Sabato 28 marzo, in piazza a Roma docenti, Ata e studenti.
Come volevasi dimostrare: i Cobas da mesi danno l'allarme sul Piano Tremonti-Gelmini,
sulla distruzione programmata di almeno 150 mila posti di lavoro nella scuola
in un triennio, mentre governo, opposizione (si fa per dire) e sindacati concertativi
minimizzavano.
Ora i dati sono sotto gli occhi di tutti: la prima "tranche" della
macelleria didattica e sociale del duo Tremonti-Gelmini prevede la cancellazione
da settembre di 42 mila cattedre a cui vanno aggiunti circa 15 mila posti Ata
in meno.
Per quel che riguarda i docenti, ad essere massicciamente colpito è sopratutto
il Sud, le elementari senza Tempo pieno e le medie inferiori: il 62% dei posti
in meno alle elementari riguarderanno le regioni meridionali; quasi 16 mila
cattedre (il 10% del totale) saranno cancellate nelle medie inferiori e oltre
11 mila nelle medie superiori formandovi classi sovraffollate (anche fino a
35 alunni/e).
Sarà la Campania la regione più massacrata dai tagli (5628 cattedre
in meno).
Di fronte a questa strage didattica e sociale, che colpirà in primo luogo
i precari/e, tutto quel che sa dire la presunta opposizione parlamentare, per
bocca della ex-viceministra Bastico, è che "i parametri scelti per
i tagli sono oscuri" e che "tutto è stato deciso a Roma senza
un confronto con le Regioni": come se, adottando altri criteri di taglio
e un "dialogo" con le Regioni, la macelleria scolastica divenisse
accettabile.
In quanto ai sindacati concertativi, mostrano sorpresa: chissà perchè,
visto che il Piano Tremonti e i regolamenti applicativi Gelmini erano a loro
ben noti da tempo; e comunque si guardano bene da convocare forme di lotta incisive
e scioperi della categoria.
I Cobas non considerano chiusa la partita e invitano docenti, Ata - e in particolare
i precari, prime vittime del massacro - e studenti a partecipare in massa alla
manifestazione nazionale (indetta insieme a Cub e SdL) che si terrà a
Roma sabato 28 marzo contro i tagli e la distruzione della scuola pubblica,
sulla Piattaforma anti-crisi del sindacalismo alternativo in contrapposizione
ai piani dei ministri del G14 che si riuniranno a Roma per proseguire nelle
politiche sociali catastrofiche che hanno portato alla crisi.
Tappa successiva della lotta sarà poi lo sciopero generale convocato
da Cobas, Cub e SdL per il 23 aprile.