A pochi giorni dai nuovi
test Invalsi |
In questi giorni di autunno il ministero, dopo aver conseguito
un misero 16% di adesioni alla nuova tornata di rilevazioni, sta per procedere
alla somministrazione dei tests. Le prove sono previste per la settimana dal
20 al 25 novembre ma ci è lecito dubitare che i tempi siano rispettati
visto che oggi, 14 novembre, mentre scriviamo, sul sito dell’Invalsi non
sono ancora disponibili né i manuali del somministratore né l’elenco
delle scuole campione prescelte (e né i criteri in base ai quali tale
campionatura sarebbe selezionata tra le scuole aderenti volontarie).
Una prima riflessione però possiamo avanzarla. Come è già
stato scritto da Mario Piemontese, tra le scuole aderenti al nuovo protocollo
esplicitamente facoltativo una notevole percentuale (attorno al 25%) è
composta da scuole paritarie e private, le stesse che nei rilevamenti “Pisa”
dell’Ocse producono risultati più bassi della media delle scuole
statali. Questo loro zelo di partecipazione alle rilevazioni costituisce probabilmente
l’onda lunga di quella massiccia presenza delle scuole private tra le
istituzioni che alcuni anni fa sperimentarono “brillantemente” l’efficienza
e l’efficacia della riforma Moratti.
Oggi, nella nuova Finanziaria, a queste scuole sono destinati finanziamenti
massicci ed inediti nella storia della Repubblica mentre alle scuole pubbliche
è riservato un peggioramento del numero medio di alunni per classe. Probabilmente
a leggere fino in fondo questi dati verrebbe voglia di sostituire i criteri
elettivi e di competenza nell’assegnazione dei luoghi di potere con l’estrazione
a sorte, certi - almeno statisticamente - di avere buone probabilità
di migliorare il nostro futuro.
Ma per cultura si cerca di non essere disfattisti e faremo un ulteriore sforzo.
Da una parte invitiamo gli insegnanti e i genitori che dovessero essere coinvolti
loro malgrado in questa nuova somministrazione a rifiutarsi (per gli insegnanti
l'accettazione deve passare per votazione del collegio docenti, mentre ogni
genitore ha il diritto di essere informato tempestivamente di qualsiasi somministrazione
cui verrebbero sottoposti i propri figli ed deve avere la possibilità
di non accettare). Ovviamente il Cesp-cobas sosterrà le ragioni di chi
si oppone come con successo ha fatto negli anni passati.
In generale speriamo poi che gli aspetti grotteschi di questo grande affare
costituito dalla valutazione di sistema spingano in breve tempo decisori politici
e pseudo-scienziati (universitari e non), a introdurre quiz, dati, protocolli
e manuali dei somministratori in quella simpatica macchinetta che negli studi
legali dei film americani è capace di trasformare ogni documento in milioni
di striscioline fruscianti. Sarebbe una spesa anche questa, ma non delle più
onerose. Al termine, con il fruscio in sottofondo, potrebbero rimettersi ad
ascoltare i bambini e le bambine, gli insegnanti e i genitori, con calma, cercando
di capire prima di misurare.
Gianluca Gabrielli (Cesp-Cobas)