Comunicato-Stampa Cobas Scuola
INDIGNATI IN MASSA CONTRO I QUIZ INVALSI E I PRESIDI-PADRONI
L’indignazione contro gli ignobili quiz Invalsi è
esplosa oggi in massa nelle scuole superiori di quasi tutte le città.
In centinaia di scuole i plichi dell’Invalsi non sono stati nemmeno
aperti e scaricati nelle segreterie e da stasera, probabilmente, finiranno
nell’immondizia. In tante altre scuole i presidi-padroni, che sono stati
convinti in questi mesi dal MIUR e dal governo di essere i proprietari delle
scuole, ne hanno fatto di tutti i colori per costringere docenti e studenti
a piegarsi e a svolgere quei grotteschi, truffaldini e distruttivi quiz Invalsi,
che insultano la scuola pubblica e ogni didattica di qualità e che
vorrebbero costringerci a buttare alle ortiche ogni serio insegnamento per
passare il tempo ad addestrare gli studenti a insulsi quiz da scuola-guida.
Le minacce a docenti e studenti sono state le più assurde e inqualificabili:
a tanti docenti è stato impedito fisicamente di entrare nelle proprie
classi (come alla nostra responsabile di Trieste, Daniela Antoni, il cui preside
si è piazzato sulla porta impedendole l’accesso e provocandole
un collasso); altri sono stati incredibilmente sostituiti da bidelli ed addetti
di segreteria come in alcune scuole di Torino. In molte scuole, parecchie
decine di studenti sono stati ammassati in aula magna, dove qualche docente,
prono ai nuovi padroni, ha “somministrato” l’amarissima
medicina dei quiz. In molte scuole gli studenti sono usciti dalle classi o
dalla scuola, oppure hanno consegnato in bianco i quiz; e in altrettante,
i presidi-padroni, che si giocavano oggi il loro nuovo ruolo di “proprietari”
degli istituti, sono arrivati a minacciare, come in alcune scuole di Roma,
gli studenti del secondo anno che non intendevano fare i quiz di “denuncia
penale”. Insomma, parecchie centinaia di presidi hanno introdotto oggi
orripilanti forme di “fascismo scolastico”: ne terremo conto d’ora
in poi in termini legali (inevitabili denunce alla magistratura), sindacali
e politici (se dichiarano guerra ai docenti e agli studenti avranno adeguate
risposte). Malgrado tutta questa indegna esibizione di muscoli dei nuovi padroni,
nonostante il gravissimo deficit di democrazia sindacale, che ha impedito
ai COBAS di svolgere assemblee nelle scuole, oggi si è confermato che
la nostra campagna ha smascherato la colossale truffa Invalsi, e che almeno
il 20% della categoria e degli studenti si è sottratto, in una forma
o nell’altra, al ricatto e alle minacce. Da domani entreranno in campo
le elementari: e lì saranno anche i genitori a darci una mano, intervenendo
perché sia garantita la normale attività didattica o lasciando
addirittura i figli a casa.
Fino al 13 maggio proseguirà la mobilitazione. Indignati in massa contro
l'interruzione illegale della didattica, contro la scuola-quiz, non collaboreremo
neanche nei prossimi tre giorni allo svolgimento dei quiz Invalsi.
CHI FA I QUIZ INVALSI AVVELENA ANCHE TE: DIGLI DI SMETTERE.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
Roma, 10 maggio 2011