Testi sul 26
Bologna Da "il domani" Bimbi in piazza per il tempo pieno. In corteo gran parte delle scuole cittadine con striscioni e cartelli. Alla fine tutti in cerchio sotto le finestre delle direzione scolastica regionale. di Chiara Filippi
"Perché sono qui? Perché ci hanno detto che non cè più il tempo pieno. E noi vogliamo andare a scuola tutto il giorno". Lorenzo, l0anni,quinta A alle Cremonini-Ongaro risponde deciso poi si gira a cercare lapprovazione dei compagni di classe, Leonardo e Riccardo, che annuiscono sorridenti. Andrea, quarta elementare, maglietta azzurra e riccioli biondi, stessa scuola, si fa avanti da solo: "Io sono qui per manifestare e vado a scuola perché mi diverto. Se vuoi ti dico chi sono le mie maestre". Sono stati loro alla fme, sotto gli occhi vigili di mamme, papà e maestre, i protagonisti della manifestazione in difesa del tempopieno e controla riforma Moratti, che ieri ha riempito ilcentro. Circa 5000 manifestanti, almeno per metà sotto i l0anni. Una festa più che una mobiltazione, un successo che è andato ben oltre le aspettative del Coordinamento per la difesa del tempo pieno che ha promosso liniziativa. Tanti gli striscioni e idisegni che genitori, insegnanti e bambini hanno preparato nel pomeriggio. "La scuola non è in vendita e i bambini non sono merce" quello che sventolano alcune bimbe delle Bottego. "Siamo bambini a tempo pieno" recita quello delle Albertazzi. Le Montemurici hanno scritto anche un cartello in arabo: "La scuola pubblica è la scuola ditutti" la traduzione. "Perché nel nostro circolo
- spiega uninsegnante-i bambini stranieri sono circa il 30%". Ci sono poi gli striscioni delle Fortuzzi e delle XXI Aprile, le scuole Longhena, delegazioni da Budrio e da Pianoro, il comitato delle materne del Savena, lIstituto comprensivo 7 e ll1, quello del Pilastro, il più "arrabbiato" di tutti, proprio vicino al Virgolone, 30 anni fa ha preso il via una delle prime esperienze di tempo pieno. Maestre, genitori e alunni delle Zamboni girano con un cartello al collo: sopra il disegno di Zorro impegnato a combattere con un sergente Garcia che ha la faccia del ministro. "Credo nelle scuole a tempo pieno e sono convinta che ad essere abolite dovrebbero essere le sezioni cosiddette "normali""commenta uninsegnante da 35 anni tra i banchi. Più in là i genitori del comitato "Pongo e Peggy" di Casalecchio saltano come e più dei bambini. Tra i "grandi" anche tanti volti noti, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali della scuola, Cobas in testa, il senatore Ds Walter Vitali e il deputato Franco Grillini, Valerio Monteventi e Roberto rari e Sergio Lo Giudice sempre Sconciaforni del Prc, DavideFerrari della Quercia, il presidente del quartiere San Vitale Claudio Peghetti. E poi ancora Carlo Ginzburg e Susy Blady In piazza del Nettuno intervengono al microfono rappresentanti del coordinamento, mamme ed insegnanti: ognuno spiegale proprie ragioni per dire no alla riforma Moratti e tutti invitano ad aderire alla manifestazione nazionale prima del 12 novembre quando il decreto attuativo dovrebbe essere approvato. I1 fiume di passeggini, grandi e piccoli manifestanti sispostapoiinvialndipendenza: quando arriva la Banda Roncati la festa è completa. Può concludersi con una sorta di grande girotondo in piazza XX Settembre. Proprio sotto le finestre della direttrice scolastica regionale.Cagliari da LUnione Sarda sabato 27 settembre 2003
Ieri presidio a Cagliari e in altre città italiane: si avvicina la possibilità dello sciopero generale. Scuola, i Cobas vanno in piazza per dire no alla riforma Moratti. Il sindacato dei precari contro il ministro e il direttore regionale Pietrella Nel mirino il decreto che trasforma le scuole dellinfanzia in baby parking
Contro la riforma Moratti che "distrugge la scuola pubblica a vantaggio di quella privata". Ieri i Cobas, che hanno organizzato in molte regioni italiane manifestazioni in difesa dellistruzione pubblica, hanno presidiato a Cagliari la Direzione scolastica chiedendo la rimozione del direttore Armando Pietrella. "Da due anni gli chiediamo un incontro ma non ci ha mai ricevuti", lamenta Nicola Giua, rappresentante legale del sindacato sardo che sintetizza le richieste dei Cobas. Nel mirino il decreto che venerdì scorso ha varato la prima tranche della riforma Moratti, relativa a scuola dellinfanzia, elementari e medie. Una rivoluzione che, se avviata, provocherà secondo i Cobas "effetti pesantissimi sulla qualità della didattica e dellinsegnamento". Scuole dellinfanzia trasformate in baby parking, ritorno alla figura del maestro unico nelle elementari, scuole superiori in cui aumenta la forbice tra chi può studiare e chi è invece costretto ad avviarsi ad una professione. Questo, secondo il sindacato, il futuro scenario della scuola italiana. Con un surplus di disagi in Sardegna, dove gli insegnanti vivono ancora uno stato di incertezza sulle assegnazioni delle cattedre e si contano centinaia di reclami. "La preoccupazione è grande e ampiamente condivisa - afferma Mariella Setzu, altra esponente dei Cobas - Pietrella ha sbandierato una scuola sarda che scoppia di salute ma la realtà è ben diversa". NellIsola la riforma avrebbe prodotto quasi 1.500 esuberi. Molte responsabilità sono attribuite al direttore Pietrella, accusato di aver "tagliato gli organici oltre i limiti imposti da Roma". I Cobas denunciano, di contro, molti casi di scuole sovraffollate e problemi relativi al sostegno e alla mancata assistenza dei portatori di handicap. La limitazione delle 18 ore di insegnamento - sostengono inoltre - sta creando una carenza di supplenti per le assenze brevi. E se più colpiti sono i precari - fa notare Rossella Vacca, 12 anni di precariato - le cose non vanno meglio per molti docenti di ruolo. Può capitare che la titolare di una cattedra alle superiori di San Gavino si ritrovi a insegnare alle scuole medie di SantElia (Cagliari), o che un professore di Diritto e Economia si veda assegnare dopo ventanni di carriera una cattedra di matematica applicata. Ma al di là dellaspetto sindacale i Cobas - che hanno tenuto ieri una grande manifestazione a Roma davanti alla sede del ministero - tengono a evidenziare i problemi per i gli alunni: minore qualità dellinsegnamento e meno continuità didattica. Intanto si profila lo sciopero generale che potrebbe essere fissato già il prossimo 25 ottobre. (Alessandro Zorco)
Torino Co.Ci.Se.- COORDINAMENTO CITTADINO
GENITORI-SCUOLA DI SETTIMO TORINESE
per vedere le foto : http://www.trovarsinrete.org/4circolo/Cocise.htm e-mail: cocise@tiscali.it
COMUNICATO STAMPA -
SULLA MANIFESTAZIONE CITTADINA DI TORINO 26
SETTEMBRE 2003
Migliaia di genitori,
bambini e ragazzi, personale della scuola, semplici cittadini, hanno risposto, con
grandissimo entusiasmo, allappello alla mobilitazione lanciato dai Coordinamenti e
dalle Associazioni dei genitori/insegnanti che hanno indetto la manifestazione di oggi, in
difesa della scuola pubblica, contro la controriforma Moratti, contro la distruzione del
Tempo Pieno e Prolungato e la conseguente demolizione della collegialità e della
cooperazione derivanti da quel modello di scuola.
Quello che doveva essere un semplice presidio
davanti alla Prefettura si è trasformato, grazie al grande lavoro di sensibilizzazione,
in una poderosa manifestazione coloratissima e vivacissima.
Il corteo partito da
Piazza Castello si è snodato per le vie del centro cittadino dando alla cittadinanza un
esempio di vivacità, di informazione corretta, contro gli spot ministeriali che in questi
mesi hanno bombardato le teste dei cittadini senza dire NULLA di concreto su quanto sta
per cadere sulle spalle degli allievi e dei docenti delle prossime classi.
Il corteo è giunto
davanti alla sede RAI e lì, come avevamo promesso, abbiamo eretto un muro composto da
cartelli e da mattoni che stavano a simboleggiare il nostro disgusto per il modo in cui
STAMPA E TV trattano largomento scuola (così come altri argomenti di importanza
fondamentale). Ovviamente, anche stavolta non ci aspettiamo un gran che dalla STAMPA E
DALLA TV, sappiamo che hanno lordine tassativo di NON FAR SENTIRE LA VOCE di
MIGLIAIA DI CITTADINI E DI DOCENTI, che stanno protestando in tutta Italia contro lo
scempio e lottusità arrogante di questa ministra che è, come loro, cieca e sorda.
Nonostante ciò,
speriamo che qualche giornalista della Stampa e della Tv abbia un sussulto di dignità
professionale e svolga finalmente il suo mestiere, senza accettare le imposizioni di
chicchessia.
Alla Manifestazione indetta dai
Coordinamenti, Coordinamento Genitori Democratici Malaguzzi, Coordinamento
Genitori Grugliasco, Coordinamento Genitori nidi materne elementari medie di Torino,
Coordinamento Spontaneo Genitori e Insegnanti FuturoScuola di Collegno, Associazione
genitori di Lucento, COCISE-Coordinamento cittadino Genitori-scuola di Settimo Torinese,
Coordinamento Genitori e Insegnanti di Rivoli, Coordinamento Genitori Nichelino, che è stata indetta con uno spirito
fortemente unitario, ha partecipato il MANIFESTO DEI 500, hanno aderito e hanno
partecipato numerose sigle sindacali e politiche quali:
CGIL-SCUOLA, COBAS-SCUOLA, CISL-SCUOLA, UIL-SCUOLA, CUB-SCUOLA, AIMC, CIDI, FNISM, Forum delle associazioni piemontesi per
leducazione, Legambiente Piemonte Scuola e Formazione, MCE, Democratici di Sinistra,
Margherita, Partito dei Comunisti Italini, Rifondazione Comunista, Verdi.
Crediamo che si tratti
di un grande risultato che deve essere coltivato ed esteso alla stragrande maggioranza del
Paese. Riteniamo che nel tempo che
resta fino allapprovazione definitiva del Decreto si debbano intraprendere altre iniziative
essenziali:
· UNA GRANDE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE da tenersi ad ottobre, per la difesa della scuola pubblica,
del Tempo Pieno e Prolungato, della collegialità e della cooperazione, per una scuola
laica e democratica.
· In concomitanza UNO
SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA contro la distruzione della scuola pubblica, contro la
scuola-azienda, il sapere-merce, la gerarchizzazione del personale.
Questi sono obbiettivi
irrinunciabili se vogliamo difendere fino in fondo il ruolo della scuola pubblica.
Toni Colloca portavoce del COCISE SETTIMO TORINESE (TO)
comunicato stampa - 27 settembre 2003
E' INDISPENSABILE non disperdere il grande patrimonio di lotta e di mobilitazione che
hanno visto scendere in piazza centinaia di migliaia di
genitori/studenti/docenti/personale della scuola in questi mesi.
Siamo sempre stati presenti, attivi promotori di iniziative efficaci.
Non siamo d'accordo con coloro che si accontentano di qualche modifica della
Controriforma poiché sappiamo che in quel testo di legge non vi è nulla che possa essere
"aggiustato".
Concetti, come Tutor, insegnante prevalente, col conseguente smembramento del gruppo
classe non possono essere "migliorati"; o come la riduzione del tempo scuola e
l'abrogazione del Tempo Pieno e Prolungato non possono essere mitigati.
Questi obbrobri, partoriti dal ministero, hanno l'obbiettivo di trasformare la scuola pubblica in una specie di supermercato discount a basso costo della merce-istruzione; la gerarchizzazione del personale in docenti di serie A (prevalenti, tutor) e docenti non meglio identificati persegue il fine di devastare la democrazia scolastica, la collegialità, la cooperazione, e vanno contro in maniera antitetica al concetto di comunità educante.
OCCORRE mantenere viva la partecipazione di migliaia di persone, far crescere il nostro dissenso nelle scuole, informando con pazienza tutte le componenti genitori/studenti/personale della scuola, affinché vengano respinti la CONTRORIFORMA E I DECRETI ATTUATIVI, E AFFINCHE SI MANDI A CASA QUESTA MINISTRA E TUTTI I MINISTRI CHE PERSEGUONO NELLOPERA DI DEMOLIZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA .
PER FAR QUESTO NOI COBAS SCUOLA SIAMO DISPOSTI A SOSTENERE QUALSIASI INIZIATIVA CHE SIA PROMOSSA DA tutte le forze davvero intenzionate a battere Moratti.
INSIEME ALLA VOCE DEI COORDINAMENTI DEI GENITORI UNIAMO LA NOSTRA PROPONENDO:
§ UNA GRANDE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE con tutti coloro che intendono battere concretamente la linea
confindustriale della ministra Moratti da tenersi ad ottobre, per la difesa della
scuola pubblica, del Tempo Pieno e Prolungato, della collegialità e della cooperazione,
per una scuola laica e democratica, contro la scuola "discount a basso prezzo".
§ UNO SCIOPERO
GENERALE DELLA SCUOLA indetto possibilmente nella stessa giornata contro la
distruzione della scuola pubblica, contro la scuola-azienda, il sapere-merce, la
gerarchizzazione del personale, contro la privatizzazione della scuola e contro la
trasformazione dei servizi fondamentali in servizi a domanda individuale (accordo
GATS-WTO).
Cobas Nazionale Comunicato stampa STRAORDINARIO SUCCESSO DELLA MOBILITAZIONE CONTRO LA RIFORMA MORATTI
Il 26 settembre è stata una straordinaria giornata di mobilitazione generale contro la riforma Moratti, per la difesa del tempo pieno e prolungato e, più in generale, della scuola pubblica, contro ogni prospettiva di sua privatizzazione e mercificazione.In più di trenta città italiane si sono tenute manifestazioni di piazza, occupazioni di scuole, spettacoli, cortei. Circa diecimila persone a Bologna, cinque mila a Roma e a Torino, e tante migliaia ancora nelle altre città, da Trieste a Pisa, da Cagliari a Palermo, da Firenze a Napoli e in tante altre località. Dappertutto, finalmente, lonere di opporsi alla riforma Moratti e alle sue aberrazioni non è stata lasciato solo a docenti, Ata e studenti ma insieme ad essi sono scesi in piazza moltissimi genitori con i bambini, cittadini, amministratori, deputati e senatori del centrosinistra e del PRC, che hanno risposto oltre le previsioni allappello alla mobilitazione, lanciato dal "Coordinamento in difesa del tempo pieno e prolungato" e dai Cobas e raccolto in molte città anche dalla Cgil scuola. Nella provincia di Roma si è svolto uno sciopero delle scuole delle infanzia, delle elementari e delle medie inferiori promosso dai Cobas, al quale hanno partecipato anche moltissimi docenti ed Ata che tradizionalmente non fanno riferimento alla nostra organizzazione ma che volevano essere sotto il Ministero "morattiano" per esprimere appieno la loro protesta. Nelle manifestazioni e nei comizi, interventi, cartelli, parole dordine hanno investito con una critica totale tutta la politica scolastica di questo governo, mettendone spesso in rilievo anche le connessioni con quella del centrosinistra: dal rifiuto della privatizzazione a quello dei finanziamenti alla scuola privata, dal sostegno alla lotta dei precari al rigetto della più generale precarizzazione, dalla polemica contro il contratto-miseria a quella contro l"autonomia" della scuola-azienda, nessuno dei pilastri della scuola morattiana è stato risparmiato.Da tutte le città e da tutte le iniziative è venuta una richiesta fortissima e omogenea: UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE ENTRO IL MESE DI OTTOBRE per bloccare la riforma Moratti, per difendere il tempo-scuola e il tempo pieno e prolungato, per esprimere la ferma opposizione della maggioranza degli italiani/e alla politica scolastica del governo Berlusconi ed al processo di mercificazione e di precarizzazione dellintera vita scolastica.E una proposta che i Cobas fanno propria e rilanciano: decidiamo insieme, con tutte le forze davvero intenzionate a battere Moratti, la giornata e le modalità, la piattaforma comune e i passaggi utili a portare in piazza non solo gli "addetti ai lavori" (quei docenti ed Ata che avranno bisogno di uno sciopero per essere presenti in massa) ma anche gli studenti di ogni età, i genitori e tutti i cittadini/e che sono intenzionati a difendere e a migliorare la scuola pubblica e che si oppongono strenuamente alla sua privatizzazione e mercificazione.
Piero Bernocchi portavoce nazionale dei Cobas della scuola
Bologna: Comunicato stampa dei Cobas sulle pressioni del direttore del CSA Marcheselli e del deputato Garagnani
Provaci ancora Garagnani - Puntuali come i tagli della Moratti arrivano le intimidazioni. Ha cominciato il dott. Marcheselli, Direttore del CSA, che alla vigilia della giornata nazionale in difesa del tempo pieno e contro la riforma Moratti ha esternato alla stampa favoleggiando di bambini plagiati a scrivere cartelloni contro il Ministro.Sempre Marcheselli si è peritato di inviare addirittura una lettera riservata a tutti i dirigenti ipotizzando "strumentalizzazioni" dei bambini "su argomenti o fatti di cui non possono ancora comprendere il reale significato" e invitando, come negli anni Cinquanta, a "fornire informazioni dettagliate".
Sperava che la grande mobilitazione potesse spegnersi nella paura Invece il grande popolo della scuola pubblica ha portato in piazza una festa-protesta gremita di insegnanti, genitori, bambini, cittadini consapevoli che la posta in gioco è altissima, dal tempo pieno al diritto allistruzione, fino ai fondamenti costituzionali che assicurano ancora nel nostro paese una scuola libera ed egualitaria.
Così apprendiamo dai giornali che i grandi avversari della scuola pubblica alzano il tiro: esponenti di Forza Italia e in particolare il già famoso Fabio Garagnani annunciano interpellanze al governo affinche "vengano inflitte sanzioni disciplinari contro gli insegnanti indottrinatori che hanno abusato delle proprie funzioni" (Carlino, 27.9.03). E forse abusare delle proprie funzioni aprire le scuole ai genitori? E forse abusare delle proprie funzioni riunirsi, genitori-insegnanti, in assemblee pubbliche a scoprire insieme come nei decreti governativi viene abolito il tempo pieno? La libertà di pensiero è un abuso? O forse il dott. Garagnani vorrebbe infliggere sanzioni ai bambini che sono preoccupati per la loro scuola?
Consigliamo a questi funzionari e deputati di occuparsi degli insegnanti di sostegno che mancano, delle classi straripanti e di tutto il processo di distruzione della scuola pubblica in atto, ragione per cui ricoprono quei ruoli o sono stati eletti in base alla Costituzione. Il popolo della scuola che ieri ha chiesto da trenta città e da mille scuole una grande manifestazione nazionale contro la riforma ha a cuore ben più di loro la libertà e i diritti dei bambini e delle bambine. I Cobas della scuola vigileranno affinche questa ridda di prese di posizione minacciose non aprano una stagione di persecuzione del libero pensiero. Invitiamo ogni insegnante e genitore che subisca pressioni di questo tipo a segnalarle per poterle perseguire in nome delle leggi e dei principi costituzionali.
Nella giornata di Venerdì 26 settembre in
decine di città si sono tenute iniziative in difesa del Tempo Pieno e del Tempo
Prolungato accogliendo un invito in tal senso promosso dal Comitato per il tempo pieno di
Bologna.
Alcune iniziative, con gli stessi obiettivi, hanno caratterizzato anche la giornata di
Sabato.
La Cgil Scuola ha partecipato ai diversi appuntamenti condividendo lanalisi e gli
obiettivi posti alla base della mobilitazione.
Daltronde non poteva essere diversamente per una forza sindacale che proprio sul
tempo pieno, prima, e sul tempo prolungato, poi, ha investito il proprio impegno ed ha
consolidato una vastissima rete di militanti e di relazioni.
Ulteriori scadenze dovranno essere programmate per difendere la nostra scuola pubblica e
le sue diverse esperienze, proseguendo nelle prossime settimane anche sui temi indicati
dal Comitato di Bologna.
Ciò che è accaduto Venerdì rende più agevole il percorso di una battaglia che dal 2001
stiamo conducendo con determinazione. Grazie.
Roma, 29 settembre 2003