Mozioni, interventi, volantini...
copiare, prendere coraggio e cogliere idee

L'assemblea dei lavoratori dell'I.C. 11 di Bologna L'Assemblea di tutto il Personale del 1°Circolo Didattico di S.Lazzaro di Savena - BO ai genitori Mozione dei docenti dell'IC Roiano Gretta di Trieste Le insegnanti della scuola elementare Tito Speri I Docenti dell'IC 9 di Bologna
Collegio dei Docenti della Scuola Media Statale "V. Centurione" in Genova Il collegio dei docenti del Circolo Didattico Sestri Insegnanti (collegio docenti) dell'Istituto Comprensivo di Cernusco Lombardone Le automobili delle maestre del Tempo Pieno delle scuole elementari di Concorezzo Le automobili delle maestre del Tempo Pieno delle scuole elementari di Concorezzo
Mozione Collegio docenti e Consiglio di Circolo del 49° Circolo didattico di ROMA Sciopero bianco Ist. Comprensivo di Briatico L'Interclasse Docenti della Scuola Longhena - Bologna LETTERA APERTA ALLE FAMIGLIE del Collegio dei docenti dell'Istituto comprensivo Roli di Trieste  VENEZIA MOZIONE DEL CONSIGLIO DI CIRCOLO del CD S.GIROLAMO
Collegio Docenti dell'Istituto Comprensivo di Malalbergo e Baricella Il Collegio dei Docenti dell'I.C. Lucio, Muggia (TS) Mozione collegio docenti Manetti/Alfieri, Roma Mozione Collegio docenti di Paderno Dugnano (MI) Il Collegio dei Docenti del I Circolo di Forlì
Mozione del Consiglio di Istituto Sansovino - Morosini - Venezia MOZIONE DEL I CIRCOLO DIDATTICO DI ROMA "PIETRO MAFFI" ASSEMBLEA CITTADINA di Lucca DEL 26. 9.08 Mozione del Consiglio d'Istituto D.ALIGHIERI (Venezia) Collegio dei Docenti dell'Istituto Statale d'Arte di Venezia
Lettera di una mamma precaria alle figlie fra qualche anno, di Rosalinda Gianguzzi Le docenti della scuola elementare Acri di Bologna, riunitesi in consiglio di interclasse Assemblea sindacale all' I.I.S. 'RUZZA' di Padova Collegio dei Docenti del Circolo Didattico di Teglia collegio dei docenti del Circolo Didattico Lagaccio, Genova
Collegio dei docenti del 3° Circolo didattico di Bologna Collegio Docenti del Circolo San Girolamo di Venezia I lavoratori dell' I.C.S.M. "Plinio il Vecchio" di Bacoli Insegnanti del 43° Circolo Didattico di Roma Assemblea genitori -insegnanti del 34° Distretto scolastico di PIOSSASCO
Lettera aperta alle studentesse e agli studenti dell'ITCS "Primo Levi" di Bollate e ai loro genitori Mozione del Collegio dei docenti scuola secondaria 1 grado "VIA MAFFUCCI - PAVONI" di Milano Mozione del collegio dei docenti dell'I.C. TOMMASEO di TORINO Collegio dei Docenti dell'Istituto Comprensivo di Borgo a Mozzano Collegio dei Docenti dell'Istituto Tecnico Industriale PACINOTTI di Mestre
Comitato genitori e unsegnanti in difesa della scuola pubblica di PONTEDERA (PI) Mozione del Cllegio Docenti dell'Ist. Compr. "FRANCESCHI" DI MILANO Assemblea dei Genitori del II Circolo Didattico di Cernusco sul Naviglio Mozione Collegio docenti I.C. 13 BOLOGNA Assemblea Scuola Media 'Rodari-Jussi' di San Lazzaro di Savena
Collegio dei Docenti dell'Istituto Tecnico Industriale Statale 'F. Severi' di Padova Le lavoratrici e i lavoratori dell'Istituto Comprensivo San Giovanni (TS) Coordinamento Genitori ed Insegnanti dell'Istituto Comprensivo Don Orione di Milano COLLEGIO DOCENTI IC DON ORIONE DI MILANO Liceo Classico e Scientifico"GIULIO CASIRAGHI" di Cinisello Balsamo
Collegio dei Docenti dell' ITIS "G.Marconi" di Padova Collegio dei Docenti dell'Istituto Tecnico Industriale Statale 'F. Severi' di Padova Il Collegio Docenti dell'ITAS Scalcerle Collegio dei Docenti dell'Istituto Statale d'Arte di Venezia collegio dei docenti del Circolo Didattico Giuseppina Turrisi Colonna di Palermo
Documento in difesa del tempo scuola a 40 ore e della pluralità docente - Docenti IC 'G. da Fiore' Carlopoli Assemblea dei Docenti della Scuola Secondaria di Primo grado 'Sacco-Boetto-Paglieri' di Fossano (CN) Collegio dei Docenti dellITIS G. Galilei di Roma Collegio docenti dell'istituto Comprensivo di Concorezzo Mozione del personale Docente e ATA dell'Istituto F. Enriques Castelfiorentino (FI)
Istituto Statale d'Arte di Potenza Blocco viaggi istruzione - Ist. Istr. Sup.B. Russell di Milano Genitori firmatari dell'IC VR 13 Primo Levi    
         
         

L’assemblea dei lavoratori dell’I.C. 11 di Bologna AI LAVORATORI della SCUOLA
ALLA D.S. dell’I.C. 11 BOLOGNA
ALLE OO.SS. di CATEGORIA
AL PRESIDENTE del QUARTIERE S. DONATO
AI GENITORI DEGLI ALUNNI
AGLI ORGANI d’INFORMAZIONE

L’assemblea dei lavoratori dell’I.C. 11 di Bologna
RESPINGE CON FORZA l’ATTACCO alla SCUOLA PUBBLICA e alle CONDIZIONI DI VITA dei LAVORATORI (artt. 64 e 71 della L. 133 del 6/8/2008, D.L. 137 del 1/9/2008)

Questo attacco comporterà:
1) un taglio netto di circa 140.000 posti di lavoro tra insegnanti e personale ATA;
2) disoccupazione di 250.000 precari della scuola;
3) l’abbattimento del modulo e la compromissione del Tempo Pieno sostituito con un modello di doposcuola dequalificato (a pagamento?)

Questi tagli di personale e di risorse, questa folle logica al risparmio avranno pesanti ripercussioni nelle attività di:
- sostegno agli alunni certificati,
- interventi di recupero e di alfabetizzazione, tutela di tutte le fasce.

La scuola sarà certamente peggio qualificata con meno personale docente, meno personale ATA, elevato numero di alunni per classe (anche 35 per le scuole superiori).
Quale “buon servizio” si può dare ai ragazzi e ai bambini?

Inoltre, l’art. 71 della Legge “Brunetta” punisce pesantemente i lavoratori pubblici che si ammalano, arrogandosi il diritto di giudicare lo stato di bisogno.

Per tutti questi motivi, l’assemblea della scuola
C H I E D E
immediato ritiro del Decreto “Gelmini”
abrogazione della Legge 133/2008

PROCLAMA lo STATO DI AGITAZIONE di tutti i lavoratori e la PARTECIPAZIONE a TUTTE le INIZIATIVE di PROTESTA
a partire dal primo giorno di scuola (15 Settembre 2008).

Bologna, 9 Settembre 2008

L’Assemblea di tutto il Personale del 1°Circolo Didattico di S.Lazzaro di Savena – BO ai genitori PERCHÉ COLPIRE IL CUORE DELL’ECCELLENZA SCOLASTICA ITALIANA ?

Nelle più recenti indagini europee la Scuola dell’Infanzia e Primaria pubblica italiana è risultata ai primi posti delle graduatorie.
Un ottimo risultato che i ministri Tremonti e Gelmini, a nome del Governo in carica, hanno così premiato:

LEGGE 6 Agosto 2008, n.133
Di conversione del Decreto-Legge 25 Giugno 2008, n.112
Art. 64- Disposizioni in materia di organizzazione scolastica
1. Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall’anno scolastico 2009/2010 sono adottati interventi e misure volti ad incrementare gradualmente di un punto il rapporto alunno/docente, da realizzare comunque entro l’anno scolastico 2011/2012 per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei, tenendo anche conto delle necessità relative agli alunni diversamente abili.
2. Si procede altresì alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA),
in modo da conseguire nel triennio 2009/2011 una riduzione complessiva del 17
per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per
l’anno scolastico 2007/2008

DECRETO-LEGGE 1 Settembre 2008, n.137
Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università(GU n.294 del 2/9/2008)
Art.4 – Insegnante unico nella scuola primaria
1- Nell’ambito degli obiettivi di contenimento di cui all’Art.64, Decreto-Legge 25/6/2008,n.112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 Agosto 2008, n.133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4, è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali.

Fatte le debite considerazioni e i debiti conteggi, si può riassumere tutto ciò in queste semplici cifre:

  • 87.000 insegnanti in meno in 3 anni
  • 43.000 A.T.A. in meno nel triennio 2009/2011
  • Insegnante unico in classe
  • 24 ore di scuola settimanali

Quale ricaduta avrà tutto ciò sugli alunni del futuro prossimo ?

Impoverimento culturale
Perché un maestro che insegna tutte le materie farà ‘’del suo meglio’’, mentre insegnanti specialisti nelle diverse discipline fanno sicuramente una scuola di qualità

Impoverimento dell’offerta formativa
Perché non ci saranno più risorse di contemporaneità degli insegnanti per svolgere progetti rivolti a bambini con difficoltà di apprendimento, diversamente abili, in situazioni di disagio o stranieri. Non si potranno più effettuare uscite sul territorio né partecipare ai laboratori organizzati da Comuni, Associazioni culturali, Biblioteche….

Riduzione del tempo - scuola
Perché adesso usufruiscono di 33 ore settimanali gli alunni dei Moduli e di 40 ore settimanali gli alunni del Tempo Pieno. Se il tempo-scuola sarà ridotto a 24 ore, come sarà garantita la copertura oraria attuale, indispensabile per moltissime famiglie?
Servizi a pagamento comunali o privati? I nonni? La baby sitter?

In considerazione di questi deplorevoli provvedimenti:

il personale scolastico del 1°Circolo, da sempre particolarmente sensibile alla formazione dei bambini e storicamente impegnato da almeno 30 anni nella realizzazione di una scuola pubblica di grande qualità, promuoverà varie iniziative da attuare nelle prossime settimane (sit-in, manifestazioni, assemblee) e chiede il sostegno, la solidarietà e la partecipazione di tutti i genitori

S.Lazzaro di Savena, 8/09/2008

Mozione dei docenti dell’IC Roiano Gretta di Trieste

11 settembre 2008
Al Ministro della (pubblica) Istruzione
Al dirigente dell’IC Roiano Gretta

Agli organi di stampa

I docenti dell’IC Roiano Gretta riuniti in assemblea sindacale il giorno 11 settembre 2008 dichiarano:
La propria contrarietà netta per motivi pedagogico-didattici e occupazionali alla decisione del governo di reintrodurre il maestro unico nella scuola elementare che distruggerebbe l'impianto didattico, abbasserebbe la qualità, comporterebbe l'espulsione dalla scuola di un'intera generazione di giovani insegnanti.
La contrarietà alle misure punitive per i dipendenti della scuola e del pubblico impiego malati che si ritrovano con decurtazioni salariali, con un obbligo di residenza di 12 ore e tutto ciò mentre il governo taglia ulteriormente i fondi destinati ad assicurare i supplenti.
La contrarietà al combinato: tagli di organico-aumento del numero di alunni per classe, che comporta disagio per gli alunni/e e per gli insegnanti, abbassamento della qualità della scuola e minori possibilità di offrire supporto personalizzato e individualizzato nelle classi con alunni migranti e nei casi di disagio, svantaggio e handicap.

L’assemblea richiede quindi l’abrogazione della norma del maestro unico, il ritiro delle misure punitive per i dipendenti malati e una svolta nei finanziamenti dedicati alla scuola pubblica che permetta di operare con dignità e qualità.

L’assemblea sindacale insegnanti IC Roiano Gretta all'unanimità

Le insegnanti della scuola elementare “Tito Speri”

PER FAVORE NESSUNO DICA ALLA MINISTRA GELMINI CHE….

Con il decreto di agosto, tornano i voti in pagella in tutte le materie, il voto in condotta determinante ai fini della promozione, lo studio dell’educazione civica, si alza di 1 punto il rapporto alunni/docente (si arriverà a regime, a 33 alunni per classe!), gli istituti con meno di 500 alunni saranno tagliati o accorpati (solo nella nostra regione chiuderanno 121 scuole), e se ciò non dovesse bastare…SI REINTRODUCE con il decreto-legge n. 137 del 1° settembre scorso pubblicato a sorpresa, senza nessun dibattito, il ritorno al maestro unico nelle classi delle elementari e la riduzione dell’orario di lezione a 24 ore settimanali. L’eliminazione di fatto di un’esperienza di collaborazione, pluralità e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata con il Tempo Pieno

Cosa significa in termini di didattica la restaurazione del maestro unico nella scuola?

L’IMPOSSIBILITA’ di suddividere le materie in aree disciplinari tra diversi docenti: la maestra/o unico dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni e dovrà sapere tutto di tutto!;

L’IMPOSSIBILITA’ di impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, in particolar modo nei confronti dei bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia, alle problematiche dei bambini,

L’IMPOSSIBILITA’ di effettuare esperienze didattiche nel territorio, musei, aule didattiche, manifestazioni sportive…;

L’IMPOSSIBILITA’ di una didattica di recupero e di arricchimento perché sparirebbe la compresenza e quindi la possibilità di organizzare percorsi ad hoc per alunni in difficoltà o attività di arricchimento.

COSA SIGNIFICA IN TERMINI DI POSTI DI LAVORO?

Un taglio nella scuola elementare di 83,114 maestre/i.

Un taglio complessivo a seguito di questa “riforma” nella scuola di circa 131.000 posti di lavoro tra personale ATA e docenti.

Ma Il ministro promette che la riduzione delle ore di lezione sarà un bene perché “non solo manterremo il tempo pieno ma riusciremo a migliorare il servizio estendendolo a un numero maggiore di classi“ (dispone di una bacchetta magica o pensa di affidare il servizio a operatori privati trasformandolo nel vecchio doposcuola, cioè in un parcheggio per bambini ? E su chi ricadranno le spese: forse sulle famiglie?).

Ma il ministro garantisce che “la qualità della scuola non diminuirà” (anche se verranno chiuse o accorpate le scuole con meno di 500 alunni, il numero degli alunni per classe aumenterà, le insegnanti non potranno più seguire i bambini con la dovuta attenzione, le uscite didattiche non saranno più possibili).

Ma il ministro dice che vuole trasformare le scuole in Fondazioni ( gestite come le Aziende da un Consiglio di Amministrazione misto privato e pubblico?), e che “non dobbiamo avere paura” perché anche questo sarà un bene per tutti.

Ma il ministro dice ai 115.000 insegnanti precari e ATA di stare tranquilli perché “stiamo studiando (lei Gelmini, Brunetta e Sacconi), nuove figure professionali sia dentro che fuori la scuola” , magari come guide turistiche (ipotesi ventilata!).

MA Il ministro ci assicura che l’insegnante unico sarà un bene “perché il bambino ha bisogno di un punto di riferimento preciso per la sua crescita armonica” (evidentemente ritiene che la presenza di più punti di riferimento lo confondano! E allora, per favore, nessuno le ricordi che generalmente ogni bambino ha almeno due genitori come punto di riferimento…potrebbe, per decreto… eliminarne uno!!!

Questo disastro a spese, della nostra scuola, la cui qualità è riconosciuta a livello internazionale, non si deve compiere! Invitiamo tutti a prendere coscienza di quanto sta accadendo e a trovare momenti unitari di confronto, discussione ed iniziativa.

Milano 8 settembre 2008
Le insegnanti della scuola elementare “Tito Speri”

I Docenti dell’IC 9 di Bologna

Al Ministro della Pubblica Istruzione
e p.c. all’opinione pubblica

Gentile Signora Ministro,
presa visione del D.L. 137/2008, sentiamo l’obbligo morale, che deriva dalla nostra professionalità e competenza docente ed educativa, di trasmetterLe alcune considerazioni, nella speranza che il dibattito parlamentare che porterà alla discussione del citato decreto possa tenere in considerazione le opinioni di chi quotidianamente opera per la formazione e l’istruzione delle nuove generazioni.
Ci limiteremo a due aspetti che riguardano il nostro ambito professionale:

  • · l’insegnante unico e le 24 ore nella scuola primaria (art. 4) e
  • · la valutazione finale nella scuola secondaria di primo grado (art.3).

1. Insegnante unico e 24 ore nella scuola primaria

Questo modello scolastico è ben presente nei nostri ricordi sia personali che professionali. Era forse già deficitario in una società, come quella di quarant’anni fa, che non conosceva l’immigrazione comunitaria ed extracomunitaria, le separazioni ed i divorzi, l’esigenza di fornire l’occasione di un riscatto sociale a chi era in situazioni di svantaggio socio-culturale, e che relegava i bambini certificati o difficili nelle classi differenziali. Ventiquattro ore con un solo insegnate “tuttologo” erano forse già non sufficienti quando si insegnava solo “a leggere, scrivere e far di conto” e non si parlava ancora di inglese, informatica, educazione all’affettività, alla cittadinanza, ambientale, stradale, ecc. ecc.
Lei ha recentemente affermato che la reintroduzione del maestro unico “risponde a una scelta pedagogica precisa, il fatto di avere un unico punto di riferimento” e che “è uno spreco pagare tre insegnanti quando uno è sufficiente”.
Vorremmo ricordarLe che la scelta pedagogica del gruppo docente e della pluralità delle figure educative ha una lunga storia e forti motivazioni, legate ai cambiamenti epocali da allora intercorsi, è il risultato di un dibattito costruttivo, avviato dall’inizio degli anni Ottanta, che vide una intensa partecipazione di pedagogisti, del mondo accademico, delle associazioni professionali degli insegnanti, delle riviste didattiche, delle forze politiche e sindacali. A conclusione di questo percorso sperimentale, assistito e monitorato, si constatò che la collaborazione e suddivisione dei compiti tra docenti limitava l’insuccesso scolastico e migliorava la qualità dell’insegnamento. Si decise conseguentemente che il modello del team di docenti, con la suddivisione degli ambiti disciplinari, fosse meglio dell’insegnante costellato (un insegnante titolare di classe affiancato da alcuni docenti specialisti). Nel 1990 venne approvata la legge di riforma n.148 che estese a tutto il territorio nazionale la contitolarità e l’espansione dell’orario, sia con l’organizzazione a modulo sia a tempo pieno. Del resto, la grande e pressante richiesta delle famiglie per il tempo pieno che, nonostante le restrizioni di organico e modifiche normative varie, ha continuato a espandersi, senza interruzione (toccando ora il 25% e i 700 mila alunni), dimostra che le famiglie richiedono alla scuola più e non meno tempo educativo e didattico.
I moduli e il tempo pieno (e conseguentemente il numero dei docenti e il loro organico) hanno dunque alle spalle la migliore cultura pedagogica e le esperienze didattiche più avanzate, che hanno dimostrato in questi anni di funzionare: non è infatti un caso che tutti gli indicatori internazionali riconoscano la nostra scuola primaria come una tra le più qualificate del mondo.
Il maestro unico, la fine delle compresenze e la riduzione del tempo scuola (nell’arco dei 5 anni si perderebbero dalle 990 ore per il modulo alle 2640 ore per il tempo pieno) porterebbero a conseguenze gravissime:

  • dequalificazione dell’istruzione, superficialità della didattica, impoverimento culturale, ovvero meno ore disponibili per affrontare ed approfondire i contenuti disciplinari, meno competenze specialistiche data l’impossibilità per un solo docente di essere in grado di riassumere in sé la complessità dei saperi, delle discipline e delle nuove tecnologie;
  • impossibilità di individualizzare gli insegnamenti, sia per i bambini in difficoltà sia per le eccellenze; di attivare laboratori, recuperi, gruppi di livelli, con l’inevitabile ritorno ad una scuola impossibilitata a limitare la dispersione scolastica;
  • impossibilità di favorire l’apprendimento in tempi distesi nel rispetto dei processi cognitivi di tutte e tutti;
  • impoverimento dell’offerta formativa (ad esempio, non poter effettuare uscite didattiche a musei, teatri, cinema, manifestazioni sportive, ecc.).

Riteniamo che una scuola pubblica e di qualità debba essere per tutti e per ciascuno. Riteniamo inoltre che una scuola così “riformata” non sia in grado di adempiere pienamente a quanto sancito dalla nostra Costituzione, cioè di concorrere a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Siamo convinti che il grado di civiltà e di democrazia di un Paese si misuri anche sulla scelta di indirizzo di risorse e tagli e che togliere fondi alla formazione delle nuove generazioni, come ormai da troppi anni viene fatto, risulti una scelta miope ed improduttiva.

2. Valutazione finale nella scuola secondaria di primo grado

L’articolo 3 del decreto 137/2008 abroga la collegialità del Consiglio di classe nel “bocciare” uno studente, dando individualmente al singolo docente di ogni disciplina la possibilità di farlo.
E’ nostra convinta opinione che, se il decreto fosse convertito alla lettera così com’è ora, sancirebbe la fine della collegialità: questa importante decisione relativa al percorso scolastico di un alunno ci pare profondamente sbagliata.
Se fino ad oggi infatti tutti gli insegnanti della classe sono corresponsabili di una decisione così delicata e possono promuovere collegialmente un alunno, anche in presenza di una o più insufficienze, da domani anche un solo 5 porterebbe automaticamente alla bocciatura.
Nella scuola media, oltretutto, non è neppure prevista come per le superiori, la possibilità di riparare a settembre, per cui si potrebbe avere il caso limite di un ragazzo che deve ripetere per un anno il programma di tutte le materie anche se si è dimostrato inadeguato in una soltanto.
Un insegnante che ritiene ingiusto o non produttivo fermare un ragazzo perché ha l’insufficienza solo nella sua disciplina dovrebbe falsare il proprio giudizio disciplinare trasformando le insufficienze in itinere in un 6 finale? Tale comportamento (del resto facilmente desumibile dal registro individuale e dai compiti in classe) non configurerebbe un reato di falso in atto pubblico?
E’ nostra convinzione che le singole discipline (con le diversificate attitudini e capacità che uno studente dimostra per ciascuna) siano solo uno dei tanti punti di osservazione e giudizio del singolo alunno e che vadano confrontate tutte insieme. Solo l’osservazione integrata e collegiale di tutti i docenti coinvolti nel percorso didattico ed educativo può garantire al ragazzo ed ai docenti stessi una valutazione equa, produttiva e formativa, che non sia solo un parziale “punto di vista”.
La collegialità, il dialogo, il confronto (ed anche lo scontro) nella programmazione, nella conduzione della classe e nella valutazione dei ragazzi, sono per noi un valore fondante, qualificante ed irrinunciabile della nostra professione, nonché un’occasione di crescita umana e professionale.

Bologna, 11 settembre 2008 - I Docenti dell’IC 9 di Bologna

Collegio dei Docenti della Scuola Media Statale "V. Centurione" in Genova Il Collegio dei Docenti della Scuola Media Statale "V. Centurione" in Genova, convocato dalla D.S. il giorno 8 settembre 2008, ha approvato all'unanimità insieme ai colleghi ATA la seguente mozione:

"Prendendo atto dei due Decreti Legge estivi (n.112 del 25 giugno 2008 e n.137 del primo settembre) sbrigativamente emanati dal Governo nel quadro della Legge Finanziaria, valutiamo la gran parte delle disposizioni in esso contenute estremamente negative sotto due punti vista, che non possono essere separati: il pericoloso peggioramento della qualità del servizio di Istruzione Pubblica e quello del riconoscimento del nostro lavoro, sia di ruolo che precario.
Sotto questi profili giudica francamente sconsiderati almeno i seguenti punti:
- un taglio arbitrario degli organici superiore ai 100 mila docenti e 47 mila ATA entro il triennio
- la riduzione generalizzata ed ulteriore del tempo scuola e degli insegnanti di sostegno
- la ridicola reintroduzione del "maestro unico"
- il crescente finanziamento alle scuole private

Per tale motivo, nei prossimi giorni -che precedono la conversione in Legge-, si riserva di elaborare con colleghi, genitori e associazioni una mobilitazione che porti a visibili azioni di protesta, sciopero incluso, fino alla profonda revisione di detti Decreti e delle logiche che li ispirano."

Totale dell'organico nominato ad oggi: docenti 79; ata 19
Presenti: docenti 75; ata 9 - Favorevoli: 84 (unanimità)

Il collegio dei docenti del Circolo Didattico Sestri Al Consiglio di Circolo Sestri,
A tutte le Direzioni Didattiche e Istituti comprensivi di Genova
Alla Direzione Regionale di Genova
A tutte le OO.SS Cgil Cisl Uil Snals GILDA COBAS

Il collegio dei docenti del Circolo Didattico Sestri convocato il 11.09.08

preso atto dei due decreti legge estivi (n. 112 del 25 giugno 2008 e n. 137 del primo settembre) frettolosamente emanati dal governo nel quadro della legge finanziaria valuta la gran parte delle disposizioni in esso contenute estremamente negative sotto molteplici punti di vista.
In particolare ritiene che nelle nove righe dell’art. 4 del D.L. 137 esista un attacco senza precedenti all’identità di una istruzione pubblica di qualità costruita nell’ultimo trentennio, rottamando così una delle più significative esperienze di innovazione e crescita della scuola italiana, frutto di un’approfondita elaborazione culturale e dell’appassionato lavoro di tanti insegnanti.
Esprime la propria indignazione di fronte al fatto che venga travestito con abiti pedagogici ciò che è un mero taglio alla spesa pubblica e non una dignitosa riforma scolastica .
Intende fermarsi a riflettere, in prima battuta, sulle conseguenze negative che si celano dietro al ritorno del maestro unico, riservandosi ulteriori approfondimenti e azioni di denuncia.

1) Il maestro unico e tuttologo mortifica le specializzazioni nelle didattiche specifiche delle discipline che i docenti hanno acquisito nel corso della carriera lavorativa. Una scarsa specializzazione disciplinare porterà alla banalizzazione della didattica e al disprezzo delle potenzialità d’apprendimento del bambino. La figura unica dovrà gestire le 24 ore di lezione in cui i tempi della didattica torneranno ad essere ristretti e compressi e non rispettosi dei ritmi d’apprendimento degli alunni.

2) Il maestro unico priva i bambini dell’opportunità di formarsi confrontandosi con una pluralità di figure e ciò è un ridicolo anacronismo in una società in cui l’educazione alla mobilità e all’adattabilità al cambiamento viene indicata come valore necessario anche dalla stessa classe politica.

3) La scomparsa della contitolarità e della contemporaneità è allo stesso tempo scomparsa non solo delle opportunità di ampliamento dell’offerta formativa, ma anche della possibilità di dedicare tempi agli alunni in difficoltà, di curare l’integrazione degli alunni stranieri, di offrire approfondimenti culturali attraverso uscite didattiche e gite d’istruzione.

4) Il maestro unico non potrà più gestire i modelli organizzativi attuali ( tempo pieno e modulo). In particolare vogliamo denunciare la confusione che il DL sta creando facendo coincidere le diciture “tempo scuola” e “ tempo pieno”. Il tempo pieno non è un servizio alle famiglie per la custodia dei bambini, ma è un servizio al bambino futuro cittadino adulto e al suo diritto ad essere formato in una scuola in cui il tempo scuola è tempo di qualità e, in quanto tale, deve essere gestito da personale docente.

Il Collegio inoltre vuole esprimere la propria indignazione di fronte alla prospettiva del ponderoso taglio all’organico docente e ATA programmato per il prossimo triennio che porterà disastrose conseguenze sulla scuola pubblica.

(votata all'unanimità)

Insegnanti (collegio docenti) dell’Istituto Comprensivo di Cernusco Lombardone Nel pomeriggio di Martedì 9 settembre le insegnanti dell’Istituto di Cernusco Lombardone hanno improvvisato un banchetto-picchetto per raccogliere firme contro la reintroduzione del maestro unico, fuori dalla scuola Media prima di riunirsi per il Collegio Docenti.

Nel giro di una ventina di minuti sono state raccolte 78 firme ed è nata l’idea di presentare una mozione al Collegio dei Docenti.

Ecco il testo della petizione:

"CONTRO IL MAESTRO UNICO
Petizione in difesa della pluralità docente nella scuola elementare [...]"

Il collegio docenti ha poi approvato al seguente mozione:

Gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Cernusco Lombardone si dichiarano preoccupati per la reintroduzione del maestro unico per le seguenti motivazioni:
Non sarebbe più possibile la suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: il maestro o la maestra unica dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni.
Non sarebbe più possibile impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine.
Non sarebbero più possibili le uscite didattiche nel territorio, musei, aule didattiche decentrate, manifestazioni sportive… Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non può uscire dalla scuola con la classe da solo.
Non sarebbe più possibile per i genitori rapportarsi ad un gruppo di insegnanti. Il riferimento diverrebbe unico, senza appello, senza possibilità di confrontarsi a più voci.
Non sarebbe più possibile una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché sparirebbero le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi ad hoc per alunni in difficoltà o attività di arricchimento che prevedano lavori a gruppi.
Inoltre il taglio di insegnanti di scuola elementare sarebbe molto elevato.

La mozione ha visto contrari solo 9 docenti sul totale (122) dei presenti al Collegio Docenti in seduta plenaria

Le automobili delle maestre del Tempo Pieno delle scuole elementari di Concorezzo Oggi a Concorezzo, 1° giorno di scuola, abbiamo posteggiato le macchine lungo tutta la scuola nostra e le abbiamo sommerse di cartelli. La ds ha telefonato ai bidelli spaventatissima per dire loro di toglierli perché quelli di cl avevano chiamato in direzione per denunciare il grave reato commesso. I bidelli si sono rifiutati, noi pure. I cartelli sono rimasti fuori fino alle 2, ora in cui siamo andate a casa.
Abbiamo volantinato a tappeto, sia elementari che materne. Inshallah!
Vi incollo il volantino rivisto dalla mia scuola.

La restaurazione del “maestro unico”

Dal 1 settembre 2008 è entrato in vigore il Decreto 137 che introduce il voto in condotta, la valutazione numerica e il “maestro unico” nella scuola elementare.

Cosa significa in termini di didattica il “maestro unico”

Il maestro o la maestra unica dovrà insegnare tutte le discipline in 24 ore settimanali .(4 ore al giorno per 6 giorni la settimana oppure meno di 5 ore al giorno per 5 giorni la settimana). Ormai sono trent’anni che questa figura è stata superata definitivamente. La pluralità docente ha rafforzato lo spirito di collaborazione e ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare.

E’ POSSIBILE SAPERE TUTTO e INSEGNARLO IN COSI’ POCO TEMPO?

Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine, senza più occasione di confronto.

IL RIFERIMENTO DIVENTA UNICO, SENZA POSSIBILITÀ DI CONFRONTARSI A PIÙ VOCI, ANCHE PER I GENITORI.

Per evidenti questioni di sicurezza con la normativa attuale, LA CLASSE INTERA NON PUÒ USCIRE DALLA SCUOLA accompagnata da una sola insegnante. Addio musei, visite guidate, rassegne teatrali, viaggi di istruzione, attività sul territorio …

SENZA COMPRESENZE non sarà più possibile organizzare per alunni/e attività a piccoli gruppi di potenziamento, di recupero, di integrazione; con un solo insegnante per tutto il tempo scuola non sono possibili nemmeno attività di laboratorio con metà classe, come nelle aule di informatica o per attività scientifiche ed espressive.

Le famiglie dovranno riorganizzare il proprio tempo per far fronte alla mancanza di mense e pomeriggi. Il servizio mensa potrebbe essere gestito dal personale estraneo alla relazione educativa e potrebbe tornare IL VECCHIO DOPOSCUOLA che NON E’ CERTAMENTE IL NOSTRO TEMPO PIENO !!! ( strutturato su 40 ore, con 2 insegnanti e almeno 4 ore di compresenza)

SIAMO PREOCCUPATE PER IL FUTURO IMMEDIATO DELLA SCUOLA PUBBLICA.

I motivi di questa restaurazione NON sono di natura pedagogica ma di mero controllo e riduzione della spesa pubblica !

Bisogna fare al più presto qualcosa, altrimenti sarà troppo tardi.
Entro la fine di ottobre il decreto sarà approvato, meglio cominciare subito a darsi da fare. Parlane con le tue maestre.

Le maestre del Tempo Pieno delle scuole elementari di Concorezzo

Comitati di Osio (BG) lanciano un calendario di banchetti per raccolta firme

OSIO SOTTO DICE NO AL MAESTRO UNICO E SI MOBILITA
Il Comitato in difesa del tempo Pieno di Osio Sotto, il Comitato Genitori delle Scuole di Osio Sotto, insegnati delle scuole elementari e liberi cittadini di Osio Sotto a partire da lunedi 16 settembre hanno organizzato una raccolta firme contro il ritorno del maestro unico nella scuola primariail cosi' come previsto dal decreto legge 137 del 1 settembre 2008 art 4 con la seguente articolazione di raccolta:
da lunedi'16 settembre 2008 a sabato 20: dalle ore 8.00 alle ore 9.00, solo sabato 20 anche dalle ore 12.00 alle ore 13.00
domenica 21 dalle ore 8.00 alle ore 12.30 presso piazza papa giovanni davanti al municipio
con l'introduzione del tempo pieno
da lunedi' 21 a venerdi' 26 settembre dalle 8.00 alle 9.00 e dalle 15.30 alle 16.30
martedi' 22 fuori dal mercato dalle ore 8.00 alle ore 13.00
tutti i cittadini sono invitati a firmare

il portavoce
Ettore Ghidotti

Mozione Collegio docenti e Consiglio di Circolo del 49° Circolo didattico di ROMA Ai Consigli di Circolo delle scuole dell’XI Municipio, Roma
All’A.S.A.L. - Associazione Scuole Autonome del Lazio, Roma
Al Ministero della Pubblica Istruzione
On.le Ministro Maria Stella Gelmini, Roma

MOZIONE DEL CONSIGLIO DI CIRCOLO del 49° CIRCOLO DIDATTICO di ROMA
“PRINCIPE DI PIEMONTE”

Il Consiglio di Circolo del 49° Circolo Didattico “Principe di Piemonte” esprime la propria contrarietà all’articolo 4 del Decreto Legge n.137 del 01 settembre 2008 che prevede la costituzione di classi con orario di 24 ore settimanali affidate ad un unico insegnante.
La volontà del ministro Gelmini di reintrodurre il “maestro unico” nella scuola elementare è gravissima. Ormai sono vent’anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola l’esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era
maturata nel Tempo Pieno e nell’organizzazione modulare. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola elementare una comunità di conoscenze.
L’introduzione del “maestro unico” costituisce un ritorno al passato al solo fine di ottenere nuovi risparmi ai danni della già tartassata scuola pubblica.
Il Consiglio di Circolo del 49° Circolo Didattico ritiene che affidare le classi ad un unico insegnante comporterà:
- la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: “il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni con ripercussioni negative sulla didattica e sugli apprendimenti.
- l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine.
- l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche nel territorio e di istruzione. Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non potrà uscire dalla scuola con la classe. Fino ad oggi questa didattica era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze.
- l’impossibilità per i genitori a rapportarsi ad un team di insegnanti. Il riferimento diverrebbe unico, senza appello, senza possibilità di un confronto a più voci.
- l’impossibilità ad effettuare una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché spariranno le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi specifici per alunni in difficoltà o attività di arricchimento che prevedano lavori di gruppo.
È evidente che la restaurazione del “maestro unico” annulla di fatto il Tempo Pieno. D’altronde l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la pluralità docente si è affermata per tutta la scuola italiana.
Per i suddetti motivi il Consiglio di Circolo si dichiara fermamente contrario all’introduzione del “maestro unico”, si impegna a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarla e a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica.
Il Consiglio di Circolo approva all’unanimità dei presenti.

Roma, 10 settembre 2008

Sciopero bianco Ist. Comprensivo di Briatico Briatico, 09/09/2008

Mercoledì 17 cm, ore 9,30/11,30,salvo contatti con codesto centro, si dovrebbe (per iniziativa docenti – genitori), svolgere manifestazione contro maestro unico sottoforma di sciopero bianco solo nostro istituto comprensivo con la finalità di educare alla legalità ovvero come fare sciopero.
La scintilla dell’agitazione parte da Briatico in quanto vuole dimostrare che la scuola non deve rimanere sopita alla volontà governativa che disconosce i disagi e i fenomeni sociali.

f.to Il Dirigente Scolastico
Dott. Prof. Rocco Carmelo Cantafio

L’Interclasse Docenti della Scuola Longhena - Bologna GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA LONGHENA RESPINGONO:

- il decreto 137 del 1/9/08 del ministro Gelmini che demolisce la scuola pubblica statale
- il provvedimento dell’ufficio scol. regionale che ha eliminato tutti i posti di lingua inglese dalle scuole elementari statali della provincia di Bologna

• NO AL MAESTRO UNICO

E’ un ritorno alla scuola degli anni cinquanta-sessanta quando era richiesta solo un’alfabetizzazione di massa, ora le allieve e gli allievi sono incalzati da mille stimoli e conoscenze, come potrebbe un unico “maestro tuttologo” soddisfare tutte le nuove esigenze di apprendimento?
Quale docente può affermare di essere in grado di insegnare con piena competenza, a una trentina di alunni di diversa provenienza etnica e culturale, italiano, matematica, scienze, storia, geografia, inglese, ed all’immagine, musica, motoria, informatica….
La scuola elementare statale italiana dagli anni settanta, dall’inizio del tempo pieno e poi dei moduli, è stata riconosciuta tra le migliori del mondo.Oggi è al 5° posto nella classifica OCSE.
Il maestro tuttologo porterà ad una dequalificazione devastante, nei contenuti e nelle modalità, del percorso educativo della scuola elementare statale.
Inoltre l’orario scolastico a 24 ore settimanali penalizzerà drammaticamente le famiglie che saranno costrette a rivolgersi a servizi privati a pagamento.

• NO AI TAGLI (131.000 posti in meno), perché significano:

-la fine del tempo pieno
-la fine delle attività di recupero e individualizzazione dell’insegnamento a favore delle diversità
-la fine di tutte le attività di approfondimento ( uscite, gite, aule didattiche, manif sportive…)

• NO ALLA VALUTAZIONE IN NUMERI
Non si può sintetizzare in un numero un percorso di apprendimento e crescita durante l’età evolutiva. La valutazione deve essere uno strumento e non un obiettivo.

• NO AL TAGLIO DEI POSTI DI INGLESE
NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

Nella nostra scuola come nelle altre scuole elementari di tutta la provincia, unica in Italia, l’ufficio Scol. Regionale ha eliminato i posti di lingua inglese.
Perciò i docenti di classe abilitati dovranno insegnarlo in altre classi, mentre il collega dovrà sostituirlo nell’insegnamento di un’altra materia. Così entra dalla finestra quello che abbiamo tenuto fuori dalla porta: la modularizzazione del Tempo Pieno, in una girandola di scambi di orari, compresenze e materie che stravolge ogni fondamento pedagogico-educativo su cui si fonda il Tempo Pieno.
NON VOGLIAMO SALIRE SU QUESTA “GIOSTRA” CHE PENALIZZA I BAMBINI E LA QUALITA’ DELLA SCUOLA, PERCIO’ ABBIAMO DECISO DI SOSPENDERE L’INSEGNAMENTO DELL’ INGLESE FINO ALL’ARRIVO DELL’INSEGNANTE TITOLARE.

Chiediamo ai genitori solidarietà e partecipazione alle iniziative di protesta
L’Interclasse Docenti della Scuola Longhena

LETTERA APERTA ALLE FAMIGLIE del Collegio dei docenti dell'Istituto comprensivo Roli di Trieste LETTERA APERTA ALLE FAMIGLIE E AI CITTADINI

Negli ultimi giorni avrete certamente appreso dai giornali o dalla televisione che il Consiglio dei Ministri, attraverso un decreto legge, ha stabilito, a partire dal prossimo anno scolastico,
IL RITORNO DEL MAESTRO UNICO NELLA SCUOLA ELEMENTARE.
L’insieme dei mass media non ha finora dato il rilievo necessario all’evento, e non ha informato adeguatamente l’opinione pubblica sulle ricadute che questa scelta politica avrebbe per la scuola italiana, per gli alunni e le loro famiglie.
Noi, che nella scuola lavoriamo, e che cerchiamo, pur tra mille difficoltà, di farla funzionare al meglio, abbiamo il dovere, quindi, di spiegare a tutti, quello che accadrebbe se questo decreto venisse realmente applicato.

Oggi la scuola elementare, tanto quella a modulo che quella a tempo pieno, è fondata:

• sul lavoro collegiale e progettuale degli insegnanti,
• sulla suddivisione delle aree disciplinari, (che ha permesso, nel tempo, a ciascun docente di arricchire le proprie competenze),
• sulle ore di compresenza dei docenti che consentono di realizzare: attività di laboratorio per gruppi (informatica, teatro, danza, ed scientifica, fotografia att. grafico pittoriche ecc..), interventi di recupero individualizzato per alunni in situazione di difficoltà, uscite didattiche o visite guidate, progetti specifici di arrichimento dell’offerta formativa),
• su un tempo scuola adeguato alle esigenze degli alunni e delle loro famiglie,
• su un’ampia offerta formativa, in grado di fornire ai bambini gli strumenti per comprendere i nuovi linguaggi e le trasformazioni della società attuale.

IL RITORNO AL MAESTRO UNICO FAREBBE ARRETRARE LA SCUOLA DI TRENT’ANNI:

• L’insegnante tornerebbe ad essere solo con la sua classe, dovrebbe insegnare in 24 ore settimanali, tutte le materie, non potrebbe svolgere attività per gruppi, nè attività di laboratorio, non potrebbe fornire l’aiuto necessario ai bambini con problemi di apprendimento, non potrebbe effettuare uscite didattiche nel territorio, non potrebbe confrontarsi con altri colleghi.
• I bambini avrebbero meno opportunità di conoscere, apprendere , approfondire e meno possibilità di relazione (tanto con gli adulti che con i coetanei)
• Le famiglie, di fronte ad un tempo scuola ridotto e meno qualificato, dovrebbero ricorrere ad enti o strutture extrascolastiche, spesso private, con i costi che possiamo immaginare.

SAREBBE QUESTA LA SCUOLA EUROPEA DI CUI TANTO SI PARLA?

Noi docenti non possiamo assistere inerti all’ affossamento di una scuola che abbiamo contribuito a costruire e che viene riconosciuta universalmente valida.
Ci batteremo, con tutte le nostre energie, perché questo provvedimento non venga attuato e chiediamo a tutti di unirsi a noi in questa lotta.

IL COLLEGIO DEI DOCENTI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO GIANCARLO ROLI

VENEZIA MOZIONE DEL CONSIGLIO DI CIRCOLO del CD S.GIROLAMO CIRCOLO DIDATTICO S.GIROLAMO, VENEZIA
MOZIONE DEL CONSIGLIO DI CIRCOLO

Il Consiglio di Circolo S.Girolamo esprime la propria contrarietà all’articolo 4 del Decreto Legge n.137 del 01 settembre 2008 che prevede “Nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133” la costituzione nella scuola primaria di classi con orario di 24 ore settimanali affidate ad un unico insegnante.
La volontà del ministro Gelmini di reintrodurre il “maestro unico” nella scuola elementare è gravissima.
Ormai sono vent’anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola l’esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata nel Tempo Pieno e nell’organizzazione modulare. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola elementare una comunità di conoscenze.
L’introduzione del “maestro unico” costituisce un ritorno al passato al solo fine di ottenere nuovi risparmi ai danni della già tartassata scuola pubblica. Da ciò conseguirebbe infatti il taglio di 87.000 insegnanti a cui si devono aggiungere 43.000 non docenti.

Il Consiglio di Circolo S.Girolamo ritiene che affidare le classi ad un unico insegnante comporterà:

- la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: “il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni con ripercussioni negative sulla didattica e sugli apprendimenti.
- l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine.
- l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche nel territorio e di istruzione. Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non potrà uscire dalla scuola con la classe. Fino ad oggi questa didattica era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze.
- l’impossibilità per i genitori a rapportarsi ad un team di insegnanti. Il riferimento diverrebbe unico, senza appello, senza possibilità di un confronto a più voci.
- l’impossibilità ad effettuare una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché spariranno le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi specifici per alunni in difficoltà o attività di arricchimento che prevedano lavori di gruppo.

È evidente che la restaurazione del “maestro unico” annulla di fatto il Tempo Pieno. D’altronde l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la pluralità docente si è affermata per tutta la scuola italiana.

Per i suddetti motivi il Consiglio di Circolo si dichiara fermamente contrario all’introduzione del “maestro unico”, si impegna a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarla e a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica e invita da subito i genitori e gli insegnanti del Circolo ad indire assemblee di plesso per informare e discutere il da farsi.

approvato all’unanimità
Venezia, 16 settembre 2008

Collegio Docenti dell’Istituto Comprensivo di Malalbergo e Baricella Al Ministro della Pubblica Istruzione
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale
Ai membri del Consiglio d’Istituto dell’ I.C di Malalbergo e Baricella

Il Collegio Docenti dell’Istituto Comprensivo di Malalbergo e Baricella riunitosi in Altedo il giorno giovedì 18 settembre 2008
preso atto dei due decreti legge estivi (n.112 del 25 giugno 2008 e n.137 del primo settembre) frettolosamente emanati dal governo nel quadro della legge finanziaria valuta la gran parte delle disposizioni in esso contenute estremamente negative sotto molteplici punti di vista.
In particolare ritiene che nelle nove righe dell’art. 4 del D.L. 137 esista un attacco senza precedenti all’identità di una istruzione pubblica di qualità costruita nell’ultimo trentennio, rottamando così una delle più significative esperienze di innovazione e crescita della scuola italiana, frutto di un’approfondita elaborazione culturale e dell’appassionato lavoro di tanti insegnanti.
Esprime il proprio sconcerto di fronte al fatto che venga travestito con abiti pedagogici ciò che è un mero taglio alla spesa pubblica e non una oculata riforma scolastica.
Intende fermarsi a riflettere, in prima battuta, sulle conseguenze negative che si celano dietro al ritorno del maestro unico, riservandosi ulteriori approfondimenti e azioni di denuncia.
1) Il maestro unico e tuttologo mortifica le specializzazioni nelle didattiche specifiche delle discipline che i docenti hanno acquisito nel corso della carriera lavorativa. La figura unica dovrà gestire le 24 ore di lezione in cui i tempi della didattica torneranno ad essere ristretti e compressi e non rispettosi dei ritmi d’apprendimento degli alunni.
2) Il maestro unico non potrà più gestire i modelli organizzativi attuali ( tempo pieno e modulo). In particolare vogliamo denunciare la confusione che il DL sta creando, facendo coincidere le diciture “tempo scuola” e “ tempo pieno”. Il tempo pieno non è un servizio alle famiglie per la custodia dei bambini, ma è un servizio al bambino futuro cittadino adulto e al suo diritto ad essere formato in una scuola in cui il tempo è tempo di qualità e, in quanto tale, deve essere gestito da personale docente.
3) Il maestro unico priva i bambini dell’opportunità di formarsi confrontandosi con una pluralità di figure e ciò risulta essere un anacronismo in una società in cui l’educazione alla mobilità e all’adattabilità al cambiamento viene indicata come valore necessario anche dalla stessa classe politica.
4) La scomparsa della contitolarità e della contemporaneità è allo stesso tempo scomparsa non solo delle opportunità di ampliamento dell’offerta formativa, ma anche della possibilità di dedicare tempi agli alunni in difficoltà, di curare l’integrazione degli alunni stranieri, di offrire approfondimenti culturali attraverso uscite didattiche e gite d’istruzione.
Il Collegio inoltre vuole esprimere la propria indignazione di fronte alla prospettiva dell’enorme taglio all’organico docente e ATA programmato per il prossimo triennio che porterà nefaste conseguenze sulla scuola pubblica.
Pensiamo in particolare a quelle migliaia di precari storici che dopo aver lavorato con dedizione ed aver pagato sacrifici in termini di sicurezza economica e mobilità, garantendo il normale funzionamento della scuola italiana e permettendo enormi risparmi di bilancio alle casse ministeriali adesso si vedono sbattuta la porta in faccia e vengono privati di qualsiasi prospettiva rispetto al loro lavoro.

Il Collegio dei Docenti dell'I.C. “Lucio”, Muggia (TS) [bozza]

Al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano
Al presidente del Senato Renato Schifani
Al Presidente della Camera Gianfranco Fini
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi
Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica Mariastella Gelmini
Al Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti
Ai Senatori e ai Deputati della Repubblica Italiana Ai Collegi Docenti delle altre istituzioni scolastiche
Agli organi di stampa
Alle organizzazioni sindacali
Alle associazioni della società civile

Il Collegio Docenti dell’I.C. “Giovanni Lucio” di Muggia (Trieste) presa visione del D.L. 1 settembre 2008 n. 137 riguardante “disposizioni urgenti in materia di istruzione e università”, con particolare riguardo all’art. 4 “insegnante unico nella scuola primaria”, rileva:
·La mancanza di progettualità a lungo termine sulla scuola da parte dei diversi governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni.
·L’unilateralità della decisione di cui all’art. 4 del D.L. sopra citato, senza adeguato confronto con gli operatori della scuola, senza alcuna sperimentazione ed evidenza scientifica a sostegno.
·La volontà di andare a gravare, per risolvere le problematiche della scuola italiana, ancora una volta su un ordine di scuola riconosciuto internazionalmente come funzionante (tra il quinto e l’ottavo posto nelle rilevazioni internazionali Ocse), senza agire su altri segmenti di istruzione (scuola secondaria di primo e secondo grado) dove storicamente si concentrano criticità.
·Lo svilimento della professionalità docente dalle dichiarazioni del ministro Gelmini.
·L’azzeramento di più di trent’anni di esperienza pedagogica, che aveva creato capacità di lavoro di equipe, crescita professionale e sviluppo di specifiche competenze didattiche disciplinari da parte dei docenti.
·La dispersione dei risultati raggiunti attraverso il piano di formazione e aggiornamento attuato dal 1985 per formare i docenti al lavoro in equipe.
·La frustrazione delle aspettative di lavoro di docenti che già da lunghi anni operano nella scuola e di persone che hanno iniziato il percorso formativo universitario predisposto per intraprendere la carriera di insegnante.
·Le motivazioni a sostegno della positività psico-pedagogica legata alla reintroduzione dell’insegnante unico. A tal proposito, si rileva l’incoerenza del progetto ministeriale con il pluralismo che a tutti i livelli interessa la società attuale; inoltre si fa notare che l’organizzazione degli ordini di scuola adiacenti alla scuola primaria (scuola dell’infanzia e scuola secondaria di primo grado) garantisce ai discenti una pluralità e dunque una ricchezza di figure con le quali relazionarsi.
·La grande incertezza sulla nuova organizzazione del tempo scuola e del numero di alunni per classe, anche ai fini della definizione dei piani dell’offerta formativa.

Il Collegio Docenti, desidera inoltre porre l’attenzione e proporre una riflessione sulle ricadute negative della reintroduzione della figura dell’insegnante unico:
·Cambiamento di prospettiva nel processo apprendimento-insegnamento: non più il bambino al centro, con i suoi processi di apprendimento, ma l’insegnante che insegna.
·Prevalenza di modalità didattiche che privilegiano la metodologia meramente trasmissiva della lezione frontale, a scapito di altre metodologie (problem solving, euristiche, …) maggiormente efficaci, ma che richiedono programmazione e organizzazione adeguate.
·Depauperamento della qualità dell’offerta formativa, in termini di reale possibilità per l’individualizzazione dell’insegnamento, per attuare interventi di potenziamento delle eccellenze e di recupero delle difficoltà, per compiere uscite didattiche, per organizzare attività di laboratorio.
·Abbattimento della capacità progettuale della scuola in termini di collaborazione con enti esterni quali enti territoriali, azienda sanitaria, servizio sociale, altre associazioni.
·Diminuzione progressiva delle competenze professionali dei docenti per mancanza di costante e sistematico confronto nell’equipe pedagogica e perdita immediata del team teaching.
·Dubbi sulla reale e funzionale prosecuzione del tempo pieno.
Si ritiene inoltre che il ritorno alla figura dell’insegnante unico per ogni classe andrà, nei fatti, a riproporre situazioni di criticità nell’insegnamento che la sperimentazione, la ricerca e l’adeguamento delle normative ci avevano permesso di superare, per esempio:
·Il problema che la figura dell’insegnante unico si traduca nell’impossibilità per il bambino di instaurare relazioni positive. Da un punto di vista pedagogico è più formativo che un bimbo possa misurarsi con una pluralità di metodi, di stili di insegnamento, di personalità per aver più stimoli che lo aiutino a crescere.
·Il problema che l’insegnante unico, tuttologo e isolato, incorra in inevitabili ed inconsapevoli rrori di valutazione (Es: Effetto Pigmalione, sull'effetto delle aspettative degli insegnanti sugli tudenti studiato da R. Rosenthal) e non sia in grado di osservare, riconoscere ed affrontare con la necessaria tempestività la pluralità di problematiche presenti nella classe (handicap, disturbi di apprendimento, disagio sociale, alunni stranieri).
·Il pericolo che l’isolamento in cui l’insegnante dovrà operare lo esponga a maggior rischio di burnout.
Desideriamo concludere queste nostre riflessioni con una citazione che ben riassume il nostro sentire:
“Ciò che occorre in un’epoca come la nostra di esasperata articolazione e specializzazione dei saperi, è una pluralità concorde che sappia costruire con coerenza, nella quale, come in un’orchestra, il singolo offra il proprio contributo ad un discorso d’insieme.”
(Cesare Scurati *)
Muggia, 12 settembre 2008
Il Collegio dei Docenti dell'I.C. “Lucio”

Mozione collegio docenti Manetti/Alfieri, Roma Al Ministero della Pubblica Istruzione Roma

Al Consiglio di Circolo Del 5° Circolo Didattico Alfieri/Manetti Roma

Ai rappresentanti dei genitori Del 5° Circolo Didattico Alfieri/Manetti

OGGETTO: Mozione in difesa della pluralità docente nella scuola elementare.

- Visto il D.L. n°137 emanato in data 01/09/2008 che prevede, dall’anno scolastico 2009-2010, norme sulla reintroduzione del “maestro unico” nella scuola primaria;

- considerata la positiva esperienza ventennale di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti maturata attraverso le pratiche del Modulo e del Tempo Pieno nella scuola primaria;

- rilevato quanto la pluralità docente abbia consentito agli insegnanti l’approfondimento delle conoscenze disciplinari e abbia favorito lo spirito di collaborazione rendendo la scuola una comunità di conoscenze;

- evidenziato che tale modello educativo ha ricevuto ampi riconoscimenti anche nei test internazionali di valutazione.

Tutto ciò premesso,

gli insegnanti si dichiarano fermamente contrari al reinserimento del “maestro unico” e si impegnano a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarlo nonché a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica.

Il collegio docenti approva all'unanimità.

Mozione Collegio docenti di Paderno Dugnano (MI) al DS Paderno III Circolo
al Presidente del CdC III Circolo Paderno Dugnano
al Direttore Scolastico Regionale
al Ministro della Pubblica Istruzione
al Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale (Milano)

La volontà del ministero della Pubblica Istruzione di reintrodurre il maestro unico nella scuola primaria è gravissima. Ormai sono vent’anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola l’esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata nel Tempo pieno. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola elementare una comunità di conoscenze.
Il Tempo Pieno, con il suo modello organizzativo e didattico, non viene citato nel decreto legge nr. 137 del 1/9/2008, che all’ art. 4 recita: “… nell’ambito degli obiettivi di contenimento di cui all’art. 64 del DL del 25 giugno 2008 nr. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, nr. 133, nei regolamenti in cui al relativo comma 4 è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali.
Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo scuola. ...”

Pertanto i docenti del III Circolo esprimono la loro totale contrarietà al ritorno del modello pedagogico del “maestro unico” nella scuola primaria.
Chiedono:
1) la conferma del Tempo Pieno con 2 docenti per ogni classe (40 ore per gli alunni comprensivi di 4 ore di compresenza e del tempo mensa);
2) il mantenimento dei “moduli” (3 insegnanti su 2 classi) nei loro attuali modelli organizzativi.

Paderno Dugnano, 8/9/2008 Il Collegio dei Docenti
III Circolo Paderno Dugnano

Il Collegio dei Docenti del I Circolo di Forlì Il Collegio dei Docenti del I Circolo di Forlì,
analizzato il Decreto Legge 1 settembre 2008,n.137 “Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università osserva quanto segue:

La scuola elementare italiana è risaputo essere ai primi posti nel mondo per qualità. Molti di coloro i quali sostengono la bontà del ritorno al “maestro unico” affermano che tale qualità è stata costante fin dai tempi in cui maestre/i si rapportavano da soli con classi numerose, addirittura pluriclassi.
Siamo consapevoli del passato glorioso della scuola elementare di prima degli anni 70, tuttavia vogliamo sottolineare che in questi ultimi decenni la scuola elementare è andata rinnovandosi costantemente, anche grazie al mutare continuo della Legislazione scolastica; si è adeguata ai tempi ai quali era chiamata a rispondere innalzando gradualmente sia i livelli delle programmazioni sia quelli degli aggiornamenti costanti dei docenti. E qui sta il punto. Spesso ci siamo domandati e ci domandiamo cosa e come insegnare ai bambini di ogni epoca che viviamo, nel lavoro quotidiano.
I Collegi dei Docenti, organi collegiali responsabili della didattica, delle metodologie, delle strategie organizzative, nel mutare delle stagioni storiche, hanno studiato negli anni adeguamenti delle proprie competenze professionali approfondendo sia le specificità delle discipline, sia le modalità di relazione da instaurare con bambini e famiglie, sia gli approcci con il mondo esterno e con le sue richieste sempre più ardite sul piano cognitivo oltre che su quello della responsabilità sociale della persona e dei gruppi.
Si vuole qui richiamare l’attenzione sul fatto che se è vero che l’infanzia è una stagione della vita di recettività estrema, e capace di vivacità intellettuale impensabile, altrettanto vero, proprio per questo, è che, nella fascia d’età della primaria, non si dovrebbe ormai più poter pensare a un’unica figura che dispensa i saperi dalla cattedra a un folto gruppo di alunni silenti.
Noi sappiamo e siamo sicuri che altrettanto sia risaputo da chiunque frequenti anche soltanto in ambito familiare l’infanzia, che essa è avida di sapere, desiderosa di riportare esperienze pregresse nella classe, di entrare in dialogo con i pari e con maestre/i attenti e molto competenti nei diversi ambiti disciplinari.
Vorremmo poi aggiungere che i nostri alunni sono ogni giorno in contatto con una realtà sociale che, se da una parte li mette al centro offrendo servizi e divertimenti di ogni tipologia e valore, dall’altra li disorienta con proposte mediatiche di dubbio impatto educativo e culturale. Perciò la complessità dell’opera della scuola nel costante ruolo di mediazione, informazione e quale ordinatrice di esperienze è assolutamente da tenere presente se si ha a cuore il futuro delle generazioni.
Il fatto che si lavori in team dagli anni ’80 non è un caso. La complessità dei Programmi dell’85 innovò radicalmente il sistema antecedente proprio per la necessità di affrontare la sfida della contemporaneità di allora. Poi il cognitivismo si coniugò con altre impostazioni più attente al relazionale e si creò quello che secondo noi fu un buon connubio: la specificità e l’aggiornamento continuo sulle discipline, unitamente allo studio delle strategie relazionali emerse negli anni ’90 e successivi.
Ci sembra di essere giunti in modo onorevole agli anni 2000 e di proseguire su un’ottima strada che ci ha portato a essere consapevoli di ciò che ha valore nell’insegnamento e di ciò che può essere tralasciato o messo in un angolo.
Ci siamo misurati con impostazioni differenti, abbiamo trovato in squadra delle mediazioni e messo in atto cambiamenti nella nostra didattica. Ci siamo a volte trovati in conflitto, ma, come ben si sa, il conflitto porta a una forte crescita culturale e personale.
Ora ci sentiamo chiamati a rispondere alla società e all’opinione pubblica sul perché siamo contrari al ripristino di un’unica figura tuttologa, e lo facciamo in tutta serenità e pacatezza, ma con grande determinazione.
Infatti siamo convinti che sia un valore aggiunto per i figli di tutti, in qualsiasi situazione sociale, fisica e psichica essi si trovino all’ingresso della scuola primaria, dopo aver già conosciuto in quella dell’infanzia più figure di riferimento e averne tratto benefici profondi, l’avere a disposizione più docenti dei diversi ambiti previsti. Dai campi di esperienza della scuola dell’infanzia agli ambiti della scuola primaria, non certo all’enciclopedismo generico di un maestro che sa di ogni disciplina e di ogni didattica un po’.
L’opinione pubblica non può e non è tenuta a sapere quali siano le innovazioni, i punti critici e di forza della ricerca pedagogica e scientifica, ma i decisori politici certamente sì. Per cui ci sembra quantomeno imbarazzante udire dichiarazioni pubbliche di personalità eminenti e dotte che sostengono la necessità di un’unica figura di riferimento affettiva. L’aspetto affettivo è senza dubbio il motore della relazione docenti/alunni, tuttavia ci permettiamo di rilevare quanto esso non sia l’unico a determinare una preparazione di alto profilo conoscitivo e esaustivo dei saperi e del sapere dei bambini e delle bambine contemporanei. Gli studi e la ricerca di linguistica, di approccio a una lettura consapevole, di matematica, geometria, antropologia, arte, teatro, motoria, musica, tecnologia, lingua straniera…sono in continua evoluzione e non possono certo venire banalizzati da un’unica testa pensante e insegnante. Essi ci invitano a un approfondimento continuo e all’uso di mappe di reti che interconnettono i saperi di professionisti che fanno squadra tra di loro e insieme con gli alunni, e ciò nel rispetto di regole condivise che vanno continuamente riflettute e vissute nel quotidiano.
E la condivisione porta anche a un modo completamente innovativo di valutare le competenze raggiunte. E’ un modo che non ha nulla di estemporaneo, ma che si rifà agli studi degli ultimi dieci anni in campo valutativo, il quale campo ha visto la scuola elementare imboccare la strada della valutazione di processo e formativa. Riteniamo quindi che anche su questa materia si debba riflettere prima di applicare il sistema della votazione decimale, il quale, se da un lato, a qualcuno, potrebbe apparire una semplificazione utile, dall’altro invaliderebbe tutta la didattica contemporanea di costruzione delle competenze per prove ed errori, per mezzo della totale revisione del concetto di errore. Concetto che assume nel percorso formativo il ruolo che ha per la scienza, e cioè diviene il punto di partenza indispensabile per la revisione del processo e il superamento dei passaggi sbagliati.
La scuola elementare non è più tranchant da anni, è scuola in cui le persone, impegnate a confrontarsi con umiltà, non giudicano con il metro decimale, bensì valutano e inducono gli alunni all’autovalutazione per avvicinare ognuno alle soluzioni possibili, nella consapevolezza che la solitudine è nemica di un sapere ricco, aperto al prossimo, pronto a correggersi e a mettersi in discussione.

Forlì, 3 settembre 2008

Mozione del Consiglio di Istituto Sansovino – Morosini - Venezia Mozione del Consiglio di Istituto Sansovino – Morosini - Venezia

Il Consiglio di istituto Sansovino – Morosini riunito in data 19 settembre 2008 esprime la propria contrarietà ai tagli previsti dal Decreto sulla manovra finanziaria del Governo, che revisiona i criteri e i parametri per la determinazione degli organici del personale docente ed Ata, e l’introduzione del maestro unico nella scuola primaria. Verranno così aumentati gli alunni per classe, diminuite le ore di lezione e soprattutto gli effetti più pesanti si abbatteranno sui più deboli: diversamente abili, alunni di cittadinanza e lingua non italiana, alunni con disagi familiari, formazione per gli adulti.

Non è in discussione solo la perdita di posti di lavoro, ma il diritto all’istruzione nella scuola pubblica, e il conseguente impoverimento didattico e culturale: un Paese che non investe sulla scuola è un Paese che non investe sul futuro.

Per i suddetti motivi il Consiglio di Istituto si dichiara fermamente contrario al decreto, si impegna a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarlo e a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica.

Venezia, 19 settembre 2008

MOZIONE DEL I CIRCOLO DIDATTICO DI ROMA “PIETRO MAFFI” All’A.S.A.L. - Associazione Scuole Autonome del Lazio, Roma
Al Ministero della Pubblica Istruzione
On.le Ministro Maria Stella Gelmini, Roma
MOZIONE DEL I CIRCOLO DIDATTICO DI ROMA “PIETRO MAFFI”
Il Collegio Docenti del 1° Circolo Didattico “P. Maffi”, riunitosi in data 23 settembre 2008, esprime la propria contrarietà all’articolo 4 del Decreto Legge n. 137 del 01 settembre 2008 che prevede la costituzione di classi con orario di 24 ore settimanali affidate ad un unico insegnante.
La volontà del ministro Gelmini di reintrodurre il “maestro unico” nella scuola elementare è gravissima. Ormai sono vent’anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola l’esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata nel Tempo Pieno e nell’organizzazione modulare. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola elementare una comunità in cui, attraverso la scelta di percorsi ritenuti dai docenti più appropriati, si elaborano nuove conoscenze, si affinano le abilità e crescono le competenze degli allievi. L’introduzione del “maestro unico” costituisce un ritorno al passato al solo fine di ottenere nuovi risparmi ai danni della già tartassata scuola pubblica statale.
Il Collegio Docenti ritiene che affidare le classi ad un unico insegnante comporterà:
- la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: “il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni, mortificando le specializzazioni delle singole discipline con una conseguente banalizzazione nozionistica della didattica;
- l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine, si ripropone così un modello scolastico ormai superato che non è in grado di soddisfare le richieste di una società complessa come quella in cui viviamo;
- l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche e di istruzione nel territorio. Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non potrà uscire dalla scuola con la classe. Fino ad oggi questa didattica era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze;
- l’impossibilità per i genitori a rapportarsi ad un team di insegnanti. Il riferimento diverrebbe unico, senza possibilità di un confronto a più voci, anche i bambini sarebbero privati della possibilità di crescere confrontandosi con una pluralità di figure;
- l’impossibilità ad effettuare una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché spariranno le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi specifici per alunni in difficoltà o attività di laboratorio, che necessitano di tempi adeguati sia nella scelta della metodologia che nelle fasi di elaborazione. È evidente che la restaurazione del “maestro unico” annulla di fatto il Tempo Pieno. D’altronde l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la pluralità docente si è affermata per tutta la scuola italiana.
Per i suddetti motivi il Collegio Docenti si dichiara fermamente contrario all’introduzione del “maestro unico”, si impegna a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarla e a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica.
Il Collegio Docenti approva all’unanimità dei presenti.
ASSEMBLEA CITTADINA di Lucca DEL 26. 9.08 COMUNICATO DELL’ASSEMBLEA CITTADINA DEL 26. 9.08

L’Assemblea indetta dal Comitato lucchese per la difesa della scuola pubblica e dai Cobas scuola, che si è tenuta il 26.9.08 presso l’ITC Carrara, all’unanimità rileva che:
- i tagli agli organici (67.341 docenti, 42.500 ATA) previsti dalla legge 133/2008, a cui vanno aggiunti i 47.000 tagli previsti dalle Finanziarie Prodi per un totale di 156.841 posti, costituiscono un pesantissimo attacco alla scuola pubblica e al diritto all’istruzione;
- il ritorno al maestro unico alle elementari non risponde ad alcuna esigenza didattica ma solo ad una logica di tagli alla scuola, che non tiene conto dei cambiamenti degli ultimi 20 anni, in cui i maestri hanno acquisito una specializzazione didattica per aree disciplinari e un’effettiva collegialità, con la possibilità di seguire in modo individualizzato bambini che presentano esigenze sempre più complesse e varie; è assurdo far tornare al passato una scuola considerata tra le migliori al mondo;
- l’aumento fino a 33-34 del n. di alunni per classe inciderà negativamente sulla qualità della scuola, aumentando l’insuccesso scolastico e rendendo ancora più “di facciata” tutta l’operazione dei corsi di recupero e delle verifiche di settembre, già caratterizzata da scarsi finanziamenti;
- di fatto i 200.000 insegnanti e gli 80.000 ATA precari saranno condannati alla disoccupazione.
L’obiettivo del governo è chiaramente la dequalificazione della scuola pubblica e il potenziamento della scuola privata, a cui governi di centro sinistra e di centro destra hanno continuato ad aumentare i finanziamenti fino a 750 milioni di euro.
L’Assemblea invita:
- tutte le scuole della provincia a programmare assemblee con i genitori e con gli studenti;
- i lavoratori della scuola a partecipare alle assemblee sindacali (30.9 alla scuola elementare di Lido di Camaiore, 7.10 all’ITC Carrara; 14.10 all’ITC Campedelli di Castelnuovo);
- a raccogliere firme per la petizione contro il maestro unico, ad esporre l’adesivo No ai tagli No al maestro unico, a fare volantinaggi;
- tutti i lavoratori della scuola, indipendentemente dal sindacato di appartenenza, i genitori, gli studenti e tutti i cittadini interessati alla difesa della scuola pubblica a partecipare allo sciopero generale del 17 ottobre e alla manifestazione nazionale a Roma (per i pullman tel. 3287681014, 0583467259, 0584913434).

Comitato lucchese per la difesa della scuola pubblica
Cobas – Comitati di base della scuola della provincia di Lucca

Mozione del Consiglio d'Istituto D.ALIGHIERI (Venezia) Mozione del Consiglio d'Istituto D. ALIGHIERI (Venezia)

da inviare all'Uff. Scol. Provinciale
all'Uff. Scol. Regionale
al Ministero Istruzione
ai Sindacati

Il Consiglio d'Istituto D.Alighieri riunito in data 25 settembre 2008 esprime la propria contrarietà ai tagli previsti dal Decreto Legge 137 del 1 settembre 2008, che prevede la revisione dei criteri e dei parametri per la determinazione degli organici del personale docente ed Ata e l’introduzione del maestro unico nella scuola primaria.

Verranno così aumentati gli alunni per classe e diminuite le ore di lezione, soprattutto gli effetti più pesanti si abbatteranno sui più deboli: alunni diversamente abili, alunni di cittadinanza e lingua non italiana, alunni con disagi familiari. Di conseguenza viene seriamente minacciato il diritto all’istruzione nella scuola pubblica con inevitabile impoverimento didattico e culturale, parallelamente si preannuncia una pesante perdita di posti di lavoro: un Paese che non investe sulla scuola è un Paese che non investe sul futuro.

Per i suddetti motivi il Consiglio d'Istituto si dichiara fermamente contrario al decreto e si impegna a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarlo e a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica.

Votato all'unanimità.

Venezia, 25 settembre 2008

Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia

Mozione proposta nella seduta del Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia, riunito il 26/09/08 e APPROVATA ALL’UNANIMITA’

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia

Preso atto che:

Ø Il “Piano per la scuola” dei Ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti è costituito da un mosaico di iniziative le cui prime tessere sono già diventate provvedimenti legislativi: la Legge n° 133 (finanziaria estiva) e il Decreto Legge n° 137 del 1° settembre;

Ø Il 25/09/08 è stato ufficializzato lo schema del Piano Programmatico il cui testo è stato inviato alle Camere per il previsto parere.

Con questi provvedimenti che riguardano:

1. La scuola dell’Infanzia (materna) dove si ridurrà l’attività didattica al solo turno antimeridiano dalle 8,30 alle 12,30;

2. La scuola Primaria (elementare) dove si regredisce al maestro unico e in linea generale si ridurrà l’orario settimanale a 24 ore;

3. In tutti gli ordini di scuola dove si sta programmando un taglio di oltre 2.000 scuole nel Paese (quelle sottodimensionate con meno di 600 alunni);

4. Tutti gli ordini di scuola, dove si può arrivare all’aumento di 3 o 4 alunni per classe. La legge n° 133/2008 prevede, infatti, un aumento di 0,40 del rapporto tra docenti/alunni e per realizzare questo obiettivo bisogna che in ogni classe, il numero massimo aumenti mediamente di due alunni. Ma siccome non si possono aumentare gli alunni dove non ci sono, si realizzerà un aumento di 3-4 alunni nelle classi dei centri urbani e soprattutto nelle grandi periferie. In questo modo si svilisce la relazione educativa, il tempo reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascun bambino e studente, cresceranno gli insuccessi scolastici, i problemi di gestione educativa delle classi e disciplinari degli alunni e studenti;

5. Tutti gli ordini di scuola, dove senza alcuna motivazione si taglia il 17% del personale non docente: 700 Direttori amministrativi, 10.452 personale di segreteria, 3.965 assistenti tecnici per i laboratori, 29.076 collaboratori scolastici;

6. Le scuole secondarie di I° grado dove viene ridotto il Tempo Prolungato e ridotto a 29 ore settimanali (dalle 32/33 ore attuali) il tempo normale;

7. Le scuole secondarie di II grado dove viene generalmente ridotto l’orario in tutti gli indirizzi, in misura maggiore negli istituti Tecnici e Professionali in cui si passerà dalle 36/38/40 ore alle 32 settimanali. Questo significa diminuire il tempo scuola, per la cultura, i laboratori, le discipline.

Rilevato che:

§ La specificità degli Istituti d’Arte non è riconosciuta e non trova menzione alcuna nello schema del suddetto Piano;

§ Nel Bilancio dello Stato si sono verificati in questi anni rilevanti riduzioni agli stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole, passando dai 331milioni di Euro assegnati nel 2001, ai 60 milioni stanziati per il 2008.

Esprime le seguenti considerazioni:

- Con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, nell’arco di un triennio si prevede la riduzione di 87.341 posti del personale Docente e di 44.500 posti del personale ATA.

- Complessivamente si determina il taglio di circa 132.000 posti nella scuola italiana.

- Tutto questo non deriva da una coerente riflessione sui processi formativi/didattici/educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64 Legge n° 133/2008) denominato “Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego”, che sembrano annunciare la volontà di ridimensionare la scuola pubblica.

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia intende esprime preoccupazione e contrarietà ed invita:

- Il Parlamento a respingere la filosofia del Piano proposto;

- Il Ministro dell’Istruzione alla riapertura di un confronto reale con il mondo della scuola e con tutti i soggetti coinvolti.

LA MOZIONE E’ STATA APPROVATA ALL’UNANIMITA’

Lettera di una mamma precaria alle figlie fra qualche anno, di Rosalinda Gianguzzi

Lettera di una mamma precaria alle figlie fra qualche anno:

Dolcissimi amori miei
Come ogni sera da quando eravate piccole mi chiedete"ci racconti una storia" ?
A volte sono favole a volte chiedete "raccontaci di quando eravamo piccole noi!".

Ed è quest'ultimo genere di storia che vi voglio raccontare oggi: voglio affidarvi una memoria, della quale non sono riusciuta a difendere la vita, ma spero ancora di tramandarne il ricordo.

Qualche anno fa quando voi eravate ancora più piccole c'era una scuola meravigliosa.
Pensate la scuola elementare italiana si chiamava primaria ed era libera, laica, gratuita ed aperta a tutti.

Era infatti pagata interamente dallo Stato e in ogni classe le materie erano affidate non ad un singolo maestro, ma a insegnanti specialisti e "specializzati" con gli anni, all'insegnamento di ogni disciplina.

C'era insomma un' insegnante prevalente, che si occupava di solito dell'ambito linguistico, poi un insegnante che si occupa dell'ambito matematico che aveva 2 classi, spesso un insegnante specialista che insegnava l'inglese, un insegnante che, come oggi insegnava religione (quello è rimasto uguale) e se in classe c'erano bambini diversamente abili c'era anche un insegnante chiamato di sostegno.

Era un modello eccellente, tra i primi 5 d'Europa, per tante ragioni.
Ogni insegnante conosceva bene quello che insegnava perchè negli anni si era specializzato, e non come oggi che siete voi bambini ad essere "specializzati" in ciò che la vostra insegnante ama di più insegnarvi.

Ogni bambino era valorizzato nelle proprie attitudini, perchè c'era spazio/tempo per ognuno.
Le classi erano di non più di 25 alunni e questo, permetteva a ciascuno, di trovare una valida relazione con l'adulto di riferimento.
Tra l'altro grazie alla pluralità docente tutti trovavano un loro punto di riferimento.

INOLTRE SI FORMAVANO VERE "SQUADRE", VERI TEAM, DI INSEGNANTI CHE AVEVANO 2 ORE LA SETTIMANA, PER CONFRONTARSI PARLARE, E A VOLTE ANCHE DISCUTERE, ma grazie a questi team, ogni bambino era speciale per qualcuno.

L'inglese non era come succede oggi insegnato con 2 canzoncine a Natale e fine anno, ma lo insegnava chi lo conosceva bene e amava insegnarlo.
Così come l'informatica: nessuno lasciava ricerche sul "mouse", dicendo che era argomento interdisciplinare con l'inglese.

C'era un solo computer in classe, spesso era dell'insegnante, ma tutti noi lo usavamo.
E chi lo sapeva usare, poteva fare vedere quello che sapeva fare o poteva discuterne con l'insegnante, anche perchè c'erano anche insegnanti giovani.

Si tesori miei, giovani maestri senza acciacchi, che venivano a scuola solo quando stavano bene, e non nervosi per i dolori, la febbre etc.
Anche perchè se stavano male potevano stare a casa, e non sgridavano gli alunni perchè portatori di malattie.
Infatti se si assentavano chiamavano un supplente.

C'era una seccatura, che molti insegnanti bravi, cambiavano spesso la sede, venivano chiamati precari, ma quasi sempre dove arrivavano lasciavano un segno di freschezza, innovazione e voglia di fare!
Era come se la scuola avesse più respiro, e anche non si sentisse quel fastidioso odore di colonia, balsamo tigre e muffa.

Anche i voti non esistevano, c'erano giudizi, perchè erano legati non ad una scala di merito in cui sul podio salivano solo i primi col 6, ma che valutava il raggiungimento degli obiettivi, per cui si diceva sufficiente, buono etc.

Parole, se vogliamo più "gentili" dei freddi numeri, che anche se c'era un "non sufficiente", non era una condanna, ma uno stimolo a fare di più e meglio.

Poi c'era il tempo pieno, si usciva cioè a scuola alle 4, (normalmente alle 13,30/14) e non era male come immaginate voi.
Perchè oggi rabbrividite all'idea di stare 1 minuto di più con quella maestra, che poverina, non è male, è solo anziana, stanca, sofferente, nervosa perchè deve fare 1000 cose e non ha certo il tempo di ascoltarvi.

C'erano altri insegnanti, che facevano fare varie attività: i compiti, decoupage, burattini, giochi riciclaggio.
Per la verità non erano sempre utili questi progetti, ma ai bambini piacevano e anche a noi genitori, ci toglievano tante rogne, ed era tutto gratis.

Noi non eravamo costretti a pagare, chi andava a prebdere i bambini a scuola, dava loro da mangiare, gli facesse fare i compiti, per poi sentirvi comunque stanchi e annoiati la sera, perchè siete stati ad annoiarvi in una scuola di "piccoli"!

Insomma era scuola davvero bella, senza sponsor da ringraziare acquistando i loro prodotti, per continuare a far si, che alleggeriscano le rette della scuola.
Senza consiglio di amministrazione, che dice sempre che soldi non ce n'è e dobbiamo fare ANCORA sacrifici.

E sapete una cosa?
La vostra mamma ne faceva parte, era proprio una precaria.
Perchè ridete? Non sto prendendovi in giro, anche se oggi mi vedete così dismessa e con la ramazza in mano vi assicuro che è così.

Ho combattuto strenuamente insieme ad altri colleghi per far si che quella fosse la Vostra scuola, non ci sono riuscita.
L'allora ministro Gelmini, una giovane zelante esecutrice, abbandonata dal governo e dalla memoria quando i genitori capirono cosa aveva fatto ed insorsero (era tardi purtroppo), ormai l'aveva attuata.

E se non sono riuscita a mantenerla in vita per me, e soprattutto per voi, almeno voglio affidarvene il mio ricordo.
Vi amo
Rosalinda Gianguzzi

Le docenti della scuola elementare Acri di Bologna, riunitesi in consiglio di interclasse Al Ministro dell'Istruzione - Al D.S. dell’ I.C. 5 BO -Al Collegio Docenti – I.C. 5 BO - Al Consiglio di Istituto – I.C. 5 BO
- Ai Consigli di Interclasse dell’I.C. 5 BO - Ai Rappresentanti di classe dell’I.C. 5 BO

Le docenti della scuola elementare Acri di Bologna, riunitesi in consiglio di interclasse il 22/09/2008, hanno preso in esame, fra gli altri argomenti all’odg, i provvedimenti di cui al D.L. n. 137 del 1 settembre 2008.
Dalla discussione sono emerse alcune considerazioni che si ritiene opportuno sottoporre alla riflessione di tutte le componenti interessate.

- La nuova riforma dell’ordinamento scolastico, che si annuncia devastante per tutto il sistema educativo pubblico, è stata varata con l’abusato sistema della decretazione d’urgenza, senza che sia stato spiegato perché queste norme, che intervengono a modificare pesantemente l’organizzazione e il funzionamento della scuola elementare (stando alle statistiche e alle valutazioni internazionali ha sempre dimostrato di funzionare molto bene) non potevano aspettare il corso ordinario del Disegno legge.
In questo modo, argomenti di enorme rilevanza culturale e sociale vengono banalizzati e sottratti ad un confronto pubblico.

- I voti in decimi riprenderanno il posto dei giudizi e degli altri sistemi di descrizione di conoscenze, abilità e competenze (art.3).
Il ritorno alla valutazione in decimi è la via per cancellare l’idea di valutazione formativa.
La valutazione è un elemento sensibile del processo formativo, guarda ai percorsi più che ai prodotti, mira a orientare il processo di apprendimento e a modificare l’azione educativa quando necessario.
Insinuare l’idea che tutto si riduca ad un numero, oltre che un’illusione pericolosa, costituisce una semplificazione che potrebbe condurre ad effetti di esclusione e selezione particolarmente nei confronti degli alunni migranti.

- L’art. 4 del Decreto n.137/08 prevede il ritorno nella scuola italiana di un unico
insegnante.
La scelta del ripristino del maestro unico non sembra rispondere a nessuna motivazione pedagogico- didattica: reintroduce una figura anacronistica non più rispondente ad una realtà sociale basata sulla conoscenza e sulla necessità di offrire stimoli e opportunità adeguati ai nuovi stili di apprendimento.
Difficilmente un singolo insegnante potrà avere un’adeguata padronanza di tutti gli ambiti disciplinari e delle loro forme di insegnamento.
Difficilmente un unico insegnante avrà il tempo e lo spazio mentale di elaborare problemi aperti, di creare ambienti didattici in cui gli studenti possano sviluppare forme multiple di pensiero, di attivare percorsi di didattica laboratoriale, di attuare percorsi di attività individualizzate per sostenere i bambini portatori di diversi stili di apprendimento.
Difficilmente un unico insegnante, per evidenti questioni di sicurezza, potrà effettuare
uscite didattiche nel territorio, visite ai musei, alle aule didattiche decentrate, partecipare
a manifestazioni sportive. Attualmente questa didattica aperta al territorio è possibile per
la presenza di più insegnanti e delle ore di compresenza.
La pluralità delle docenze è ormai un modello insostituibile: consente agli insegnanti un progressivo approfondimento dell’ambito disciplinare insegnato, garantisce una pluralità di punti di vista preziosa per lo sviluppo dell’intelligenza nelle sue molteplici forme, stimola nei docenti una pratica di confronto, di mediazione e di collaborazione sia sul piano umano che didattico, permette di organizzare percorsi didattici diversificati nel rispetto delle storie, esperienze, culture di tutti gli alunni.

- L’art. 4 del Decreto recita:”le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali”.
E’ evidente che tale misura comporterà l’automatica abrogazione dei Moduli (3 insegnanti su 2 classi, 30 ore settimanali per i bambini, ore di compresenza) e del Tempo Pieno come storicamente si è definito (2 insegnanti su una classe, 40 ore settimanali per gli alunni/e, ore di compresenza).
Per approdare a quale scuola?
Ad una scuola più povera di tempo, quindi più povera di ascolto, di attenzione e di cura dei bisogni dei bambini.
Il tempo della scuola a modulo passerà da 30 a 24 ore, cioè si cancelleranno sei ore scolastiche, di fatto un giorno a settimana in meno.
Con la riduzione del tempo scuola e senza la pluralità docente, chi può credere che si possa insegnare/apprendere nelle forme e con gli approfondimenti previsti dai Programmi e sperimentati in tanti anni di pratica didattica?
Chi può credere che si possano offrire adeguati tempi di attenzione e ascolto, percorsi di recupero di ogni forma di disparità o svantaggio, attività didattiche che diano spazio all’operatività, al lavoro cooperativo, alla ricerca, alle proposte e all’iniziativa di ogni alunno/a?
La scuola di oggi è multietnica, ha bisogno di un impegno educativo più intenso, mentre la Gelmini sceglie di ridurlo.
Crediamo che una costante che debba accompagnare il nostro lavoro sia prima di tutto quella di garantire a ogni alunno e a ogni alunna l’attenzione alla sua situazione affettiva e emotiva e offrire un ambiente di accoglienza dove i percorsi siano adeguati alle gambe di chi li deve intraprendere.
Ridurre la scuola elementare a servizio minimo, solo mattutino, oltre che regalare povertà culturale alle future generazioni, metterà in seria difficoltà numerose famiglie: dal punto di vista concreto gli alunni usciranno alle 12.30, un'uscita anticipata che creerà un disagio logistico ai genitori che lavorano.Come potranno provvedere ai figli che lasciano la scuola in pieno orario lavorativo?

Riteniamo che i provvedimenti presenti nel Decreto n.137/08 emanato dal ministro Gelmini non rispondano alle esigenze vere del mondo dell'istruzione.
Riteniamo che il loro unico fine sia quello di ridurre il tempo scolastico, con un conseguente danno per gli studenti e le famiglie. Un modo per risparmiare soldi.

Per questi motivi il consiglio di interclasse chiede il ritiro del Decreto n.137/2008 e porta alla conoscenza di tutti i soggetti coinvolti ( collegio docenti, consiglio d’istituto, genitori) la volontà di promuovere iniziative atte a dare visibilità e ad informare l’utenza, affinché si sviluppi la necessaria consapevolezza della gravità della situazione.

Letto ed approvato all’unanimità dai docenti della scuola primaria ACRI di Bologna.

Assemblea sindacale all’ I.I.S. “RUZZA” di Padova I lavoratori della scuola, riuniti in assemblea sindacale all’ I.I.S. “RUZZA” di Padova il 01/10/2008, dopo aver esaminato il Decreto Legge n°137/08 (sul maestro unico), la Legge n°133/08 e lo schema di piano programmatico emanato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, esprimono grande preoccupazione per:
1. la trasformazione della funzione della scuola pubblica in violazione degli stessi dettami della Costituzione;
2. la distruzione della scuola primaria e dei suoi portati pedagogici e didattici;
3. la trasformazione del tempo pieno e lungo in una sorta di “parcheggio a pagamento”;
4. la menomazione della scuola tecnica secondaria con l'eliminazione dei laboratori e della sperimentazione;
5. la cancellazione della scuola professionale pubblica;
6. il taglio di oltre 130.000 posti di lavoro con grande impoverimento della funzione educativa e formativa della scuola pubblica;
7. il taglio di circa 8.ooo posti di lavoro solo nel Veneto;
8. il mancato riconoscimento economico del lavoro svolto;
Sono inoltre indignati per la trasformazione della malattia in una colpa per la quale si debba essere puniti economicamente oltre che oltraggiati moralmente.
Per tutti questi motivi si trasferiscono in delegazione all'UPS per rappresentare al Dirigente scolastico provinciale la loro preoccupata indignazione, chiedendo che questa mozione venga trasmessa al MIUR.

Collegio dei Docenti del Circolo Didattico di Teglia

A- Direzione Scolastica Regionale per la Liguria- Ufficio Scolastico Provinciale di Genova- Regione Liguria, Ass.to Istruzione e Formazione- Provincia di Genova, Ass.to Istruzione- Comune di Genova, Ass.to Istituzioni Scolastiche - Collegi dei Docenti Direzioni Didattiche e Istituti Comprensivi- Consigli di Circolo ed Istituto Direzioni Didattiche e Istituti Comprensivi- OO.SS. scuola- Organi di stampa

Il Collegio Docenti del Circolo Didattico Ge-41 Teglia, riunitosi in data 11 settembre 2009, prendendo atto dei decreti legge n. 112 del 25/06/2008 e n. 137 del 1/09/2008 emanati dal Governo nel quadro della Legge Finanziaria,esprime dissenso

in merito a tali provvedimenti in quanto viene smantellata l’identità della scuola primaria, riconosciuta a livello internazionale come una delle migliori, attraverso la “restaurazione” di un modello scolastico a sole 24 ore settimanali e del maestro unico.

Tale consistente riduzione del tempo scuola, a nostro avviso, comporta un decadimento sostanziale della qualità dell’insegnamento.

Si sottolinea che la pluralità degli insegnanti nelle classi ha permesso l’ampliamento dell’orario scolastico, con un preciso rinnovamento didattico culturale volto ad offrire risposte adeguate ad una crescente e forte esigenza sociale:

- Integrazione dei bambini portatori di handicap all’interno delle classi con superamento delle scuole speciali e delle classi differenziali;

- prevenzione del disagio sociale e della dispersione scolastica, in particolare in zone considerate a rischio di devianza sociale;

- rispetto dei ritmi individuali di apprendimento e garanzia di realizzazione di una forte alfabetizzazione legata alla specializzazione disciplinare dei docenti;

- ampliamento dell’offerta formativa attraverso le ore di compresenza, che permettono la formazione di gruppi di alunni per laboratori e per interventi di approfondimento curricolare e consentono l’effettuazione di uscite e visite didattiche;

- attuazione di percorsi formativi mirati all’apprendimento e all’utilizzo di una molteplicità di linguaggi diversificati per l’interpretazione di una realtà in costante evoluzione;

- accoglienza, integrazione ed inclusione degli alunni stranieri, in continuo aumento all’interno del nostro Circolo;

Qualora il D.L. 137 venga convertito in legge, tutto questo non sarà più possibile, si creerà un “vuoto” che non potrà essere riempito da un provvedimento legislativo che ha come unico obiettivo il risparmio economico ed è “vuoto” dal punto di vista delle proposte pedagogiche.

Come docenti di scuola primaria esprimiamo indignazione rispetto alla svalutazione della nostra professionalità, formazione e impegno e come cittadini avvertiamo grande preoccupazione riguardo l’impoverimento culturale delle future generazioni e il prevedibile ed inevitabile aggravamento delle problematiche sociali.

Approvato all’unanimità dal Collegio dei Docenti del Circolo Didattico di Teglia

collegio dei docenti del Circolo Didattico Lagaccio, Genova Al Consiglio di Istituto del Circolo Didattico Lagaccio, all'Associazione Genitori “Circolo Didattico Lagaccio”Alla Direzione Regionale di Genova
All'Assessorato alla Cultura del Consiglio di Circoscrizione Centro -EstAlla Consulta dell'HandicapA tutte le OO.SS (Cgil Cisl Uil Snals) e GILDA - COBASAlla redazione di “Repubblica –il Lavoro” di GenovaAlla redazione del “Secolo XIX”e p. c., all’opinione pubblica

Il collegio dei docenti del Circolo Didattico Lagaccio,
convocato il 30 settembre 2008 alle ore 17.30,

letti i due decreti legge estivi (n. 112 del 25 giugno 2008 e n. 137 del primo settembre 2008) così celermente emanati dal governo nel quadro della legge finanziaria, valuta la gran parte delle disposizioni in esso contenute estremamente negative sotto molteplici punti di vista.
In particolare ritiene ingiustificati i tagli che peseranno sul diritto ad una istruzione “a misura di bambino”, inalienabile e faticosamente conquistato dopo anni di lotte e denunce.
I Decreti suddetti distruggono una Scuola Pubblica Statale innovativa ed all’insegna della collaborazione e del pluralismo, frutto di anni di elaborazione culturale e del lavoro di tanti insegnanti.
Questo Collegio ritiene i Decreti un mero taglio di risorse alla già tartassata Scuola Pubblica Statale e non una riforma Pedagogica, come spesso viene detto con proclami altisonanti.
Le conseguenze negative portate dall’introduzione del “maestro unico” qui sotto elencate, sono il frutto di una attenta riflessione condivisa nei Consigli di Interclasse e di Intersezione, e di raccordi con altre Scuole italiane.

1) Il maestro unico e tuttologo (dovrà anche formarsi nella lingua inglese e sostituire gli attuali docenti specialisti) mortifica le specializzazioni nelle didattiche specifiche delle discipline che i docenti hanno acquisito nel corso della carriera lavorativa. Una scarsa specializzazione disciplinare porterà alla banalizzazione della didattica e al disprezzo delle potenzialità d’apprendimento del bambino. La figura unica dovrà gestire le 24 ore di lezione in cui i tempi della didattica torneranno ad essere ristretti e compressi e non rispettosi dei ritmi d’apprendimento degli alunni.

2) Il maestro unico priva i bambini dell’opportunità di formarsi confrontandosi con una pluralità di figure e ciò è un ridicolo anacronismo in una società in cui l’educazione alla mobilità e all’adattabilità al cambiamento viene indicata come valore necessario anche dalla stessa classe politica.

3) La scomparsa della contitolarità e della contemporaneità è allo stesso tempo scomparsa non solo delle opportunità di ampliamento dell’offerta formativa, ma anche della possibilità di dedicare tempi agli alunni in difficoltà, di curare l’integrazione degli alunni stranieri, di offrire approfondimenti culturali attraverso uscite didattiche e gite d’istruzione.

4) Il maestro unico non potrà più gestire i modelli organizzativi attuali ( tempo pieno e modulo). In particolare vogliamo denunciare la confusione che il DL sta creando facendo coincidere le diciture “tempo scuola” e “ tempo pieno”. Il tempo pieno non è un servizio alle famiglie per la custodia dei bambini, ma è un servizio al bambino futuro cittadino adulto e al suo diritto ad essere formato in una scuola in cui il tempo scuola è tempo di qualità e, in quanto tale, deve essere gestito da personale docente.
5) La “rivoluzione” investe pesantemente anche la Scuola dell'Infanzia che dovrà essere riorganizzata su orari antimeridiani, palesemente contro la richiesta delle famiglie per un tempo pieno, non solo di attività, ma soprattutto di docenti preparati alla formazione dei bambini in età prescolare.

Il Collegio manifesta, inoltre, la forte contrarietà nel “disconoscimento” del lavoro dei Precari, tagliati fuori con i Decreti in oggetto, da ogni possibilità di impiego nella Scuola Pubblica Statale per molti anni e si schiera a fianco del personale A.T.A. per il quale i tagli previsti si aggirano “solo” intorno a 47 mila unità.
Come ultimo punto, questo Collegio si schiera unanimemente contro il taglio generalizzato degli insegnanti di sostegno, che considera figure insostituibili nella formazione dei bambini.

La Scuola che si prospetta, è una Scuola che penalizza le pluralità culturali, gli svantaggi sociali e mortifica gli alunni diversamente abili.
Noi la rifiutiamo per tutti i motivi sopraelencati e, nell’attesa di elaborare altre forme di protesta, decidiamo di:

• Non aderire ad iniziative culturali: visite ai musei, Festival della Scienza, Biblioteca, Laboratori, Teatri.
• Non effettuare uscite didattiche o gite.
• Di non fornire alcun servizio di Pre e Post-scuola.
• Astenersi dall’assumere incarichi aggiuntivi e/o funzionali all’insegnamento che non siano strettamente necessari.(commissioni, progetti, funzioni strumentali, staff…)
• Non garantire la copertura di supplenze, con ore eccedenti, sin dal primo giorno di assenza.

Il collegio approva tutti i punti sopraelencati, con un solo voto contrario.

Genova 30 settembre 2008 I docenti del Circolo Didattico Lagaccio

Collegio dei docenti del 3° Circolo didattico di Bologna All'assessore alla scuola del comune di Bologna
All'assessore alla scuola della provincia di Bologna
All'assessore alla scuola della regione Emilia-Romagna
Alle segreterie provinciali di tutti i partiti politici
A tutte le OO.SS di categoria
e p.c. a tutti gli organi di stampa

Il Collegio dei docenti del 3° Circolo didattico, riunito in data 2 ottobre 2008
rivendica
il diritto, sancito dalla Costituzione italiana, alla libera espressione del pensiero
e la libertà di esprimere opinioni critiche nei confronti di qualunque proposta legislativa, formulata da qualunque governo, che riguardi la scuola.
L'abbiamo sempre fatto negli anni passati con tanti documenti inviati al Ministro della Pubblica Istruzione di turno, in cui siamo sempre entrati dettagliatamente nel merito delle nostre riserve.
E quando abbiamo preso delle iniziative per fare sentire ai legislatori la voce di chi la scuola la fa ogni giorno e sa bene quali sono le ricadute di certi provvedimenti sul funzionamento e sulla qualità della scuola, l'abbiamo sempre fatto rispettando la libertà individuale di ogni docente, con iniziative che non costringevano nessuno a partecipare e che lasciavano ad ognuno la possibilità di esprimere il proprio eventuale dissenso personale.

Il Collegio dei docenti del 3° Circolo
rivendica
il dovere di informare i genitori ed i cittadini sui contenuti delle proposte di riforma che riguardano la scuola pubblica, visto che gli organi di stampa sono sempre generici e poco precisi nell'illustrarle.

Il Collegio dei docenti del 3° Circolo
rigetta
pertanto il tentativo di criminalizzare i lavoratori della scuola che manifestano dissenso nei confronti del decreto 137 attraverso esposti/denunce che usano termini come “terrorismo culturale” o attraverso richieste al Ministro di “sanzioni senza remora alcuna” verso quei Dirigenti scolastici nei cui istituti si sono svolte azioni assolutamente civili e pacifiche come assemblee permanenti al di fuori dell'orario scolastico o distribuzione di volantini informativi.

Il Collegio dei docenti del 3° Circolo chiede ai soggetti in indirizzo di esprimersi con forza e celermente sul tentativo di censurare, tramite azioni intimidatorie, la voce delle scuole.

Bologna, 2 ottobre 2008

Approvato con 68 voti favorevoli - 9 astenuti - 2 contrari (Licia Nassetti, Cristina Vai)

Collegio Docenti del Circolo San Girolamo di Venezia Il Collegio Docenti del Circolo San Girolamo di Venezia, riunito in data 6 ottobre 2008,

vista la mozione approvata in data 16 settembre 2008 dal Consiglio di Circolo, ribadisce quanto in essa contenuto.

Esprime

la propria contrarietà all’articolo 4 del Decreto Legge n.137 del 01 settembre 2008 che prevede “Nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133” la costituzione nella scuola primaria di classi con orario di 24 ore settimanali affidate ad un unico insegnante.

L’introduzione del maestro unico comporterà una radicale modifica del progetto formativo della scuola primaria con ripercussioni negative sulla didattica, sugli apprendimenti, sui tempi distesi di raggiungimento degli obiettivi; sulla collaborazione tra docenti in rapporto alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento; ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine; alunni e genitori avranno un unico riferimento senza appello, senza possibilità di un confronto a più voci; il recupero e il sostegno agli alunni in difficoltà così come l’ arricchimento dell’offerta formativa, i laboratori e le uscite didattiche, spariranno per la mancanza di compresenze.

Ritiene

che tutte le altre modifiche, attualmente in discussione, quali l’incremento del numero degli alunni per classe, la riduzione di ore di insegnamento alle medie e alle superiori, la chiusura e l’accorpamento delle scuole con meno di 600 alunni, la trasformazione delle scuole in fondazioni, la non gratuità dei libri di testo, la non stabilizzazione del precariato ed il taglio di 87.000 docenti e 43.000 ATA, non siano dettate da scelte pedagogiche e migliorative ma solamente da ragioni economiche per risparmiare sulla già disastrata scuola pubblica e decretarne la fine.

Il Collegio Docenti si dichiara fermamente contrario alla restaurazione del “maestro unico” ,che annulla di fatto la scuola a modulo e l’esperienza del Tempo Pieno, e si impegna a difendere il diritto allo studio e al lavoro mettendo in atto tutte le iniziative che potranno contrastare tale progetto governativo informando le famiglie e sensibilizzando l’opinione pubblica.

I lavoratori dell' I.C.S.M. "Plinio il Vecchio" di Bacoli I lavoratori dell' I.C.S.M. "Plinio il Vecchio" di Bacoli, riuniti in
assemblea in data 06/10/2008,

unanimemente si oppongono allo smantellamento del diritto allo studio,
sancito dalla Costituzione, che si creerebbe attraverso i provvedimenti
legislativi in corso di discussione.

Tali provvedimenti cambierebbero definitivamente l'istituzione della scuola
pubblica, dello Stato, obbligatoria e gratuita per tutti, in un
differenziato e privatizzato servizio a domanda, per giunta anche a
pagamento, attraverso

-la paventata trasformazione degli istituti scolastici in fondazioni,

- il ritorno del maestro unico nella scuola primaria, la riduzione del
tempo-scuola per tutti gli ordini e gradi, l'abnorme aumento del rapporto
alunni-insegnante, nonché il definitivo abbandono della scuola dell'
infanzia al settore privato, punti collegati agli ennesimi e smisurati tagli
che subirebbe il personale docente,

-l'ulteriore taglio indiscriminato al personale A.T.A, taglio che non
consentirebbe né l'indispensabile rapporto di collaborazione all?attività
didattica, né un efficace funzionamento dei servizi di segreteria, già
attualmente oberati di lavoro,

- la definitiva scomparsa di importanti figure collaborative, quali ad
esempio il/la bibliotecario/a d'Istituto, mansione svolta usualmente da
docenti inidonei per motivi di salute.

In un momento così delicato, l'assemblea ritiene di fondamentale importanza
la diffusione e la circolazione di corretta ed ampia informazione presso i
genitori e la cittadinanza tutta, riguardo ai processi in atto ed alle loro
conseguenze sociali, e si impegna in tal senso.

L'assemblea rileva la continuità di massima dei provvedimenti legislativi in
corso di discussione con quanto legiferato o avallato in merito nelle
precedenti legislature, indipendentemente dallo schieramento politico di
volta in volta al governo; su tale base si spiega la latitanza, quando non
la convergenza, fin qui dimostrate dallo schieramento attualmente
"d'opposizione" e dai sindacati confederali che, alla data odierna, non
hanno prodotto neanche una proposta certa di mobilitazione e manifestazione.

Per quanto esposto, l'assemblea decide

- all' unanimità di appoggiare e sostenere tutte le forme di lotta che si
prospetteranno in merito e

-a maggioranza, con tre voti contrari ed un astenuto, di aderire allo
sciopero già indetto dalle confederazioni di base per il giorno 17/10,
indipendentemente dalle differenti ed eventuali appartenenze individuali,
anche perché, allo stato attuale, risulta essere l'unica mobilitazione
realmente indetta.
Bacoli, 06/10/2008

Insegnanti del 43° Circolo Didattico di Roma Alla c. a. del Ministro dell’Istruzione e della Ricerca

Oggetto: Mozione in difesa della funzione docente nella scuola pubblica dell’infanzia e primaria

Noi sottoscritti insegnanti del 43° Circolo Didattico di Roma, segnaliamo alla Sua attenzione i motivi del disagio che, a nostro avviso, le disposizioni da Lei emanate portano nella scuola:

Riteniamo assurdo e insostenibile che ogni nuovo ministro senta il bisogno di modificare dall’esterno, anche radicalmente, il sistema scolastico e in particolare la scuola primaria, senza prima confrontarsi con la classe dei docenti e dei dirigenti scolastici composta da personale altamente qualificato e specializzato e che lavora nella scuola giorno dopo giorno, spesso da molti anni.

Il maestro unico, come depositario esclusivo del sapere, non è più conciliabile con gli attuali programmi, ben più vasti di quelli di metà ‘900 e che necessitano di una specializzazione, di un continuo aggiornamento, possibile solo con una pluralità di docenti. Gli insegnanti della scuola primaria, ormai specializzati a seconda degli ambiti loro assegnati, si aggiornano continuamente seguendo corsi specialistici, anche di livello universitario e ciò rende possibile una didattica più mirata e di qualità.

E’ inopportuno che gli attuali programmi vengano modificati “essenzializzandoli”, poiché ciò significherebbe per gli alunni perdere una opportunità irripetibile: la scuola primaria, insieme agli anni che la precedono, coincide infatti con un periodo in cui la capacità di apprendimento del bambino è particolarmente significativa. In tale periodo il bambino ha bisogno di tempi dilatati per l’apprendimento e le metodologie di insegnamento vanno reiterate dando la possibilità a tutti di apprendere secondo i propri tempi, solo in seguito si può raggiungere una “essenzialità” del sapere.

Un maestro come unico riferimento necessario per una corretta crescita del fanciullo non è più, come 50 o 60 anni fa, una necessità pedagogica: il bambino non vive più il rapporto esclusivo figlio- mamma casalinga, ma già dai primi anni di vita vive rapporti più articolati con figure come genitori, baby-sitter, nonni, educatori di asili nido e docenti delle scuole dell’infanzia.

Il maestro unico renderebbe impraticabile, anche per il sempre più esiguo numero di insegnanti di sostegno, una didattica volta all’integrazione, al recupero, all’arricchimento dell’offerta formativa possibile solo all’interno di una equipe pedagogica. Renderebbe altresì impossibili tutte le iniziative già in atto in questo, e in molti altri Circoli Didattici, come le classi aperte, i lavori per piccoli gruppi, i laboratori integrati volti a far accrescere nei bambini l’autostima e ad integrare al meglio gli alunni diversamente abili, iniziative tutte che necessitano di competenza, tempo, contemporaneità, possibilità di raccordo tra docenti. Renderebbe poi ancor più gravosa la responsabilità civile nei confronti di alunni minori, dato anche l’esiguo numero di personale ATA, in particolare di collaboratori scolastici, che il Suo schema di piano programmatico intende ulteriormente diminuire.

Sottolineiamo qui l’importanza di non sopprimere le figure degli insegnanti specialisti di lingua inglese e di sostegno che forniscono alla scuola una professionalità specifica rivolta agli alunni e un utile supporto per i colleghi, né è pensabile sostituire una formazione di alto livello con corsi pro-forma posti in essere tra docenti e di durata irrisoria.

Il tempo pieno come è concepito attualmente offre poi a tutti i bambini una opportunità di crescita e non un “parcheggio” per le ore pomeridiane. Togliere tale opportunità dalla scuola pubblica potrebbe determinare una discriminazione degli alunni meno abbienti, che non potranno permettersi di frequentare una scuola privata, la quale, al contrario, continuerebbe ad offrire un tempo “di qualità” anche il pomeriggio, talvolta ad altissimo prezzo. Le professionalità della scuola pubblica sono state sempre rivolte a tutti i ceti sociali.

Mantenere il Tempo Pieno è necessario, è impensabile concentrare spiegazioni e relativi apprendimenti degli attuali programmi nelle 24 ore del decreto Gelmini (si calcola che un alunno perderebbe fino a 1500 ore di scuola nei cinque anni della primaria).

Riteniamo che, nella necessità di diminuire la spesa dello Stato, sarebbe auspicabile rivolgere i tagli ad altri settori pubblici meno essenziali del settore dalla formazione. La invitiamo, dopo una attenta analisi del funzionamento della scuola, a rivolgere la Sua attenzione verso altre opportunità di riduzione della spesa, salvaguardando la pluralità docente e il tempo pieno che noi consideriamo una conquista della didattica del nostro Paese.

Le ricordiamo infine che la scuola primaria italiana, secondo i dati forniti dal PIRLS è considerata tra le prime al mondo per i livelli eccellenti raggiunti. Perché cambiare ciò che funziona bene?

Pertanto, dopo una lettura attenta della proposta legislativa, le insegnanti, non ravvedendo alcun intento pedagogico-educativo, bensì l’obiettivo di ridurre la spesa nel settore dell’Istruzione Pubblica, si impegnano a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarla, nonché a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica.
Dichiarano inoltre di aderire al coordinamento “Non rubateci il futuro”.
Roma 1 ottobre 2008

Assemblea genitori -insegnanti del 34° Distretto scolastico di PIOSSASCO Mozione approvata dall'assemblea generale dei genitori, insegnanti del 34° Distretto scolastico di PIOSSASCO
L'assemblea dei genitori del 34 distretto del Comune di Piossasco, si è riunita su iniziativa della
Componente Genitori del Consiglio di Circolo il 02 ottobre 2008. Erano presenti più di 180 tra
insegnanti e genitori. All’assemblea hanno collaborato anche le insegnanti e le rappresentanze
Istituzionali del Comune. L’assemblea prende consapevolmente atto che: con l’attuazione del DL 137 e dei provvedimenti contenuti nello “Schema di Piano Programmatico” del Ministero dell’Istruzione, nonché l’eventuale approvazione e conversione in legge della proposta Aprea, la QUALITÀ della scuola sarebbe gravemente compromessa:
• da una drastica riduzione dei programmi didattici educativi;
• dalla sparizione delle ore di contemporaneità, e con loro la realizzazione dei percorsi di
recupero individualizzati per alunni e gruppi che hanno un bisogno specifico;
• Dal ritorno al maestro unico, poiché non offre alcuna reale soluzione, anzi: cambiare
continuamente docente o averne uno poco preparato, se esso è unico, sarà ancora più
grave e penalizzante considerando anche il carico d’insegnamento che dovrà sostenere in
sole 24 ore settimanali, comprensivo dell’insegnamento dell’inglese e della nuova materia
“Cittadinanza e Costituzione”;
• dall’affidamento della lingua straniera al maestro unico previo corsi di formazione, non
utilizzando come fino ad ora degli insegnanti specializzati;
• dalla necessità di insegnare poco di tutto e in poco tempo. Questo comprometterà le
competenze specifiche acquisite negli anni, la specializzazione didattica e l’approccio
integrato tra le discipline: vedremo vanificata l’esperienza didattica acquisita negli anni
dagli insegnanti;
• dall’impossibilità di avviare attività di ricerca, di gioco finalizzate all’apprendimento, alla
socializzazione ed alla integrazione;
• dall’impossibilità di avviare laboratori (scienze, pittura, musica, teatro, cinema,);
• dall’impossibilità di organizzare uscite didattiche sul territorio: cinema, teatro, musei;
• dall’impossibilità di aiutare i bambini diversamente abili o quelli che hanno più carenze e
vivono ai limiti dell’emarginazione;
• dall’impossibilità di avere garanzie sulla copertura del tempo mensa;
• dall’enorme disagio che l’eliminazione del TEMPO PIENO di fatto arrecherà alle famiglie
poiché andrà ad incidere pesantemente sul bilancio famigliare, obbligando a specifiche
scelte lavorative che potrebbero discriminare nuovamente l’universo femminile.
• dall’eventuale possibilità che potrebbe essere data alle scuole di costituirsi in
FONDAZIONI. Così facendo, le scuole non risponderanno più al dettato costituzionale,
ma ad un consiglio di amministrazione privatizzato autoregolamentato che finalizzerà le
attività e sceglierà gli insegnanti. Sarà la fine della scuola che opera secondo un unico
indirizzo su tutto il territorio nazionale e forma i futuri soggetti cittadini italiani. Le scuole
di fatto diventeranno private. Le offerte formative saranno indirizzate a finalità specifiche
del territorio e dei partner, i quali, oltre a finanziare le scuole, faranno parte del consiglio
di amministrazione. Si andrà verso una classificazione delle scuole, in funzione dei partner
che le gestiranno: più ricche e più evolute al nord, più povere e meno evolute al sud.
Comunque appannaggio delle famiglie più benestanti a discapito di quelle meno abbienti.
L’assemblea, considerata l’importanza e la quantità degli argomenti contenuti nel DL e nel documento programmatico, non crede concepibile che tali innovazioni possano attuarsi se non in condizioni di reale coinvolgimento, non solo delle Istituzioni politiche ma anche di quelle scolastiche, non meno che degli insegnanti, degli studenti, dei genitori. L’assemblea, con rammarico, prende altresì atto che una riforma di tale portata non nasce dalla necessità di rendere il sistema scuola più adeguato alle esigenze sociali, culturali e pedagogiche migliorandone ulteriormente la qualità, ma molto più semplicemente
nasce dalla necessità di quadratura delle finanze dello Stato.
Riteniamo questo atteggiamento una grave mancanza di sensibilità e capacità gestionale degli aspetti sociali, educativi e culturali nei confronti dei cittadini tutti, i quali vedranno lesi i propri diritti di uguaglianza e libertà sanciti nella nostra Costituzione. Siamo coscienti, com’è stato detto da più interventi, che bisogna contrapporre subito una forza più grande; il successo di questa assemblea, esprime senza alcun dubbio la volontà precisa di fare qualcosa subito, nell'unità di tutti: genitori, insegnanti, istituzioni e più in generale di tutti i cittadini.
Per questo, al termine della nostra discussione, prendiamo prima di tutto posizione per:
• il ritiro del Dl 137 e dei progetti annunciati per le medie e le superiori;
• il ritiro della proposta di legge Aprea;
• la difesa e la riconquista di un vero Tempo Pieno con 2 insegnanti titolari.
• Il Miglioramento della qualità delle nostre scuole attraverso la ricerca di obiettivi comuni che
devono necessariamente essere ricercati mediante il dialogo ed il confronto tra le forze politiche
di maggioranza, gli insegnanti, i genitori e gli studenti. Ciò potrà essere ottenuto puntando ad
un’analisi accurata della situazione delle nostre scuole e del contesto sociale nel quale sono
inserite che sappia farne emergere le criticità da risolvere, e le peculiarità da salvaguardare.
Su queste basi decidiamo di:
• aderire alla manifestazione provinciale convocata a Torino da: CGIL,CISL,UIL per il 4
ottobre, preparandola fin d'ora nelle nostre scuole e nei nostri luoghi di lavoro;
• rispondere alla propaganda demagogica del governo e del ministro diffondendo il materiale
che spiega i provvedimenti del governo, davanti alle scuole, nei luoghi di lavoro, tra i
conoscenti,
• organizzando e partecipando ad assemblee e riunioni, votando mozioni per il ritiro dei
provvedimenti e per lo sciopero
• rivolgerci alle segreterie nazionali dei sindacati affinché provvedano in maniera unitaria
ad informare coinvolgendoli tutti i cittadini, si lascino alle spalle le divisioni, considerino
la scuola come bene nazionale da difendere prescindendo dal credo politico e di categoria.
Infine, chiediamo loro di proclamare subito lo sciopero generale nazionale unito, in un
unica data, e venga organizzato in tutta Italia.
o Come insegnanti siamo pronti ad aderire in massa e ad aiutare la costruzione del
successo di questo sciopero.
o Come genitori siamo pronti a sostenere questo sciopero perché sappiamo che i disagi di
oggi non potrebbero essere nulla in confronto a ciò che si prepara per domani e che
l'unità della popolazione è fondamentale per difendere la scuola pubblica statale. Nulla
potrà impedire il successo dello sciopero se sarà organizzato bene, nell'unità e nell’ottica
di salvaguardia dei valori costituzionali dell’istruzione;
Approvata dai 180 presenti, con 0 contrari e 1 astenuto
Lettera aperta alle studentesse e agli studenti dell’ITCS “Primo Levi” di Bollate e ai loro genitori Bollate , 04/10/2008
Lettera aperta alle studentesse e agli studenti dell’ITCS “Primo Levi” e ai loro genitori

La scuola pubblica è la principale agenzia educativa, al di fuori della famiglia, che può garantire la formazione alla cittadinanza, lo sviluppo delle potenzialità di ognuno, il recupero delle situazioni di svantaggio. (art.1 Statuto delle studentesse e degli studenti)
Quanto viene proposto dalla Ministra Gelmini va contro questa idea di scuola perché:

Cosa viene proposto
1. maestro unico
Perché non siamo d’accordo:
- diminuzione delle ore di scuola e fine del tempo pieno gratuito
- minore specializzazione nelle varie aree
- minore possibilità di aiutare i bambini in difficoltà
- valutazione positiva da parte di ricerche internazionali (VI posto al mondo)
2. voto e non giudizio anche nelle scuole elementari e medie
Perché non siamo d’accordo:
- le pagelle sono già facilmente leggibili per i genitori
- invece il voto numerico per un bambino è incomprensibile rispetto al bravo! Bene! E psicologicamente controproducente
3. voto di condotta
Perché non siamo d’accordo:
- E’ già previsto nell’ordinamento scolastico
4. cittadinanza e costituzione
Perché non siamo d’accordo:
- esiste già l’insegnamento dell’educazione civica oltre a numerosi progetti nelle scuole
- la scuola è forse l’unico luogo in cui si fa esperienza di regole condivise
5. tagli alla spesa per la scuola: 97% della spesa è per gli stipendi
Perché non siamo d’accordo:
- la spesa comprende personale non docente, insegnanti di religione (che negli altri paesi non sono pagati dallo stato), insegnanti di sostegno (che negli altri paesi sono pagati da altre istituzioni). Quindi la percentuale si riduce all’80,4% in linea con la media OCSE 79,9%

Conseguenze:
1. aumento del numero di alunni per classe
2. scomparsa di molti istituti scolastici, in particolare nei piccoli centri
3. che cosa faranno i bambini dopo le 12,30?
4. e se la maestra unica non funziona?
5. perché cambiare il ciclo scolastico che l’Europa ci riconosce a livelli di eccellenza?

Quanto già imposto alle scuole elementari è progetto di legge anche per le scuole superiori per le quali vengono prospettati:
1. riduzione del tempo scuola, per i tecnici da 36 a 32 ore
2. accorpamento delle classi di concorso
3. scomparsa di assistenti di laboratorio e di insegnanti madrelingua
4. diminuzione del personale ausiliario
5. classi più numerose fino a 35
6. scomparsa degli organi collegiali: non sarà più prevista la presenza di genitori, studenti, insegnanti
7. non viene prevista una formazione per gli insegnanti che quindi “si faranno le ossa sugli studenti.

Conclusione
A chi giova tutto ciò, cioè la dismissione della scuola pubblica garantita dalla Costituzione?

Mozione del Collegio dei docenti scuola secondaria 1 grado “VIA MAFFUCCI – PAVONI” di Milano

Mozione del Collegio dei docenti SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “VIA MAFFUCCI – PAVONI” DI MILANO

Il Collegio dei Docenti della scuola secondaria di primo grado “via Maffucci – Pavoni” di Milano riunitosi in data 30 settembre 2008, in relazione al Decreto Legge n.137 e al Piano Programmatico proposto dal ministro Gelmini in attuazione dell’art. 64 della Legge n.133 del 6 agosto 2008, ritiene che i tagli di organico (circa 90.000 docenti e 40.000 ATA in tre anni) rappresenti, assieme a tutti gli altri provvedimenti predisposti, il più grave attacco alla scuola pubblica mai ipotizzato, essendo in grado di svuotarne il senso costituzionale di servizio pubblico per tutti e per ciascuno.

Inoltre ritiene che, per la scuola media,:
- la riduzione a 29 ore dell’orario settimanale (rispetto ad una media oraria nazionale di 32) renda inefficaci modelli scolastici sperimentati e consolidati in molti anni di esperienze positive come il tempo prolungato: un modello orientato a soddisfare i bisogni delle famiglie e degli alunni
- la saturazione di tutti gli insegnamenti a 18 ore ( si eliminano così le compresenze e le contemporaneità, strumenti educativi fondamentali per realizzare progetti, laboratori operativi, il lavoro in piccolo gruppo, la concreta personalizzazione degli interventi, la lotta alla dispersione scolastica e il bullismo, … )
- l’aumento del numero di alunni per classe,
in una condizione come quella presente della nostra zona ( un quartiere della periferia milanese a grande flusso immigratorio) nella quale gli studenti stranieri rappresentano una quota significativa in ciascuna delle nostre classi (42 % del totale),
e con la presenza numerosa di alunni diversamente abili,
sia una iniziativa che peggiorerà complessivamente la qualità del servizio scolastico che la scuola potrà offrire.

Per questi motivi il Collegio dei Docenti chiede la revoca dei provvedimenti legislativi annunciati e l’apertura di un serio dibattito sul sistema scolastico che veda come protagonista la scuola, i suoi operatori, le famiglie e gli studenti.

Milano 30 settembre 2008

Mozione del collegio dei docenti dell'I.C. TOMMASEO di TORINO MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI I.C. TOMMASEO DI TORINO

Il Collegio dei Docenti dell’I.C. Tommaseo di Torino, riunitosi in data 8 ottobre 2008, si dichiara fermamente contrario all’attuazione del Decreto Legge n.137 e al Piano Programmatico proposto dal ministro Gelmini in attuazione dell’art. 64 della Legge n.133 del 6 agosto 2008.

Ritiene che i tagli di organico (circa 87.000 docenti e 40.000 ATA in tre anni) rappresentino, con la proposta di legge Aprea, un grave attacco alla Scuola della Repubblica, la scuola per tutti e per ciascuno.

Il ritorno al maestro unico e all’orario settimanale di 24 ore nella scuola elementare è un atto che riduce la scuola all’assetto che aveva negli anni ’50-’60.
Il Tempo Pieno nella scuola elementare introdotto nel 1971, il Tempo Prolungato nella scuola media (1984), il Tempo a Modulo (1990) hanno reso possibili esperienze di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti. Le compresenze e le contemporaneità sono strumenti educativi fondamentali per realizzare progetti, laboratori, lavori in piccolo gruppo e interventi personalizzati; favoriscono la lotta contro la dispersione scolastica e il bullismo. La pluralità dei docenti nella scuola elementare consente l’approfondimento delle conoscenze disciplinari e lo sviluppo dell’intelligenza degli alunni nella molteplicità delle sue forme.
La scuola ha fornito, dagli anni ’70 ad oggi, una alfabetizzazione di base più robusta e ha prodotto effetti positivi sulle competenze dei bambini italiani.

I provvedimenti in corso di approvazione vanno in un senso diametralmente opposto. Essi annullano i buoni risultati ottenuti dalla scuola pubblica in anni di storia, e istituiscono, con la riduzione dell’orario settimanale e l’aumento degli alunni per classe, una scuola in cui non c’è più spazio per le differenze individuali, per i differenti ritmi di apprendimento e per lo sviluppo delle competenze sociali. Tali provvedimenti danneggiano gravemente la qualità del servizio.

A questo quadro si aggiunge la proposta di legge Aprea che prevede la possibilità di trasformare le scuole in fondazioni, cioè in istituzioni private.
Esse potrebbero indire concorsi per il reclutamento degli insegnanti e stabilirne il trattamento economico. Sarebbero rette da consigli di amministrazione di cui farebbero parte privati, che potrebbero condizionare programmi e didattica.

L’insieme di questi provvedimenti è contrario alla visione della scuola della nostra Costituzione: la scuola di tutti e per tutti, l’istituzione che ha il compito di fornire solide competenze culturali e di formare il cittadino della Repubblica, sulla base di principi di uguaglianza e di libertà.

Il Collegio dei Docenti chiede la revoca dei provvedimenti legislativi annunciati e l’apertura di un serio dibattito sul sistema scolastico (e non decretazioni d’urgenza) che veda come protagonisti il Parlamento, pedagogisti esperti, la scuola e i suoi operatori.

Torino, 8 ottobre 2008

Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo di Borgo a Mozzano Al Ministro della Pubblica Istruzione Ai Presidenti di Camera e Senato
E p.c. Al Sovrintendente Regione Toscana All’U.S.P. di Lucca Al consiglio di Istituto dell’I.C. di Borgo a Mozzano Ai Collegi dei Docenti del Comune di Lucca

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo di Borgo a Mozzano, presa visione del D.L. N° 137 dell’ 1 settembre 2008, esprime unanime viva preoccupazione riguardo alle disposizioni ivi contenute.
In particolare valuta negativamente quanto definito dall’art. 4 che reintroduce l’insegnante unico nella scuola primaria: reintroduzione emblematica e riassuntiva, a parere di questo Collegio, di una strategia riformistica antipedagogica, antistorica, restauratrice di modelli e schemi che ricerca ed esperienza sul campo rilevano ormai improponibili.

Il Collegio esprime la sua netta contrarietà al suddetto articolo alla luce delle seguenti considerazioni:

- Non esiste alcuna convincente motivazione scientifica a sostegno del ritorno del docente unico; letteratura e ricerca psicopedagogiche più accreditate comprovano e sostengono la validità di percorsi educativi e didattici ad opera di una pluralità di insegnanti.

- Insieme alla pluralità docente vengono meno collegialità e corresponsabilità educative e didattiche: valori guida, paradigmi pedagogici che hanno consentito dagli anni ’70 con il tempo pieno e dal 1990 con i cosiddetti moduli sino ai nostri giorni, la realizzazione di percorsi di apprendimento equilibrati ed efficaci, fondati sulla specializzazione delle competenze, sul confronto finalizzato alla valutazione formativa dei singoli alunni, su un’offerta formativa più ampia e articolata, consona a sempre più complesse realtà sociali e culturali.

- Tali realtà, terreno di confronto consueto per la scuola, campo di osservazione e di azione migliorativa costante, non potranno più essere affrontate con risorse adeguate: pensiamo alle disabilità, alle difficoltà e ai disturbi specifici dell’apprendimento, all’integrazione degli alunni stranieri, alla variegata casistica di disagio socio-familiare, alle nuove frontiere e sfide della società della conoscenza; realtà rispetto alle quali un unico docente, ancorché “tuttologo”, non può da solo garantire interventi formativi efficaci e produttivi.
- Con il ritorno al docente unico risulteranno di difficile attuazione iniziative didattiche di indiscusso valore formativo, quali visite di istruzione, uscite sul territorio, partecipazione ad eventi culturali di vario genere; ciò per ovvie difficoltà di tipo organizzativo, per i tempi scuola inevitabilmente ristretti, ma anche e non secondariamente per ragioni di sicurezza, più urgenti e significative in una didattica realizzata al di fuori dell’ aula scolastica. Nondimeno risulteranno irrealizzabili, anche a fronte del previsto aumento del numero degli alunni per classe, tutti quegli interventi di recupero e rinforzo didattico, finalizzati, attraverso un uso oculato e razionale dei tempi di contemporaneità docente, al raggiungimento di obiettivi minimi per tutti, ma anche ad un’ offerta didattica che valorizzi, potenziandoli, talenti e attitudini personali.

- La pluralità docente ha consentito sinora la realizzazione di tempi scuola diversificati (tempo ordinario, prolungato, pieno) nell’interesse di esigenze sociali particolarmente rilevanti nella scuola del 1° ciclo dell’istruzione; modelli orari concretizzatisi con soluzioni organizzative didatticamente qualificate, condotte da un gruppo docente contitolare, formalmente e sostanzialmente corresponsabile di scelte programmatiche e valutative. Da un lato, il ritorno al docente unico decurterà il tempo scuola; dall’altro, le prospettive di soluzioni compensative a salvaguardia di tempi più lunghi presentano pesanti rischi di dequalificazione e discontinuità.

- Appare difficilmente comprensibile ad operatori ed utenti della scuola un ritorno al docente unico inserito, nel corpo del decreto, “nell’ambito degli obiettivi di contenimento”, dunque sostanzialmente determinato da mere ragioni di natura economica: la scuola, per le potenzialità di crescita e sviluppo che esprime, per il suo cercar di essere, insieme, presente formativo e futuro civile della nazione, non ha bisogno di tagli e contenimenti, quanto piuttosto di interventi di potenziamento in risorse e strutture; questo permetterebbe di offrire ai nostri bambini e ragazzi un servizio di qualità e di eccellenza quale sullo scenario internazionale si riconosce alla scuola primaria italiana dell’ultimo decennio, pur all’interno di un sistema scolastico complessivamente da rivedere e migliorare.

Concludiamo con una serie di interrogativi, solo in parte di tipo retorico, nell’auspicio di ricevere risposte chiare e distinte, ma sempre dettate dalla considerazione della dignità culturale e formativa della scuola, di una scuola a misura di alunno e di studente.

- Se il sistema è nel suo complesso carente e da riformare, perché partire dalla scuola primaria, che ne costituisce il segmento più qualificato ed efficiente?

- Perché non costruire insieme, democraticamente, civilmente, in tempi distesi e produttivi, con il concorso delle varie parti sociali, del mondo della scuola, delle associazioni dei genitori, un nuovo sistema scolastico, fondato non già sull’affossamento, bensì sulla valorizzazione e generalizzazione delle cosiddette buone pratiche, di modelli organizzativi efficaci e di autentico successo?

- Perché favorire processi di decadenza piuttosto che di sviluppo per la scuola e, soprattutto, per la scuola pubblica?

ALLA LUCE DI TUTTE QUESTE CONSIDERAZIONI

il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo di Borgo a Mozzano chiede al Ministro ed al Parlamento di cancellare il suddetto decreto che rappresenta un gravissimo attacco alla possibilità di tutti gli insegnanti di svolgere un lavoro qualificato all’altezza del sfide del futuro.

Borgo a Mozzano, 7 ottobre 2008

Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale PACINOTTI di Mestre Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale PACINOTTI di Mestre

Preso atto che:

Ø Il “Piano per la scuola” dei Ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti è costituito da un mosaico di iniziative le cui prime tessere sono già diventate provvedimenti legislativi: la Legge n° 133 (finanziaria estiva) e il Decreto Legge n° 137 del 1° settembre;

Ø Il 25/09/08 è stato ufficializzato lo schema del Piano Programmatico

Questi provvedimenti riguardano:

1. La scuola dell’Infanzia (materna) dove si ridurrà l’attività didattica al solo turno antimeridiano dalle 8,30 alle 12,30;

2. La scuola Primaria (elementare) dove si regredisce al maestro unico e in linea generale si ridurrà l’orario settimanale a 24 ore;

3. Tutti gli ordini di scuola dove si sta programmando un taglio di oltre 2.000 scuole nel Paese (quelle sottodimensionate con meno di 600 alunni);

4. Tutti gli ordini di scuola, dove si può arrivare all’aumento di 3 o 4 alunni per classe. La legge n° 133/2008 prevede, infatti, un aumento di 0,40 del rapporto tra docenti/alunni e per realizzare questo obiettivo bisogna che in ogni classe il numero massimo aumenti mediamente di due alunni. Ma siccome non si possono aumentare gli alunni dove non ci sono, si realizzerà un aumento di 3-4 alunni nelle classi dei centri urbani e soprattutto nelle grandi periferie. In questo modo si svilisce la relazione educativa: diminuisce il tempo reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascun bambino e studente, cresceranno gli insuccessi scolastici, i problemi di gestione educativa delle classi e le problematiche disciplinari degli alunni e studenti;

5. Tutti gli ordini di scuola, dove senza alcuna motivazione si taglia il 17% del personale non docente: 700 Direttori amministrativi, 10.452 personale di segreteria, 3.965 assistenti tecnici per i laboratori, 29.076 collaboratori scolastici;

6. Le scuole secondarie di I° grado dove viene ridotto il Tempo Prolungato e ridimensionato a 29 ore settimanali (dalle 32/33 ore attuali) il tempo normale;

7. Le scuole secondarie di II grado dove viene generalmente ridotto l’orario in tutti gli indirizzi, in misura maggiore negli istituti Tecnici e Professionali in cui si passerà dalle 36/38/40 ore alle 32 settimanali. Questo significa diminuire il tempo scuola, per la cultura, i laboratori, le discipline.

Rilevato che:

§ Nel Bilancio dello Stato si sono verificati in questi anni rilevanti riduzioni degli stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole, passando dai 331milioni di Euro assegnati nel 2001, ai 60 milioni stanziati per il 2008.

Esprime le seguenti considerazioni:

- Con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, nell’arco di un triennio si prevede la riduzione di 87.341 posti del personale Docente e di 44.500 posti del personale ATA.

- Complessivamente si determina il taglio di circa 132.000 posti nella scuola italiana.

- Tutto questo non deriva da una coerente riflessione sui processi formativi/didattici/educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64 Legge n° 133/2008) denominato “Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego”, che sembrano annunciare la volontà di ridimensionare la scuola pubblica.

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto esprime preoccupazione e contrarietà ed invita:

- Il Parlamento a respingere la filosofia del Piano proposto;

- Il Ministro dell’Istruzione alla riapertura di un confronto reale con il mondo della scuola e con tutti i soggetti coinvolti.

Mozione letta ed approvata all’unanimità, con sette astensioni, dal collegio dei docenti dell’ITIS Pacinotti di Mestre, in data 08/10/2008

COMITATO GENITORI E INSEGNANTI IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
DI PONTEDERA (PI)
Il COMITATO GENITORI E INSEGNANTI IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
DI PONTEDERA (PI)
ANCHE RACCOGLIENDO LE INDICAZIONI DEI PARTECIPANTI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL DECRETO GELMINI CHE SI E’ TENUTA IN CITTA’ SABATO 4 OTTOBRE SEMPRE PIU’ PREOCCUPATI PER LA CARENZA DI UNA CORRETTA NFORMAZIONE DEI PRINCIPALI MEDIA NAZIONALI SULLE REALI CONSEGUENZE DELL’ATTUAZIONE DEL DECRETO GELMINITREMONTI CONVINTI CHE IN ITALIA SI STIA VIVENDO UN MOMENTO DI EMERGENZA SU PIU’ FRONTI, NON ULTIMO QUELLO DI UGUALI DIRITTI PER TUTTI, RIFIUTANDOSI DI ACCETTARE CHE IL FUTURO DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE DI OGGI, ACCANTO A QUELLO DI TUTTI GLI STUDENTI DI OGNI ORDINE E GRADO, DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALL’UNIVERSITA’, SIA AFFRONTATO SOLO IN TERMINI DI CONTENIMENTO DELLA SPESA RITIENE SIA IMPORTANTE CREARE UN UNICO GRANDE APPUNTAMENTO DI PROTESTA NAZIONALE A SALVAGUARDIA DEL BENE COMUNE “SCUOLA PUBBLICA ITALIANA” E PER IL RISPETTO DELL’ART.34 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA “LA SCUOLA E’ APERTA A TUTTI”
RICHIEDE
AI DIRIGENTI NAZIONALI DI TUTTE LE ASSOCIAZIONI SINDACALI, AI DIRIGENTI NAZIONALI DEI PARTITI POLITICI CONTRARI A QUESTA RIFORMA
A TUTTI I COMITATI, COORDINAMENTI E ASSOCIAZIONI, DEGLI STUDENTI E DEI LAVORATORI DELLA SCUOLA, DELL’UNIVERSITA’ E DEGLI ENTI DI RICERCA DI INDIRE
UNA UNICA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E CONTRO IL DECRETO GELMINI-TREMONTI
Comitato Genitori e Insegnanti in difesa della Scuola Pubblica, Pontedera (Pi)
Email: no-gelmini-pontedera@googlegroups.com
Mozione del Cllegio Docenti dell'Ist. Compr. “FRANCESCHI” DI MILANO Al Ministero della Pubblica Istruzione On.le Ministro Maria Stella Gelmini, Roma

Mozione del Cllegio Docenti dell'Ist. Compr. “FRANCESCHI” DI MILANO

Il Collegio Docenti del DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “FRANCESCHI” DI MILANO , riunitosi in data 2008, esprime la propria contrarietà al Decreto Legge n. 137 del 01 settembre 2008 che prevede:
1) la costituzione di classi con orario di 24 ore settimanali affidate ad un unico insegnante. La volontà del ministro Gelmini di reintrodurre il “maestro unico” nella scuola primaria è gravissima. Ormai sono vent’anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola l’esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata nel Tempo Pieno e nell’organizzazione modulare. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola primaria una comunità in cui, attraverso la scelta di percorsi ritenuti dai docenti più appropriati, si elaborano nuove conoscenze, si affinano le abilità e crescono le competenze degli allievi. L’introduzione del “maestro unico” costituisce un ritorno al passato al solo fine di ottenere nuovi risparmi ai danni della già tartassata scuola pubblica statale.

Il Collegio Docenti ritiene che affidare le classi ad un unico insegnante comporterà:
a. la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: “il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni, mortificando le specializzazioni delle singole discipline con una conseguente banalizzazione nozionistica della didattica;
b. l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine, si ripropone così un modello scolastico ormai superato che non è in grado di soddisfare le richieste di una società complessa come quella in cui viviamo;
c. l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche e di istruzione nel territorio. Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non potrà uscire dalla scuola con la classe. Fino ad oggi questa didattica era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze;
d. l’impossibilità per i genitori a rapportarsi ad un team di insegnanti. Il riferimento diverrebbe unico, senza possibilità di un confronto a più voci, anche i bambini sarebbero privati della possibilità di crescere confrontandosi con una pluralità di figure;
e. l’impossibilità ad effettuare una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché spariranno le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi specifici per alunni in difficoltà o attività di laboratorio, che necessitano di tempi adeguati sia nella scelta della metodologia che nelle fasi di elaborazione. È evidente che la restaurazione del “maestro unico” annulla di fatto il Tempo Pieno. D’altronde l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la pluralità docente si è affermata per tutta la scuola italiana.

2) La riorganizzazione della scuola secondaria di primo grado nel campo della valutazione, l’orario e il numero di alunni per classe.
Il Collegio dei Docenti, ritiene che:
a) l’introduzione della valutazione del comportamento di ogni studente attraverso un voto in decimi, in assenza di informazioni circostanziate sulla situazione dell’alunno non ha una valenza formativa ma punitiva, tenuto conto anche della particolare fascia d’età;
b) la non ammissione alla classe successiva con un giudizio inferiore a 6 svilisce la funzione educativa e valutativa del Consiglio di Classe;
c) la riconduzione a 18 ore settimanali dell’orario di ciascun docente riduce drasticamente la qualità dell’offerta formativa, impedendo la piena attuazione del diritto allo studio per tutti, e in particolare per gli alunni di prima alfabetizzazione;
d) l’aumento del numero di alunni per classe è infine incompatibile con le normative vigenti di sicurezza.

Per i suddetti motivi il Collegio Docenti si dichiara fermamente contrario all’introduzione del “maestro unico” e al piano programmatico attualmente proposto
Il Collegio Docenti approva.

Assemblea dei Genitori del II Circolo Didattico di Cernusco sul Naviglio

Al Ministero dell'Istruzione All'Ufficio scolastico Regionale All'Ufficio scolastico provinciale
Al Dirigente Scolastico del II Circolo Al Collegio Docenti del II Circolo Al Consiglio d'Istituto del II Circolo Al Comune di Cernusco sul Naviglio

L'assemblea generale dei genitori delle Scuole Primarie e dell'Infanzia del II Circolo Didattico di Cernusco sul
Naviglio, riunita il giorno 7 ottobre 2008 alle h 20.30 all'Auditorium Aldo Moro di Cernusco sul Naviglio,

prese in esame le disposizioni in materia scolastica con attuazione prevista dall'anno scolastico 2009/10 contenute
nella legge 133/08, nel DL 137/08 e nello Schema di Piano Programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della ricerca di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze di cui all'art. 64 del decreto legge n. 112-08
convertito dalla legge n.133 - 6 agosto 2008

ESPRIME IL PROPRIO NETTO DISSENSO

1) ALLA REINTRODUZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA DELL'INSEGNANTE UNICO prevista dall'art. 4 del DL 137/08
2) ALLA RIDUZIONE DELL'ORARIO SCOLASTICO OBBLIGATORIO A VENTIQUATTRO ORE SETTIMANALI NELLA SCUOLA PRIMARIA prevista
dallo stesso articolo
3) ALLA RIDUZIONE DELL'ORARIO OBBLIGATORIO DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA ALLA SOLA FASCIA ANTIMERIDIANA CON UN SOLO
INSEGNANTE PER SEZIONE
4) ALL' ELIMINAZIONE DEGLI INSEGNANTI SPECIALISTI DI LINGUA INGLESE NELLA SCUOLA PRIMARIA
5) ALL'INNALZAMENTO DEL RAPPORTO ALUNNI/CLASSE
6) ALLA RIDUZIONE del 17% DEGLI ORGANICI previsti dall'art. 64 della legge n. 133-08 e quantificati nel "Piano
programmatico" nel taglio di 87.400 posti per i docenti e 44.000 per il personale ATA
7) ALLA DRASTICA RIDUZIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE DESTINATE ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE

MOTIVAZIONI

La nostra esperienza personale come genitori e i risultati della ricerca in campo psicologico e pedagogico confermano
quanto sia decisivo per la crescita dei nostri figli poter compiere esperienze significative di apprendimento fin dalla
prima infanzia, in un ambiente sereno e stimolante, con tempi distesi e docenti competenti ed attenti. Siamo perciò
consapevoli del valore fondante del percorso educativo che si svolge già nella Scuola dell'Infanzia e ancor più nella
Scuola Primaria, come base del successivo sviluppo cognitivo, affettivo, culturale e sociale.

Nel panorama dell'Istruzione in Italia, la Scuola dell'Infanzia e la Scuola primaria sono quelle che, più di ogni altro
ordine di scuola, hanno saputo innovare in questi anni le proprie metodologie didattiche in funzione dei progressi
scientifici e pedagogici, rispondere alle esigenze formative della società e venire incontro ai cambiamenti dei ritmi di
vita e di lavoro delle famiglie.

Tale evoluzione positiva si è realizzata, nel corso di decenni di sperimentazione e di ricerca, nei modelli scolastici
del Tempo pieno e del Modulo che hanno permesso di migliorare sensibilmente, rispetto al passato, la qualità del
servizio scolastico e i risultati sul piano dell'apprendimento, come attestato dalle classifiche europee ed
internazionali e confermato dalla nostra esperienza di genitori.

Le misure previste dal DL 137 rappresentano il ritorno ad un modello di scuola obsoleto, ormai superato e un percorso di
formazione impoverito rispetto a quello attualmente in vigore, che non trova alcun riscontro dal punto di vista
scientifico e pedagogico.

Concretamente infatti:

- l'insegnante unico, con classi più numerose e meno tempo a disposizione, non potrà adattare il proprio
insegnamento in funzione dei ritmi e delle esigenze dei singoli bambini, né dedicare loro l'attenzione necessaria; non
potrà svolgere attività formative a piccoli gruppi e con metodologie innovative come i laboratori;
- dovrà limitare l'insegnamento all'alfabetizzazione di base, trascurando l'approfondimento e altre attività
creative, importanti per la crescita equilibrata degli alunni;
- l'insegnante unico non si confronterà con gli altri docenti né in fase di programmazione didattica né in fase di
valutazione degli alunni;
- l'insegnante unico non avrà tempo da dedicare al rapporto con le famiglie;
- verranno ridotti l'organico e le risorse destinati agli alunni diversamente abili
- la qualità dell'insegnamento della lingua straniera peggiorerà rispetto a quello impartito dall'insegnante
specializzato.

Inoltre:

- le misure previste per la Scuola dell'Infanzia e la Scuola Primaria comporteranno un'inaccettabile sottrazione di
risorse economiche alle famiglie, che saranno costrette a supplire a proprie spese alla riduzione dell'orario e alle
lacune della formazione scolastica, in una fase di generale difficoltà economica.

I genitori chiedono pertanto al governo e a tutte le forze politiche rappresentante in Parlamento di impegnarsi
affinché:

1) vengano ritirati il DL 137/08 e le misure in esso previste

2) l'educazione dei giovani venga considerata un valore fondante comune al di là degli schieramenti politici,
l'investimento nella formazione e nella società della conoscenza vengano ritenute priorità e risorse essenziali per il
futuro del nostro paese

3) venga avviato un confronto approfondito e aperto con tutti coloro che sono impegnati quotidianamente nella scuola: i
genitori, i docenti, le organizzazioni professionali, il mondo della ricerca scientifica e pedagogica, al fine di
individuare insieme soluzioni condivise e adeguate alle sfide della società contemporanea .

L'assemblea invita inoltre tutti i genitori del II Circolo a sottoscrivere il testo di questa mozione rivolgendosi a tal
fine ai propri rappresentanti di classe, che provvederanno alla raccolta delle firme.

Mozione approvata il 7/10/08

Presenti: 160 circa
Contrari: 1
Astenuti: 0

MOZIONE COLLEGIO DEI DOCENTI I.C. 13 BOLOGNA MOZIONE COLLEGIO DEI DOCENTI I.C. 13 BOLOGNA DEL 09/10/2008

Il COLLEGIO DEI DOCENTI dell’ISTITUTO COMPRENSIVO 13 DI BOLOGNA, in riferimento ai provvedimenti previsti dalla legge 133/2008 e dal D.L. 137 del 1/09/2008, considera che l'azione del governo sia ben lungi da una doverosa e auspicabile riqualificazione della scuola pubblica, che dovrebbe passare prima di tutto attraverso la restituzione alla funzione docente del prestigio che le compete, tenuto conto dell'alta responsabilità civile e morale che le viene attribuita. Viceversa, si intende procedere a tagli indiscriminati e dannosi, impoverendo l'offerta formativa della scuola pubblica, prescindendo da uno studio serio e scientifico finalizzato all’individuazione degli sprechi, e dei soggetti che ne sono legalmente responsabili. Si procede senza una consultazione della categoria, senza acquisire i pareri obbligatori del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, offendendo i docenti con falsità nei talk show e sui giornali e, infine, negando (per la prima volta nella storia di questa Repubblica) al Parlamento, massima espressione della sovranità popolare, l'esclusività del potere legislativo, secondo il dettato costituzionale.

Questo Collegio dei Docenti intende salvaguardare la dignità dell'istituzione di cui fa parte, e difenderla da altre ipotesi di articolazione degli organi collegiali, presenti in un disegno di legge del governo, che prevedrebbero tra l'altro, l'eliminazione dello stesso Collegio dei Docenti.

Assemblea Scuola Media “Rodari-Jussi” di San Lazzaro di Savena In riferimento ai provvedimenti previsti dalla legge 133/2008 e dal D.L. 137 del 1/09/2008
i docenti della Scuola Media “Rodari-Jussi” di San Lazzaro di Savena riuniti in assemblea il giorno 8/10/2008 esprimono forte preoccupazione e dissenso per interventi che, unitamente al contenimento della spesa, perseguono l’OBIETTIVO POLITICO e CULTURALE di smantellamento della Scuola pubblica e di quanto è in grado di offrire in termini di qualità.

Di fronte alla considerazione della Scuola pubblica come una mera fonte di spesa, eccessiva!, ci dichiariamo contrari :

- alla riduzione del tempo scuola settimanale in ogni ordine, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di 2° grado

- alla riduzione del numero delle scuole in Italia

- all’aumento del numero di alunni per classe

- alla riduzione in 3 anni di ben 8 miliardi di euro di finanziamento alla scuola pubblica

- alla generale e drastica diminuzione di posti di lavoro

- alla “essenzializzazione” dei curricoli che attua l’equazione meno tempo, meno contenuti, più ignoranza futura

- all’azzeramento di ogni considerazione pedagogica

PER QUESTI MOTIVI ABBIAMO DECISO DI ADERIRE ALLO SCIOPERO DEL 17 OTTOBRE, ALLA NOTTE BIANCA PER LA SCUOLA PUBBLICA DEL 15 OTTOBRE E ALLE ALTRE MOBILITAZIONI FUTURE.
Invitiamo a partecipare docenti di ogni ordine e grado, studenti e genitori, superando le appartenenze e le scelte di parte che rischiano di togliere visibilità al disagio diffuso nel mondo della Scuola.
Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova Mozione proposta nella seduta del Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova, riunito il 08/10/08.

APPROVATA CON 4 ASTENUTI

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova

Preso atto che:

a) Il “Piano per la scuola” dei Ministri Gelmini e Tremonti è costituito da un mosaico di iniziative le cui prime tessere sono già diventate provvedimenti legislativi: la Legge n° 133 (finanziaria estiva) e il Decreto Legge n° 137 del 1° settembre;

b) Il 25/09/08 è stato ufficializzato lo schema del Piano Programmatico
il cui testo è stato inviato alle Camere per il previsto parere con provvedimenti che riguardano:

1. La scuola dell’Infanzia (materna) dove si ridurrà l’attività didattica al solo turno antimeridiano dalle 8,30 alle 12,30;
2. La scuola Primaria (elementare) dove si ritorna al maestro unico e in linea generale si ridurrà l’orario settimanale a 24 ore;
3. Tutti gli ordini di scuola per i quali si sta programmando un taglio di oltre 2.000 istituti nel Paese (quelli con meno di 500 alunni);
4. Tutti gli ordini di scuola, dove si può arrivare all’aumento di 3 o 4 alunni per classe. La legge n° 133/2008 prevede, infatti, un aumento di 0,40 del rapporto tra docenti/alunni e per realizzare questo obiettivo bisogna che in ogni classe il numero massimo aumenti mediamente di due alunni. Ma poiché non si potranno aumentare gli alunni dove non ci sono, si realizzerà un aumento di 3-4 unità nelle classi dei centri urbani e soprattutto nelle grandi
periferie. In questo modo si svilisce la relazione educativa, diminuisce il tempo reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascuno studente, cresceranno gli insuccessi scolastici, i problemi di gestione educativa delle classi e quelli disciplinari degli alunni;
5. Tutti gli ordini di scuola, dove senza alcuna motivazione si taglia il 17% del personale non docente: 700 Direttori amministrativi, 10.452 assistenti amministrativi, 3.965 assistenti tecnici per i laboratori, 29.076 collaboratori scolastici;
6. Le scuole secondarie di I grado dove viene ridotto il Tempo Prolungato e ridotto a 29 ore settimanali (dalle 32/33 ore attuali) il tempo normale;
7. Le scuole secondarie di II grado dove viene generalmente ridotto l’orario in tutti gli indirizzi, in misura maggiore negli istituti Tecnici e Professionali in cui si passerà dalle 36/38/40 ore attuali alle 32 settimanali.
Questo significa diminuire il tempo scuola per la cultura, i laboratori, le discipline.

Esprime le seguenti considerazioni:

a) Con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle
riduzioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, nell’arco di un triennio si
prevede la riduzione di 87.341 posti del personale Docente e di 44.500 posti del personale ATA.

b) Tutto questo non deriva da una coerente riflessione sui processi formativi/didattici/educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64Legge n° 133/2008) denominato “Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego”, che annunciano la volontà di ridimensionare la scuola pubblica.

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova intende esprimere preoccupazione e contrarietà anche per la trasformazione della malattia in una colpa per la quale si deve essere puniti economicamente oltre che oltraggiati moralmente ed invita:

- Il Parlamento a respingere la filosofia del Piano proposto;
- Il Ministro dell’Istruzione alla riapertura di un confronto reale con il mondo della scuola e con tutti i soggetti coinvolti

da inviare
. all'Ufficio Scolastico Provinciale
. all'Ufficio Scolastico Regionale
. al Ministero dell’Istruzione
. ai Sindacati di categoria
. agli organi di Stampa

Le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto Comprensivo San Giovanni (TS)

- Al Ministero dell'Istruzione , - All'Ufficio scolastico Regionale - All'Ufficio scolastico Provinciale, - Al Dirigente Scolastico dell’ Istituto Comprensivo San Giovanni - Al Collegio Docenti dell’Istituto Comprensivo San Giovanni - Al Consiglio d'Istituto dell’IC San Giovanni - Al Comune e alla Provincia di Trieste - Agli Organi d’informazione

Le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto Comprensivo San Giovanni riunitisi in assemblea il giorno 13 ottobre 2008 alle h 8,30 presso l’Auditorium della scuola L. Mauro, prese in esame le disposizioni in materia scolastica con attuazione prevista dall'anno scolastico 2009/10 contenute nella legge 133/08, nel DL 137/08 e nello Schema di Piano Programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze di cui all'art. 64 del decreto legge n. 112-08 convertito dalla legge n.133 - 6 agosto 2008
unanimemente si oppongono allo smantellamento del diritto allo studio,sancito dalla Costituzione, che si creerebbe attraverso i provvedimenti legislativi in corso di discussione.
Tali provvedimenti cambierebbero definitivamente l'istituzione della scuola pubblica, dello Stato, obbligatoria e gratuita per tutti, in un differenziato e privatizzato servizio a domanda, per giunta anche a pagamento, attraverso
-la paventata trasformazione degli istituti scolastici in fondazioni,
- il ritorno del maestro unico, la cancellazione del tempo pieno, l’eliminazione degli insegnanti specialisti di lingua inglese nella scuola primaria, la riduzione del tempo-scuola per tutti gli ordini e gradi(dalla scuola dell’infanzia ai corsi per adulti), l'abnorme aumento del rapporto alunni-insegnante, nonché il definitivo abbandono della scuola dell'infanzia al settore privato, punti collegati agli ennesimi e smisurati tagli che subirebbe il personale docente,
- l'ulteriore taglio indiscriminato al personale A.T.A, taglio che non consentirebbe né l'indispensabile rapporto di collaborazione all’attività didattica, né un efficace funzionamento dei servizi di segreteria, già attualmente oberati di lavoro,
- la definitiva scomparsa di importanti figure collaborative, quali ad esempio il/la bibliotecario/a d'Istituto, mansione svolta usualmente da docenti inidonei per motivi di salute.
Tale selvaggia riduzione degli organici porterà all’espulsione del personale precario che da anni e anni permette alla scuola di funzionare e costituisce una naturale occasione di rinnovamento della scuola italiana
In un momento così delicato, l'assemblea ritiene di fondamentale importanza la diffusione e la circolazione di corretta ed ampia informazione presso i genitori e la cittadinanza tutta, riguardo ai processi in atto ed alle loro conseguenze sociali, e si impegna in tal senso.
Per quanto esposto, l'assemblea decide
- all' unanimità di appoggiare e sostenere tutte le forme di lotta che si prospetteranno nel merito.
Trieste, lunedì 13 ottobre 2008

Coordinamento Genitori ed Insegnanti dell’Istituto Comprensivo Don Orione di Milano L’Assemblea organizzata dal Coordinamento Genitori ed Insegnanti dell’Istituto Comprensivo Don Orione di Milano, riunitasi giovedì 9 Ottobre 2008 nei locali della Scuola Media di via George Sand,

- visto l’art. 64 del decreto legge 25 Giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 Agosto 2008, n. 133
- visto il decreto legge n. 137 del 1. Settembre 2008 avente per oggetto “Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università” che prevede, tra l’altro, il ritorno della scuola primaria alle 24 ore ed all'insegnante unico

MANIFESTA
il proprio dissenso nei confronti di misure che taglieranno nel settore scolastico nazionale 7 miliardi e 800 milioni di euro in tre anni, 87mila insegnanti e 43mila unità di personale Ata

ESPRIME
una forte critica al decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 Agosto 2008 che prevede la reintroduzione dell'insegnante unico nella scuola primaria e la riduzione del tempo scuola a 24 ore, un modello dettato non da esigenze di carattere didattico-pedagogiche, ma dalla necessità di contenere la spesa pubblica

CRITICA
il metodo con cui sono stati emanati tali provvedimenti, ossia lo strumento del decreto legge, che non ha consentito un approfondito confronto tra le parti interessate per rispondere alle vere esigenze educative degli studenti e del sistema Scuola

EVIDENZIA
come i provvedimenti del Governo - i tagli sulla scuola, la compressione dei tempo scuola a 24 ore, la fine del modulo e la riduzione del tempo pieno - metteranno seriamente a rischio la qualità del sistema scolastico, qualità testimoniata anche da recenti indagini internazionali e raggiunta grazie all'impegno e all'attenzione costanti profusi dagli insegnanti

AUSPICA
che il Governo e il Parlamento tengano conto, nel corso dell'iter di approvazione del decreto e dei regolamenti attuativi, delle numerose critiche e della crescente protesta nel Paese

CHIEDE
la revoca dei provvedimenti legislativi annunciati e l’apertura di un serio dibattito sul sistema scolastico che veda come protagonista il mondo della Scuola, i suoi operatori, le famiglie e gli studenti

SI IMPEGNA
a sostenere e a mettere in atto tutte le iniziative di mobilitazione e di protesta che possano contrastare l’approvazione della riforma e a sensibilizzare in tutti modi l’opinione pubblica.

L'Assemblea richiede inoltre al Coordinamento Genitori e Insegnanti che la presente mozione sia portata a conoscenza:
- dei Genitori e degli Insegnanti, del Consiglio di Istituto, dell’Associazione Genitori e dei Comitati Genitori dell’IC Don Orione
- dei Genitori e degli Insegnanti delle altre scuole presenti in Assemblea (IC via Scialoja, IC Sorelle Agazzi-Gasparri, Materna di Villa Litta, Materna via Iseo, Nido di via Trevi)
e che sia ampiamente pubblicizzata attraverso i media locali e nazionali.

COLLEGIO DOCENTI IC DON ORIONE DI MILANO

MOZIONE PRESENTATA AL COLLEGIO DOCENTI IC DON ORIONE DI MILANO DEL 9-9-2008

Il decreto legge 137 del ministro Gelmini reintroduce l’insegnante unico nella scuola elementare.

Cancella il tempo pieno, che in tutti questi anni si è rivelato come uno dei modelli più efficaci, per liberare tempo per il gioco, l’espressività, l’apprendimento attivo, la ricerca, la manipolazione, la creatività e le relazioni.

Un modello dove la condivisione delle responsabilità e la pluralità dei docenti ha permesso agli insegnanti di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione.

Un modello didattico-organizzativo dove la collaborazione e la suddivisione dei compiti tra i docenti ha limitato l’insuccesso scolastico e migliorato la qualità dell’insegnamento.
Il reintegro del maestro unico è ammantato da motivazioni pseudo pedagogiche, come se nel 2008 un solo docente fosse in grado di riassumere in sé la complessità dei saperi, delle discipline e delle nuove tecnologie.

In realtà vuole UNICAMENTE tagliare la spesa nel settore dell’ istruzione pubblica, riducendo il numero dei docenti nella scuola primaria: quindi una esigenza puramente economica.

Il decreto del ministro recita (art. 4):

Nell’ambito degli obiettivi di CONTENIMENTO (della spesa), … è previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia ARTICOLAZIONE DEL TEMPO – SCUOLA”.

Ma questo tempo scuola non è chiaro da cosa sarà riempito, da chi e come sarà gestito.

Il collegio dei docenti esprime il suo dissenso verso questa politica e auspica l’annullamento del decreto.

Liceo Classico e Scientifico“GIULIO CASIRAGHI" di Cinisello Balsamo I DOCENTI DEL LICEO CLASSICO E SCIENTIFICO “GIULIO CASIRAGHI“DI CINISELLO BALSAMO SOSPENDONO IN SEGNO DI PROTESTA CON IL MINISTRO GELMINI I VIAGGI DI ISTRUZIONE

Vi inviamo copia del documento approvato dal nostro Collegio docenti con la speranza di una sua diffusione

Alla luce dei pesanti e gravi interventi sulla scuola previsti dal ministro Gelmini con la legge 133, in data 14 /10 /2008 il Collegio dei docenti del Liceo classico e scientifico “Giulio Casiraghi” ha approvato a larghissima maggioranza un documento nel quale si esprime preoccupazione per le ricadute che tali interventi avranno sulla scuola e sul personale che in essa opera .

A nostro giudizio il contenuto della legge 133/08 (Finanziaria 2009) risponde a sole finalità economiche e non tiene in alcuna considerazione né il patrimonio delle esperienze fatte negli ultimi anni nella scuola pubblica né la professionalità di chi nella scuola opera quotidianamente. In tal senso ne sono esempio sia la trasformazione cui andrà incontro la scuola primaria – frammento del nostro sistema di istruzione che ha ottenuto riconoscimenti internazionali per la sua efficacia - attraverso l’introduzione dell’orario obbligatorio di 24 ore e del maestro unico/prevalente sia l’eliminazione di ogni percorso di sperimentazione nella scuola secondaria di secondo grado (tra gli altri nei licei i PNI e le seconde lingue) attraverso la riconduzione del monte ore obbligatorio a 30 ore settimanali. A questo si aggiunge la proposta di riconvertire le professionalità dei docenti attraverso accorpamenti di classi di concorso con “matrice culturale comune” di cui si fatica a capire la concreta attuazione e articolazione.
Queste trasformazioni legislative impoveriscono l’offerta formativa delle scuole e non permettono di rispondere in modo adeguato alle richieste e ai bisogni di una società complessa come è quella in cui ci troviamo ad opererare, sicuramente differente rispetto a quella in cui era sufficiente un unico insegnante o in cui Gentile stendeva i curriculum degli studi liceali.

Di fronte a questa situazione i docenti del Liceo classico e scientifico “G. Casiraghi” ritengono necessario esprimere il proprio disagio attraverso un’iniziativa che coinvolga in modo diretto o indiretto tutti gli utenti e i lavoratori della scuola.

A tal fine per l’intero anno scolastico 2008-2009 il Collegio dei docenti decide di sospendere ogni viaggio di istruzione, stage all'estero e uscita didattica, ad eccezione di quelle che si svolgono all’interno della mattinata.
La nostra decisione non deve essere letta come un atto che va “contro” gli studenti (abbiamo sempre dimostrato nel corso degli anni di offrire a studenti e famiglie una ricca e qualificata offerta formativa), bensì come una delle poche possibilità che abbiamo al momento di esprimere un malcontento nei confronti delle politiche devastanti che si abbattono sul mondo della scuola e ci sottraggono dignità e riconoscimento professionale.

Documento approvato dal Collegio dei docenti in data 14/10/2008

Collegio dei Docenti dell' ITIS "G.Marconi" di Padova Il Collegio dei Docenti dell' ITIS "G.Marconi" di Padova
Preso atto che:
- Il Piano per la scuola dei Ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti è costituito da un mosaico di iniziative le cui prime tessere sono già diventate provvedimenti legislativi: la Legge n° 133 (finanziaria estiva) e il Decreto Legge n° 137 del 1° settembre;
- Il 25/09/08 è stato ufficializzato lo schema del Piano Programmatico il cui testo è stato inviato alle Camere per il previsto parere.
Questi provvedimenti riguardano:
1. La scuola dell'Infanzia (materna) dove si ridurrà l'attività didattica al solo turno antimeridiano dalle 8,30 alle 12,30;
2. La scuola Primaria (elementare) dove si regredisce al maestro unico e in linea generale si ridurrà l'orario settimanale a 24 ore;
3. Tutti gli ordini di scuola dove si sta programmando un taglio di oltre 2.000 scuole nel Paese (quelle sottodimensionate con meno di 600 alunni);
4. Tutti gli ordini di scuola, dove si può arrivare all'aumento di 3 o 4 alunni per classe. La legge n° 133/2008 prevede, infatti, un aumento di 0,40% del rapporto alunni/docenti e per realizzare questo obiettivo bisogna che in ogni classe, il numero massimo aumenti mediamente di due alunni. Ma poichè non si possono aumentare gli alunni dove non ci sono, si realizzerà un aumento di 3-4 alunni nelle classi dei centri urbani e soprattutto nelle grandi periferie. In questo modo si svilisce la relazione educativa, il tempo reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascun bambino e studente, cresceranno gli insuccessi scolastici, i problemi di gestione educativa delle classi e disciplinari degli alunni e studenti;
5. Tutti gli ordini di scuola, dove senza alcuna motivazione si taglia ancora il 17% del personale ATA: 700 Direttori amministrativi, 10.452 personale di segreteria, 3.965 assistenti tecnici per i laboratori, 29.076 collaboratori scolastici;
6. Le scuole secondarie di I° grado dove viene ridotto il Tempo Prolungato e ridotto a 29 ore settimanali (dalle 32/33 ore attuali) il tempo normale;
7. Le scuole secondarie di II grado dove viene generalmente ridotto l'orario in tutti gli indirizzi, in misura maggiore negli istituti Tecnici e Professionali in cui si passerà dalle 36/38/40 ore alle 32 settimanali. Questo significa diminuire il tempo scuola, per la cultura, i laboratori, le discipline.
Rilevato che:
- La specificità e l'importanza dell'Istruzione Tecnica è stata ribadita più volte anche dalla Confindustria
- Nel Bilancio dello Stato si sono verificati in questi anni rilevanti riduzioni agli stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole, passando dai 331milioni di Euro assegnati nel 2001, ai 60 milioni stanziati per il 2008.
Esprime le seguenti considerazioni:
- Con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, nell'arco di un triennio si prevede la riduzione di 87.341 posti del personale Docente e di 44.500 posti del personale ATA.
- Complessivamente si determina il taglio di circa 132.000 posti nella scuola italiana.
- Tutto questo non deriva da una coerente riflessione sui processi formativi/didattici/educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64 Legge n° 133/2008) denominato "Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego", che sembrano annunciare la volontà di ridimensionare la scuola pubblica.
Il Collegio dei Docenti dell'ITIS Marconi di Padova esprime preoccupazione e contrarietà ed invita:
- Il Parlamento a respingere la filosofia del Piano proposto;
- Il Ministro dell'Istruzione alla riapertura di un confronto reale con il mondo della scuola e con tutti i soggetti coinvolti.
Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova Mozione proposta nella seduta del Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova, riunito il 08/10/08. APPROVATA CON 4 ASTENUTI

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova

Preso atto che:

a) Il “Piano per la scuola” dei Ministri Gelmini e Tremonti è costituito da un mosaico di iniziative le cui prime tessere sono già diventate provvedimenti legislativi: la Legge n° 133 (finanziaria estiva) e il Decreto Legge n° 137 del 1° settembre;

b) Il 25/09/08 è stato ufficializzato lo schema del Piano Programmatico
il cui testo è stato inviato alle Camere per il previsto parere con provvedimenti che riguardano:

1. La scuola dell’Infanzia (materna) dove si ridurrà l’attività didattica al solo turno antimeridiano dalle 8,30 alle 12,30;
2. La scuola Primaria (elementare) dove si ritorna al maestro unico e in linea generale si ridurrà l’orario settimanale a 24 ore;
3. Tutti gli ordini di scuola per i quali si sta programmando un taglio di oltre 2.000 istituti nel Paese (quelli con meno di 500 alunni);
4. Tutti gli ordini di scuola, dove si può arrivare all’aumento di 3 o 4 alunni per classe. La legge n° 133/2008 prevede, infatti, un aumento di 0,40 del rapporto tra docenti/alunni e per realizzare questo obiettivo bisogna che in ogni classe il numero massimo aumenti mediamente di due alunni. Ma poiché non si potranno aumentare gli alunni dove non ci sono, si realizzerà un aumento di 3-4 unità nelle classi dei centri urbani e soprattutto nelle grandi periferie. In questo modo si svilisce la relazione educativa, diminuisce il tempo
reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascuno studente, cresceranno gli insuccessi scolastici, i problemi di gestione educativa delle classi e quelli disciplinari degli alunni;
5. Tutti gli ordini di scuola, dove senza alcuna motivazione si taglia il 17% del personale non docente: 700 Direttori amministrativi, 10.452 assistenti amministrativi, 3.965 assistenti tecnici per i laboratori, 29.076 collaboratori scolastici;
6. Le scuole secondarie di I grado dove viene ridotto il Tempo Prolungato e ridotto a 29 ore settimanali (dalle 32/33 ore attuali) il tempo normale;
7. Le scuole secondarie di II grado dove viene generalmente ridotto l’orario in tutti gli indirizzi, in misura maggiore negli istituti Tecnici e Professionali in cui si passerà dalle 36/38/40 ore attuali alle 32 settimanali. Questo significa diminuire il tempo scuola per la cultura, i laboratori, le discipline.

Esprime le seguenti considerazioni:

a) Con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, nell’arco di un triennio si prevede la riduzione di 87.341 posti del personale Docente e di 44.500 posti del personale ATA.

b) Tutto questo non deriva da una coerente riflessione sui processi formativi/ didattici/ educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64Legge n° 133/2008) denominato “Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego”, che annunciano la volontà di ridimensionare la scuola pubblica.

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “F. Severi” di Padova intende esprimere preoccupazione e contrarietà anche per la trasformazione della malattia in una colpa per la quale si deve essere puniti economicamente oltre che oltraggiati moralmente ed invita:

- Il Parlamento a respingere la filosofia del Piano proposto;
- Il Ministro dell’Istruzione alla riapertura di un confronto reale con il mondo della scuola e con tutti i soggetti coinvolti

da inviare
- all'Ufficio Scolastico Provinciale - all'Ufficio Scolastico Regionale - al Ministero dell’Istruzione - ai Sindacati di categoria - agli organi di Stampa

Il Collegio Docenti dell’ITAS Scalcerle Il Collegio Docenti dell’ITAS Scalcerle
esprime viva preoccupazione per l’insieme degli interventi legislativi che vengono urgentemente proposti per la scuola italiana, preoccupazione che così riassume:

1. Per la trasformazione della funzione della scuola pubblica in violazione degli stessi dettami della Costituzione;
2. Per la distruzione della scuola primaria e dei suoi portati pedagogici e didattici;
3. Per introduzione delle bocciature nella scuola primaria;
4. Per la trasformazione del tempo pieno e lungo in una sorta di “parcheggio a pagamento”;
5. Per la menomazione della scuola tecnica secondaria con l'eliminazione dei laboratori e della sperimentazione;
6. Per la cancellazione della scuola professionale pubblica;
7. Per il taglio di oltre 150.000 posti di lavoro con grande impoverimento della funzione educativa e formativa della scuola pubblica e buona pace per i precari;
8. Per il taglio di circa 8.ooo posti di lavoro solo nel Veneto;
9. Per il superamento della forma contrattuale del lavoro nella scuola;

invita, conseguentemente, tutti a riflettere e contribuire ad un percorso di informazione ed iniziative, anche aldilà degli scioperi proclamati, quali potrebbero essere:
• una serata informativa di scuola aperta a genitori e studenti;
• la sospensione delle visite di istruzione [gite];
• la non partecipazione alle attività extradidattiche anche se previste dal POF;
• la non compilazione della pagellina di valutazione intermedia;
• il non completamento delle procedure di valutazione del I quadrimestre.
In questo quadro accoglie la proposta di ‘serata di scuola aperta’ da effettuarsi in collaborazione con gli studenti nel periodo compreso tra il 21 e il 23 ottobre.

Proposizione votata a maggioranza
con 4 voti contrari e 2 astenuti.

Padova 14/10/2008

Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia

Mozione proposta nella seduta del Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia, riunito il 26/09/08 e APPROVATA ALL’UNANIMITA’

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia

Preso atto che:

Ø Il “Piano per la scuola” dei Ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti è costituito da un mosaico di iniziative le cui prime tessere sono già diventate provvedimenti legislativi: la Legge n° 133 (finanziaria estiva) e il Decreto Legge n° 137 del 1° settembre;

Ø Il 25/09/08 è stato ufficializzato lo schema del Piano Programmatico il cui testo è stato inviato alle Camere per il previsto parere.

Con questi provvedimenti che riguardano:

1. La scuola dell’Infanzia (materna) dove si ridurrà l’attività didattica al solo turno antimeridiano dalle 8,30 alle 12,30;

2. La scuola Primaria (elementare) dove si regredisce al maestro unico e in linea generale si ridurrà l’orario settimanale a 24 ore;

3. In tutti gli ordini di scuola dove si sta programmando un taglio di oltre 2.000 scuole nel Paese (quelle sottodimensionate con meno di 600 alunni);

4. Tutti gli ordini di scuola, dove si può arrivare all’aumento di 3 o 4 alunni per classe. La legge n° 133/2008 prevede, infatti, un aumento di 0,40 del rapporto tra docenti/alunni e per realizzare questo obiettivo bisogna che in ogni classe, il numero massimo aumenti mediamente di due alunni. Ma siccome non si possono aumentare gli alunni dove non ci sono, si realizzerà un aumento di 3-4 alunni nelle classi dei centri urbani e soprattutto nelle grandi periferie. In questo modo si svilisce la relazione educativa, il tempo reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascun bambino e studente, cresceranno gli insuccessi scolastici, i problemi di gestione educativa delle classi e disciplinari degli alunni e studenti;

5. Tutti gli ordini di scuola, dove senza alcuna motivazione si taglia il 17% del personale non docente: 700 Direttori amministrativi, 10.452 personale di segreteria, 3.965 assistenti tecnici per i laboratori, 29.076 collaboratori scolastici;

6. Le scuole secondarie di I° grado dove viene ridotto il Tempo Prolungato e ridotto a 29 ore settimanali (dalle 32/33 ore attuali) il tempo normale;

7. Le scuole secondarie di II grado dove viene generalmente ridotto l’ orario in tutti gli indirizzi, in misura maggiore negli istituti Tecnici e Professionali in cui si passerà dalle 36/38/40 ore alle 32 settimanali. Questo significa diminuire il tempo scuola, per la cultura, i laboratori, le discipline.

Rilevato che:

§ La specificità degli Istituti d’Arte non è riconosciuta e non trova menzione alcuna nello schema del suddetto Piano;

§ Nel Bilancio dello Stato si sono verificati in questi anni rilevanti riduzioni agli stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole, passando dai 331milioni di Euro assegnati nel 2001, ai 60 milioni stanziati per il 2008.

Esprime le seguenti considerazioni:

- Con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, nell’arco di un triennio si prevede la riduzione di 87.341 posti del personale Docente e di 44.500 posti del personale ATA.

- Complessivamente si determina il taglio di circa 132.000 posti nella scuola italiana.

- Tutto questo non deriva da una coerente riflessione sui processi formativi/ didattici/ educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64 Legge n° 133/2008) denominato “Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego”, che sembrano annunciare la volontà di ridimensionare la scuola pubblica.

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia intende esprime preoccupazione e contrarietà ed invita:

- Il Parlamento a respingere la filosofia del Piano proposto;

- Il Ministro dell’Istruzione alla riapertura di un confronto reale con il mondo della scuola e con tutti i soggetti coinvolti.

LA MOZIONE E’ STATA APPROVATA ALL’UNANIMITA’

da inviare

- all'Ufficio Scolastico Provinciale - all'Ufficio Scolastico Regionale - al Ministero dell’Istruzione - ai Sindacati di categoria - agli organi di Stampa

collegio dei docenti del Circolo Didattico Giuseppina Turrisi Colonna di Palermo

Al presidente del Consiglio di Circolo Al Ministero della Pubblica Istruzione On.le Ministro Maria Stella Gelmini, Roma

Il collegio dei docenti del Circolo Didattico Giuseppina Turrisi Colonna di Palermo, riunito in data 20 ottobre 2008 esprime la propria contrarietà all’articolo 4 del Decreto Legge n.137 del 01 settembre 2008 che prevede la costituzione di classi con orario di 24 ore settimanali affidate ad un unico insegnante.

Da circa vent’anni la figura del maestro unico è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola un modello centrato su esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti già maturata nel Tempo Pieno e nell’organizzazione modulare. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha ottimizzato quella sinergia che ha reso la scuola primaria una comunità in crescita con riscontri universalmente riconosciuti come positivi.

L’articolazione delle discipline su più figure ha veicolato negli anni la strutturazione di un impianto educativo completo e pronto a soddisfare tutte le esigenze che la moderna società presenta, riuscendo altresì ad arginare fenomeni di esclusione e dispersione. L’introduzione del “maestro unico” costituisce pertanto un chiaro ritorno al passato che non trova giustificazioni plausibili a livello didattico e pedagogico.
Sembra evidente che l’unico fine perseguito sia quello di reperire fondi pubblici dal serbatoio scuola pubblica.
In tal senso il Collegio esprime il proprio dissenso motivato e con onestà intellettuale respinge il tentativo di mascherare con pretesti pseudopedagogici ciò che è un mero taglio alla spesa pubblica

Oggi la scuola elementare, tanto quella a modulo che quella a tempo pieno,è fondata:
• sul lavoro collegiale e progettuale degli insegnanti;
• sulla suddivisione delle aree disciplinari, (che ha permesso, nel tempo, a ciascun docente di arricchire le proprie competenze),
• sulle ore di compresenza dei docenti che consentono di realizzare: attività di laboratorio per gruppi, interventi di recupero individualizzato per alunni in situazione di difficoltà, uscite didattiche o visite guidate, progetti specifici di arricchimento dell’offerta formativa;
• su un tempo scuola adeguato alle esigenze degli alunni e delle loro famiglie;
• su un’ampia offerta formativa, in grado di fornire ai bambini gli strumenti per comprendere i nuovi linguaggi e le trasformazioni della società attuale.

IL RITORNO AL MAESTRO UNICO FAREBBE ARRETRARE LA SCUOLA DI TRENT’ANNI:
• L’insegnante tornerebbe ad essere solo con la sua classe, dovrebbe insegnare in 24 ore settimanali tutte le materie. I programmi ministeriali dal 1985 avevano recepito tutte le istanze pedagogico-didattiche di rilievo e i mutamenti avvenuti nella società, questo ha reso necessario nel tempo investire per una formazione specifica e adeguata dei docenti tradottasi di fatto in una specializzazione disciplinare. Se dunque era possibile fino ai programmi Gentile ricorrere al maestro unico, questo appare improponibile oggi.
La collegialità ha permesso di svolgere attività per gruppi, attività di laboratorio, insegnamento individualizzato necessario ai bambini con problemi di apprendimento, uscite didattiche nel territorio, confronto e monitoraggio continuo della programmazione con gli altri colleghi.

• Il maestro unico priva i bambini dell’opportunità di formarsi confrontandosi con una pluralità di figure e ciò risulta essere un anacronismo in una società in cui l’educazione alla mobilità e all’adattabilità al cambiamento viene indicata come valore necessario anche dalla stessa classe politica.

• Le famiglie, di fronte ad un tempo scuola ridotto dovranno riorganizzare il proprio tempo per far fronte alla mancanza di mense e pomeriggi con costi che possiamo immaginare. Il servizio mensa potrebbe essere gestito dal personale estraneo alla relazione educativa e potrebbe tornare IL VECCHIO DOPOSCUOLA che NON E’ CERTAMENTE IL NOSTRO TEMPO PIENO !!!
SAREBBE QUESTA LA SCUOLA EUROPEA DI CUI TANTO SI PARLA?
Vogliamo inoltre esprimere il nostro sconcerto di fronte alla mozione votata dalla Camera nella serata del 14 ottobre per l’istituzione classi di permanenza temporanea per alunni stranieri.
La nostra scuola, sita nel centro storico, è una scuola a forte processo immigratorio e la presenza degli alunni stranieri è per tutti una risorsa in quanto lo straniero è portatore di cultura. Questa presenza ha impegnato e impegna tutto il personale della scuola pubblica a confrontarsi con queste culture nella ricerca di nuove strategie didattiche, pedagogiche e relazionali. Volere istituire delle classi solo per stranieri ricorda le famigerate “classi differenziali” che tanto male hanno fatto agli alunni diversamente abili. E, vorremo dire a chi ha legiferato in questo senso che le lingue si imparano, non nel ghetto delle classi di permanenza temporanea, ma nel contatto quotidiano, nel gioco, nello stare insieme agli altri.
Noi docenti non possiamo assistere inerti all’ affossamento di una scuola che abbiamo contribuito a costruire e che viene riconosciuta universalmente valida.
Il Collegio inoltre vuole esprimere la propria indignazione di fronte alla prospettiva dell’enorme taglio all’organico docente e ATA programmato per il prossimo triennio che porterà nefaste conseguenze sulla scuola pubblica

Documento in difesa del tempo scuola a 40 ore e della pluralità docente - Docenti IC “G. da Fiore” Carlopoli

Documento in difesa del tempo scuola a 40 ore e della pluralità docente (doppia docenza nella Scuola Primaria)

La “Riforma” della Scuola promossa dall’attuale Governo e presentata dal Ministro della P. I . dott.ssa Mariastella Gelmini come Piano programmatico per gli interventi di razionalizzazione del sistema di Istruzione secondo l’art. 64 della legge 133/2008, ha suscitato, nel mondo degli operatori, sgomento, perplessità, sfiducia, disorientamento e tanta tanta preoccupazione. Ciò perché il Piano non tratta solo di ritorno al maestro unico nella Primaria e la riduzione degli orari di lavoro, ma investe anche altri aspetti con forte ricaduta sugli assetti ordinamentali ed organizzativi del sistema educativo, Scuola dell’Infanzia compresa.
È su questa premessa che noi Docenti dell’Istituto Comprensivo “G. da Fiore” di Carlopoli fondiamo la nostra disapprovazione e la ufficializziamo attraverso l’organo del Collegio dei Docenti di oggi Martedì 7 ottobre 2008, per indirizzarla al Ministro della P. I., e alle OOSS, convinti di promuovere una giusta riflessione: quella desiderata e sperata da noi docenti, consapevoli che la Scuola è un luogo di crescita e di promozione umana civile e culturale, realizzabile in ampi margini di tempo-scuola e con il contributo professionale di una pluralità di Docenti sempre ben disposta a confrontarsi secondo il criterio dell’interdisciplinarietà, per favorire ambienti di crescita culturale e sociale nei confronti dei soggetti in educazione.
In questa ottica è nata la “Scuola a tempo pieno” negli anni ottanta; in questa ottica è nato poi il “tempo prolungato” nella Scuola Media.
In questa ottica i nuovi programmi del 1985 della Scuola Elementare, con alta finalità pedagogica e specifica attenzione alle attività di valenza scientifica, promuovevano quelle laboratoriali accanto alle curriculari.
In questa ottica è stata pensata e realizzata la struttura modulare con la legge 148 del 1990 con la formula 3 docenti su 2 classi per le Scuole dove non esisteva il tempo pieno. È, infine, in questa ottica la Circolare n. 116 del 22 Marzo/96, definendo gli ambiti disciplinari, riconfermava l’importanza di più docenti nel mondo della Scuola elementare oggi definita Primaria.
Grazie a questo modello ordinamentale (modulo e/o tempo pieno), la Scuola Primaria si qualifica per il suo clima collaborativo, per la condivisione delle scelte, per la progettazione attenta alle esigenze dei singoli, per la capacità di accogliere bambini con bisogni educativi speciali (disabili, rom, migranti, svantaggiati e di altro genere). Maestri e maestre hanno duramente lavorato per raggiungere proficui risultati e far fronte a classi sempre più impegnate, più colorate, più eterogenee, esercitando una vera e propria pedagogia sociale, rivolgendo la loro azione non solo agli alunni, ma anche ai loro genitori. Infatti, recentemente, sulla struttura oraria dei tempi scuola “pieni”, sia nella Scuola Primaria sia nella Secondaria di 1° grado si sono potute realizzare le attività programmate con i Fondi Strutturali (PON e POR” finanziati con FSE e FESR) e la Scuola, specialmente negli Istituti Comprensivi, con le loro azioni formative verticalizzate, si è aperta positivamente al territorio coinvolgendo le famiglie non solo nei percorsi formativi dei loro figli, ma anche in specifiche attività che le ha viste impegnate direttamente e assiduamente.
Così come si sta verificando nel nostro Istituto, dove, dotati di adeguate infrastrutture tecnologiche, stiamo realizzando da quattro anni le suddette attività, riuscendo a radicare la Scuola quale istituzione di promozione culturale e sociale in un contesto di forte deprivazione e isolamento di area interna montana.
È indispensabile a tal proposito annotare che la Scuola italiana e in particolare il segmento della Scuola Primaria, in virtù proprio dei progetti strutturati e realizzati grazie al tempo pieno si è qualificata al secondo posto in ambito europeo e al sesto in ambito mondiale.
Con il ritorno al maestro unico certamente la progettualità sarà limitata, per non dire annullata completamente.
Inoltre,con la riduzione degli orari nell’Infanzia, nella Scuola Primaria, e nella Secondaria di primo e secondo grado, e ancor più con il ritorno al “maestro unico” nella Scuola Primaria, il Governo vuole solo un ritorno al passato, insensibile alle esigenze del presente che si traducono in forte e sentita richiesta di qualificazione: qualificazione sempre più ampia, non solo nel campo umano e sociale, ma anche in quello scientifico e tecnologico.
L’”unicità docente” bandita e sostituita dalla “pluralità docente”, in quanto voluta da una necessità di formazione sociale nuova, non può risorgere magari pensando alla “maestrina dalla penna rossa” di un tempo che fu.
Temiamo che solo per una forte esigenza di tagli si vogliano contrabbandare confusamente nostalgie e intenzioni pedagogiche non corrette,stravolgendo il sistema della nostra istruzione pubblica, partendo malamente con il rovinare proprio il Segmento che meglio si sta collocando nelle indagini e “graduatorie”, come viene detto dai nostri stessi governanti
Per queste motivazioni vogliamo e ci auguriamo che il mondo della Scuola continui ad evolversi ma con riforme utili e ragionate, motivate condivise.

Carlopoli, 7 ottobre 2008

Docenti Istituto Comprensivo “G. da Fiore” Carlopoli

Assemblea dei Docenti della Scuola Secondaria di Primo grado “Sacco-Boetto-Paglieri” di Fossano (CN) Al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano Al Presidente del Senato Renato Schifani Al Presidente della Camera Gianfranco Fini Al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi Al Ministro dell’Istruzione , Università e Ricerca scientifica Mariastella Gelmini Ai Senatori e ai Deputati della Repubblica Italiana Ai Collegi Docenti delle altre istituzioni scolastiche Agli organi di stampa Alle organizzazioni sindacali Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale

L’Assemblea dei Docenti della Scuola Secondaria di Primo grado “Sacco-Boetto-Paglieri” di Fossano, preso atto dell’articolo 64 della legge n° 133 del 6 agosto 2008 e del Decreto Legge n° 137 del 1° settembre 2008, esprime la propria preoccupazione per una riforma che si configura come un ulteriore fortissimo taglio alla spesa privo di qualsivoglia motivazione didattico-pedagogica.
A tal proposito ritiene :
• che i tagli all’organico (87.400 docenti e 44.500 ATA in tre anni), ottenuti con il ritorno al maestro unico nelle elementari, con la chiusura delle scuole nei piccoli centri, con le riduzioni del tempo-scuola, rappresentino, assieme a tutti gli altri provvedimenti predisposti, un forte impoverimento della scuola pubblica, essendo in grado di svuotarne il senso costituzionale di servizio pubblico per tutti e per ciascuno.
Per la Scuola Media reputa:
• che la riduzione a 29 ore settimanali di lezione (rispetto alle attuali 33 della nostra scuola) renda inefficaci i modelli scolastici sperimentati e consolidati in molti anni di esperienze positive come quella del tempo prolungato: un modello nato e orientato a soddisfare i bisogni delle famiglie e degli alunni e a creare opportunità di crescita sociale e culturale.

• negativa l’elevazione di tutti gli insegnamenti-cattedra a 18 ore, in quanto elimina la possibilità delle compresenze e delle contemporaneità, strumenti educativi fondamentali per realizzare progetti, laboratori operativi, lavori in piccoli gruppi, la concreta personalizzazione degli interventi, la lotta alla dispersione scolastica e al bullismo.

• molto negativo l’aumento del numero di alunni per classe, che ci porterà, entro i prossimi tre anni, ad avere classi con 33 – 35 alunni. In considerazione dei grandi flussi di immigrazione degli ultimi anni, della presenza numerosa di alunni diversamente abili con sempre meno ore per gli insegnanti di sostegno, delle diverse esigenze e capacità presenti nella scuola media che è “scuola di tutti,” questa sarà una iniziativa che peggiorerà complessivamente la qualità del servizio scolastico. In questo modo si svilirà la relazione educativa e il tempo reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascun allievo. Inevitabilmente cresceranno gli insuccessi scolastici e i problemi di gestione educativa delle classi e disciplinari degli alunni.

• avvilente la rilevante riduzione degli stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole, che passano dai 331 milioni di € assegnati nel 2001, ai 60 milioni stanziati per il 2008.

Quali saranno le ripercussioni nelle varie scuole?
- l’impossibilità, con un così alto numero di alunni per classe, ad effettuare le uscite didattiche e di istruzione nel territorio. Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non potrà uscire dalla scuola con la classe. Fino ad oggi questa didattica era possibile anche per la presenza di più insegnanti e delle compresenze;

- l’impossibilità ad effettuare una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché spariranno sia le compresenze del tempo prolungato e sia i corsi di recupero per alunni in difficoltà o le attività di laboratorio, che necessitano di tempi adeguati sia nella scelta della metodologia che nelle fasi di elaborazione.

L’Assemblea dei Docenti, sulla base dei provvedimenti già attuati o in programma, esprime la più viva preoccupazione; richiede che l’educazione dei giovani venga ancora considerata come un valore fondante comune al di là degli schieramenti politici e che l’investimento nella formazione e nella società della conoscenza, vengano ritenute priorità e risorse essenziali per il nostro paese.
Chiede pertanto che venga avviato un serio dibattito sul sistema scolastico, che veda come protagonisti la scuola, i suoi operatori, le famiglie e gli studenti.

Mozione proposta nella seduta dell’Assemblea dei Docenti Scuola Secondaria di Primo grado “Sacco-Boetto-Paglieri” di Fossano, riunita il 15 ottobre 2008 e APPROVATA ALL’UNANIMITA’.

Collegio dei Docenti dell’ITIS “G. Galilei” di Roma Mozione del Collegio dei Docenti dell’ITIS “G. Galilei” di Roma sull’art. 64 della legge 133/2008 e sul decreto legge 137/2008 (decreto Gelmini)

Il Collegio dei Docenti dell’ITIS “G.Galilei”, riunito il 20 ottobre 2008 esprime netto dissenso in merito ai contenuti dei recenti provvedimenti legislativi varati dal governo sulla scuola.

La scuola pubblica avrebbe bisogno di investimenti, il governo prevede invece di tagliare ben 8 miliardi di euro in tre anni, una cifra enorme grazie alla quale la spesa per l’istruzione nel nostro Paese, già collocata negli ultimi posti nei confronti internazionali, precipiterà a livelli indegni di qualunque paese civile.
Inaccettabile, inoltre è la previsione di sopprimere 130.000 posti di lavoro (quasi 200.000 secondo le stime di esperti indipendenti) tra docenti e ATA condannando all’espulsione decine di migliaia di precari che da molti anni stanno garantendo il funzionamento del sistema e rendendo precari molti colleghi di ruolo.

Questo intervento demolitore è stato sostenuto da una campagna ideologica di denigrazione nei confronti degli insegnanti e della scuola, sostenuta direttamente dal Ministro dell’istruzione, con il coro condiscendente di molti esponenti politici e di governo, fondata su una rappresentazione volutamente artefatta della realtà.

Inoltre, scelte che avranno un impatto pesante sull’assetto ordinamentale di tutti gli ordini e gradi del sistema pubblico di istruzione sono state assunte senza il benché minimo supporto scientifico sul piano pedagogico e didattico. Tutto viene giustificato in nome di un improponibile ritorno ad un passato che, per fortuna, non esiste più, dal maestro unico al grembiulino, dal voto in condotta ai voti numerici anche nelle scuole del primo ciclo.

Si manomette il sistema nei settori che hanno garantito risultati di eccellenza a livello internazionale, come la scuola dell’infanzia e quella elementare, e non si affrontano in modo efficace i problemi dei quali soffre la scuola superiore. Al contrario, si prevedono massicci accorpamenti delle classi di concorso, classi sempre più affollate, accorpamenti delle classi anche in presenza di alunni con disabilità, eliminazione delle sperimentazioni, riduzione degli orari al di fuori di ogni ipotesi didattica, eliminazione di centinaia di sedi scolastiche.
A pagare i prezzi maggiori saranno gli alunni più deboli e disagiati, quelli che maggiormente avrebbero bisogno di strutture accoglienti, di insegnanti motivati, di percorsi didattici migliorati e rinnovati.

Quanto al metodo, il Collegio ritiene che qualunque iniziativa di modifica dell’assetto ordinamentale del nostro sistema scolastico non possa prescindere dal coinvolgimento, il più ampio possibile, di tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di scuola, di didattica, di pedagogia - dagli insegnanti, agli intellettuali, alla stessa accademia - intorno alle soluzioni proposte e, soprattutto, alle scelte di fondo che le ispirano. Il ricorso ai Decreto Legge, per giunta approvati con il ricorso al voto di fiducia, ha invece brutalmente annullato ogni possibilità di dibattito e di reale modifica del testo presentato.

Sulla base di queste considerazioni il Collegio valuta positivamente il movimento democratico e partecipato, animato da insegnanti, genitori e studenti che si stanno battendo per salvaguardare il carattere universalistico della nostra scuola pubblica e si impegna a sostenere la mobilitazione in atto in tutte le scadenze che si proporranno.

Decide, infine, di trasmettere la presente mozione agli organi istituzionali competenti, al fine di sollecitare una maggiore attenzione ai veri problemi del mondo della scuola.

Approvato con 2 voti contrari

Collegio docenti dell’istituto Comprensivo di Concorezzo MOZIONE DEL COLLEGIO DOCENTI DELLA SCUOLA “G. MARCONI” di CONCOREZZO – MILANO

Al Ministero della Pubblica IstruzioneRoma

Al Consiglio d’IstitutoIstituto Comprensivo “G. Marconi”Concorezzo – Milano

Alla Dirigente Scolastica

Ai Rappresentanti dei genitori

OGGETTO: mozione in difesa della pluralità docente nella scuola dell’infanzia ed elementare.

Il Collegio docenti dell’istituto Comprensivo di Concorezzo

presi in esame le disposizioni in materia scolastica con attuazione prevista dall'anno scolastico 2009/10 contenute nella legge 133/08, nel DL 137/08 e nello Schema di Piano Programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze di cui all'art. 64 del decreto legge n. 112-08 convertito dalla legge n.133 - 6 agosto 2008

CONSIDERATO CHE:

i modelli scolastici che prevedono la compresenza hanno permesso di migliorare, rispetto al passato, la qualità del servizio scolastico e i risultati sul piano dell'apprendimento, come attestato dalle classifiche europee ed internazionali

nel nostro collegio esiste una positiva esperienza ventennale di collaborazione e condivisione di responsabilità fra docenti maturata attraverso le pratiche della scuola dell’infanzia, del modulo e del tempo pieno nella scuola primaria,

la pluralità docente ha consentito agli insegnanti l’approfondimento delle conoscenze disciplinari e ha favorito lo spirito di collaborazione rendendo la scuola una comunità di conoscenze,

la variabile del tempo dedicato all’educazione/insegnamento nella crescita di un bambino/a non è ininfluente ma determina la qualità dell’apprendimento in un mondo sempre più difficile da interpretare

ESPRIME IL PROPRIO NETTO DISSENSO

1. ALLA REINTRODUZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA DELL'INSEGNANTE UNICO prevista dall'art. 4 del DL 137/08

2. ALLA RIDUZIONE DELL'ORARIO SCOLASTICO OBBLIGATORIO A VENTIQUATTRO ORE SETTIMANALI NELLA SCUOLA PRIMARIA prevista dallo stesso articolo

3. ALLA RIDUZIONE DELL'ORARIO OBBLIGATORIO DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA ALLA SOLA FASCIA ANTIMERIDIANA CON UN SOLO
INSEGNANTE PER SEZIONE

4. ALL' ELIMINAZIONE DEGLI/DELLE INSEGNANTI SPECIALISTI/E DI LINGUA INGLESE NELLA SCUOLA PRIMARIA

5. ALL'INNALZAMENTO DEL RAPPORTO ALUNNI/DOCENTE

6. AI TAGLI DEGLI ORGANICI previsti dalla manovra economica ( 86.000 docenti e 45.000 ATA in meno, nel triennio 2009/2011)

7. ALLA RIDUZIONE DI 8 MILIARDI DI EURO DEL FINANZIAMENTO PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE nel triennio 2009/2011

CHIEDE che

le disposizioni in materia scolastica contenute nella legge 133/08, nel DL 137/08 e nello Schema di Piano Programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze di cui all'art. 64 del decreto legge n. 112-08 convertito dalla legge n.133 - 6 agosto 2008 vengano RITIRATE.

SI IMPEGNA

a mettere in atto le iniziative che potranno contrastarle e a sensibilizzare i genitori della scuola .

Mozione votata a maggioranza con 108 voti a favore , 3 voti contrari, 18 astenuti

Concorezzo, 21/10/08

Mozione del personale Docente e ATA dell'Istituto F. Enriques Castelfiorentino (FI)

MOZIONE DELL’ASSEMBLEA DEL PERSONALE DELL’ I.S.I.S. “F. ENRIQUES DI CASTELFIORENTINO

Il personale dell’ I.S.I.S. “F. Enriques”, riunitosi in assemblea straordinaria, visti i seguenti provvedimenti normativi:

- Legge n. 133 del 6 agosto 2008 (finanziaria estiva)
- Decreto Legge n. 137 del 1° settembre 2008
- Piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze in attuazione dell’art. 64 del D.D.L. n. 112 del 25 giugno 2008, convertito dalla Legge n. 133 del 6 agosto 2008
- La proposta di legge n. 953 del 12 maggio 2008, d’iniziativa del deputato Aprea (norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, e la riforma dello stato giuridico dei docenti)

CONSIDERATO

che il "Piano per la scuola" dei Ministri Gelmini e Tremonti dell’attuale Governo Berlusconi è costituito da un mosaico di iniziative che sfociano in tali provvedimenti:
1. Tutti gli ordini di scuola subiranno drastici tagli all’attività didattica attraverso riduzioni di orario, che vanno dal solo turno antimeridiano nella scuola dell’Infanzia e Primaria, alla riduzione del tempo prolungato nella secondaria di I grado, dove il tempo normale scende a 29 ore invece delle 32-33 attuali, fino alla riduzione generalizzata del quadro orario di tutti gli indirizzi delle secondarie di II grado, con accorpamenti di classi di concorso e discipline che spariranno o che saranno ridotte nell’orario.
Questo significa diminuire il tempo scuola dedicato alla cultura, i laboratori, le discipline. Significa maggiore selezione e dispersione scolastica per i più deboli. Significa un attacco alla qualità della scuola e della vita delle persone.
2. Saranno smembrate e accorpate 2.600 Istituzioni scolastiche, quelle con meno di 600 alunni, e scompariranno 4.200 plessi con meno di 50 alunni, con la cancellazione di scuole dei centri più piccoli e periferici e il conseguente aumento, anche fino a 33 in taluni casi, degli alunni per classe, svilendo in tal modo la relazione educativa, il tempo reale che ogni insegnante potrà dedicare a ciascun bambino e studente, determinando così gli insuccessi scolastici, i problemi di gestione educativa delle classi e disciplinari e di sicurezza degli studenti. Saranno tagliati i posti di sostegno, diminuite le compresenze e le sperimentazioni.
3. Con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni contenute nella legge finanziaria n° 133/2008 nell’arco di un triennio, si prevede un taglio di circa 132.000 posti nella scuola italiana, mentre solo un terzo dei risparmi sarà reinvestito nella stessa. Già nell’anno scolastico 2010 gli organici saranno tagliati di 67.000 posti fra docenti e A.T.A., tagli che in massima parte ricadono sui quei precari, che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole.
Infatti, va messa in evidenza la situazione del personale con contratto a tempo determinato che fino ad oggi è stato assunto per il funzionamento normale della didattica e dell’organizzazione della scuola e che al 30 giugno si trovano senza lavoro (in alcune scuole il precariato arriva anche al 50%), nonostante ci siano posti effettivamente liberi e disponibili nell’organico di diritto.
Si tratta di docenti qualificati, vincitori di concorso, abilitati anche in più discipline, che hanno concluso i famosi corsi SSIS, con dottorati e più specializzazioni, che da anni vivono una situazione di incertezza e di non continuità, anche a scapito degli studenti, dato che certe situazioni di precariato durano da oltre 20 anni.
Tale condizione è comune a tutto il comparto scuola in quanto anche il personale ATA è soggetto al medesimo precariato.
Nella nostra Scuola la percentuale complessiva (personale docente e A.T.A.) di personale con contratto a tempo determinato è del 43%.
Nell’Università e negli Enti di Ricerca il blocco del turn over e le nuove norme sulla stabilizzazione dei precari comporteranno l’allontanamento di 60.000 ricercatori, mentre la riduzione dei finanziamenti e il dimezzamento delle spese di funzionamento spingeranno l’Università a cercare capitali privati trasformandosi in fondazioni (rischio previsto anche per scuole superiori dal progetto di legge dell’On. Valentina Aprea). Ciò determina che alcune Facoltà non potranno sopravvivere e che in altre i privati ne condizioneranno i piani di studio, finendo con il soffocare la ricerca di base.

RILEVATO

- Che la spesa per l’istruzione in 10 anni è sì aumentata, visto che dal 1997 al 2007 ci sono stati ben 5 rinnovi contrattuali, ma non rispetto al PIL, anzi risulta diminuita nello stesso periodo dello 0,2-0,3% circa in termini sia di spesa del MIUR che di spesa pubblica complessiva per l’istruzione (MIUR + oneri a carico degli Enti Locali);
- Che oggi siamo al 3.29% contro una media OCSE del 3,8% e che in Italia va all’istruzione il 9,3% della spesa complessiva, mentre negli altri Paesi la quota si aggira intorno al 13,2%;
- Che gli alunni sono aumentati di oltre 152.000 unità (+ 2%) mentre il numero dei docenti è diminuito del 2,38%;
- Che non è corretto affermare che il 97% della spesa per l’istruzione è destinata agli stipendi del personale. Dai dati, rintracciabili nelle annuali pubblicazioni del MIUR (“La scuola in cifre”), emerge che la spesa per gli stipendi del personale è il 74% della spesa complessiva, al di sotto, non al di sopra, della media europea e OCSE (la media OCSE di spesa per il personale è pari al 79,8% del totale). Infatti il Ministro, nelle sue affermazioni, non vuole tenere conto che ci sono oneri a carico delle Regioni per circa 2 miliardi e 263 milioni di euro e degli Enti Locali per altri 8 miliardi per incombenze, quali edilizia scolastica, trasporto, mensa e diritto allo studio, non conteggiati nel calcolo della percentuale fornita dal Ministero, per costruire l’alibi finanziario per tagliare i posti di lavoro;
- Che tali norme minano i principi stabiliti dal Long life learning varato dall’ Unione Europea e approvato dai singoli Paesi membri con il Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007;
- Che ai provvedimenti di tipo economico-finanziario si aggiungono provvedimenti di dubbia correttezza politica, sociale e educativa quali la costituzione di classi-ponte per gli studenti stranieri che non conoscono la lingua italiana, senza prendere in considerazione tutte le esperienze positive che le varie scuole italiane, sparse sul territorio, hanno costruito già da più anni, con risultati, in molti casi, anche di eccellenza;

ESPRIMONO LE SEGUENTI CONSIDERAZIONI

È possibile parlare di un’organica riforma della scuola, ma una vera riforma richiede complessi processi di elaborazione con il coinvolgimento degli operatori della scuola, e soprattutto investimenti e risorse. L’intera manovra invece si basa sui tagli, non deriva da una riflessione sui processi formativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della legge finanziaria estiva (L. 133/2008) denominato “Contenimento della spesa per il pubblico impiego”. È conseguente che la manovra Gelmini non è fatta per riformare la scuola ma per tagliare la spesa pubblica nella scuola.
La logica è, quindi, quella di dequalificare e destrutturare la Scuola Pubblica Statale ripristinando una scuola di classe. Chi vorrà per i propri figli un’istruzione adeguata sarà costretto a pagare le rette delle scuole private, dal momento che con questi tagli la scuola pubblica non potrà garantire quei servizi, quella qualità e sicurezza che ad oggi, gratuitamente, fornisce a tutti i cittadini.
La stessa Università sarà sempre più accessibile solo a chi potrà sostenere l’esponenziale crescita delle tasse universitarie che oscilleranno tra i 6.000 e i 10.000 euro l’anno. Infatti con la loro trasformazione in fondazioni saranno soggette al diritto privato e non a quello pubblico che attualmente stabilisce un tetto massimo per le tasse universitarie.
Rispetto all’estensione della valutazione in decimi per le scuole elementari, la questione non è se sia più o meno giusto il voto, ma quanto è a monte e all’interno di esso, l’implicito ed esplicito patto educativo su cui si crea l’interazione fra docente e alunno, la condivisione delle mete da raggiungere. Ricorrere al voto anche con i bambini costituisce un mezzo per scavalcare la complessità della relazione educativa scambiando serietà con severità.
I problemi che possono sorgere nei rapporti tra persone che provengono da differenti culture e che si esprimono con linguaggi e lingue differenti non si risolvono con l’emarginazione e la divisione. La scuola, se dotata di corrette risorse umane e finanziarie, è in grado di affrontare i problemi che l’integrazione di studenti stranieri può apportare. Soprattutto per i bambini riteniamo, in base alle nostre esperienze didattiche consolidate, che la comunicazione tra pari dia l’opportunità di una più rapida integrazione.
Questi provvedimenti di natura economica non tengono conto della complessità della scuola e riducono il valore educativo di questa ed il suo peso reale nella formazione delle future generazioni.

Nell’immediato con la realizzazione della così detta riforma e dei tagli, da settembre le famiglie italiane ed in particolare le donne dovranno affrontare spese di non poco rilievo:

- con la riduzione dell’orario della scuola di base (8:30-12:30) le famiglie, e soprattutto le madri rinunciando al loro lavoro, dovranno farsi carico dei figli, a meno che non possano permettersi di pagare istituzioni private o baby-sitter.
- Se molti plessi scolastici periferici e istituti di piccole dimensioni saranno chiusi, saranno le famiglie e gli Enti Locali (ma solo se avranno le risorse) a dover provvedere al trasporto dei bambini
- Se decine di migliaia di precari verranno di fatto “licenziati” è facile prevedere che i costi sociali accentueranno la crisi economica in cui versa il paese.

Noi lavoratori della scuola ci siamo sempre battuti affinché alla nostra istituzione pubblica sia riconosciuto quel ruolo fondamentale di guida della cultura e della promozione sociale, ricca di valori propositivi e positivi, così come sancisce la nostra Costituzione. Viviamo la scuola come opportunità di piena realizzazione offerta a chiunque, come concreta attuazione del principio di uguaglianza consacrato dalla nostra Costituzione.

Pertanto tutto il personale chiede:

Che il Parlamento riveda la sostanza della Legge n°133/2008

Che il Parlamento non converta in legge il Decreto n°137/2008

Che il Parlamento in conseguenza alla revisione della Legge 133/2008 respinga il piano programmatico di attuazione della stessa

Che il Parlamento rigetti la Proposta di legge n. 953 12 maggio 2008

Che il Parlamento si operi per un reale miglioramento della scuola pubblica

Che si apra in Italia un confronto costruttivo con il mondo della scuola e con tutti i soggetti coinvolti

Seguono firme in allegato:

Castelfiorentino, 23 ottobre 2008

Istituto Statale d’Arte di Potenza I Docenti, il personale ATA e il Dirigente Scolastico dell’Istituto Statale d’Arte di Potenza,

analizzati i provvedimenti emanati dal Governo in tema di istruzione e precisamente:

§ l’art. 64 della Legge n.133 del 6 agosto (ex-decreto Brunetta);

§ il Decreto Legge n. 137 del 1° settembre;

§ il Bilancio di Previsione dello Stato per l’anno finanziario 2008;

§ il Piano Integrato presentato dal ministro Gelmini il 19 settembre;

considerato che:

con questi provvedimenti, che vanno ad aggiungersi alle riduzioni contenute nella Legge Finanziaria 2008, nell’arco di un triennio si prevede la riduzione di 87.341 posti del personale Docente e di 44.500 posti del personale ATA, per un totale di circa 132.000 posti di lavoro;

l’art. 64 della Legge 133/08 recita: devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012, per un totale di circa 8 miliardi di euro in quattro anni;

nel Bilancio dello Stato sono state effettuate, in questi anni, rilevanti riduzioni degli stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole, passando dai 331 milioni di Euro assegnati nel 2001, ai 60 milioni stanziati per il 2008 (-81.9%) e per le supplenze brevi, passando da 889 milioni di Euro nel 2004 a 246 milioni nel 2008 (-72,4%);

la riqualificazione della scuola pubblica passa necessariamente da un incremento degli investimenti nell’istruzione, attualmente ben lontani dalla media europea, in relazione al PIL; al contrario, sembra che i provvedimenti adottati non derivino da una coerente riflessione sui processi formativi, didattici ed educativi, quanto piuttosto da esigenze di ulteriori tagli di spesa (come dimostra il fatto che l’art. 64 è inserito nel Capitolo “Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego”, della Legge 133/08);
rilevato che:

§ la specificità degli Istituti d’Arte non è riconosciuta e non trova menzione alcuna nello schema del suddetto Piano;

§ l’ipotesi di trasformare gli Istituti d’Arte in Licei Artistici (o peggio di consegnarli alla Formazione Professionale di competenza regionale) non tiene conto della storia e della peculiarità pedagogico-didattica che è alla base della nascita di tali Istituti;

§ nell’ipotesi che gli Istituti d’Arte vengano trasformati in Licei artistici, è previsto un forte taglio nel monte ore curricolare che dovrebbe scendere dalle attuali 39 ore settimanali a 32. Tale provvedimento andrebbe a snaturare la forte caratterizzazione degli istituti d’Arte, nel cui curricolo, le materie teoriche e culturali trovano un privilegiato contesto esperienziale nelle discipline d’indirizzo;

§ l’aumento del numero di alunni per classe svilisce la relazione didattico-educativa, poiché viene ridotto il tempo reale che ogni insegnante dedica a ciascuno studente: si avrà così un’ulteriore crescita degli insuccessi scolastici e dei problemi di gestione, anche sul piano disciplinare. Inoltre un elevato numero di alunni per classe mina l’efficacia dell’azione didattico-educativa, in particolare nelle attività di laboratorio, che richiedono un costante rapporto diretto con gli insegnanti;

§ il disegno di ridimensionamento degli istituti con meno di 500 alunni, appare discriminante soprattutto per realtà come quella lucana, caratterizzata da una difficile situazione geomorfologica e infrastrutturale. In particolare, per quanto riguarda gli Istituti d’Arte, un eventuale accorpamento, con la soppressione della dirigenza e degli uffici di segreteria, determinerebbe un’ulteriore perdita dell’identità dell’istituto stesso;

esprimono forte preoccupazione e invitano il Ministro dell’Istruzione:

§ a rivedere la filosofia complessiva che sottende il Piano proposto;

§ a riaprire un confronto reale con il mondo della scuola, affinché provvedimenti di tale portata possano essere valutati, discussi e condivisi con coloro che nella scuola vivono ed operano quotidianamente;

§ a salvaguardare l’istruzione artistica nel nostro paese e, in particolare, la specificità degli Istituti d’Arte, menzionando esplicitamente quest’ordine di scuola nei provvedimenti adottati e mettendo a valore le esperienze maturate negli anni, senza le quali nessuna proposta di riforma può essere credibile.

Potenza, 15 ottobre 2008

(seguono firme del Dirigente Scolastico, del Dirigente Amministrativo, di 50 docenti e 13 del personale ATA)

Blocco viaggi istruzione - Ist. Istr. Sup.“B. Russell” di Milano MOZIONE ANTIGELMINI - BLOCCO DEI VIAGGI D’ISTRUZIONE
Istituto Istruzione Superiore “B. Russell” di Milano

Nella seduta del giorno 14-10-2008 il Collegio dei Docenti si è espresso, mediante votazione palese, contro l’approvazione dei progetti relativi ai viaggi d’istruzione per l’anno scolastico 2008-09. Poiché si è trattato di una decisione assunta al termine di una seria e responsabile riflessione sul ruolo dei docenti all’interno della Scuola che si prospetta qualora venisse convertito in legge il decreto presentato dall’attuale governo, i Docenti dell’Istituto Superiore B. Russell ritengono opportuno portare a conoscenza dei sigg. genitori e degli studenti le motivazioni che li hanno indotti a farsi carico di tale, sofferta risoluzione. Benché convinti della validità didattica dei viaggi d’istruzione e pur consapevoli che essi costituiscano, oltre che un arricchimento dell’offerta formativa destinata agli alunni, anche un momento importante nel loro processo di crescita culturale, gli Insegnanti si sono espressi a larga maggioranza contro la realizzazione dei suddetti viaggi, per veicolare, attraverso un segnale forte, il proprio senso di disagio, sia a causa dei reiterati attacchi alla loro professionalità da parte di alcuni ministri e di alcuni organi di stampa, sia del metodo utilizzato dal governo per riformare la Scuola. La politica dei tagli nasconde un progetto ben preciso che si traduce nella volontà di licenziare e di smantellare il sistema della Pubblica Istruzione, riducendo la cultura a una merce da vendere in appositi diplomifici.
In questa direzione si muove anche l’ipotesi di trasformare in un prossimo futuro le scuole in Fondazioni, con tutti i danni che la realizzazione di questo progetto comporterebbe per la libertà dell’istruzione. Siamo, invece, convinti che la formazione culturale e la maturazione umana dei ragazzi debba passare attraverso una scuola pluralista e aperta allo scambio delle idee. E’ questa, infatti, la sola via per insegnare ai nostri ragazzi a pensare in modo autonomo e senza condizionamenti di sorta.
E’, pertanto, contro quest’idea aziendalista di scuola e di cultura che i Docenti dell’Istituto Russell si stanno mobilitando, ed è in quest’ottica che rientra la decisione di bloccare i viaggi d’istruzione che, tra l’altro, muovono un enorme giro d’affari, unicamente grazie all’impegno (non retribuito) che ogni anno gli Insegnanti profondono per accompagnare gli studenti.
Siamo convinti che le ragioni della nostra scelta saranno comprese, e speriamo anche condivise, dalla maggioranza degli studenti e dei genitori.

Milano, 21 ottobre 2008

Genitori firmatari dell’IC VR 13 “Primo Levi”

Genitori firmatari dell’IC VR 13 “Primo Levi

Come genitori siamo molto preoccupati ed indignati per ciò che sta colpendo la scuola!
Mentre per tutta l’estate, in tv, ci hanno fatto discutere di grembiule sì e grembiule no, ben altro stava passando, senza nessun dibattito non solo con noi genitori, ma neppure con chi nella scuola ci lavora... A settembre abbiamo capito che la riforma, quella vera, non si occupava di METTERE (grembiuli, disciplina o quant’altro) ma semmai di TOGLIERE: toglie tempo, insegnanti, laboratori, opportunità, scuole... insomma toglie quantità e qualità alla scuola, da quella primaria a quella secondaria superiore. Su molti punti ci sentiamo presi in giro!

- Ci viene ripetuto, a parole, che il tempo pieno non sarà toccato; siamo andati a leggere il decreto 137, e lì c’è scritto altro, cioè che “nell'ambito degli obiettivi di contenimento … le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.” Come? Non si dice, ma c’è una nota. Siamo andati a leggerla, abbiamo trovato il riferimento alla legge n. 133 (del Ministero dell’Istruzione di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze), dove c’è scritto che la possibilità di avere più tempo scuola dipende dal numero di insegnanti che verrà ogni anno assegnato alla scuola; ma, più avanti, si spiega che è necessario ridurre il personale; in particolare per l’anno prossimo si prevede un taglio di 10.000 insegnanti proprio attraverso la riduzione delle ore di scuola. Altri 6000 insegnanti saranno tagliati aumentando il numero di alunni per classe dello 0,20, e altri 4000 riducendo gli insegnanti di inglese (ma l’inglese non era una priorità?), altri chiudendo le piccole scuole. Tagli saranno effettuati anche alle medie riducendo anche lì l’orario della scuola (da 32 ore settimanali a 29) e introducendo limiti al tempo prolungato. Perciò come si manterrà il tempo pieno? Non abbiamo trovato alcun impegno scritto.

- Nei documenti si dice che “il modello dell’insegnante unico appare più funzionale all’innalzamento degli obiettivi di apprendimento, …favorisce l’unitarietà dell’insegnamento soprattutto nelle classi iniziali,… semplifica e valorizza la relazione fra scuola e famiglia e nell’arco di vita intercorrente dai sei ai dieci anni si avverte il bisogno di una figura unica”. A noi genitori, però, non sembra così positivo che nostro figlio per 5 anni conosca un solo modo di apprendere, un solo modello educativo, un maestro solo, che da solo deve gestire tante situazioni differenti, senza la possibilità/necessità di confrontarsi con altre modalità di intervento, che dovrebbe approfondire conoscenze e metodi didattici di tutte le materie, un super-maestro, insomma, che basta a tutto.
A questo maestro solo noi preferiamo il “gruppo” maestre, che mettono insieme le loro capacità e conoscenze specifiche, a volte si aiutano nei loro limiti e difficoltà, che organizzano insieme dei laboratori o dividono gli alunni in gruppi per meglio rispondere ad alcune specifiche esigenze: questa, crediamo, è la strada reale per una formazione il più possibile completa ed adeguata alla nostra società, che non è più quella di una volta.

- Nei documenti di dice anche che “il rapporto alunno/ docente è incrementato per una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente”, insomma si aumentano gli alunni per classe non per risparmiare, ma per permettere agli insegnanti di esprimere meglio le loro potenzialità; ancora c’è scritto che “la polverizzazione sul territorio di piccole scuole non risulta funzionale al conseguimento degli obiettivi didattico-pedagogici, in quanto non consente l’inserimento dei giovani in comunità educative culturalmente adeguate a stimolarne le capacità di apprendimento e di socializzazione”, cioè è nell’interesse della socializzazione dei bambini di contrade o paesini, che si chiudano loro le scuole, obbligandoli a farsi ore di strada per andare a scuola…

Perciò ci sentiamo presi in giro da provvedimenti che, dietro discutibili giustificazioni pedagogiche, hanno come solo obiettivo il risparmio delle finanze: come genitori questo ci indigna, perché, a casa nostra, risparmiamo prima sulle cose superflue, poi sulle cose necessarie e solo alla fine, possibilmente mai, sul futuro dei figli.
Per questo vogliamo come genitori associarci alla protesta degli insegnanti e far sentire anche la nostra voce contro questa riforma.

Genitori firmatari dell’IC VR 13 “Primo Levi”