Giù le mani dal tempo pieno. Oggi manifestazione a Roma
(Cinzia Gubbini) "il Manifesto" 15 nov. 2003

Oggi l’appuntamento è a Roma, in due luoghi della città alle 10,30 piazza Capecelatro (Primavalle) e piazza Fabrizio De André (Magliana), dove bambini delle scuole elementari, genitori e insegnanti si ritroveranno per dire forte e chiaro che il tempo pieno e il tempo prolungato non si toccano. Sarà una "festa protesta", in continuità con quella che il 26 settembre ha portato centinaia di persone di fronte al ministero dell’istruzione, e che lancia la manifestazione nazionale del 29 novembre a Bologna, organizzato dal "Coordinamento per la difesa del tempo pieno", il cui appello ha ormai superato ampiamente le 50 mila firme. Quella dell’abolizione del tempo pieno nelle scuole elementari e medie è un problema molto serio, tra l’altro rischia di essere uno dei primi decreti attuativi della riforma Moratti a vedere effettivamente la luce. I1 decreto, infatti, dovrebbe approdare alla Conferenza stato-regioni proprio alla fine di questo mese. Una volta superato questo passaggio, in 60 giorni il decreto diventerà realtà, annientando un’esperienza importante e qualificante delle scuole pubbliche italiane.
I primi ad essere indignati per la decisione di portare il tempo scuola obbligatorio a 27 ore settimanali sono i genitori che in questi anni hanno potuto apprezzare il progetto pedagogico del tempo pieno e del tempo prolungato (soprattutto nelle scuole del centro nord, purtroppo), come quelli della scuola Maffi e Maglione, nel quartiere Primavalle di Roma. Ieri mattina si sono dati appuntamento a scuola per un’ora di "didattica alternativa", in cui hanno spiegato ai bambini come era la scuola quando ci andavano loro, qualche anno fa, e come fosse molto differente da quella che frequentano i loro figli oggi: il tempi pieno non è più un parcheggio in cui sistemare i bambini mentre mamma e papà lavorano, ma un modo diverso di fare scuola, più disteso, più attento alle esigenze dei bambini, in cui è possibile far passare nozioni di matematica, storia e quant’altro attraverso metodologie più individualizzate e persino divertenti. Ma la manifestazione di oggi vuole opporsi anche ad altri punti della riforma: l’inserimento del maestro "tutor", che distruggerà la collegiàlità fra i docenti, la cancellazione della differenza degli stili e nei tempi di apprendimento - con l’introduzione del portfolio — l’anticipo facoltativo dell’età di iscrizione a scuola e la personalizzazione dei piani di studio.