Al Circolo didattico Maffi di Roma si è aperto un confronto democratico sull’opportunità delle prove Invalsi. Qui sotto riportiamo nell’ordine la mozione di rifiuto che ha avuto la maggioranza dei consensi, la mozione che sosteneva l’opportunità di svolgere i test che è andata in minoranza e una Nota della Dirigente scolastica. La scelta finale della Dirigente di tutelare – in base alla norma di salvaguardia delle minoranze – anche la possibilità di far svolgere i test ai docenti che lo volessero è un esempio per quelle centinaia di scuole nelle quali invece l’autoritarismo dei dirigenti non “comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari” – come recita la norma – e cerca all’opposto di non discutere per nulla di molti argomenti – tra cui l’Invalsi - imponendo semplicemente a tutti il verbo ministeriale.

NdR

Delibera di maggioranza
PRIMO CIRCOLO DIDATTICO PIETRO MAFFI - DELIBERA del Collegio Docenti PRIMARIA n 7 del 5 aprile 2011
Considerato che:
1. Non esiste alcuna norma che sancisca per gli insegnanti l’obbligatorietà di somministrazione di prove di valutazione predisposte da soggetti esterni al Collegio e ai team-docenti e , nello specifico, delle prove che l’INVALSI elabora per effetto del dettato istitutivo, di cui all’art 3 comma 1 lettera b della Legge 28 marzo 2003 n 53
2. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro non prevede oneri e obblighi di servizio relativi alla procedura di somministrazione delle prove INVALSI , alle cui fasi i docenti possono partecipare solo in forma volontaria, senza oneri per istituzione scolastica nella quale prestano servizio, come del resto si evince dal richiamo alla semplice collaborazione (nota Miur 30 dicembre 2010, AOODPR/USC 3013, al 7° capoverso), volontà da intendersi non coercibile ed eventualmente manifestata in comportamenti non ostacolanti
3. L’avverbio obbligatoriamente inserito nella locuzione del 7° capoverso della nota in parola si riferisce ai destinatari delle prove a cura dell’INVALSI e agli obblighi del suddetto istituto , come risulta inequivocabile da quanto affermato nel 3°comma della medesima nota
4. Fra le funzioni attribuite dalla normativa vigente al Collegio Docenti, e nello specifico dal DPR 275/99 all’art 4 comma 4, è precisato che questo organismo esercita la propria sovranità sui criteri generali di valutazione degli apprendimenti
5. La valutazione degli apprendimenti è azione tipica della funzione docente il cui esercizio avviene in base ai principi del P.O.F. di Istituto e ai criteri contingenti e tipici dei contesti di insegnamento/apprendimento
6. Il Dirigente Scolastico ha facoltà di adottare i provvedimenti che gli competono, ma sta nella disponibilità alla collaborazione richiamata da parte dei docenti , aderire alla procedura di somministrazione dei test INVALSI
7. Il Consiglio di Circolo con delibera del 10 febbraio 2011 n. 9 ha espresso un parere nel quale si rileva la mancanza di congruenza pedagogico-didattica delle prove INVALSI con i presupposti sulla valutazione inseriti nel P.O.F. di Istituto

IL COLLEGIO DOCENTI del Primo Circolo Didattico di Roma, riunito in seduta plenaria, il 5/04/ 2011, i cui membri hanno espresso il proprio voto con chiamata nominativa,
DELIBERA , a maggioranza dei presenti la non adesione alla procedura di rilevazione degli apprendimenti a cura dell’INVALSI, anche nei termini della collaborazione attiva. Vengono tutelati come gruppi minoritari i docenti che a titolo volontario e gratuito hanno mostrato esplicita volontà di partecipare in forma attiva alla rilevazione (somministrazione e correzione delle prove) a cura dell’INVALSI.

Mozione proposta dall’interclasse delle Quinte, non approvata dal Collegio

L’interclasse delle classi quinte a Tempo Pieno si è riunita per discutere sulle prove INVALSI, rispetto alle quali ritiene opportuno dichiarare quanto segue.
Da anni in questo Circolo noi docenti abbiamo cercato di prendere coscienza dei cambiamenti sociali e legislativi che hanno coinvolto la scuola. Analizzando e valutando, con spirito critico, tutte le modifiche che hanno portato le molteplici e radicali trasformazioni al mondo dell’istruzione, le nostre coscienze di insegnanti, di cittadini e anche di genitori si sono accresciute e hanno condiviso idee comuni che criticavano e rimproveravano ai nostri legislatori le ultime riforme e la decadenza della scuola come luogo di istruzione.
Le nostre azioni, come Collegio Docenti, ci hanno portato ad assumere atteggiamenti forti di disapprovazione, contestando e rifiutando per esempio le prove INVALSI. Ma a quante cose dovremmo dire di no!? Le classi sono numerosissime, diminuiscono le ore degli insegnanti di sostegno, si tolgono le compresenze e dobbiamo supplire i colleghi assenti.
Con la speranza de “l’unione fa la forza”, abbiamo creduto di far cambiare qualcosa, ma l’unica conseguenza innaturale è quella di rimetterci non certo collegialmente.
Prendiamo atto di trovarci ad un bivio in cui da una parte c’è il docente “pensante”, come essere politico, che valuta le riforme, le analizza, le critica ed esprime le sue opinioni, e dall’altra c’è il docente come cittadino-lavoratore che è tenuto al rispetto delle leggi.
Constatiamo che, finora, le nostre energie sono state convogliate in attività diverse dall’essenza principale dell’insegnante, che deve si pensare, ma pensare a lavorare con i bambini.
Noi, interclasse delle quinte a Tempo Pieno, non ci ritroviamo più a condividere la solita battaglia e non riconosciamo più in questa collegialità una stessa voce.
Noi siamo in accordo nel ritenerci, in questa sede, docenti-lavoratori e pertanto ci sentiamo in DOVERE di somministrare le Prove INVALSI. Crediamo altresì di lasciare ad ogni singolo la LIBERTA’ di scelta e di decidere legittimamente secondo i propri principi, anche dopo aver ascoltato i pareri degli altri (come contributo e non certo come obbligo), senza critiche, né commenti fatti nei corridoi, nel rispetto delle diversità di opinioni. Pertanto
CHIEDIAMO
in merito alla circolare n° 191 del 30/03/2011 che NON VENGA MESSO AL VOTO il punto 3 dell’ordine del giorno prove INVALSI: deliberazione, anche perché detto argomento non rientra nella materia di delibera del Collegio.
Roma 5/04/2011

Seguono firme

Nota della Dirigente scolastica

Nei giorni 11 e 13 maggio 2011 si svolgeranno le prove INVALSI di Italiano e di Matematica nelle seconde e nelle quinte classi della nostra scuola. Nonostante il Collegio Docenti si sia espresso a maggioranza per la non effettuazione di tale tornata di prove, un gruppo di insegnanti ha chiesto di poterle svolgere come somministratori e correttori. Poiché la normativa prevede che le delibere che riguardano il comportamento dei docenti contengano una norma di salvaguardia delle minoranze, è stata tutelata la volontà degli insegnanti disponibili a farsi carico di tutta la procedura.
Come Dirigente Scolastica, come cittadina e come soggetto politico, considero legittime entrambe le posizioni del Collegio, credo importante si sia continuato a discutere, com’è tipico e giusto per l’esercizio consapevole di una professionalità come quella docente, spesso messa in sofferenza dalle scelte di politica scolastica e dalle considerazioni poco informate di giornali e televisioni. Cionnostante, mi rammarica constatare la rassegnazione con cui ormai molti insegnanti vivono le decisioni assunte dal Superiore Ministero, mi rattrista pensare che un’operazione di valutazione degli apprendimenti diventi oggetto di una diatriba sulla sua obbligatorietà. Proprio in virtù delle aporie giuridiche su tale obbligatorietà, avrei potuto far valere la mia obiezione e non avviare la procedura. E’nota la mia posizione di dissenso su tutta l’operazione INVALSI, dissenso di varia natura, epistemologica, educativa, professionale. Ho deciso di non esercitare tale obiezione per vari motivi, che provo ad esprimere. Una lettura attenta delle argomentazioni presentate dalla parte minoritaria del Collegio consente di cogliere, nell’incipit e nella articolazione del documento, il rimprovero verso le posizioni eccessivamente politiche (o politicizzate?) della maggioranza del Collegio, e mie, non tanto perché non condivise (che sarebbe normale), ma perché inappropriate al luogo, alla scuola pubblica e alle sue sedi decisionali. Ricordo come esista – nelle letteratura etico-politica - una netta distinzione fra la cosiddetta Politica Prima, fatta di conflitti dentro relazioni aperte e democratiche, discussioni dal basso messe in atto in assoluta libertà di pensiero e di azione, e una Politica Seconda, quella svolta dai politici di professione, nel caso migliore orientata da valori ancorati ad ideologie, in altri casi volta a rivendicare, nelle sedi istituzionali, la difesa di interessi privati. Ancora, il documento nel richiamare il rapporto fra cittadinanza e dovere di rispettare la Legge, commette due errori di valutazione. Il primo, di ordine tecnico, dove non si fa distinzione di gerarchia delle norme, il secondo politico e giuridico, laddove si interpreta restrittivamente il concetto di cittadinanza come esercizio passivo e obbediente, e non – come hanno voluto i nostri Costituenti – come presa di parola, attiva, critica. Questo secondo errore porta con sé l’implicito che il Collegio nella sua maggioranza, ed io, NON RISPETTIAMO LA LEGGE! Accusa seria e preoccupante, sotto l’aspetto formale e relazionale. Spero che sia chiaro che, se non assumessi una posizione di conciliazione, se non permettessi lo svolgimento delle prove, finirei per rafforzare questo immaginario contraddittoriamente legalitario, e contribuirei a spaccare la comunità educante, alla cui costituzione in tutti questi anni si è lavorato nella nostra scuola.
Allego la delibera del Collegio Docenti e l documento redatto dal gruppo minoritario.

Renata Puleo