L’altra sponda dell’immigrazione
Nei media e nei discorsi di molti politici l'immigrazione è associata alla criminalità ed è affrontata come un problema di ordine pubblico. Le immagini di barconi stracolmi, di uomini ammassati nei centri di prima accoglienza e di detenzione, le foto segnaletiche dei responsabili di crimini, prevalgono sulle storie di vite. Delle migliaia di donne e uomini che arrivano in Italia da Paesi più poveri non conosciamo le case in cui vivono, le famiglie con cui condividono la migrazione, le condizioni in cui svolgono il loro lavoro.
A partire da due inchieste, vogliamo discutere di lavoro nero, caporalato, di lavoratori immigrati che vivono in condizioni di schiavitù e muoiono nelle campagne; delle vicende drammatiche che i migranti affrontano per arrivare in Italia; delle politiche migratorie italiane ed europee, che mettono i migranti nelle mani di trafficanti di vite umane e di poliziotti corrotti, nel totale disprezzo dei diritti umani. Ma discutere anche di esempi positivi di lavoro sociale e di accoglienza con e agli immigrati nelle città italiane.
Venerdì 3 aprile 2009
h. 17.30 al Modo Infoshop (Via Mascarella 24, Bologna)
Presentazione del libro:
Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi
schiavi nelle campagne del Sud
di Alessandro Leogrande (Mondadori, 2009).
Ne discutono con l’autore: dott. Ernesto Gelonesi (Sokos), Constantin Constantin (Aven Amenza Savale), Piano b
Ogni estate migliaia di stranieri, provenienti dall'Africa e dall'Europa dell'Est, si riversano nel Tavoliere delle Puglie per impegnarsi nella raccolta dei pomodori. Sono i nuovi braccianti: vivono in casolari diroccati o in baraccopoli, in condizioni igieniche, lavorative e salariali atroci. Diventano vittime dei caporali i quali, d'accordo con i proprietari terrieri della zona, li smistano in tutta la regione. Tra i "nuovi schiavi" che hanno provato a ribellarsi, molti sono scomparsi nel nulla, altri sono morti in circostanze misteriose. Grazie alla denuncia di tre ragazzi polacchi nell’estate del 2005, un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia ha portato all'arresto di decine di caporali. L'autore ha incontrato i migranti, ha studiato le tecniche e le "biografie" dei nuovi kapò, ha interrogato magistrati, avvocati, medici, sindacalisti. Racconta un Sud in bilico tra arretratezza e modernità, all'avanguardia nella gestione del nuovo mercato delle braccia. Un Sud dinamico e al contempo immutabile, in cui la terra si lavora come cento anni fa quando a essere sterminati nelle campagne erano i braccianti pugliesi.
Sabato 4 aprile 2009
h. 16.00 Scuola popolare di musica Ivan Illich (via Giuriolo 7, Bologna)
Seminario con l’associazione Asinitas
Onlus
L’associazione Asinitas Onlus, centri interculturali con i migranti, propone a insegnanti, operatori, educatori, una giornata di incontro e riflessione su metodi e pratiche finalizzate alla creazione di contesti educativi per l’apprendimento dell’italiano con migranti. L’approccio è centrato sul desiderio espressivo e sulle possibilità di sviluppo degli individui e dei gruppi, favorendo l’incontro della persona “nel suo corpo e nella sua storia”, cercando di ridare valenza nella teoria e nelle pratiche ai concetti di educazione attiva, ospitalità, convivialità, scambio e confronto interculturale.
Convinti che la sfida sia quella di costruire contesti di condivisione e di incontro con “l’altro” si propone un pomeriggio di attività autoformative tra narrazione, laboratori manuali espressivi e apprendimento dell’italiano..
http://www.asinitas.org/
h. 21 Proiezione del film documentario
Come un uomo sulla terra
di Riccardo Biadene, Andrea Segre, Dagmawi Yimer
Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus, punto di incontro di molti immigrati africani. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi. Il documentario dà voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.
PER INFO:
pianob.inchiesta@gmail.com;
collettivopianob.blogspot.com