Testi sul 26

 

Bologna Da "il domani" Bimbi in piazza per il tempo pieno. In corteo gran parte delle scuole cittadine con striscioni e cartelli. Alla fine tutti in cerchio sotto le finestre delle direzione scolastica regionale. di Chiara Filippi

"Perché sono qui? Perché ci hanno detto che non c’è più il tempo pieno. E noi vogliamo andare a scuola tutto il giorno". Lorenzo, l0anni,quinta A alle Cremonini-Ongaro risponde deciso poi si gira a cercare l’approvazione dei compagni di classe, Leonardo e Riccardo, che annuiscono sorridenti. Andrea, quarta elementare, maglietta azzurra e riccioli biondi, stessa scuola, si fa avanti da solo: "Io sono qui per manifestare e vado a scuola perché mi diverto. Se vuoi ti dico chi sono le mie maestre". Sono stati loro alla fme, sotto gli occhi vigili di mamme, papà e maestre, i protagonisti della manifestazione in difesa del tempopieno e controla riforma Moratti, che ieri ha riempito ilcentro. Circa 5000 manifestanti, almeno per metà sotto i l0anni. Una festa più che una mobiltazione, un successo che è andato ben oltre le aspettative del Coordinamento per la difesa del tempo pieno che ha promosso l’iniziativa. Tanti gli striscioni e idisegni che genitori, insegnanti e bambini hanno preparato nel pomeriggio. "La scuola non è in vendita e i bambini non sono merce" quello che sventolano alcune bimbe delle Bottego. "Siamo bambini a tempo pieno" recita quello delle Albertazzi. Le Montemurici hanno scritto anche un cartello in arabo: "La scuola pubblica è la scuola ditutti" la traduzione. "Perché nel nostro circolo - spiega un’insegnante-i bambini stranieri sono circa il 30%". Ci sono poi gli striscioni delle Fortuzzi e delle XXI Aprile, le scuole Longhena, delegazioni da Budrio e da Pianoro, il comitato delle materne del Savena, l’Istituto comprensivo 7 e l’l1, quello del Pilastro, il più "arrabbiato" di tutti, proprio vicino al Virgolone, 30 anni fa ha preso il via una delle prime esperienze di tempo pieno. Maestre, genitori e alunni delle Zamboni girano con un cartello al collo: sopra il disegno di Zorro impegnato a combattere con un sergente Garcia che ha la faccia del ministro. "Credo nelle scuole a tempo pieno e sono convinta che ad essere abolite dovrebbero essere le sezioni cosiddette "normali""commenta un’insegnante da 35 anni tra i banchi. Più in là i genitori del comitato "Pongo e Peggy" di Casalecchio saltano come e più dei bambini. Tra i "grandi" anche tanti volti noti, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali della scuola, Cobas in testa, il senatore Ds Walter Vitali e il deputato Franco Grillini, Valerio Monteventi e Roberto rari e Sergio Lo Giudice sempre Sconciaforni del Prc, DavideFerrari della Quercia, il presidente del quartiere San Vitale Claudio Peghetti. E poi ancora Carlo Ginzburg e Susy Blady In piazza del Nettuno intervengono al microfono rappresentanti del coordinamento, mamme ed insegnanti: ognuno spiegale proprie ragioni per dire no alla riforma Moratti e tutti invitano ad aderire alla manifestazione nazionale prima del 12 novembre quando il decreto attuativo dovrebbe essere approvato. I1 fiume di passeggini, grandi e piccoli manifestanti sispostapoiinvialndipendenza: quando arriva la Banda Roncati la festa è completa. Può concludersi con una sorta di grande girotondo in piazza XX Settembre. Proprio sotto le finestre della direttrice scolastica regionale.


Cagliari da L’Unione Sarda sabato 27 settembre 2003

Ieri presidio a Cagliari e in altre città italiane: si avvicina la possibilità dello sciopero generale. Scuola, i Cobas vanno in piazza per dire no alla riforma Moratti. Il sindacato dei precari contro il ministro e il direttore regionale Pietrella Nel mirino il decreto che trasforma le scuole dell’infanzia in baby parking 

Contro la riforma Moratti che "distrugge la scuola pubblica a vantaggio di quella privata". Ieri i Cobas, che hanno organizzato in molte regioni italiane manifestazioni in difesa dell’istruzione pubblica, hanno presidiato a Cagliari la Direzione scolastica chiedendo la rimozione del direttore Armando Pietrella. "Da due anni gli chiediamo un incontro ma non ci ha mai ricevuti", lamenta Nicola Giua, rappresentante legale del sindacato sardo che sintetizza le richieste dei Cobas. Nel mirino il decreto che venerdì scorso ha varato la prima tranche della riforma Moratti, relativa a scuola dell’infanzia, elementari e medie. Una rivoluzione che, se avviata, provocherà secondo i Cobas "effetti pesantissimi sulla qualità della didattica e dell’insegnamento". Scuole dell’infanzia trasformate in baby parking, ritorno alla figura del maestro unico nelle elementari, scuole superiori in cui aumenta la forbice tra chi può studiare e chi è invece costretto ad avviarsi ad una professione. Questo, secondo il sindacato, il futuro scenario della scuola italiana. Con un surplus di disagi in Sardegna, dove gli insegnanti vivono ancora uno stato di incertezza sulle assegnazioni delle cattedre e si contano centinaia di reclami. "La preoccupazione è grande e ampiamente condivisa - afferma Mariella Setzu, altra esponente dei Cobas - Pietrella ha sbandierato una scuola sarda che scoppia di salute ma la realtà è ben diversa". Nell’Isola la riforma avrebbe prodotto quasi 1.500 esuberi. Molte responsabilità sono attribuite al direttore Pietrella, accusato di aver "tagliato gli organici oltre i limiti imposti da Roma". I Cobas denunciano, di contro, molti casi di scuole sovraffollate e problemi relativi al sostegno e alla mancata assistenza dei portatori di handicap. La limitazione delle 18 ore di insegnamento - sostengono inoltre - sta creando una carenza di supplenti per le assenze brevi. E se più colpiti sono i precari - fa notare Rossella Vacca, 12 anni di precariato - le cose non vanno meglio per molti docenti di ruolo. Può capitare che la titolare di una cattedra alle superiori di San Gavino si ritrovi a insegnare alle scuole medie di Sant’Elia (Cagliari), o che un professore di Diritto e Economia si veda assegnare dopo vent’anni di carriera una cattedra di matematica applicata. Ma al di là dell’aspetto sindacale i Cobas - che hanno tenuto ieri una grande manifestazione a Roma davanti alla sede del ministero - tengono a evidenziare i problemi per i gli alunni: minore qualità dell’insegnamento e meno continuità didattica. Intanto si profila lo sciopero generale che potrebbe essere fissato già il prossimo 25 ottobre. (Alessandro Zorco)


Torino Co.Ci.Se.- COORDINAMENTO CITTADINO GENITORI-SCUOLA DI SETTIMO TORINESE

per vedere le foto : http://www.trovarsinrete.org/4circolo/Cocise.htm    e-mail: cocise@tiscali.it

COMUNICATO STAMPA - SULLA MANIFESTAZIONE CITTADINA DI TORINO  26 SETTEMBRE  2003

Migliaia di genitori, bambini e ragazzi, personale della scuola, semplici cittadini, hanno risposto, con grandissimo entusiasmo, all’appello alla mobilitazione lanciato dai Coordinamenti e dalle Associazioni dei genitori/insegnanti che hanno indetto la manifestazione di oggi, in difesa della scuola pubblica, contro la controriforma Moratti, contro la distruzione del Tempo Pieno e Prolungato e la conseguente demolizione della collegialità e della cooperazione derivanti da quel modello di scuola.

 Quello che doveva essere un semplice presidio davanti alla Prefettura si è trasformato, grazie al grande lavoro di sensibilizzazione, in una poderosa manifestazione coloratissima e vivacissima.

Il corteo partito da Piazza Castello si è snodato per le vie del centro cittadino dando alla cittadinanza un esempio di vivacità, di informazione corretta, contro gli spot ministeriali che in questi mesi hanno bombardato le teste dei cittadini senza dire NULLA di concreto su quanto sta per cadere sulle spalle degli allievi e dei docenti delle prossime classi.

Il corteo è giunto davanti alla sede RAI e lì, come avevamo promesso, abbiamo eretto un muro composto da cartelli e da mattoni che stavano a simboleggiare il nostro disgusto per il modo in cui STAMPA E TV trattano l’argomento scuola (così come altri argomenti di importanza fondamentale). Ovviamente, anche stavolta non ci aspettiamo un gran che dalla STAMPA E DALLA TV, sappiamo che hanno l’ordine tassativo di NON FAR SENTIRE LA VOCE di MIGLIAIA DI CITTADINI E DI DOCENTI, che stanno protestando in tutta Italia contro lo scempio e l’ottusità arrogante di questa ministra che è, come loro, cieca e sorda.  

Nonostante ciò, speriamo che qualche giornalista della Stampa e della Tv abbia un sussulto di dignità professionale e svolga finalmente il suo mestiere, senza accettare le imposizioni di chicchessia.   

Alla Manifestazione indetta dai Coordinamenti, Coordinamento Genitori Democratici Malaguzzi, Coordinamento Genitori Grugliasco, Coordinamento Genitori nidi materne elementari medie di Torino, Coordinamento Spontaneo Genitori e Insegnanti FuturoScuola di Collegno, Associazione genitori di Lucento, COCISE-Coordinamento cittadino Genitori-scuola di Settimo Torinese, Coordinamento Genitori e Insegnanti di Rivoli, Coordinamento Genitori Nichelino, che è stata indetta con uno spirito fortemente unitario, ha partecipato il MANIFESTO DEI 500, hanno aderito e hanno partecipato numerose sigle sindacali e politiche quali:  CGIL-SCUOLA, COBAS-SCUOLA, CISL-SCUOLA, UIL-SCUOLA, CUB-SCUOLA, AIMC, CIDI, FNISM, Forum delle associazioni piemontesi per l’educazione, Legambiente Piemonte Scuola e Formazione, MCE, Democratici di Sinistra, Margherita, Partito dei Comunisti Italini, Rifondazione Comunista, Verdi.

Crediamo che si tratti di un grande risultato che deve essere coltivato ed esteso alla stragrande maggioranza del Paese.   Riteniamo che nel tempo che resta fino all’approvazione definitiva del Decreto si debbano intraprendere altre iniziative essenziali:

·         UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE da tenersi ad ottobre, per la difesa della scuola pubblica, del Tempo Pieno e Prolungato, della collegialità e della cooperazione, per una scuola laica e democratica.

·         In concomitanza UNO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA contro la distruzione della scuola pubblica, contro la scuola-azienda, il sapere-merce, la gerarchizzazione del personale.

Questi sono obbiettivi irrinunciabili se vogliamo difendere fino in fondo il ruolo della scuola pubblica.

Toni Colloca – portavoce del COCISE – SETTIMO TORINESE (TO)


TORINO  COBAS SCUOLA

comunicato stampa   -   27 settembre 2003

E' INDISPENSABILE non disperdere il grande patrimonio di lotta e di mobilitazione che hanno visto scendere in piazza centinaia di migliaia di genitori/studenti/docenti/personale della scuola in questi mesi.

Siamo sempre stati presenti, attivi promotori di iniziative efficaci.

Non siamo d'accordo con coloro che si accontentano di qualche modifica della Controriforma poiché sappiamo che in quel testo di legge non vi è nulla che possa essere "aggiustato".

Concetti, come Tutor, insegnante prevalente, col conseguente smembramento del gruppo classe non possono essere "migliorati"; o come la riduzione del tempo scuola e l'abrogazione del Tempo Pieno e Prolungato non possono essere mitigati.

Questi obbrobri, partoriti dal ministero, hanno l'obbiettivo di trasformare la scuola pubblica in una specie di supermercato discount a basso costo della merce-istruzione; la gerarchizzazione del personale in docenti di serie A (prevalenti, tutor) e docenti non meglio identificati persegue il fine di devastare la democrazia scolastica, la collegialità, la cooperazione, e vanno contro in maniera antitetica al concetto di comunità educante.

OCCORRE mantenere viva la partecipazione di migliaia di persone, far crescere il nostro dissenso nelle scuole, informando con pazienza tutte le componenti genitori/studenti/personale della scuola, affinché vengano respinti la CONTRORIFORMA E I DECRETI ATTUATIVI, E AFFINCHE’ SI MANDI A CASA QUESTA MINISTRA E TUTTI I MINISTRI CHE PERSEGUONO NELL’OPERA DI DEMOLIZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA .  

PER FAR QUESTO NOI COBAS SCUOLA SIAMO DISPOSTI A SOSTENERE QUALSIASI INIZIATIVA  CHE SIA PROMOSSA DA tutte le forze davvero intenzionate a battere Moratti.

INSIEME ALLA VOCE DEI COORDINAMENTI DEI GENITORI UNIAMO LA NOSTRA PROPONENDO:

§         UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE con tutti coloro che intendono battere concretamente la linea confindustriale della ministra Moratti da tenersi ad ottobre, per la difesa della scuola pubblica, del Tempo Pieno e Prolungato, della collegialità e della cooperazione, per una scuola laica e democratica, contro la scuola "discount a basso prezzo".

§         UNO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA indetto possibilmente nella stessa giornata contro la distruzione della scuola pubblica, contro la scuola-azienda, il sapere-merce, la gerarchizzazione del personale, contro la privatizzazione della scuola e contro la trasformazione dei servizi fondamentali in servizi a domanda individuale (accordo GATS-WTO).


TRIESTE  Quasi un migliaio di adulti e bambini davanti al municipio per manifestare contro il decreto Moratti che rischia di mettere in crisi tante famiglie
"Consegneremo al prefetto le tante lettere che chiedono di mantenere questo servizio"
Scuola, "festa" in piazza per difendere il tempo pieno
Una vera festa, in piena regola, con piazza Unità cinta d’assedio da tanti allegri gruppi di adulti a inseguire i bambini intenti a giocare e a correre con i propri coetanei. E tutt’intorno striscioni colorati, palloncini, musica e tamburi a tutto spiano. Peccato che dietro all’apparenza spensierata di una piazza affollata e glorificata da uno splendido tramonto settembrino si celi la grande preoccupazione di genitori e insegnanti per un servizio scolastico che rischia di scomparire, lasciando 2500 bambini triestini in mezzo alla strada. Erano quasi un migliaio ieri in piazza Unità a manifestare contro il decreto Moratti reo di nascondere, tra le sue pieghe, pure la brusca cessazione del servizio di tempo pieno e prolungato dalla scuola pubblica. "La manifestazione organizzata dal Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno – spiega l’insegnante Gabriella Tull – si sta svolgendo in contemporanea in tutto il paese. E tra poco consegneremo al Prefetto tutte le lettere scritte da bambini, insegnanti e genitori che protestano contro il famigerato decreto e chiedono il mantenimento di un servizio giudicato prioritario". Su questa affermazione Piera Potenzani, una delle tante mamme a manifestare in piazza, non si fa certo pregare per dire la propria: "Oscurando il tempo pieno – afferma – vogliono spegnere la luce sul futuro dei nostri figli. Posso dire tranquillamente che la nostra scuola ci offre davvero un servizio di qualità. Il decreto va semplicemente contro la volontà dei cittadini. A chi dovremo affidare i nostri figli, se non a una scuola pubblica di cui ci fidiamo?" "Tempo pieno e prolungato – interviene un’altra mamma, Daniela Gombani – non significano solo tenere occupati i propri figli al pomeriggio. Ci tengo a dire come il lavoro fatto dalle maestre risulti di assoluta qualità. Per i miei bimbi, ma sono sicura che questo discorso vale per tante altre famiglie, la scuola rappresenta una seconda casa. E oltre all’istruzione ci trovano anche l’educazione e la socializzazione. E dunque l’apprensione per la soppressione del servizio ci sta tutta, purtroppo".
"La perentorietà dittatoriale del decreto – riprende Gabriella Tull – non deve assolutamente passare. Genitori, insegnanti e cittadini devono sapere che tutte le azioni volte al mantenimento del tempo pieno in opposizione al progetto di demolizione della scuola pubblica da parte del ministro Moratti devono essere svolte entro il 12 di novembre. Il nostro comitato continuerà a proporre nuove iniziative contro l’infame decreto, iniziando da una assemblea pubblica in programma il prossimo 14 ottobre, alle 17, nell’istituto comprensivo Iqbal Masih di via Forlanini 32 a Rozzol Melara. Per informazioni sul nostro comitato, i riferimenti telefonici sono: 040/311654; 040/912948; 040/312201 e l’e-mail anassivera@bigfoot.com.
Maurizio Lozei


Cobas Nazionale    Comunicato stampa  STRAORDINARIO SUCCESSO DELLA MOBILITAZIONE CONTRO LA RIFORMA MORATTI

Il 26 settembre è stata una straordinaria giornata di mobilitazione generale contro la riforma Moratti, per la difesa del tempo pieno e prolungato e, più in generale, della scuola pubblica, contro ogni prospettiva di sua privatizzazione e mercificazione.In più di trenta città italiane si sono tenute manifestazioni di piazza, occupazioni di scuole, spettacoli, cortei. Circa diecimila persone a Bologna, cinque mila a Roma e a Torino, e tante migliaia ancora nelle altre città, da Trieste a Pisa, da Cagliari a Palermo, da Firenze a Napoli e in tante altre località. Dappertutto, finalmente, l’onere di opporsi alla riforma Moratti e alle sue aberrazioni non è stata lasciato solo a docenti, Ata e studenti ma insieme ad essi sono scesi in piazza moltissimi genitori con i bambini, cittadini, amministratori, deputati e senatori del centrosinistra e del PRC, che hanno risposto oltre le previsioni all’appello alla mobilitazione, lanciato dal "Coordinamento in difesa del tempo pieno e prolungato" e dai Cobas e raccolto in molte città anche dalla Cgil scuola. Nella provincia di Roma si è svolto uno sciopero delle scuole delle infanzia, delle elementari e delle medie inferiori promosso dai Cobas, al quale hanno partecipato anche moltissimi docenti ed Ata che tradizionalmente non fanno riferimento alla nostra organizzazione ma che volevano essere sotto il Ministero "morattiano" per esprimere appieno la loro protesta. Nelle manifestazioni e nei comizi, interventi, cartelli, parole d’ordine hanno investito con una critica totale tutta la politica scolastica di questo governo, mettendone spesso in rilievo anche le connessioni con quella del centrosinistra: dal rifiuto della privatizzazione a quello dei finanziamenti alla scuola privata, dal sostegno alla lotta dei precari al rigetto della più generale precarizzazione, dalla polemica contro il contratto-miseria a quella contro l’"autonomia" della scuola-azienda, nessuno dei pilastri della scuola morattiana è stato risparmiato.Da tutte le città e da tutte le iniziative è venuta una richiesta fortissima e omogenea: UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE ENTRO IL MESE DI OTTOBRE per bloccare la riforma Moratti, per difendere il tempo-scuola e il tempo pieno e prolungato, per esprimere la ferma opposizione della maggioranza degli italiani/e alla politica scolastica del governo Berlusconi ed al processo di mercificazione e di precarizzazione dell’intera vita scolastica.E’ una proposta che i Cobas fanno propria e rilanciano: decidiamo insieme, con tutte le forze davvero intenzionate a battere Moratti, la giornata e le modalità, la piattaforma comune e i passaggi utili a portare in piazza non solo gli "addetti ai lavori" (quei docenti ed Ata che avranno bisogno di uno sciopero per essere presenti in massa) ma anche gli studenti di ogni età, i genitori e tutti i cittadini/e che sono intenzionati a difendere e a migliorare la scuola pubblica e che si oppongono strenuamente alla sua privatizzazione e mercificazione.

Piero Bernocchi portavoce nazionale dei Cobas della scuola


Padova (dal Gazzettino) RIFORMA MORATTI In piazza

Cinquecento bimbi disegnano la protesta. Raccolte in due ore numerose firme

Più di 250 bambini festosi e gioiosi intrattenuti dai numeri di magia di due saltimbanchi hanno ieri pomeriggio riempito di vita piazza delle Erbe. Il motivo dell'allegro divertimento non è però dei più spensierati. Accompagnanti dai loro insegnanti e da mamma e papà questi piccoli alunni di alcune scuole elementari di Padova e provincia hanno partecipato alla protesta indetta dal coordinamento nazionale in difesa del tempo prolungato, un'organizzazione che non vede di buon occhio il decreto legislativo scaturito dal piano di riforma del ministro Letizia Moratti e già approvato dal Governo. Un cambiamento importante che investirà dal prossimo anno le scuole elementari e medie, che dovranno creare uno schema didattico di complessive 27 ore settimanali con l'aggiunta di altre tre ore facoltative. Un impoverimento dell'orario di lezioni, considerando che gli istuti per la maggior parte a "tempo lungo" coprono dalle 35 alle 37 ore settimanali, e come conseguenza una serie di problemi che andranno a danneggiare studenti, famiglie e corpo docenti. Per evidenziare, il totale disappunto di questa futura innovazione scolastica insegnanti e genitori hanno aiutato i bambini ad appendere sulla facciata di palazzo Moroni i loro disegni multicolore, resi ulteriormente incisivi dalla vicinanza di uno striscione rosso "No alla controriforma - Un'altra scuola è possibile".

Un banchetto, tra il Comune e la fontana, è poi servito ai docenti per la raccolta delle firme, che -come sostiene Maria Teresa De Santis, insegnante della scuola elementare Arcobaleno - sembra essere andata piuttosto bene: "In un paio d'ore siamo riusciti a raccogliere quasi 300 firme. Credo che tutto sia andato per il meglio, visto anche che tra bambini, genitori e insegnanti sono scese in piazza cinquecento persone". "Di sicuro - continua la maestra - non sarà la nostra unica dimostrazione. Già per il 6 ottobre abbiamo organizzato un incontro per far nascere altre iniziative di questo genere". Ma concretamente cosa docenti e genitori non accettano della riforma Moratti ? : "Il tempo pieno e il tempo prolungato - sottolinea Maria Teresa De Santis - devono essere salvaguardati e sviluppati perchè rendono possibile il supporto sociale alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, danno maggiore opportunità di individualizzazione dell'insegnamento per garantire a tutti il successo scolastico e infine i tempi didattici distesi permettono una maggior qualità dell'intero sistema educativo".

Marco Aldighieri


Bologna: Comunicato stampa dei Cobas sulle pressioni del direttore del CSA Marcheselli e del deputato Garagnani

Provaci ancora Garagnani - Puntuali come i tagli della Moratti arrivano le intimidazioni. Ha cominciato il dott. Marcheselli, Direttore del CSA, che alla vigilia della giornata nazionale in difesa del tempo pieno e contro la riforma Moratti ha esternato alla stampa favoleggiando di bambini plagiati a scrivere cartelloni contro il Ministro.

Sempre Marcheselli si è peritato di inviare addirittura una lettera riservata a tutti i dirigenti ipotizzando "strumentalizzazioni" dei bambini "su argomenti o fatti di cui non possono ancora comprendere il reale significato" e invitando, come negli anni Cinquanta, a "fornire informazioni dettagliate".

Sperava che la grande mobilitazione potesse spegnersi nella paura… Invece il grande popolo della scuola pubblica ha portato in piazza una festa-protesta gremita di insegnanti, genitori, bambini, cittadini consapevoli che la posta in gioco è altissima, dal tempo pieno al diritto all’istruzione, fino ai fondamenti costituzionali che assicurano ancora nel nostro paese una scuola libera ed egualitaria.

Così apprendiamo dai giornali che i grandi avversari della scuola pubblica alzano il tiro: esponenti di Forza Italia e in particolare il già famoso Fabio Garagnani annunciano interpellanze al governo affinche "vengano inflitte sanzioni disciplinari contro gli ‘insegnanti indottrinatori che hanno abusato delle proprie funzioni’" (Carlino, 27.9.’03). E’ forse abusare delle proprie funzioni aprire le scuole ai genitori? E’ forse abusare delle proprie funzioni riunirsi, genitori-insegnanti, in assemblee pubbliche a scoprire insieme come nei decreti governativi viene abolito il tempo pieno? La libertà di pensiero è un abuso? O forse il dott. Garagnani vorrebbe infliggere sanzioni ai bambini che sono preoccupati per la loro scuola?

Consigliamo a questi funzionari e deputati di occuparsi degli insegnanti di sostegno che mancano, delle classi straripanti e di tutto il processo di distruzione della scuola pubblica in atto, ragione per cui ricoprono quei ruoli o sono stati eletti in base alla Costituzione. Il popolo della scuola che ieri ha chiesto da trenta città e da mille scuole una grande manifestazione nazionale contro la riforma ha a cuore ben più di loro la libertà e i diritti dei bambini e delle bambine. I Cobas della scuola vigileranno affinche questa ridda di prese di posizione minacciose non aprano una stagione di persecuzione del libero pensiero. Invitiamo ogni insegnante e genitore che subisca pressioni di questo tipo a segnalarle per poterle perseguire in nome delle leggi e dei principi costituzionali.


Dal sito Cgil scuola: Tante belle iniziative per il tempo pieno e prolungato

Nella giornata di Venerdì 26 settembre in decine di città si sono tenute iniziative in difesa del Tempo Pieno e del Tempo Prolungato accogliendo un invito in tal senso promosso dal Comitato per il tempo pieno di Bologna.
Alcune iniziative, con gli stessi obiettivi, hanno caratterizzato anche la giornata di Sabato.
La Cgil Scuola ha partecipato ai diversi appuntamenti condividendo l’analisi e gli obiettivi posti alla base della mobilitazione.
D’altronde non poteva essere diversamente per una forza sindacale che proprio sul tempo pieno, prima, e sul tempo prolungato, poi, ha investito il proprio impegno ed ha consolidato una vastissima rete di militanti e di relazioni.
Ulteriori scadenze dovranno essere programmate per difendere la nostra scuola pubblica e le sue diverse esperienze, proseguendo nelle prossime settimane anche sui temi indicati dal Comitato di Bologna.
Ciò che è accaduto Venerdì rende più agevole il percorso di una battaglia che dal 2001 stiamo conducendo con determinazione. Grazie.

Roma, 29 settembre 2003