La vita difficile del Tempo Pieno
di G. G. - 28.06.2008
I due casi di Recco e Cesena sono significativi della situazione in cui versa il Tempo Pieno oggi in Italia. A Recco i tagli di personale della scorsa finanziaria hanno attribuito un insegnante in meno rispetto a quelli occorrenti per dare corso alle richieste di Tempo Pieno dei genitori. Il Comitato genitori però non si è fatto zittire e ha raccolto firme, scritto a tutti e fatto tutte le pressioni possibili. Ad oggi il risultato è comunque misero: tre pomeriggi coperti dal Comune che prova ad alleviare il disagio di uno Stato che non si vuol fare carico della scuola pubblica richiesta dai cittadini. Non finisce qui e i genitori continueranno la loro lotta; ma questa prima soluzione sembra quella preferita dalle istituzioni per operare un progressivo "ritirarsi del pubblico per fare crescere il privato". Infatti, se nulla muterà nei prossimi due mesi, cosa potranno fare quei genitori privati del Tempo Pieno? Semplicemente dovranno accontentarsi di tre giorni di un servizio di minor qualità pedagogica e per gli altri due giorni dovranno cercare nel mercato privato del tempo libero qualche attività o baby sitter a pagamento. Tutto torna!
A Cesena invece un genitore si scontra con la babele dell'autonomia scolastica che stabilisce criteri diversi in ogni scuola per le graduatorie di iscrizione; poi, alla ricerca caparbia di un tempo pieno, lo trova in extremis, in provincia. Ma si chiede: possibile che questo modello di scuola non sia un diritto? Come, la legge recente non serve a nulla? E al termine della sua avventura decide di verificare con l'esposto se tutto ciò sia regolare, se davvero ottenere una classe a Tempo Pieno per i propri figli debba essere una lotta ìmpari tra tagli e burocrazie. E nell'esposto domanda che "vengano attivate al più presto misure affinché in ogni circolo didattico di Cesena sia prevista almeno una sezione a tempo pieno".
Inutile dire che ci associamo alla sua richiesta. Purtroppo però temiamo che questo sistema sia legittimo, anche se assolutamente ingiusto. Infatti ciò che è stato ottenuto negli anni delle lotte anti-Moratti è solamente la difesa (parziale e sempre più difficile) dell'esistente e una legge che è ostaggio completo del ministro delle Finanze. Tutto ciò è davvero troppo poco per chi cerca oggi una risposta alle proprie richieste di scuola come i genitori di Recco e di Cesena. Ma è pochissimo anche in previsione delle battaglie che ci attendono nei prossimi anni, e lo affermiamo mentre le agenzie di stampa comunicano il piano di tagli di docenti che dovrebbe aggirarsi attorno alle 100.000 unità in tre anni.
Eppure c'è un filo che tiene collegati i genitori e i docenti che quattro anni fa facevano gli attraversamenti pedonali davanti alle scuole con quelli che oggi raccolgono firme o compilano esposti: è la convinzione che il diritto ad una scuola pubblica a Tempo Pieno non può essere sottratto impunemente e che questo diritto passa, inevitabilmente, attraverso l'assunzione di responsabilità di ognuno di noi. Nessuno di noi subirà in silenzio.