CORTE STRASBURGO, NO AL CROCIFISSO IN CLASSE

La Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha emesso una importantissima sentenza che afferma testualmente quello che da sempre i Cobas e vari gruppi laici e anticlericali sostengono: "La presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce una violazione della libertà dei genitori ad educare i fgli secondo le loro convinzioni" e una violazione "alla libertà di religione degli alunni". La Corte si è pronunciata sull'argomento in base ad un ricorso presentato da Soile Lautsi, cittadina italiana d’origine finlandese, che nel 2002 aveva chiesto all'Istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme, frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi dalle aule. Secondo la donna, l'esposizione del crocifisso sul muro è contraria ai principi del secolarismo cui voleva fossero educati i suoi figli.Tutti i suoi precedenti ricorsi in Italia non avevano prodotto alcun risultato. Ora i giudici di Strasburgo [Francoise Tulkens (Belgio, presidente), Vladimiro Zagrebelsky (Italia), Ireneu Cabral Barreto (Portogallo), Danute Jociene (Lituania), Dragoljub Popovic (Serbia), Andras Sajo' (Ungheria), e Isil Karakas (Turchia)] danno ragione a lei e a tutti i laici e anticlericali che in questi anni si sono battuti per liberare la scuola dalle pesantissime influenze della gerarchia vaticana, a partire dai Cobas che, grazie in particolare al caso sollevato dal prof. Franco Coppoli nella sua scuola di Terni (costatogli purtroppo anche un mese di sospensione senza stipendio, perché durante le sue lezioni rimuoveva il crocefisso dalle pareti) hanno posto recentemente all'attenzione di tutti la gravità e l'importanza del tema. Ora si tratta di intensificare la campagna sulla laicità della scuola, utilizzando anche questa sentenza storica. E di questo parleremo diffusamente nel Convegno sulla laicità nella scuola e sulle interferenze vaticane in materia che si terrà a Roma il 6 novembre centro congressi Cavour, in via Cavour 50 a partire dalle ore 9.30.