Non abbiamo Tempo Pieno da perdere

2° CONVEGNO SUL TEMPO PIENO E PROLUNGATO (27-28 Marzo 2004)


Resoconti dei gruppi di lavoro
tutor      relazione      lotta per la scuola democratica

GRUPPO DI LAVORO SUL TUTOR

La Riforma Moratti trasferisce e consolida nell’istituzione scolastica un modello culturale che si vuole uniformare a quello americano e che si sta insinuando sempre più nella società in cui viviamo (individualismo, precarizzazione del lavoro, parcellizzazione dei saperi, precocismo) che deve necessariamente avere una figura forte nell’azione educativo-didattica, mentre il Dirigente Scolastico (altro modello forte verticistico) è colui che deve costruire la scuola-azienda in un’ottica sempre più palese di mercificazione del sapere.

Alla luce di queste considerazioni ci si dichiara contrari ed indisponibili a qualsiasi forma di compromesso con l’istituzione della figura del tutor che divide la categoria in gerarchie ed impedisce relazioni orizzontali e simmetriche tali da consentire un’azione educativa coerente.

La categoria deve quindi portare avanti forme di lotta su tre piani: culturale, politico e sindacale respingendo affermazioni che danno per scontato che nulla si possa più fare perché la legge è ormai passata.

Va contrastata altresì con fermezza la posizione di alcune organizzazioni sindacali che apparentemente dichiarano di opporsi alla riforma ma sono pronte invece ad una contrattazione (artt. 22 e 43 CCNL 2002/05) per un adeguamento salariale per la figura.

Le azioni più immediate di lotta all’interno delle istituzioni scolastiche riguardano il Collegio dei Docenti e la RSU:

  1. Delibera del Collegio dei Docenti contro l’individuazione dei criteri per la nomina del tutor;
  2. Diffida della RSU al Dirigente di individuare e nominare il tutor senza la delibera del Collegio dei Docenti.

 

Gruppo sulla "relazione"

Il gruppo di lavoro sulla relazione si è mosso nell’intreccio tra esperienze di insegnanti (in maggioranza donne) e genitori. In continuità con la discussione apertasi al termine degli interventi della mattinata, il nodo della "relazione positiva" è stato riconosciuto unanimemente come il fulcro della buona scuola. La buona scuola, schematizzando, pone le consizioni per la crescita positiva di tre tipi di relazioni. Innanzi tutto il bambino e la bambina devono prendere contatto con se stessi, con il proprio essere inteso in senso completo, con il proprio corpo, con la propria sessualità. Questa relazione positiva con se stessi cresce se si nutre di una positiva relazione con gli altri, con i compagni e con gli adulti; queste due condizioni sono indispensabili per costruire una buona relazione con il sapere, con l’ampio campo che possiamo definire "cultura". Va da sé che questo star bene dei bambini e delle bambine deve corrispondere ad un parallelo "star bene delle insegnanti e degli insegnanti".

QUeste relazioni hanno bisogno di "condizioni" per potersi dispiegare e crescere. [Astraggo queste condizioni da una serie di esperienze raccontate da insegnanti di Napoli, Padova, Bologna, Verona, Trieste e altre città.] Prima di tutto il tempo (non solo il "Tempo Pieno") che permette di uscire dalla catena che richiede prestazioni e che segmenta, incanala, interrompe i percorsi (molti interventi ne hanno segnalato l’importanza cruciale). Una seconda condizione si coagula attorno al nodo delle "aperture": aprire le classi in orizzontale e in verticale, esperienze di tutorato tra bambini di diversa età e competenza, addirittura esperienze di tutorato tra scuole superiori e scuole elementari che favoriscono non solo la relazione tra gli studenti ma anche la crescita di sensibilità e la contaminazione tra insegnanti di diversi livelli di scuola. La terza condizione passa attraverso la proposizione di attività che "bucano" il curricolo: teatro, attività psicomotorie, gioco, attività assembleari, a volte ripescate dal passato, a volte ripensate nella situazione reale sotto lo stimolo concreto dei bambini e delle bambine.

Ma anche le "condizioni" non bastano; sono necessarie, ma diventano decisive solo quando attivano la "motivazione" dei bambini e delle bambine; senza questa motivazione ogni condizione rimane inerte, inutile (e ciò è tanto più difficile man mano che si cresce nell’ordine di scuola).

Queste "condizioni" sono legate al fare scuola delle persone concrete (volontà, stili, tradizioni, scelte delle e degli insegnanti), ma sono anche legate a condizioni esterne: disponibilità di spazi, tempi-scuola, numero di alunni per classe, finanziamenti, non ultime le retribuzioni delle/degli insegnanti. Attivare la motivazione in classi di 27 bambini è molto più difficile che farlo in classi di 15; attivarla nei tempi scuola della riforma Moratti diviene sicuramente difficilissimo; servono strutture, …

È però anche vero che si sono attivate in quest’anno preziose energie democratiche dentro e fuori dalla scuola. Occorre vincere la lotta contro la riforma e utilizzare la la lotta stessa per tornare a parlare della scuola che vogliamo!

 

Gruppo sulle iniziative per la difesa della scuola democratica

Tutti i partecipanti al gruppo sono d'accordo nel sostenere che le mobilitazioni dei coordinamenti e comitati di genitori e insegnanti di questo ultimo anno, hanno ottenuto, piccoli, ma evidenti risultati e che si deve andare avanti
CONTINUIAMO LA LOTTA CULTURALE, POLITICA, SINDACALE
Tutte le mobilitazioni avranno come OBIETTIVO FONDAMENTALE, non trattabile, IL RITIRO DEL DECRETO e L'ABROGAZIONE DELLA RIFORMA.
Continuiamo con quelle iniziative che ci hanno caratterizzato finora. Lotte che mostrino come è la scuola-r/esistenza alla destrutturazione dello stato sociale.

Le iniziative/mobilitazioni andranno in due direzioni:

  1. FUORI da scuola

-INFORMARE con incontri, assemblee, volantinaggi, chiacchiere su quello che sta succedendo nella scuola.
- MAESTRE/I ANCHE FUORI DA SCUOLA. Contagiamo altri ambienti. Spieghiamo a tutti cos'è la riforma.
-Creiamo BLOCCHI INFORMATIVI in città. In piazza: Tenda o/e Pomeriggio settimanale fisso.
-MANIFESTAZIONE NAZIONALE per il ritiro del decreto e per gli organici, a maggio
-Sciopero unitario per la scuola

2) DENTRO la scuola
RESISTENZA per L'ESISTENZA
INSEGNANTI si attiveranno per:
-mozioni nei collegi e consigli di istituto contro la Riforma e per il mantenimento dell'organizzazione didattica e oraria attuale e delibere contro l'individuazione dei criteri per la nomina a Tutor.
-presa di posizione personale contro la nomina a tutor
-non adozione dei testi con i programmi della Riforma, adozione alternativa o conferma dei libri di testo con i vecchi programmi.
-azioni eclatanti degli iscritti verso i sindacati confederali che non accolgono le nostre richieste/proposte
-INVALSI FALSI. Qualora cominciassero ad arrivare nelle scuole i test dell'Invalsi per valutare la scuola, LI FALSIFICHEREMO perchè i test misurano il livello di banalizazione dell'essere umano.

b) i GENITORI si attiveranno per:
-inviare lettere aperte ai dirigenti perchè si esprimano sulla riforma e non si nascondano dietro il paravento dei "semplici esecutori"
-inviare ai dirigenti petizioni che chiedano l'organizzazione oraria e didattica attuale
-bloccare il Portfolio con la legge sulla privacy
-nelle " interclassi insegnanti e genitori" chiedere agli insegnanti che si esprimano contro la nomina a Tutor.