Cultura Militare 2010: dal Manifesto 24 settembre 2010
La scuola marcia
Con la benedizione dei ministri Gelmini e La Russa l'esercito invade la scuola pubblica, a cominciare dalle classi della Lombardia. Militari in congedo insegnano ai ragazzi i valori di ordine e disciplina giocando alla guerra. Fanno ginnastica, sparano, tirano con l'arco e imparano a difendersi da attacchi chimici e nucleari
di Giorgio Salvetti - MILANO
SIGNORSÌ
«Ordine e disciplina», ex militari in aula istruiranno i ragazzi
Valori. Tutto qui. Questo, secondo il tenente Paolo Montali,
è il senso del corso benedetto da Gelmini e La Russa. I responsabili
dell'associazione dei militari in congedo della Lombardia (Unuci) sono convinti
di fornire un servizio sociale alle scuole e ai ragazzi. «Insegniamo
ad uscire dall'individualismo e a fare attività fisica all'aperto.
Offriamo una valida alternativa all'alienazione virtuale davanti al computer
e alla play station».
Ma di quali valori parlano? I valori dei militari in congedo, ovviamente.
«Crediamo nell'ordine, nella disciplina e nella gerarchia», ammette
con orgoglio il tenente. «Si sta creando un caso sul nulla, un can can
che non ha motivo di essere. Noi lavoriamo già da tre anni e nessuno
si è scandalizzato. I ragazzi e le scuole ci apprezzano, le adesioni
sono in continuo aumento. L'uso delle armi è limitato e orientato a
finalità sportive». Il corso Allenati per la vita - dicono gli
organizzatori - è la principale attività «sociale»
dell'Unuci. Gli altri progetti hanno un carattere prettamente militare: riguardano
competizioni e addestramento per i soldati in congedo. Il carattere sociale
sarebbe confermato anche dal coinvolgimento di enti non militari come la Croce
rossa e la Protezione civile. Ai corsi nelle scuole partecipano 15-20 persone
per provincia per un totale di 100 persone. Loro si considerano volontari.
Lo fanno a titolo gratuito e senza spese per le scuole. Forniscono dispense,
bussole, per chi vuole danno anche una mimetica per le escursioni sul campo,
in montagna, dove costruiscono rifugi nella neve. «Al massimo ogni ragazzo
deve sborsare 25 euro per qualche spesa di poco conto. Se poi a scuola manca
la carta igienica questo non dipende da noi. Noi diamo alle scuola qualcosa
di extra, fuori bilancio e fuori dall'orario delle lezioni». I corsi
sono particolarmente presenti nelle provincie del nord della Lombardia (Varese,
Bergamo, Monza). A Milano lavorano sia per scuole pubbliche, come l'istituto
tecnico Ettore Conti, che per scuole private, come l'istituto Leopardi. Funziona
così. Parlano con il preside che porta la proposta in consiglio d'istituto.
Se viene approvata i ragazzi interessati si iscrivono ai corsi. Al termine
c'è una gara, una specie di percorso topografico, nel corso del quale
«pattuglie» di studenti affrontano varie prove. Ai partecipanti
viene rilasciato un attestato di frequenza che vale come credito formativo.
Le prime tre edizioni del «saggio finale» si sono tenute al parco
di Monza e al parco Nord di Milano, lo scorso anno all'Idroscalo.
Le lezioni a Milano si svolgono nella sede dell'Unuci o in spazi forniti dall'esercito,
caserme comprese. Ma sono solo spazi gratuiti come altri, spiegano. Il tiro
con le armi si fa al poligono nazionale di Milano. «Si tratta di una
disciplina sportiva, olimpica - sostiene il tenente - e poi si usa questa
occasione per insegnare il rispetto delle regole». E i corsi di difesa
nucleare e batteriologica? «In tempi di terrorismo e incidenti industriali
è logico insegnare a difendersi da queste eventualità».
Sono soldati, non docenti, e lo ammettono. Ma sentono di avere una lezione
di vita da dare ai ragazzi. E sono convinti di essere in grado di farlo. «Le
forze armate sono dipinte in modo distorto dalla cinematografia - continua
il tenente - adesso che la naja non c'è più se qualcuno grazie
ai nostri corsi corregge questa immagine e si avvicina all'esercito ne siamo
contenti». I militari-prof pretendono anche di combattere il bullismo.
«Noi ufficiali di complemento conosciamo bene il nonnismo nelle caserme
e siamo abituati a correggerlo, perché crea problemi psicologici negli
uomini ai nostri comandi. Mina ordine e disciplina». Signorsì.