La voce della ministra: un'intervista chiarificatrice.
Ecco un'intervista dalla Gelmini alla Stampa: il ministro
parla chiaro e spiega finalmente l'arcano di come possano convivere:
- l'attuazione della riforma nella scuola primaria
- la realizzazione dei tagli
- la scelta da parte delle famiglie dell'orario di 24 - 27 - 30 o 40 ore.
L'unico dato positivo èche traspare abbastanza visibilmente il fatto
che la Mariastella non abbia la minima idea del caos in cui sta gettando le
scuole.
Per lei è semplice, più o meno funzionerebbe così: tu,
maestra A fai 22 ore nella classe 1A e siccome le famiglie vogliono 27 ore tu,
maestra B ne fai altre 3 (+ le due ore dell'insegnante di religione). Non importa
che le maestre A e B si parlino: che ce ne frega di cosa insegnano? Basta che
stiano in classe a lavorare.
tu invece maestra C fai 22 ore nella classe 1B e siccome le famiglie vogliono
40 ore - tu maestra B integri lì il tuo orario, ne fai 16 (+ le due ore
dell'insegnante di religione). La suddivisione delle ore la fa il direttore
in base all'anzianità ed il gioco è fatto. Semplice, no? Così
stanno tentando di distruggere la scuola elementare, perché troppo egualitaria
e troppo concentrata sui soggetti più deboli!.
NESSUN DIETROFRONT SUL MAESTRO UNICO
intervista al Ministro Gelmini da La Stampa.it
La Gelmini ha incassato il colpo dell’Onda e ora deve
fare marcia indietro. Così dicono di lei, signora ministro. Cosa replica?
Siamo di fronte ad una ingegneria della mistificazione. Voglio essere chiara
subito: il maestro unico resta. Chiaro? Anzi: resta solo il maestro unico. Il
modulo dei due maestri su tre classi è morto e sepolto per sempre».
E chi è invece che mistifica? «La sinistra. È veramente
pazzesco: mi hanno fatto una guerra su questo, l’hanno persa e ora si
inventano che io, pressata dai loro scioperi e dalle loro proteste, sono tornata
sui miei passi con la coda tra le gambe. Ma scherziamo?».
Ministro, ma qualche cosa è cambiato o no? Adesso si parla di maestro
unico come «opzione». Non è stato sempre così. «Vede?
Siete caduti anche voi nella rete della disinformazione. E' stato sempre così,
invece. Tale e quale da sei mesi, da quando queste cose le ho scritte nel piano
programmatico. Andatelo a rileggere».
Allora facciamo come ai quiz televisivi: una domanda per volta. Le famiglie
e le scuole possono o no fare delle opzioni sul maestro unico? «No. Il
maestro è sempre unico».
Allora su cosa possono farle? «Sull’orario scolastico». Si
spieghi, prego. «Un docente ha un orario di lavoro di 22 ore. Se si sceglie
di adottare l’orario di 24 ore settimanali, quella classe avrà
un maestro unico, più due ore fatte da quelli di materie specialistiche,
come religione o inglese, per esempio. Idem se si opta per le 27 ore».
Se poi però si sale alle 30 ore o addirittura al tempo pieno di 40 ore,
è detto esplicitamente che i maestri sono due. «Già, ma
sono due nel senso che uno fa un certo numero di ore e quando ha finito arriva
l’altro. Non c’è compresenza, non c'è modulo. Prima
lavora uno poi lavora l’altro».
Senta, ministro, ma perché potendo scegliere una scuola a tempio pieno,
o con un orario più generoso, una famiglia dovrebbe decidere di tenersi
il «modello base» da 24 ore? «Queste sono scelte educative
che ogni famiglia fa autonomamente. La scuola deve solo offrire la possibilità
di aderire a più modelli».
Ma se in una classe si alternano due docenti, il maestro unico salta? «Uno
sarà il maestro prevalente. Ma il modulo come è stato concepito
fino ad oggi non c’è più».
Non c’era stato un parere della commissione Istruzione della Camera perché
alle famiglie venisse data la possibilità di scegliere tra maestro unico
e modulo?
«No. Mai. La commissione aveva suggerito di fornire alle famiglie la possibilità
di poter optare tra diverse formule di orario, e questo suggerimento noi l’abbiamo
recepito. Ma che c’entra tutto questo con il passo indietro sul maestro
unico?».
E' una mistificazione anche il fatto che ha stoppato la riforma delle superiori
di un altro anno? «Non ho fermato nessuna riforma. Tant’è
che procederò nelle prossime settimane a varare i provvedimenti relativi
anche a questo segmento dell’istruzione».
E che cosa ha fatto, allora, dato che ne ha rimandato l'attuazione al 2010?
«Ho deciso di dedicare più tempo ad una campagna di informazione
presso le scuole e le famiglie, sul carattere e sulle novità di questa
riforma varata dai miei due diretti predecessori, Moratti e Fioroni. Una campagna
in questo senso partirà all’inizio dell’anno nuovo. Poi ci
sono ancora alcuni pareri da acquisire, alcune decisioni da tradurre in provvedimenti
normativi. Una cosa è fare le cose nei tempi giusti, altro è dare
uno stop. Giusto?».