Resoconto
Venerdì 7 marzo si è svolta l’assemblea territoriale dei
genitori e degli insegnanti sulle supplenze alla presenza di 70 tra insegnanti
e genitori di Trieste e Monfalcone.
La situazione che è emersa dagli interventi nelle scuole elementari è
parsa preoccupante. In sintesi possiamo dire che:
1) la solerzia di molti dirigenti scolastici è finalizzata al risparmio
e non alla qualità della didattica, per cui preferiscono far sì
che gli insegnanti utilizzino le ore in contemporaneità per risparmiare
le spese dei supplenti piuttosto che in funzione del recupero dei bambini in
difficoltà e dell’arricchimento della didattica.
2) Esistono molti casi di mancata chiamata dei supplenti anche per periodi di
più giorni
3) Esistono molti casi di mancata chiamata di insegnanti di sostegno assenti,
nonostante una legge dello stato garantisca il diritto dei bambini diversamente
abili al sostegno
4) Spesso con l’ottica del risparmio è limitata l’attività
alternativa alla religione cattolica o non è chiamata la supplenza in
religione. Analogamente sono intaccate le contemporaneità con inglese
e sono stati segnalati periodi di oltre tre settimane senza insegnante d’inglese.
5) E’ stata segnalata come diffusissima la pratica della suddivisione
dei bambini senza insegnanti tra le altre classi. Tale pratica non è
prevista da nessuna normativa, crea moltissimi problemi rispetto alla didattica
ed è fortemente a rischio rispetto ai parametri sulla sicurezza previsti
dalla legge 626.
Inoltre
1) Nella scuola superiore sono stati fatti esempi di come la recente Ordinanza
ministeriale 92 per l’istituzione di corsi per il recupero dei debiti
proponga corsi di 15 ore quando ogni mese, per mancata chiamata dei supplenti,
le classi perdano circa la stessa quantità di ore di normale lezione
per entrata posticipata o uscita anticipata.
2) Nella scuola materna comunale la circolare dell’Amministrazione comunale
di Trieste del 16 maggio 2007 ha limitato fortemente la chiamata di supplenti
nei primi giorni di assenza in una fascia di età dei bambini particolarmente
delicata. Il documento dell’amministrazione comunale arriva al ridicolo
di asserire che “il ricorso alla copertura di ogni situazione (di assenza
del personale…) potrebbe comportare un peggioramento del servizio non
solo in termini di costi, ma anche sotto il profilo della qualità del
servizio, per ridondanza di personale”. La situazione nelle scuole è
di forte affaticamento.
Gli interventi delle relatrici e dei relatori hanno precisato che non esistono motivi per cui la ragioneria dello stato non debba remunerare la chiamata di supplenti se fatta secondo i parametri riconosciuti. Per cui l’effettiva riduzione del budget nazionale avvenuta negli ultimi anni non annulla la validità dei parametri sulla base dei quali decidere la chiamata dei supplenti. Ciò significa che il dirigente che continua a chiamare i supplenti oltre il budget iniziate riceverà l’integrazione necessaria a onorare i contratti, mentre quello che riduce la chiamata otterrà un risparmio facendolo pagare alla qualità della scuola, al rispetto delle normative vigenti, al disagio di bambini e insegnanti.
E’ infine stato confutato, statistiche alla mano, il pregiudizio assai diffuso di un’alta percentuale di assenze degli insegnanti: i dati della Ragioneria dello Stato indicano che la media annuale di giorni di assenza nella scuola è la più bassa tra tutti i settori del pubblico impiego (45,1 contro 56 della Polizia e 70 della presidenza del consiglio), nonostante che oltre l’80 % del personale sia femminile, quindi biologicamente legato alle assenze per maternità e socialmente a quelle di cura dell’infanzia e dei familiari anziani.
L’assemblea ha deciso di chiedere al Dirigente generale dell’Ufficio
scolastico regionale di ribadire quanto affermato con la circolare del 19 aprile
2007 sulle supplenze che a quanto ci risulta è fortemente disattesa in
molte scuola della provincia.
Inoltre chiede al Dirigente regionale di ricordare alle dirigenze scolastiche
e agli insegnanti che i momenti di contemporaneità a scuola sono risorse
per la qualità della didattica e che i docenti hanno diritto ad utilizzarle
per attività programmate di recupero e arricchimento e che lo zelo dei
dirigenti per convincere i docenti a trasformarle in ore tappabuchi va in direzione
opposta all’obiettivo della qualità della didattica delle istituzioni
scolastiche.
L’assemblea quindi ha deciso di intensificare le iniziative per far sì
che tale situazione incresciosa abbia fine. Iniziative di scuola e sindacali
saranno subito messe in atto nelle situazioni maggiormente in sofferenza per
ottenere la chiamata dei supplenti e affinché non si ripetano le situazioni
di illegittimità diffuse e denunciate. In seguito si è già
pensato ad altre iniziative cittadine che possano far crescere ancora la consapevolezza
di genitori e insegnanti e per sensibilizzare l’opinione pubblica cittadina
nei confronti di questo problema di qualità della propria scuola pubblica.