Perché ieri per l’ennesima volta un importante 
  esponente della gerarchia cattolica, sul Corriere della Sera, ha ribadito le 
  posizioni omofobiche della Chiesa, affermando che l’omosessualità 
  non è conforme alla realtà dell’essere umano. Nulla di nuovo 
  ma non per questo meno grave. Come docente e omosessuale non posso più 
  accettare di svolgere il mio lavoro in un luogo, l'aula, segnato dal simbolo 
  principale della Chiesa cattolica, che continua a calpestare la mia dignità 
  di persona omosessuale. Non intendo più insegnare sotto un simbolo che 
  rappresenta un’istituzione che continua a delegittimare la mia persona 
  e quindi il mio stesso ruolo educativo.
  Ho scelto la disobbedienza civile, con tutte le conseguenze che ne 
  deriveranno, in quanto il nostro Stato non ci tutela da chi ci discrimina, anzi 
  garantisce, in un ambito che dovrebbe essere laico, come la scuola pubblica, 
  la presenza simbolica e di fatto di una Chiesa che non perde giorno per insultarci, 
  in quanto persone che rivendicano diritti individuali e sociali. Mentre pagherò 
  di persona le conseguenze del mio gesto, i rappresentanti delle più alte 
  gerarchie della Chiesa cattolica potranno continuare indisturbate a fare dichiarazioni 
  discriminatorie e lesive della nostra dignità. E' un atto tutto politico 
  di disobbedienza civile di fronte a uno Stato che non difende una parte dei 
  suoi cittadini ma garantisce invece chi quei cittadini li discrimina".
Davide Zotti