Iscriversi alla scuola pubblica nell’era della Gelmini
Breviario di autodifesa per genitori e insegnanti
alla vigilia delle iscrizioni

Il governo in carica ha varato nei mesi scorsi leggi che prevedono ingenti tagli e i cambiamenti organizzativi (maestro unico, ecc.) che permettono questi tagli. Mancano ancora però i regolamenti attuativi e per questo il governo ha spostato di un mese il termine delle iscrizioni (28 febbraio).
Poiché queste trasformazioni della scuola avrebbero un effetto distruttivo sulla sua qualità e ridurrebbero moltissimo i diritti dei genitori, è importante organizzarsi per esercitare il massimo di tutela fin dai prossimi giorni in occasione delle riunioni di presentazione delle scuole e delle iscrizioni. Ovviamente questo passaggio è cruciale per i genitori dei nuovi iscritti alle classi prime, ma in questo momento di lotta contro la riforma riguarda tutti i genitori, anche quelli degli iscritti alle classi intermedie che non rimarrebbero certamente immuni dalle ricadute dei tagli.

Ecco alcuni consigli su come fare allo stato attuale della normativa:

A Se la scuola attraverso i propri organi collegiali (Consiglio di Istituto e Collegio docenti) ha deciso di proporre ai genitori la riconferma dei modelli scolastici dello scorso anno (40 ore nella scuola d’infanzia, tempo pieno con doppia titolarità e compresenze e modulo a 30 ore con compresenze nella scuola primaria, tempo normale o prolungato alla scuola secondaria di primo grado) non si pone – per ora – problema e si può passare al punto D.
Un’eccezione nel caso che i modelli di iscrizione passati fossero già fortemente intaccati dai processi di controriforma Moratti o dai tagli; in questo caso conviene passare al punto C e richiedere ciò che riteniamo ci spetti di diritto.

B Se la scuola – per lo zelo inopportuno del dirigente o degli organi collegiali – pensa di proporre modelli scolastici con tempi e qualità ridotti ispirati alla riforma Gelmini occorre ricordare loro che attualmente non ci sono ancora normative che lo permettono, per cui la loro offerta si configura come illegittima.
Inoltre i genitori e i docenti possono raccogliere firme per richiedere la conferma dei modelli dello scorso anno senza riduzioni dell’offerta scolastica (modello 1). Le firme vanno inviate a più soggetti istituzionali possibili e si auspica che riescano a convincere gli organi della scuola a ritornare sui loro passi. La pressione è utilissima anche nei momenti di assemblee per la presentazione delle scuole e negli open day, attraverso volantinaggi e raccolte di contatti.
Gli insegnanti e i genitori possono inoltre intervenire sulle decisioni attraverso gli organi collegiali. Si può infatti chiedere la discussione all’ordine del giorno del Collegio dei docenti e del Consiglio di Istituto la discussione dei modelli didattici e organizzativi delle scuole e votare la riproposizione dei modelli dello scorso anno.

C Se la scuola persiste nel proporre modelli scolastici ridotti ispirati alla riforma occorre organizzarsi come comitati o gruppi di genitori per due iniziative:
1) fare campagna per il rifiuto dei modelli riformati con un numero ridotto di ore (24 e 27 ore nella scuola elementare, 29 ore nella scuola media) in modo che nessuno li scelga all’atto dell’iscrizione;
2) compilare e presentare i Modelli di iscrizione di salvaguardia (modelli 2) in cui richiedere ciò che per legge può essere richiesto (questi modelli, individuali o collettivi, vanno inviati anche al maggior numero di soggetti istituzionali possibile).

D In tutti i modi all’atto dell’iscrizione è utile affiancare al modello ufficiale proposto dalla scuola un Modello di iscrizione di salvaguardia (modelli 2) per sottolineare la consapevolezza delle proprie richieste e per fare giungere questo messaggio ad altri soggetti istituzionali e alla stampa.

Con le iscrizioni non si chiuderà di certo la lotta per difendere la nostra scuola. Il governo ha fissato nella legge 133 obiettivi di tagli del personale che sono enormi (132.000 in 3 anni). Tutelarci all’atto dell’iscrizione e continuare a rivendicare i nostri diritti può servire a convincerli che non possono permettersi un tale sfacelo anche in termini di consenso.
Ma solamente a marzo-aprile potremo capire se la nostra resistenza è stata efficace. In quel periodo infatti arriveranno nelle scuole i numeri del personale assegnato. Solo in quel momento potremo sapere se avremo conservato la nostra scuola oppure se i distruttori saranno andati avanti come se nulla fosse.
È quindi fondamentale arrivare a quel momento con il maggior numero di garanzie possibili e con la rete di contatti allargata al massimo, in modo da poter riprendere immediatamente la parola e la lotta per i nostri diritti.

Ovviamente la campagna sulle iscrizioni non sostituisce le altre iniziative ma si affianca ad esse. In questo periodo è indispensabile continuare tutte le iniziative creative, le raccolte di firme e le manifestazioni che hanno permesso al movimento di diffondere un’informazione critica, di conquistare le pagine dei giornali locali e nazionali, di essere in piazza a difendere insieme la scuola pubblica. Questo ritrovarci collettivamente è il motore fondamentale delle nostre lotte e continueremo a farlo funzionare anche in questi giorni.

Per continuare l’opera di controinformazione oltre ai materiali che circolano in rete, si possono scaricare o inoltrare un volantino sulla situazione attuale (Facciamo il punto) e un opuscolo sull’impoverimento didattico, culturale e civile rappresentato dai diversi interventi di questa “riforma” (Cosa si “guadagna” e cosa si perde).

Richiedere l’apertura di nuove sezioni a Tempo Pieno:

Un caso particolare riguarda i genitori delle future classi prime (scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) che volessero richiedere l’apertura di nuove sezioni a Tempo Pieno e Prolungato. Essi devono iniziare un percorso di richieste e di coinvolgimento della scuola e delle amministrazioni locali. Non è un percorso facile ma negli ultimi anni molti comitati genitori che hanno agito con determinazione sono riusciti ad avere successo nonostante le resistenze incontrate. Si può scaricare dal sito un riassunto dei passaggi da fare con i modelli predisposti .

A cura del CESP – CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA e del COORDINAMENTO NAZIONALE IN DIFESA DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO
c/o Cesp Bo – cespbo@iperbole.bologna.itvia San Carlo, 42 Bologna - tel 051.241336 fax 051.3371864
Tutti i materiali su www.cespbo.it


Superate le 100.000 firme, 55.000 cartacee e 45.000 on line. Continuiamo la raccolta!!!!