Il prossimo passo? basta guardare nel sito di Forza Italia, il partito della Gelmini: questo link ad un articolo di un blog di estrema destra http://blacknights1.blogspot.com/ che è un peana sulle le classi differenziali per handicappati, lenti, vivaci, immigrati... Degno di Goebbels
16 ottobre 2008
Scuola: sì alle classi differenziali
Non so quanti, leggendo il titolo, riescano a collegare le due parole “classi
differenziali” con le “classi ponte” approvate alla camera
con la mozione Cota.
Le classi differenziali erano, negli anni sessanta e settanta prima della loro
incauta abolizione dovuta alla massificazione voluta dalla sinistra, quelle
classi dove venivano inseriti tutti i bambini troppo “vivaci” o
troppo lenti nell’apprendimento che, con la loro vivacità o con
la loro lentezza, danneggiavano il regolare apprendimento degli altri bambini.
Le classi differenziali servivano dunque ad un duplice scopo:
1) permettevano il regolare svolgimento del programma di studi per i bambini
che non manifestavano né troppa vivacità, né troppa lentezza
nell’apprendimento;
2) aiutavano questi bambini ad apprendere, con corsi e lezioni mirate.
Era talmente normale l’esistenza di simili classi che, a Bologna, una
scuola era pressoché interamente dedicata loro.
Arrivò poi il sessantotto, la sinistra massificatrice e circa 30 anni
fa le classi differenziali furono abolite.
I programmi scolastici non furono più rispettati e così abbiamo
il risultato di una scuola dissestata come è quella di oggi.
Da alcuni anni al cronico e naturale problema di bambini troppo vivaci o troppo
lenti, si aggiunge anche quello dei figli degli immigrati che non conoscono
l’italiano e sono motivo di ulteriore danno per tutti, rallentando i programmi,
ma anche essendo motivo di disturbo nella complessiva economia di una classe
il cui buon apprendimento deriva da svariati fattori, non ultimo quello della
omogeneità delle basi di partenza.
La mozione Cota, approvata dalla camera, ha deciso l’introduzione di “classi
ponte” che altro non sono che le vecchie classi differenziali.
Dopo la restaurazione del voto in condotta, del grembiule, del maestro unico,
finalmente si è compreso che anche la qualità della classe deve
essere oggetto di intervento per tornare ad avere studenti che studiano con
profitto e, così si pensa di restaurare le classi differenziali.
Non posso che esserne lieto.
Ricordo un mio amico di infanzia che ha frequentato quelle classi ed ora è
uno stimato professionista.
Non si è laureato, ma i docenti di allora (altra tempra, altra qualità
rispetto a quelli di oggi: allora insegnare non era un mestiere e neppure una
professione, ma una missione !) riuscirono a fargli capire che poteva realizzarsi
in altro modo che non con i libri.
Così è stato.
Ne ha guadagnato lui, ne abbiamo guadagnato noi che con il nostro maestro proseguimmo
e completammo regolarmente il nostro programma di studi.
Mi piacerebbe che il ministro Gelmini avesse il coraggio di non centellinare
le riforme che si propone di fare, ma di esprimere, sic et simpliciter, la volontà
di restaurare la scuola secondo la Riforma Gentile, l’unica che sia seria
e fruttuosa, per chi studia e per la società.
In questi giorni studenti, docenti e genitori sono uniti nell’orgia scioperaiola
e si rivedono gli istituti occupati.
Ecco se questa è la scuola pubblica che dobbiamo pagare, allora ben vengano
i tagli, anzi ben venga l’azzeramento di ogni finanziamento e la soppressione
della scuola pubblica, perché è inutile, anzi dannoso, pagare
per una scuola nella quale i docenti e i genitori incitano gli studenti non
a studiare (che sarebbe il loro unico compito) ma a scioperare ed occupare le
aule.
Non mi va che i miei soldi siano spesi per costoro, preferisco che mi siano
lasciati in tasca per pagare eventualmente una seria scuola privata, all’antica,
con un programma da seguire e che sarà svolto senza grilli per la testa.