COSA SI PERDE
con il maestro unico e le misure-Gelmini
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Care amiche e amici,
questa pagina serve ad una raccolta speciale.
Un aspetto di cui è difficile dar conto ai genitori e renderci conto noi stesse/i è la quantità di pratiche, atteggiamenti, attività didattiche, opportunità che si perdono con questi provvedimenti della ministra Gelmini. Fare l'esercizio di pensare in concreto a cosa si perde è anche utile perché ci permette di misurare con drammaticità cosa sta per avvenire se non riusciamo a fermare la Gelmini e la sua opera distruttiva.

Così in questa pagina abboamo deciso di raccogliere alcune brevi note di insegnanti che, durante questi mesi, proveranno a scrivere per registrare ciò che non sarà più possibile: un diario minimo di episodi che rischiano di scomparire, non potranno più essere. Con l'unica attenzione di cambiare i nomi dei bambini e delle bambine, vorremmo che si raccontasse la microfisica della pluralità docente: dalla socialità all'apertura al territorio, dalla possibilità di aiutare i soggetti in difficoltà alla opportunità di capire le situazioni difficili attraverso il confronto tra colleghi, ecc...

Se l'idea vi sembra utile scrivete e mandate a cespbo@iperbole.bologna.it

Enrico (Vicenza) Le mie compresenze

Giulia (Bologna) Essere in due quando il rapposto con l'alunno si incrina

Lucia, Gruppi e bambini diversamente abili

L'uscita didattica

Biblioteche scolastiche e docenti inidonei

I laboratori

 

 

 


L'uscita didattica



L'uscita didattica costituisce la forma ormai classica da trent'anni di apertura della scuola al territorio ealle sue opportunità educative. Con il maestro unico per evidenti motivi di sicurezza e assicurativi non sarà più possibile.
"Le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali" art. 4, DL 1/9/08 n. 137.


"Superamento delle attività di co-docenza", Schema di Piano Programmatico

Lucia, Gruppi e bambini diversamente abili

Un gruppo di 20 bambini di cui un alunno diversamente abile con diagnosi di autismo e almeno tre bimbi con fatiche relazionali forti può diventare una “classe difficile”, in cui non c’è gioia nello stare assieme, in cui gli insegnanti hanno timore ad entrare, oppure essere una classe di bambini contenti di stare a scuola,dei propri amici e amiche con i quali si litiga ma è bello far pace, una comunità che non ha bisogno di espellere nessuno,un luogo in cui pur nella fatica si impara a perdonarsi.
La seconda ipotesi può diventare realtà solamente se ci sono sufficienti risorse umane, il benessere costa.
Per due anni di seguito è stata proposta un’attività teatrale che ha visto entrare a scuola un esperto che affiancava le insegnanti. L’attività è stata svolta prevalentemente durante le ore di compresenza in cui gli adulti coinvolti dividevano gli alunni in gruppi di consistenza diversa, la reale integrazione del bimbo diversamente abile era possibile solo in piccolo o piccolissimo gruppo. Entrambe le esperienze si sono concluse con uno spettacolo, il secondo anno tutti i bambini e le bambine vi hanno partecipato, tutti sono andati in scena.
L’esperienza scolastica ha creato benessere e un clima di fiducia e di tolleranza anche tra i genitori.
A questa scuola non vogliamo rinunciare.


"Superamento delle attività di co-docenza", Schema di Piano Programmatico

Enrico (Vicenza) Le mie compresenze, cronaca di una settimana qualunque

Durante l'ora di inglese faccio compresenza in classe (è una quarta). Io non so nulla di inglese, ma faccio da supporto ai bambini in difficoltà, funziono come insegnante di sostegno alla classe, per fare questo il mio inglese è sufficiente. Ora stiamo facendo i giorni della settimana: una canzoncina, un cartellone con i nomi preparati a gruppi, un'altra canzone che mette insieme giorni e cibi. Oggi ero utile di fianco a Mirco perché non ha studiato a casa nel fine settimana e con il mio aiuto ha completato velocemente i compiti e ha imparato la canzoncina. Sembra banale, ma così non si apre la distanza tra i bambini, nessuno rimane indietro... Mirco e Giuseppe dovevano ancora completare anche la pagina delle frasi importanti e così ho controllato che preparassero il lavoro da completare in cortile dopo il pranzo.

Oggi ho la compresenza con la collega di classe, all'ultima ora della mattina. Dividiamo la classe in due gruppi, uno più piccolo che va a cercarsi lo spazio nei laboratori liberi, l'altro più grande che rimane con me nell'aula. Un lavoro di storia sulle cronologie, relative e assolute, taglia riordina e incolla. Formiamo i gruppi in modo equilibrato, in modo da seguire con attenzione chi potrebbe incontrare difficoltà. Non facciamo gruppi di livello perché vogliamo evitare che si crei la fissazione dei giudizi. D'altronde i bambini sono sempre pronti a stupirti: nel mio gruppo sono intervenuto ad aiutare Mirco ma Giuseppe ha fatto tutto da solo (ama la storia) e invece Anna e Piero hanno avuto bisogno di una nuova breve spiegazione con l'appoggio della linea del tempo appesa sopra la lavagna. Di Piero non credevo, ma anche lui a volte ha bisogno di una parola in più per "vedere" gli apprendimenti. Chi avrei lasciato senza aiuto con la classe intera, da maestro unico?

Oggi c'è la seconda compresenza settimanale. E' sempre l'ultima ora della mattina e la collega deve far terminare ai bambini la costruzione dei mazzetti di fiori di carta che serviranno come scenografia per la partecipazione all'opera difine mese (altra cosa che non potremo più fare, non possiamo uscire dalla scuola da soli con classi di 25 bambini). Mi sono messo ad aiutare distribuendo scotch e facendo in modo che chi sapeva già fare aiutasse chi stava iniziando (si lavora con fazzoletti di carta colorati). Poi ho preso la scatola dei problemi veloci e distribuivo scotch solo a chi dava risposte. Solo un gioco, ma ho potuto così dare un'occhiata a Luigi e Sandro (la collega mi aveva detto di difficoltà). Ho raccolto impressioni. Martedì in programmazione ne parliamo (altra cosa che non si potrà più fare, ogni insegnante solo con se stesso).


"Le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali" art. 4, DL 1/9/08 n. 137.

Giulia (Bologna) Essere in due quando il rapposto con l'alunno si incrina

Quello che si perde? La condivisione e la collaborazione nei momenti di crisi; quando si è abituati a lavorare in “tandem” c’è una sorta di mutuo soccorso, per esempio, quando il rapporto con un alunno s’incrina.
Con Michela era faticoso per me mantenere il distacco: la provocazione era continua, il vederla tormentare i compagni mi rendeva furiosa, verso di lei avevo meno pazienza che con gli altri alunni e questo mi creava sensi di colpa realizzando che il suo comportamento era frutto di un disagio.
Mi sono confrontata con Stefano, il mio collega, ed è stato significativo il conoscere che anche lui viveva le stesse difficoltà … ma con Antonio un altro alunno della classe. Abbiamo quindi deciso di affidare, per un po’, il proprio “alunno-crisi” all’altro, concedendosi cioé una sorta di pausa, di distacco; se l’alunno andava richiamato lo faceva l’insegnante meno coinvolto dando modo all’altro di allontanarsi psicologicamente.
Chiaramente anche Michela e Antonio hanno tratto vantaggio da questa strategia ed il clima in classe è stato di maggiore armonia.
Non sempre si è in grado di capire, accogliere, rispettare le diverse personalità dei bambini; non sempre il nostro insegnamento riesce a raggiungerli.
Il confronto con il collega e il lavorare insieme diventa una marcia in più che aiuta noi e cautela maggiormente i piccoli.


Biblioteche scolastiche e docenti inidonei

La biblioteca scolastica in molte scuole è stata avviata e gestita da personale inidoneo per motivi di salute. Questi insegnanti hanno aperti biblioteche e ne hanno curato la crescita e coordinato l'apertura ai bambini delle classi. Lo schema programmatico prevede la liquidazione di questi insegnanti e quindi la chiusura di molte di queste biblioteche scolastiche.

"Docenti inidonei per motivi di salute [...] eliminare questa voce di spesa che grava notevolmente sul bilancio dell’istruzione", Schema di Piano Programmatico.


I laboratori
Rosella (Milano)

Sono un'insegnante di una scuola primaria di Milano e nella nostra realtà sono state realizzate e si svolgono, da più anni, le "attività di laboratorio": tutte le classi vengono "aperte" settimanalmente, durante le ore di compresenza, affinchè tutti i bambini possano conoscersi e lavorare giocando insieme. Vi sono ben 18 laboratori diversi tra cui giardinaggio, teatro, canto, disegno creativo, costruzione di materiale vario (fondali, costumi teatrali, maschere, burattini di legno), decoupage, creta, computer, tutti con una traccia comune che le insegnanti decidono all'inizio dell'anno scolastico, in genere finalizzati a feste di Natale e/o di fine anno scolastico.
Che cosa succederà quando NON avremo più anche queste attività?
La nostra scuola, come molte altre, s'impoverirà anche della relazione interpersonale tra bambini!
Il nostro metro di misura sono proprio loro, i quali non vedono l'ora che arrivi il giorno dei laboratori per usare la fantasia e provare attività diverse che forse, fuori dalla scuola, non potranno mai sperimentare, dove il lavoro manuale sviluppa anche l'intelligenza creativa, potenzialità di ogni "piccolo uomo"!

Ringraziamo la Sig.ra Gelmini