finanziaria 2005 sono stanziati 10 milioni (!) di € per gli interventi
strutturali nella scuola….
Riteniamo che vada fattivamente rovesciato l’ordine delle priorità
sociali per ottenere investimenti in materia di edilizia scolastica e in interventi
mirati all’educazione alla salute, per costruire una concreta cultura
della sicurezza, per garantire un miglioramento nell’efficacia e nella
qualità del sistema scolastico pubblico. Convinti che la sicurezza e
il benessere nella scuola come nella società siano una conquista frutto
delle mobilitazioni collettive, indichiamo alcune tematiche che vanno riproposte
con determinazione all’attenzione di tutti: il nodo del numero degli alunni
per classe, che, come tutti sanno, sottende i parametri di superficie, cubatura
ed aerazione delle aule; quello delle barriere architettoniche e dei servizi;
il problema dell’impiantistica elettrica e d’illuminazione; la presenza
di fonti inquinanti (dall’amianto, all’elettrosmog).
Quello che conta veramente non sono le procedure bensì la realtà
materiale in cui si vive la scuola. CESP di Padova
RISCHIO SCUOLA
Giuseppe Zambon e Giuseppe Cutri (Cesp Padova)
Oltre 10 milioni di persone - tra studenti, docenti e personale ATA - che ogni
giorno sono ospitate in 41328 edifici scolastici.
Cifre enormi che sottendono quotidianamente un RISCHIO SCUOLA da sempre sottovalutato.
Eppure il monitoraggio effettuato dal MIUR nel 2002 ha portato alla luce una
situazione di gravi carenze nelle strutture edilizie.
Anche LEGAMBIENTE nel "Dossier 2004" - una ricerca sullo stato di
salute degli edifici scolastici - ha confermato una situazione di gravi carenze
nella manutenzione e nella messa a norma degli impianti.
CERTIFICAZIONI - Il 57,4% degli edifici scolastici è privo del certificato
di agibilità sanitaria, percentuale che sale all'81,6% in Sardegna. Passando
alla certificazione relativa all'agibilità statica, la media nazionale
è del 43% di certificazioni ottenute. Le regioni maggiormente in regola
sono Campania, Basilicata e Friuli: non per caso, visto che tutte sono state
colpite da fenomeni sismici.
EDILIZIA SCOLASTICA - Proprio lo stato dell'edilizia è l'aspetto più problematico del sistema scolastico italiano. Il 58,2 % dei genitori intervistati ha espresso un giudizio complessivamente negativo sull'edilizia scolastica, mentre appena il 38,5% del campione ha fornito una valutazione nell'insieme positiva. I dati sullo stato di salute e sull'adeguamento degli edifici scolastici alla normativa sulla sicurezza non sono del resto incoraggianti. Il 4,9% delle scuole è stato costruito prima del 1900 ed il 12,6 % tra il 1900 e il 1940. Complessivamente, gli istituti scolastici edificati prima del 1965 costituiscono ben il 44,7% del complesso, il 50,9% sono stati realizzati tra il 1965 e il 1990, mentre le scuole di recente costruzione (tra il 1990 e il 2000) sono appena il 4,4%.
INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO - Scuole a forte rischio anche per altre fonti di pericolo (strutture militari, aeroporti, distributori di benzina) e per inquinamento acustico (aree industriali, autostrade, aeroporti), atmosferico (aree industriali, discariche) o elettromagnetico (emittenti radiotelevisive, elettrodi). Risulta infatti che il 9,7% degli edifici scolastici si trova a meno di un chilometro da antenne di emittenti radiotelevisive; il 7,1% entro un chilometro dalle aree industriali; il 2,6% da strutture militari; l'1,1% da aeroporti e lo 0,3% da discariche.
MANUTENZIONE - Altro punto dolente. E' stato realizzato in media un intervento ad edificio, ad eccezione della Calabria e della Basilicata. Il record degli interventi si è avuto nelle scuole superiori del Piemonte (3,6 interventi ad edificio scolastico) e in Campania, con una media di 1,9 interventi per istituto. Il bilancio peggiora nel caso di manutenzione straordinaria.
Ma dal 1996 sono circa 9300 le scuole che hanno fatto richieste di interventi
strutturali o di manutenzione, vale a dire il 96,5%, ma gli interventi effettuati
da Comuni e Province sono stati circa 5400 (58.7% delle richieste).
E' evidente la sproporzione tre le risorse disponibili e le effettive necessità.
Dall’interno delle nostre scuole, superando le diffidenze o peggio anche le inadempienze di qualche dirigente, dobbiamo ridare ai temi dell’edilizia e della sicurezza l’importanza che meritano. Mobilitiamoci insieme alle famiglie e agli studenti per costruire piattaforme rivendicative che impongano agli enti locali e a tutti gli altri soggetti responsabili di riprendere in seria considerazione la questione, destinando a questo problema maggiori attenzioni e risorse.
Gli enti locali, in attuazione dell'art. 14 comma 1 lett. i) della L. 142/1990,
dovrebbero provvedere alla realizzazione, alla fornitura e alla manutenzione
ordinaria e straordinaria degli edifici:
- i comuni, per quelli da destinare a sede di scuole materne, elementari e medie;
- le province, per quelli da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione
secondaria superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d'arte, di conservatori
di musica, di accademie, di istituti superiori per le industrie artistiche,
nonché di convitti e di istituzioni educative statali.
Inoltre in relazione ai loro obblighi, i comuni e le province provvedono anche
alle spese varie di ufficio e per l'arredamento e a quelle per le utenze elettriche
e telefoniche, per la provvista dell'acqua e del gas, per il riscaldamento ed
i relativi impianti.
Per l'allestimento e l'impianto di materiale didattico e scientifico che implichi
il rispetto delle norme per la sicurezza e sull'adeguamento degli impianti,
l'ente locale competente è tenuto a dare alle scuole parere obbligatorio
preventivo sull'adeguatezza dei locali, ovvero ad assumere formale impegno ad
adeguare tali locali contestualmente all'impianto delle attrezzature.
Gli enti territoriali competenti possono delegare alle singole istituzioni scolastiche,
su loro richiesta, funzioni relative alla manutenzione ordinaria degli edifici
destinati ad uso scolastico. A tale fine gli enti territoriali assicurano le
risorse finanziarie necessarie per l'esercizio delle funzioni delegate.
Il 9 novembre è stato pubblicato il Decreto Legge n.266 “Proroga
o differimento dei termini previsti da disposizioni legislative”, adottato
dal Governo nella seduta del Consiglio dei Ministri del 28 ottobre u.s.
All’articolo 9 viene previsto che “al fine di consentire la completa
utilizzazione delle risorse stanziate per l’adeguamento a norma degli
edifici scolastici, le regioni, a fronte di comprovate esigenze, possono fissare
una nuova scadenza del termine indicato dall’articolo 15, comma 1, della
legge 3 agosto 1999, n° 265 comunque non successiva al 31 dicembre 2005,
relativamente alle opere di edilizia scolastica comprese nei rispettivi programmi
di intervento.”
Come si ricorderà la legge 265/99 aveva prorogato al 31 dicembre 2004
la definitiva messa a norma degli edifici scolastici; proprio per evitare detta
scadenza era stato inserito dalla Commissione Affari Costituzionali l’emendamento
sopra ricordato nel decreto onmibus estivo. In quell’occasione, giustamente,
il Parlamento aveva bocciato la proposta di proroga.
In contrasto con gli orientamenti dell’Assemblea Legislativa, il Governo
ha ripresentato l’emendamento di proroga inserendolo nel ricordato decreto
legge che presumibilmente sarà convertito, entro i termini di legge.
Ancora una volta l’ha spuntata il partito delle proroghe e dei condoni!
Ancora una volta l’Esecutivo rinvia al domani la soluzione di una emergenza
che ogni giorno che passa diventa sempre più grave e acuta.
Del resto la via alla deregulation anche in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, annunciata con la specifica legge delega n. 229/2003 e ampiamente osteggiata dal sindacato confederale che ne aveva chiesto il ritiro, si muove nella stessa logica, con la stessa filosofia e con gli stessi obiettivi delle altre deleghe al Governo su lavoro, scuola, previdenza ecc.: ridurre l’orizzonte dei diritti e delle tutele dei lavoratori a favore delle imprese puntando sulla competitività al ribasso a danno della qualità. (fonte CGIL)
Le responsabilità del pessimo stato nel quale versano molte scuole pubbliche, specialmente nel meridione d’Italia, rispetto ai problemi della sicurezza non sono solo degli Enti locali proprietari, vale a dire Comune o Provincia, ma anche dei Dirigenti scolastici e dei Consigli d’Istituto che investono male le risorse finanziarie provenienti dalle Casse dello Stato. Le scuole sono diventate dei “proigettifici” dove si vorrebbe realizzare uno di tutto, calando poi i singoli progetti in un piano dell’offerta formativa che, nei fatti, è diventato un contenitore vuoto dove, alla bisogna, si può fare entrare qualsiasi cosa. Musica, teatro, danza, persino corsi di dialetto, tutto fuorché la sicurezza e questo per fare in modo che docenti, improvvisatisi attori, registi, musicisti ed esperti delle attività più varie, possano arrotondare i magri introiti provenienti dagli emolumenti mensili. Ancor più grave il dato, comune a molte scuole che vede il dirigente scolastico, responsabile per legge della sicurezza, designare, quale responsabile del servizio prevenzione e protezione, docenti che non hanno alcuna specifica competenza, se non al massimo una laurea in qualche disciplina scientifica, i quali accettano l’incarico solo per arrotondare lo stipendio, lasciando perlopiù irrisolti i numerosi problemi sul tappeto. Laddove da più parti si è sempre auspicato che per tale mansione venisse indicato, da parte degli Enti proprietari, personale tecnico attinto dai propri uffici, appositamente preparato. A ciascun tecnico verrebbero affidate più scuole dello stesso distretto con un’equa distribuzione dei carichi
Scheda per l'indagine: "rischio scuola"
A - Tipologia della scuola
1 - Materna 2 - Elementare 3 - Media 4 - Superiore
B - Localizzazione della scuola
1 - Centro città 2 - Periferia 3 - Provincia
C - Qualifica del compilatore dell'indagine
1 - Docente 2 - ATA 3 - Dir. Scol. 4 - DSGA 5 - RSPP 6 - RLS
D - Documentazione prevista dalla legge già in possesso della scuola
(Sì No Non so)
1 - Certificato di agibilità statica
2 - Certificato di agibilità igienico-sanitaria
3 - Certificato prevenzione incendi
4 - Scale di sicurezza
5 - Porte antipanico
6 - Impianti elettrici a norma
7 - Barriere architettoniche
E - Rispetto delle norme del dlgs 626/94 (Sì No Non so)
1 - Documento di valutazione del rischio
2 - Piano di evacuazione
3 - Istituzione del SPP
4 - Presenza del RSPP
5 - Presenza addetti antincendio
6 - Presenza addetti pronto soccorso
7 - Presenza RLS
F - E' stata già effettuata la formazione e l'informazione dei soggetti
interessati (Sì No Non so)
1 - Formazione RLS
2 - Formazione RSPP
3 - Formazione addetti antincendio
4 - Formazione addetti pronto soccorso
5 - Formazione e informazione lavoratori
6 - Formazione e informazione studenti