dal sito sissco - recensione di Angelo Gaudio
Gianluca Gabrielli, Davide Montino (a cura di)
La scuola fascista. Istituzioni, parole d'ordine e luoghi dell'immaginario
Verona, Ombre corte, 191 pp., Euro 18,00
Nella tradizione culturale italiana l'attenzione per la storia della scuola si intreccia col dibattito etico-politico sulla sua riforma, basti pensare a esempi ormai classici come Lamberto Borghi, Dina Bertoni Jovine, Eugenio Garin e Marino Raicich, ma forse si potrebbe risalire anche più indietro facendo i nomi di Giovanni Gentile, Antonio Gramsci e Agostino Gemelli. Anche la più recente storiografia di settore, soprattutto ma non solo quella nata in ambienti di ispirazione cattolica, ha sviluppato tale ambito di studi ampliando l'indagine a periodici pedagogici, libri di testo e quaderni di scuola. La sensibilità verso gli archivi delle scuole rimane disomogenea territorialmente sia per le oggettive condizioni di tali fonti, sia per la mancanza di coordinamento tra le iniziative esistenti. In tale contesto si colloca questo volume che offre insieme gli atti di un convegno promosso in un ambiente di impegno militante, il Centro studi per la scuola pubblica di Bologna, e li presenta come uno strumento di consultazione per gli studiosi, formula che giustifica la struttura per voci tematiche che inevitabilmente porta a qualche disomogeneità. Il volume dichiara di voler essere «un primo tentativo di sistemazione di una storia così vasta e complessa come la scuola del regime, a partire da una sensibilità nuova per la storia della scuola intesa come storia materiale e sociale di un processo sociale, qual è l'educazione, nelle varie concrete forme che assume nel tempo», aggiungendo inoltre come solo l'uso di fonti locali possa favorire un circuito virtuoso tra ricerca e didattica anche scolastica. Una simile sensibilità appare condivisibile purché non si dimentichi, come peraltro gli aa. di questi testi mostrano di sapere, che le riforme di cui si verificano gli esiti sono anzitutto frutto di decisioni politiche grazie alle quali alcune idee diventano norme e dunque «fatti».Ancora una volta la storiografia sul fascismo si conferma essere come autobiografia della nazione o almeno delle sue succedentisi generazioni di intellettuali, collocandosi pienamente nell'attuale temperie (basti pensare a saggi come quelli di Cassata, Duranti e La Rovere), che sottolinea il fatto che il fascismo c'è stato e ha inciso profondamente; in questo caso attraverso la constatazione della diffusione capillare di contenuti quale la si può constatare in libri di testo, registri ed elaborati scolastici. Il volume è concluso da una utile bibliografia alla cui ragionevole completezza è sfuggito l'importante volume Chiesa, cultura e educazione tra le due guerre, a cura di L. Pazzaglia, Brescia, Editrice La Scuola, 2003.
Angelo Gaudio