CLASSI DIFFERENZIALI PER MIGRANTI
La Lega e il governo hanno colpito ancora: la Camera ha approvato una mozione del leghista Roberto Cota, intrisa di razzismo ignobile e presupposti didattici demenziali, che impone alle scuole di creare classi differenziate, pudicamente chiamate “di inserimento” per i bambini/e extracomunitari che non superino un test linguistico e una valutazione generale. Queste classi differenziate dovrebbero “consentire agli studenti stranieri di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all’ingresso nelle classi permanenti”. Questo ingresso, comunque, non potrà avvenire dopo il 31 dicembre: e se in un paio di mesi il bambino/a non è considerato “pronto”, resterà nella “differenziata” tutto l’anno
Chiunque abbia una pur minima conoscenza di didattica, sa che i pochi esperimenti (l’ultimo in Italia svolto a Firenze cinque anni fa su un nucleo di bambini extracomunitari) di classi differenziate hanno dato puntualmente risultati disastrosi e sono stati abbandonati anche dai più tenaci “separatisti”. E i motivi sono ovvii: bambini e bambine imparano rapidamente l’italiano se stanno con italiani/e; se invece sono separati, o continuano a parlare la lingua prevalente quando c’è un gruppo linguistico maggioritario, o sprofondano nella babele dei mille linguaggi diversi. Ma al governo la didattica non interessa affatto, esattamente come Gelmini non si è mai posta davvero il problema della ricaduta didattica dei voti alle elementari, della bocciatura in condotta e dei grembiulini.
Al governo (e anche a tanta finta opposizione, che, quando ha
governato, ha favorito non poco questa terrificante deriva) interessa solo il
messaggio di ordine, di discriminazione, di separazione, di disciplina coatta
e punitiva: sono questi i provvedimenti equivalenti, nella scuola, alla feroce
campagna sulla sicurezza. Mentre l’intero sistema finanziario e liberista
è al tracollo, immiserendo ulteriormente milioni di italiani/e, il messaggio
che si invia al popolo è: non prendetevela con il potere economico e
politico, non battagliate con i “primi” della società, ma,
da bravi “penultimi”, entrate in guerra con gli “ultimi”
affinché non vi scavalchino. Lo sciopero generale e la manifestazione
nazionale del 17 ottobre saranno anche la più forte e indignata risposta
a questa ulteriore e gravissima istigazione al razzismo.