Comunicato Stampa da Roma sul 12

Scuola Università Ricerca
TUTTI CONTRO MORATTI

Sabato 12 febbraio 2005
ore 15:00 piazza Campo de' Fiori

Tutte le componenti del movimento anti-Moratti tornano in piazza per chiedere l'abrogazione della "riforma" e di tutti i decreti attuativi, per dire no ai tagli ai finanziamenti ed il blocco delle assunzioni nella ricerca
con un Corteo ed una Festa Protesta
La manifestazione è indetta dal Coordinamento Scuola Università e Ricerca di Roma ed è parte di una giornata di mobilitazione nazionale unitaria contro tutte le "riforme" della Moratti, articolata con manifestazioni locali nelle seguenti città: Bologna, Firenze, Roma, Venezia, Trieste, Palermo, Brescia, Pordenone, Pisa, Genova, Cagliari, Milano (il 19 febbraio), Cattolica, Torino, Caltanissetta, Napoli, Salerno.
A Roma Per la prima volta, genitori e insegnanti delle scuole materne ed elementari, studenti ed insegnanti delle scuole superiori, ricercatori precari e studenti universitari scendono in piazza TUTTI insieme contro lo smantellamento del sistema pubblico dell'istruzione dalla scuola materna all'università alla ricerca, perché ciò che è in gioco è la necessità di sottrarre i saperi e il loro accesso dalla mercificazione e porre un argine alla dilagante precarietà di chi insegna e fa ricerca nel nostro paese.


Ai decreti dello scorso anno Letizia Moratti ha recentemente aggiunto il nuovo schema di decreto sulla scuola superiore che prevede:
a.. la divaricazione precoce tra istruzione e formazione professionale (trasferita alle regioni) con conseguente differenziazione tra il percorso liceale destinato alle future classi dirigenti e quello professionale che (grazie anche alla legge 30 ) è destinato alla precaria e sfruttata manodopera che questo mercato richiede.
b.. riduzione dell'orario per tutte le principali discipline
c.. abolizione dell'obbligo scolastico e sua sostituzione con un ambiguo diritto-dovere
d.. l'alternanza scuola-lavoro con conseguente canalizzazione precoce (la scelta va fatta a 15 anni)
e.. riforma dello stato giuridico della docenza che rappresenta un attacco diretto alla libertà di insegnamento ed al sistema pubblico di reclutamento.
A tutto ciò si aggiungono i tagli delle ultime finanziarie che rischiano di infliggere colpi mortali all'istruzione e alla ricerca pubblica abbassandone la qualità, rendendole sempre più dipendenti dal mercato, privatizzandole.
A rendere concrete queste affermazioni basti l'esempio della chiamata dei supplenti, già "proibita" nei primi giorni nelle scuole superiori e ulteriormente privata di fondi per i prossimi due anni dalla finanziaria, lascerà migliaia di studenti e studentesse, probabilmente anche delle scuole elementari, allo sbando.