Il 1°marzo,durante una conferenza di servizio convocata per illustrare
le disposizioni sull’organico del prossimo anno, una funzionaria dell’USR-ER
ha informato i dirigenti scolastici della primaria in provincia di Modena che
viene confermato l’organico vigente tranne quelle 42 classi che hanno
funzionato a tempo pieno ma alle quali le due maestre erano state concesse solo
nell’organico di fatto. Inoltre anche tutte le classi prime funzioneranno
a 30 ore. I dirigenti dovranno”arrangiarsi”per far diventare 40
quelle 30 ore concesse. E come potranno farlo? Facendo slittare e turnare sulle
prime gli insegnanti delle seconde,terze,quarte e quinte,che perciò perderanno
le compresenze, usate da sempre per il recupero e le attività di laboratorio,ossia
gli elementi che hanno fatto la qualità del tempo pieno. In questo modo
il taglio delle maestre si ripercuoterà su tutte le classi,non solo sulle
prime.
Nel comune di Modena il modello organizzativo del tempo pieno rappresenta l’86%
delle classi elementari,in provincia il 66% ed è in continuo aumento.
Aumentano i bambini, perciò si richiedono più classi prime delle
quinte che escono. Ebbene nel 2007/08 si garantiranno gli insegnanti per fare
il tempo pieno solo in tante prime quante sono le quinte che escono, anche nei
plessi funzionanti tutti a tempo pieno. Non si è nemmeno sicuri che si
riescano a fare più classi prime perché è stato detto ai
dirigenti che ai 28 bambini per classe,già previsti dal D.M.331/98, se
ne potranno aggiungere uno o due. Pertanto le future prime potranno avere anche
29/30 bambini,compresi quelli che andranno a scuola anticipatamente, senza che
se ne possa chiedere lo sdoppiamento.
La coalizione dell’Unione nel programma elettorale aveva scritto “Puntiamo
alla valorizzazione del tempo pieno e del tempo prolungato,ripristinandone la
normativa nazionale…”
Fioroni nelle sua prima audizione alla VII Commissione della Camera ebbe a dire:”Tra
gli impegni di oggi c’è il ripristino delle condizioni che consentano
alle autonomie scolastiche di attivare il tempo pieno come modello didattico
declinato sulla domanda delle famiglie e sui bisogni educativi degli allievi”.
Anche nella nota di indirizzo per l’avvio di questo anno scolastico,datata
31 agosto e inviata a tutte le scuole,il neo ministro Fioroni ebbe a scrivere:”Anche
l’organizzazione dell’orario scolastico e della suddivisione dei
relativi compiti didattici va ricondotta ad una coerenza ed unitarietà
d’impianto”.
Poi venne la Finanziaria e il ministro Fioroni già nella Circolare sulle
iscrizioni confermò il modello orario spezzettato: 27+3+10, inventato
da chi l’aveva preceduto. Ancora una volta il bilancio dell’Istruzione
è stato deciso dal Ministro del Tesoro,che taglia gli insegnanti per
aumentare dello 0,4% il rapporto alunni per classe. Anche questo però
non giustifica i tagli dei nostri insegnanti,visto che la media nella nostra
provincia supera già il numero di 21 alunni per classe preteso dalla
Finanziaria. Infatti in provincia di Modena l’operazione di razionalizzazione
è già stata fatta in passato e per questo furono chiusi molti
edifici scolastici. Oggi non basta riaprirli per non stipare i ragazzi in quelli
rimasti,perché oggi non mancano le aule mancano gli insegnanti. Lo dimostra
il fatto che ci sono nuove scuole per l’infanzia costruite dai Comuni
che sono rimaste vuote perché lo stato non ha dato le maestre.
Davanti a questa situazione ci si chiede quale sarà l’atteggiamento
che assumeranno i sindacati. Non solo i sindacati scuola,ma anche le Confederazioni
CGIL,CISL e UIL,che hanno dimostrato di essere tanto sensibili agli effetti
che la Finanziaria avrà sul welfare del nostro territorio. Infatti aveva
ragione il Ministro Fioroni nel dichiarare :”il modello didattico del
Tempo Pieno è declinato sulla domanda delle famiglie e sui bisogni educativi
degli allievi”. Se i tagli si faranno non si tratterà semplicemente
di modificare l’ organizzazione del lavoro degli insegnanti,subito verrà
ridotta e impoverita l’offerta formativa della maggior parte delle scuole
elementari e nei prossimi anni verranno ridimensionate le possibilità
di occupazione femminile.
Arturo Ghinelli