La storia della scuola media di S. Lazzaro di Savena (Bologna) e i Test INVALSI

Il collegio delibera il rifiuto, la dirigente impugna l'atto del collegio, i cobas sostengono l'obiezione degli insegnanti, cgil e gilda si defilano, l'ufficio scolastico regionale minaccia sanzioni penali, 17 insegnanti si autodenunciano... il Procuratore archivia!!!

LA STORIA 1-La delibera del collegio 2-Impugnazione della delibera 3-L'obiezione di coscienza degli insegnanti Articolo del Carlino:
RIFORMA MORATTI Cobas contro i test: «Ricorreremo al Tar». Prof "ribelle" blocca l'aula. Riesplode la guerra dei quiz
Articolo di Repubblica:
Dopo il primo caso a San Lazzaro. Stellacci: "Interverremo sull´obiezione ai test Invalsi"
4-Autodenuncia di 17 insegnanti 5-Lettera di solidarietà di 300 insegnanti bolognesi 11 marzo 2006
Archiviazione del Procuratore della repubblica
19 marzo 2006
Ribellarsi all'Invalsi non è reato. (Qualcuno lo aveva creduto davvero!) Commento Cesp-Cobas
22/3/06 La rassegna stampa sul caso San Lazzaro: "La Repubblica", "Il Resto del Carlino", "il Domani" 23/3 Chi denuncia gli insegnanti? "la Repubblica"      

La storia della scuola media di S. lazzaro di Savena (Bologna)

25ottobre 2005 il collegio approva quasi all'unanimità una delibera in cui si decide di non somministrate le prove invalsi nell'a.s.2005-6
Quindici giorni dopo la DS pubblica all'albo un decreto del dirigente in cui dichiara nulla poiché ritenuta illegittima la delibera del collegio e informa che ricorrerà alle sanzioni disciplinari per chi si rifiuterà
21 novembre assemblea rsu di istituto. Il rappresentante cobas dopo aver presentato le fonti normative della disputa propone un documento di obiezione di coscienza denunciando la grave violazione della libertà di insegnamento e delle prerogative del collegio. Comunica la disponibilità del suo sindacato a sostenere coloro che verranno fatti oggetto di richiami disciplinari La rappresentante della cgil comunica la posizione del suo sindacato: le prove sono obbligatorie, non c'è tutela sindacale per chi trasgredisce
la rappresentante gilda comunica la posizione del suo sindacato: le prove sono obbligatorie, non c'è tutela sindacale per chi trasgredisce Rimangono così in pochi a difendere le prerogative del collegio e disposti ad accollarsi gli ipotetici rischi di una obiezione di coscienza (che sarebbero stati annullati di fatto da una adesione più consistente)
24 novembre 2005. Si svolge presso le scuole Jussi di S.Lazzaro (io non sono presente ma raccolgo le informazioni da numerosi colleghi) l'assemblea territoriale della cgil. Sollecitata dai partecipanti il segretario provinciale Nara Orsi ribadisce l'obbligatorietà dei test invalsi come già sostenuto dalla rappresentante rsu cgil e sostiene addirittura che non era necessario il decreto del dirigente, che avrebbe dovuto semplicemente ignorare la delibera, in quanto il Collegio docenti non era tenuto ad esprimersi sulla materia.(Il ds invece ha almeno avuto almeno il merito di palesare la situazione di conflitto).

I presenti all'assemblea fanno presente che esiste un documento ufficiale cgil del marzo 2005 che afferma la non obbligatorietà delle prove. Tale documento non ha più validità sostiene Orsi, poiché la direttiva ministeriale è di maggio... (nessuno dei presenti purtroppo le ricorda che esisteva una direttiva simile anche lo scorso anno)
La cgil non ha pubblicizzato il suo mutamento di rotta, come se non altro per senso di responsabilità e correttezza avrebbe dovuto fare, abbandonando la causa quando si tratta di assumersi la tutela un'azione di protesta concreta con i rischi che ogni azione politica dovrebbe comportare.
L'effetto dell'assemblea è immediato, gli incerti decidono di non firmare e una delle firmatarie ritira la firma.
Sempre il 24 novembre, in tarda mattinata, viene consegnata e protocollata la dichiarazione sottoscritta da 12 persone, poche rispetto alle 70 che avevano appoggiato la delibera ma comunque circa il 15% del collegio.
Diversi di essi sono coinvolti nel calendario di somministrazione delle prove a due livelli:
-Somministratore
- Titolare della lezione che dovrebbe lasciar posto al somministratore e essere utilizzato come supplente in classi rimaste scoperte perchè di titolarità del somministratore.

I giorni delle prove alcuni dei docenti firmatari decidono di eseguire l'ordine di servizio individuale che gli viene consegnato e somministrano le prove, altri si rifiutano di abbandonare l'aula e fanno mettere a verbale che le prove si sono svolte in presenza dell'insegnante titolare (trasgredendo una delle regole di somministrazione dei test), in un caso si rifiutano di eseguire l'ordine di servizio presentando una rimostranza e impediscono di svolgere il test in quell'ora (il test sarà comunque eseguito due ore dopo attraverso l'ordine di servizio ad altri insegnanti più "morbidi").
Tutti gli altri, fino ad ora, zitti.

Luca Castrignano rsu-cobas della scuola media di S.Lazzaro di Savena - Bologna


Delibera scuola media Rodari-Jussi di San LAzzaro (BO)

Martedi 25 ottobre 2005 il collegio dei docenti della scuola media Rodari-Jussi di s.Lazzaro di Savena -Bologna- ha deliberato a larghissima maggioranza di non aderire alla somministrazione dei test invalsi
Le motivazioni riportate nel verbale:
PREMESSA:
Il Decreto 286/2005 afferma che le scuole concorrono a perseguire gli obiettivi dell'invalsi e non che sono obbligate a eseguirne passivamente le direttive, pertanto il collegio deve esprimersi al riguardo
Le motivazioni didattiche:
I test a risposta chiusa veicolano saperi nozionistici e risultano strumenti del tutto inadeguati quando vengono utilizzato in modo standardizzato e decontestualizzato
La somministrazione di tali test è stata nell'anno passato del tutto avulsa da ogni pratica educativa, didattica e valutativa della scuola, catapultando gli alunni in una situazione assurda e incomprensibile con rigidissime regole di stampo concorsuale e somministratori esterni alla classe
Sono viziati da una totale mancanza di trasparenza sia per quanto riguarda gli obiettivi che - cosa più preoccupante - per quanto riguarda l'effettivo utilizzo dei risultati
Non garantiscono sufficientemente la privacy


Resto del Carlino - Bologna - 2 dicembre 2005

RIFORMA MORATTI Cobas contro i test: «Ricorreremo al Tar»

Prof ‘ribelle’ blocca l’aula. Riesplode la guerra dei quiz

Riesplode la guerra contro le prove Invalsi (i test voluti dal ministero dell’Istruzione per valutare il livello di apprendimento degli studenti italiani) e i Cobas Scuola invocano ora l’obiezione di coscienza. Invitando gli insegnanti di elementari e medie a non far fare i quiz agli alunni.
E se dai presidi partiranno, come d’obbligo per legge, provvedimenti disciplinari contro gli insegnanti ‘ribelli’, i Cobas sono pronti ad impugnare quegli atti davanti al giudice del lavoro.
Una strategia anti Moratti che, dopo il no ai test pronunciato negli ultimi due anni scolastici dai maestri dell’elementare Longhena e da quelli dell’istituto comprensivo 10, quest’anno si è allargato alla provincia. Contagiando le Jussi-Rodari, scuola media di San Lazzaro.
Qui infatti il professore di Lettere, Luca Castrignanò (tra l’altro Rsu Cobas), non ha voluto lasciare la sua classe, dove un collega avrebbe dovuto sottoporre i ragazzi ad un «test nozionistico fine a se stesso, avulso da qualsiasi contesto didattico». Ora sta aspettando la minacciata sanzione.
Tutto nasce da una delibera del Collegio dei docenti della media del 25 ottobre in cui il 90% degli insegnanti (una settantina) vota contro i quiz. «Quindici giorni dopo – racconta il docente – la preside, con un decreto, ha annullato la nostra delibera».
Ripristinando, così l’obbligo del quiz e «avvertendoci delle eventuali sanzioni. Sappiamo che i presidi, incluso il nostro – denuncia Castrignanò – sono stati sottoposti a forti pressioni esterne affinché si facessero i test Invalsi». Ma la decisione assunta dal dirigente scolastico, contesta il sindacalista, di fatto «taglia fuori» il Collegio dei docenti da un settore di sua competenza: la didattica. Inoltre la preside, per poter organizzare la prova, deve firmare degli ordini di servizio per autorizzare gli spostamenti, da una classe ad un'altra, dei docenti i cui studenti sono sottoposti all’esame. Proprio questi ordini di servizio i Cobas sono pronti ad impugnare (pare per la prima volta) davanti al Tar per «illegittimità».
Sta con la preside, il dirigente del Csa, Paolo Marcheselli. «Il collegio dei docenti non ha la possibilità di far decadere o modificare una disposizione del ministero», spiega. Dunque il documento del 25 ottobre «di per sé era nullo», rivela il dirigente. Quindi l’affondo. «I docenti devono saper distinguere la loro opinione dai loro compiti istituzionali».
Federica Gieri


La Repubblica - Bologna - 2 dicembre 2005

Dopo il primo caso a San Lazzaro

Stellacci: "Interverremo sull´obiezione ai test Invalsi"

L´Ufficio scolastico regionale non resterà a guardare, senza intervenire, gli insegnanti che praticano l´obiezione di coscienza ai test «Invalsi» di valutazione degli alunni e delle scuole. E, tanto per cominciare, farà un censimento degli insegnanti obiettori. Ad annunciarlo è la dirigente Lucrezia Stellacci. «Fino all´anno scorso non abbiamo fatto nulla, ma quest´anno le cose cambieranno». L´obiezione di coscienza contro i test Invalsi, infatti, «può essere considerata come interruzione di pubblico servizio» in quanto è «un tentativo di opporsi a una legge dello Stato» e può avere conseguenze «anche penali». Stellacci interviene dopo la notizia del primo caso di obiezione ai test da parte di un insegnante delle medie Rodari Jussi di San Lazzaro