Due interventi dal palco di Roma

Intervento di Daniela, dal palco di p.zza Navona, nella manifestazione del 15 maggio  per il Coordinamento delle Scuole di Roma

Intervento di Gabriella per il Coordinamento in difesa del Tempo Pieno e della scuola pubblica di Trieste

Intervento di Daniela

Un grande saluto a tutti e tutte.
Ci troviamo qui un?altra volta tutti insieme e questa è la testimonianza di un movimento che esiste Che alterna momenti di confronto e lotta all?interno di ogni singola scuola e università a momenti di visibilità.
Un movimento che ha una grande ambizione, quella di affermare che la crescita e la formazione degli individui è un fatto centrale dentro ogni società, è cosa di tutti; la nostra ambizione è quella di pretendere e non ci stancheremo di farlo, che i bambini e le bambine abbiano tutti pari opportunità di apprendere. Siamo anche convinti che questa scuola, quella che noi vogliamo debba saper insegnare che le differenze sono una straordinaria risorsa; che si impara stando dentro un gruppo cioè vivendo quel sistema di relazioni che a fianco all?IO costruisce il NOI, è quel fare insieme che è il fondamento di ogni piccola o grande collettività. E? dunque una distanza incolmabile che non permette mediazione alcuna quella che separa la scuola che noi vogliamo da quella che la moratti ci vuole imporre.
Il bambino che vuole la moratti deve essere flessibile negli spazi e nei tempi, immerso in una istituzione in cui le figure adulte di riferimento sono gerarchizzate, stigmatizzato su ciò che sa fare e ciò che non sa fare.
Quello che vediamo, in definitiva è un bambino più solo, avviato verso un percorso formativo impoverito proprio di quegli aspetti a noi più cari, presupposti di quel ?fare insieme? che noi auspichiamo.
C?è un sapore di competizione e nella competizione, si sa, c?è chi vince e c?è chi perde e a determinarlo, anche questo si sa, è il censo, il contesto culturale o l?essere diversamente abili.
Ci perdoni signora ministra ma la nostra è proprio un?altra lente attraverso la quale guardiamo il mondo.
Non riusciamo a vedere dunque come sia possibile una mediazione tra due punti di vista così lontani: questa brutta riforma va abrogata e il decreto attuativo che riguarda la materna, elementari e medie va ritirato.
Intorno a questa chiarezza abbiamo in questi mesi sperimentato un percorso a volte faticoso a volte entusiasmante, comunque ricco di idee e confronto.
La scommessa che ora ci aspetta è quella di costituirci soggetto forte in grado di far pesare il proprio punto di vista sulla scuola.
Ci aspetta un anno cruciale durante il quale saremo impegnati a combattere la riforma scuola per scuola, saldare insieme tutti i pezzi del percorso formativo per bloccare i progetti deliranti del governo sulla scuola superiore e l?università.
Non basta attestarci sulla difesa dell?esistente. La scommessa è anche quella di pretendere da questo governo e da quelli che verranno, che alla scuola pubblica vengano destinate risorse finanziarie adeguate, che il personale docente e soprattutto quello precario non sia mortificato nella sua professionalitàe venga riconosciuto il delicato ruolo di responsabilità che svolge; che i bambini e le bambine possano imparare e crescere in un contesto formativo ritagliato a loro misura lasciando loro il pieno diritto di un tempo disteso rispettoso dei ritmi di apprendimento di ciascuno.
Idee forti che hanno bisogno di gambe solide per camminare. Questo deve essere in grado di fare il movimento. Dobbiamo consolidare la straordinaria esperienza maturata nel corso di quest?anno che ha visto crescere intorno alla scuola una rete di genitori a livello nazionale organizzati in comitati e coordinamenti.
Questa è senz?altro la novità eccezionale; lo sdegno, il desiderio di opporsi e ribellarsi ai disegni della moratti ha dato vita ad un processo tuttora in corso di genitori, persone comuni che hanno deciso di essere anche loroprotagonisti attivi delle scelte della scuola. Il fatto di non essere né un partito né un sindacato ma un movimento che in piena autonomia entra in dialettica col mondo della politica è stato ed è tuttora un percorso faticoso ma obbligatorio. Faticoso perché abbiamo dovuto imparare le forme orizzontali del confronto e della decisionalità, passare attraverso la pericolosa tentazione di far prevalere le appartenenze ed infine confrontarci con le forme della rappresentanza politica.
Tutti passaggi che definiscono il senso di identità di un movimento. Passaggi dunque obbligatori per non essere spazzati via ed acquisire potere contrattuale nei confronti di una sinistra istituzionale che si è dimostrata tiepida di fronte alle nostre istanze.
Questo strappando tempo de energie ad una vita quotidiana divisa tra lavoro e figli? non è poco. Evidentemente abbiamo la consapevolezza di avere una grande ragione. E? questa la forza che ha spaventato la moratti e orientato la propaganda del governo sulla riforma in termini prettamente familistici cercando di dividere le famiglie italiane tra un manipolo di comunisti e altre che vorrebbero avere sulla scuola libertà di scelta.
Una propaganda che tende ad annullare un nuovo concetto di genitorialità che sta emergendo: la scuola nella sua accezione di istituzione inserita in un territorio deve aprirsi al contributo di tutti e non essere una propaggine diretta delle aspettative delle famiglie sulle quali, aspetto affatto non secondario, il governo vuole scaricare gli oneri economici.
I bambini devono sperimentare il confronto con un mondo diverso dalla propria famiglia, incontrare modi di essere e culture diverse, acquisire linguaggi e letture altre dal proprio back ground. E? questo il processo di autonomia e crescita al quale vogliamo contribuire.
Idee che hanno bisogno di pratica quotidiana e capillare.
Questa manifestazione conclude un anno durante il quale abbiamo gettato le basi di un complesso processo in divenire fatto di idee e pratiche politiche che noi siamo convinti possono essere vincenti. Sbarrare la strada alla riforma, smascherare il progetto gia in atto di tagli consistenti agli organici e al sostegno e di precarizzazione dei lavoratori della scuola, sostenere e diffondere insieme agli insegnanti il rifiuto capillare del tutor, allargare a tutto il mondo intellettuale e della cultura la protesta contro i programmi previsti nelle indicazioni nazionali, il rifiuto dei nuovi libri di testo, la difesa e l?allargamento del tempo pieno nel suo reale significato con la compresenza degli insegnanti?. Abrogare la riforma moratti e ritiro del decreto attuativo. Questo è il nostro manifesto e lo diciamo con estrema chiarezza e linearità e su queste parole d?ordine non solo chiediamo un pronunciamento scevro di ambiguità a tutte le forze del centro sinistra, ma vogliamo che il governo a divenire lo assuma come impegno con altrettanta chiarezza.


Intervento di Gabriella

Siamo in piazza da un anno.

Dopo l’approvazione del 1° decreto attuativo della legge di Riforma abbiamo dovuto confrontarci, scuola per scuola, con i suoi effetti.

Questo ha comportato un enorme lavoro di studio e analisi della legge e via, via, di ogni"carta" che è arrivata dal Ministero in questi mesi.

Si è creata così, di fatto, una rete di base, progressivamente più ampia.

Un pensare collettivo "denso", molto vicino alla materialità delle scuole, del territorio, ma contemporaneamente attento alle ragioni fondanti del nostro agire.

Nello stendere la delibera più corretta, più convincente, più efficace, da alcuni mesi ragioniamo su quale scuola vogliamo difendere, a quali pratiche non vogliamo rinunciare.

In primis il Tempo Pieno.

Le scuole in cui il meccanismo si è attivato(sappiamo che non sono tutte per l’enorme sproporzione dei nostri mezzi rispetto al lavoro capillare di informazione da fare) hanno sviluppato un alto livello di dibattito e di analisi dello "stato dell’opera".

Questo dibattito ha coinvolto, come non succedeva da anni, i genitori, le famiglie(sì, proprio le famose famiglie tanto corteggiate e blandite dalla Moratti). Con questi genitori abbiamo condiviso ore e ore di attività, abbiamo cercato parole chiare, vicine, vere che rendessero evidente, per contrasto, il tratto autoritario e classista di questa Riforma propagandata con bugie, slogan e demagogia.

Abbiamo riallacciato e, in molti casi creato, relazioni forti con rappresentanti di classe, elette/i nei Consigli d’ Istituto, bidelli, personale di segreteria.

Abbiamo avuto bisogno di luoghi dove "tirare" volantini e spesso sono stati i tanti uffici in cui lavorano le varie mamme e papà.

Tutto questo per poter dire compatti e con cognizione di causa nelle delibere che abbiamo definito di "salvaguardia": noi, genitori e insegnanti, consapevolmente, ci assumiamo la responsabilità di non attuare per il prossimo anno, questa Riforma.

Lo possiamo fare.

Assieme abbiamo avuto modo, nei fatti, di guardare chi sono stati i nostri compagni di strada. Quali Dirigenti, quali sindacati, quali politici, e, per sensibilità personale, o per mandato dell’ organizzazione.

Ora abbiamo le idee più chiare.

Questa chiarezza ci ha portato passo, passo alla piattaforma di questa grande manifestazione. Oggi siamo in tante/i e molte sono le firme sotto alla piattaforma. Aspettiamo, nei fatti, i nuovi compagni di strada(così possiamo far riposare le fotocopiatrici degli uffici delle mamme e dei papà).

Molti Collegi docenti hanno subito, in questi mesi, forti pressioni dei Dirigenti, spesso sono state pressioni anche sui singoli docenti, e pesanti.

A questi Dirigenti che sino ad un attimo prima si riempivano la bocca dell’ importanza del POF o delle virtù salvifiche dell’ autonomia scolastica chiediamo alcune cose:

un buon Dirignte non dovrebbe innanzitutto avere rispetto delle opinioni dei propri insegnanti? Di padri benevoli che ci spiegano cosa pensare facciamo volentieri a meno.

Quale modello di scuola volete? Bastone e carota?

Dove la carota è la nomina a tutor?

Ed eccoci alla questione centrale: il TUTOR.

I Collegi che rifiutano di portarsi la "serpe in seno" sono veramente moltissimi.

E i genitori, di nuovo le famose famiglie, hanno assoluta chiarezza della pericolosità di questa nuova figura che, scusate la nota da addetta ai lavori, è funzione, per il momento, solo grazie a noi.

E vengo all’ ultimo aspetto del lavoro che come Comitati e Coordinamento stiamo facendo dentro le scuole. La questione LIBRI DI TESTO.

La pretesa del Ministro di far entrare nella prassi delle scuole le Indicazioni nazionali, documento senza alcuna legittimazione normativa, attraverso i nuovi libri.

Le Indicazioni sono nate clandestinamente (chi le avrà mai scritte? Sicuramente qualcuno che non amava Darwin ma altro non è dato sapere)

e clandestinamente vengono fatte girare nelle scuole, salvo il fatto che gli editori hanno avuto il chiaro mandato di conformare ad esse tutti i nuovi testi.

Diciamo di no con chiarezza, facciamo la fatica necessaria per adottare testi alternativi. Anche su questa questione si è creata una rete di base di informazione, allarghiamola, convinciamo colleghi e genitori che si può dire di no all’ arbitrio.

Perché abbiamo fatto e stiamo ancora facendo(molti Collegi non hanno ancora votato) tanta fatica?

Per una serie di ragioni molto evidenti e leggibili per i genitori, i sindacati che siedono ai tavoli di trattativa, i politici e ,naturalmente, il Ministro.

a. Salviamo per un anno i nostri bambini e noi stessi da un male sicuro. E un anno di vita non è poco.

b. Dimostriamo nel concreto che i genitori non sono ipnotizzabili da chiacchiere vuote ma convinti della buona scuola quando viene offerta loro.

c. Dimostriamo nel concreto che tutti i soggetti coinvolti dalla Riforma hanno capito che colpendo la scuola, il Tempo Pieno in particolare, si vuole colpire un modello sociale, sradicarlo e sostituirlo con le regole dell’ azienda.

d. Dimostriamo nel concreto, se ce ne fosse ancora bisogno, che nessuno ha il nostro mandato per trattare sul TUTOR né su altro perché noi vogliamo l’ abrogazione della Riforma.

e. Dimostriamo nel concreto che siamo determinati a difendere la scuola in cui crediamo e lo diciamo a questo Governo e al prossimo, per cui vogliamo chiari impegni dai vari partiti politici.

f. Dimostriamo al Governo che le famiglie vogliono una sola possibilità di opzione: cambiare Ministro.