Iniziamo la messa in rete delle numerosissime mozioni che da due mesi ci stanno inviando scuole, insegnanti e genitori contro la Riforma Moratti.
COLLEGIO DEI DOCENTI del 1° CIRCOLO DIDATTICO "P. MAFFI" di ROMA
COLLEGIO DEI DOCENTI DEL CIRCOLO DI FANO S.ORSO (PU)
Il Collegio Docenti del Circolo Didattico di Castel S. Pietro Terme (BO)
ISTITUTO STATALE COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA, ELEMENTARE E MEDIA - CONSELICE (RAVENNA)
3°Circolo Didattico di Ravenna - il Collegio dei Docenti
COLLEGIO DEI DOCENTI del 1° CIRCOLO DIDATTICO "P. MAFFI" di ROMAMozione del Collegio dei Docenti sulla Legge Delega, la bozza di Decreto Delegato del Ministro dellIstruzione Moratti e su linee guida e formazione
I docenti del 1° circolo didattico di Roma nella seduta del 13 giugno 2003, dopo aver preso visione della Legge n° 53-2003, dello schema di Decreto Legislativo sulla definizione delle norme generali relative alla scuola dellinfanzia ed al primo ciclo dellistruzione, e della Comunicazione del Ministero del 10 aprile sul "piano di formazione a sostegno dellavvio della riforma degli ordinamenti scolastici", nonché dei documenti preparatori agli altrettanto prossimi corsi di formazione/aggiornamento
ESPRIMONO
con fermezza sconcerto e opposizione a tale progetto nel suo insieme. Il Collegio dei Docenti rileva, sul piano generale, il carattere retrivo, autoritario e discriminante della "Riforma" (intenta a riportare la scuola pubblica italiana indietro nel tempo di alcuni decenni e a smantellare le stesse basi del diritto allo studio uguale per tutti).
Il Collegio denuncia in modo più specifico:
-
gli stravolgimenti che sintendono porre in essere nella scuola elementare e dellinfanzia;- lopera di disinformazione condotta capillarmente nei confronti dellopinione pubblica;
-
i meccanismi attraverso i quali si vorrebbe da una parte dare avvio concreto alla riforma e dallaltra impedire ogni forma di dissenso da parte della classe docente.Per quanto concerne il profondo mutamento che ci si appresta a concretizzare nella scuola elementare - scuola primaria, gli/le insegnanti:
-
condannano e rigettano labolizione della finalità "della formazione delluomo e del cittadino" secondo i principi della Costituzione, ritenendo che alla base di tale disconoscimento agisca lintento di mortificare il valore ideale della stessa Costituzione Italiana e di negare il principio dellinsegnamento uguale per tutti, fondato sulla laicità, sulla condivisione, sulla libertà despressione;-
condannano e rigettano labolizione del tempo pieno e del sistema modulare con la riduzione dellorario scolastico a 27 ore per tutti gli alunni, ritenendo che tale riduzione vada a ledere gli essenziali diritti degli utenti. Rilevano inoltre la sconcertante non curanza e il drammatico dilettantismo con i quali si sottace il problema dellabnorme abbondanza di contenuti in relazione alla contrazione dellorario: cosa che di fatto imporrà tempi ancora più serrati allattività scolastica, spazzando via per sempre lutopia dei "tempi distesi" dellapprendimento e provocando un netto peggioramento della qualità dellofferta formativa;-
condannano e rigettano la scelta di rendere opzionale unaltra quota dellorario scolastico, peraltro in un quadro di assoluta confusione normativa;2
- condannano e rigettano la scelta che tale quota opzionale sia sottoposta ai "desiderata" delle famiglie, e che in assenza di figure professionali interne capaci di esaudire tali desiderata la scuola debba affidare parte dei suoi compiti ad agenzie private esterne;-
condannano e rigettano il provvedimento che permette lingresso alla prima classe di bambini di cinque anni e mezzo detà, rilevando come, ancora una volta, alla base di tale provvedimento non esista nessuna logica, essendo del tutto estranea alla scienza psico-pedagogica moderna listanza di accelerare i tempi del naturale sviluppo cognitivo del bambino, cosa ritenuta di per sé negativa e controproducente. Rilevano inoltre, anche in questo caso, il dilettantismo e la non curanza con cui ci si appresta a creare delle classi prime fortemente disomogenee, con bambini cognitivamente, affettivamente ed emotivamente capaci di seguire i normali percorsi educativi elaborati in decenni di esperienza magistrale e altri che potrebbero rischiare invece di trovarsi in uno stato di grave incapacità;-
condannano e rigettano la cieca cesura con la quale si è voluto spazzare via il patrimonio di esperienza nellinsegnamento costruito faticosamente negli ultimi 15 anni, imperniato sulla condivisione e sulla collaborazione tra docenti del team (e le trentennali esperienze di Tempo Pieno), attraverso cui si concretizza quella unitarietà dellinsegnamento e si promuove quellunità della conoscenza che oggi viene disconosciuta dalla Riforma. Rilevano, inoltre, che limposizione di una figura culturalmente predominante, il tutor, e di figure ad essa subalterne, i docenti dei laboratori o diversamente impiegati, sottintende una inaccettabile gerarchizzazione delle discipline e delle conoscenze, ed una loro autentica polverizzazione;- condannano e rigettano, quindi, la divisione tra insegnanti tutor e insegnanti "altri", quale malcelato tentativo di creare una gerarchia nei ruoli che lede la dignità dei docenti; gerarchia che lordinamento legislativo attuale peraltro non prevede, essendo la funzione docente tutelata non solo dal principio della libertà dellinsegnamento, ma anche dalla piena responsabilità e dal pieno controllo del proprio agire, in termini di programmazione del lavoro, di potestà decisionale e di rapporti con le famiglie dei discenti;
-
condannano e rigettano la scelta di costruire un ruolo subordinato per docenti non tutor, i cui pareri sulla programmazione del lavoro e sulla costruzione e articolazione dei cosiddetti "piani di studio personalizzati", sarebbero non vincolanti ma di tipo genericamente "consultivo": anche in questo caso, oltre alla dignità del ruolo docente, a pagarne le conseguenze sarebbe lunitarietà dellinsegnamento e lunità della conoscenza, entrambe annientate in una scala gerarchica nella quale i percorsi didattici, le scelte educative e le strategie dinsegnamento sarebbero sottoposte al vaglio finale di un unico insegnante, il tutor;-
condannano e rigettano la scelta di lasciare alla sola discrezione dellinsegnante tutor previa "consultazione con i docenti altri" il potere di decidere a quali attività, un bambino piuttosto che un altro, è degno e meritevole di partecipare alle specifiche attività nei laboratori, ovvero quale piano personale di studio potrà seguire, ovvero a quale "gruppo di livello" dovrà appartenere, ritenendo che il democratico sistema di condivisione e di pari dignità tra docenti del team, che questa Riforma spazza via, fosse il più valido strumento per garantire uguale trattamento e uguali opportunità a tutti gli alunni;-
condannano e rigettano la sola ipotesi che taluni alunni possano essere ritenuti meritevoli di accedere a determinate attività e taluni alunni no: si verrebbe così ad attuare una forma di discriminazione, o a gettare le basi perché tali forme di discriminazione possano impunemente compiersi, eventualità che oltre ad essere di per sé ignobile disconosce tanto i dettami della moderna scienza psico-pedagogica (che suggerisce, secondo le diverse capacità, approcci diversi allo stesso sapere e non approcci a saperi "superiori" per gli uni e a saperi "inferiori" per gli altri), quanto lesperienza venutasi a costituire nel corso dei decenni nella scuola elementare italiana, sinora portata ad esempio in tutto il mondo per la sua capacità di assicurare lo stesso diritto allistruzione;3 Per quanto concerne la scuola dellinfanzia, gli/le insegnanti:
-
condannano e rigettano l'anticipazione dell'età dingresso ai due anni e mezzo poiché tale scelta produrrà labbassamento della qualità della Scuola dell'infanzia e un abbandono totale di quel po' che resta dei Nidi pubblici. Infatti, abbassare l'età dei bambini in sezioni già sovraffollate, risultato di una politica aberrante di contenimento dei costi, oltre a vanificare qualsiasi contenuto educativo rischia di mettere a repentaglio anche la pura assistenza; le stesse strutture delle scuole dellinfanzia sono spesso inadeguate ad accogliere gli alunni già frequentanti e la situazione peggiorerebbe con bambini più piccoli;-
condannano e rigettano la bozza di Decreto Legislativo Delegato nella parte in cui statuisce che lorario delle attività nella scuola dellinfanzia sia previsto tra le 875 e le 1700 ore a richiesta delle famiglie; si può agevolmente verificare che, casualmente, con 1700 ore è possibile effettuare le 40 ore settimanali su cinque giorni oltre le 36 settimane oggi previste (metà settembre fine giugno), ma arrivare fino a 42,5 settimane (dal 1° settembre al 31 luglio ci si rientra) con lannientamento della funzione didattica ed educativa della scuola dellinfanzia la quale verrà svilita ad un servizio a domanda come un qualsiasi babyparking;Per quanto concerne la scuola media, gli/le insegnanti:
-
condannano e rigettano la annunciata (orari di attività didattiche previste nello schema), scomparsa del tempo prolungato per il quale possono essere condivisibili le stesse considerazioni già svolte per il tempo pieno alle elementari poiché lorario, infatti, si riduce a 27 ore settimanali (891 ore annue) e con la possibilità di un orario settim anale fino a 33 ore, con 198 ore in più demandate alla scelta degli alunni e delle famiglie (quindi facoltative), che alludono chiaramente ad un doposcuola (magari in un prossimo futuro a pagamento) in aperta antitesi con limpianto e la filosofia del tempo prolungato;-
condannano e rigettano la comparsa della figura del "tutor", che addirittura si sostituisce al consiglio di classe il quale verrebbe addirittura abolito.Inoltre:
-
condannano e rigettano linettitudine, lapprossimazione e la confusionarietà con cui si vorrebbe che questa riforma prendesse avvio: in assoluta mancanza di un quadro legislativo definito e compiuto e con indicazioni assolutamente carenti sotto ogni punto di vista, nei pochi documenti resi sinora di dominio pubblico;-
condannano e rigettano larroganza con la quale i pareri espressi dai docenti nelle istituzioni deputate, quali gli organi collegiali, in questo ultimo anno e fortemente critici nei confronti di una Riforma ritenuta nefasta, siano stati ignorati;-
condannano e rigettano larroganza e la malafede con cui si sono sbandierati, presso lopinione pubblica, i "risultati positivi" della cosiddetta "Sperimentazione Moratti". In realtà essa già rifiutata dal 99 per cento delle scuole statali allinizio di questo anno scolastico non ha avuto nessun crisma scientifico per poter essere definita "sperimentazione", essendo limitata ad un numero esiguo di scuole (nella maggioranza private), essendo temporalmente inidonea ed inadeguata ed essendo, infine, mancato un vero e proprio gruppo di controllo ed una corretta verifica dei risultati;-
condannano e rigettano il paradossale tentativo di porre tale "sperimentazione", quale faro dorientamento per lavvio della vera e propria Riforma nei primi mesi dellanno scolastico a venire;-
condannano e rigettano il tentativo di mettere in atto i corsi di "auto"aggiornamento previsti a partire dal prossimo mese di giugno, basandosi sulla cosiddetta Sperimentazione Moratti, che nulla per lappunto ha sperimentato, e imponendo quale obbiettivo principale di detti corsi linformazione e la supina "condivisione" dellimpianto della Riforma.4 Nello schema di Decreto Legislativo Delegato (art. 13), si sostiene altresì che per lattuazione della "riforma" sono avviate dallanno scolastico 2003-2004 la prima e la seconda classe della scuola primaria mentre nella Comunicazione di Servizio del 10 aprile 2003 si segnala che il piano di informazione/formazione è accompagnato da "linee guida" le quali praticamente si riferiscono alla applicazione delle Indicazioni e Raccomandazioni contenute nella cosiddetta sperimentazione di cui al DM 100-2002, a partire dalla individuazione delle nuove figure del "docente referente dei processi di riforma" e del "docente tutor". Si aggiunga che diversi Direttori Scolastici Regionali nel comunicare alle scuole le iniziative di formazione per dirigenti scolastici e referenti hanno dichiarato lindispensabilità di avviare lattività di informazione-formazione di tutti gli operatori delle scuole dellinfanzia e primarie, che saranno coinvolti già dal prossimo primo settembre nellattuazione della riforma, per confrontarsi sui compiti, sulle valenze interne ed esterne dellinnovazione e sulle ripercussioni organizzative. Ciò è palesemente illegittimo. La comunicazione di servizio è uno strumento che, in genere ed in particolare su delicate materie come la modifica dellordinamento scolastico, consente al Ministero ed alle Direzioni Regionali di divulgare informazioni ma non può essere assolutamente utilizzata per anticipare e dare attuazione al processo di riforma, che deve seguire un altro e più complesso iter. Occorre infatti, come primo passo, una delibera del Consiglio dei Ministri che approvi lapposito decreto delegato, delibera che fino ad oggi non esiste. Occorre poi acquisire i pareri del Consiglio Nazionale dellIstruzione, della Conferenza stato-regioni e delle commissioni competenti di Camera e Senato, che hanno a disposizione 60 giorni per pronunciarsi. Infine, il decreto deve tornare al Consiglio dei Ministri per lapprovazione definitiva e poi passare alla Corte dei Conti per la registrazione. Prima della realizzazione di questo percorso, previsto dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, nessuna anticipazione del processo di riforma può essere attuata ed ogni atto al riguardo è palesemente illegittimo.
Per questi motivi il Collegio dei Docenti del 1° circolo didattico di Roma
- dichiara di essere contrario allo stravolgimento degli attuali ordinamenti scolastici e ritiene, inoltre, che la cosiddetta riforma non possa essere applicata dal prossimo anno scolastico;
- dichiara, altresì, che non vi sia alcun obbligo di espletare nel mese di giugno alcuna attività di autoaggiornamento e delibera, comunque, di non intendere attivare tale attività.
Gli/le insegnanti, per tutti i motivi succitati, indicono lo stato di agitazione permanente e fanno appello a tutti/e i/le colleghi/e delle altre realtà scolastiche regionali e nazionali, nonché alle famiglie degli alunni di ogni diversa realtà, affinché si pervenga al più presto alla massima mobilitazione contro la Riforma Moratti.
Per tutte le ragioni che sono state evidenziate, il Collegio Docenti_del 13 giugno 2003 delibera di approvare la presente mozione allunanimità con _56_ voti favorevoli, _0 contrario e _0_ astenuti.
MOZIONE SULLA LEGGE DELEGA DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL CIRCOLO DI FANO S.ORSO Il Collegio dei Docenti del Circolo di Fano S.Orso, riunitosi in data 27 giugno 2003, esprime il proprio dissenso rispetto alla Legge Delega di riforma della scuola, approvata in data 12 marzo 2003, condividendo e sostenendo quanto già denunciato in proposito da altri Collegi.
In particolare contesta:
I Docenti chiedono quindi che si intervenga, almeno nella fase attuativa (decreti
delegati),
su tutti i punti principali:
- generalizzazione della scuola dellinfanzia, rispettando la sua peculiarità di
"scuola" e non di mero centro assistenziale;
- mantenimento dellattuale organizzazione della scuola elementare (tempo modulare e
tempo pieno), con potenziamento delle esperienze già in atto relative alla L2 e
allinformatica;
- ulteriori risorse professionali e finanziarie a sostegno dellintegrazione degli
alunni stranieri e allinserimento degli alunni con handicap;
- valorizzazione di tutte le potenzialità presenti nella scuola (docenti, personale
educativo e ata ) attraverso un adeguato riconoscimento economico.
Chiedono inoltre che venga riconsiderato il provvedimento relativo allanticipo scolastico, sia nella scuola materna che elementare, al fine di evitare sezioni/classi fortemente disomogenee, con bambini ancora non "pronti allesperienza scolastica" da un punto di vista cognitivo, affettivo ed emotivo.
La mozione è stata sottoscritta da 59 docenti.
Riflessioni collegiali degli insegnanti del 1° Circolo di Mogliano Veneto (Treviso)
- Il
linguaggio usato in gran parte dei suddetti documenti risulta a volte involuto,
inutilmente complesso e ridondante, a volte ambiguo e generico (cosa sono, ad esempio,
visioni, teorie e pratiche coerenti con la Costituzione? cosa si intende per
buone pratiche in riferimento al comportamento degli alunni/e?) tale quindi da
non esplicitare con sufficiente chiarezza ed efficacia il pensiero dellemittente del
messaggio.
-
Altre volte la comunicazione presuppone arbitrariamente ignoranza e incompetenza da parte
dei destinatari del messaggio: ignoranza sul piano culturale e lessicale (vedi ad esempio
la spiegazione del termine curriculum), incompetenza sul piano professionale (
vedi linformazione sulla natura dei laboratori, che dimentica che, almeno dagli anni
70, la scuola ha attinto a una ricca letteratura e ha attivato una preziosa pratica
in questo senso).
-
Altre volte sottolineature inutili presuppongono, destinatari irresponsabili: è il caso,
ad esempio, della raccomandazione a costruire proposte dotate di senso o a
evitare che il portfolio sia una raccolta di materiali disordinati e non
organizzati.
-
Troviamo altresì inopportuno il porsi dei suddetti documenti non in una posizione di
continuità, di evoluzione, di miglioramento rispetto alla Scuola configurata nella
legislazione precedente (ricordiamo in proposito che, a differenza di quanto viene
ingannevolmente dichiarato, alla Scuola Elementare Pubblica Italiana viene riconosciuto
ufficialmente un alto livello di qualità) ma di rottura, discontinuità, critica
indiscriminata, non riconoscimento del passato, presunzione di elaborare proposte
innovative (vedi le raccomandazioni rispetto alla lettura che riprendono
concetti già chiaramente e convincentemente espressi nei Programmi per la Scuola
Elementare del 1985)
- Gli
Obiettivi Generali e gli Obiettivi Specifici, decisamente alti, in gran parte
condivisibili, nonché lappello a partire dallesperienza, dovrebbero presupporre, per essere assunti, una scuola
straordinariamente dotata di risorse: tempi lunghi, strutture e materiali, gruppi con
numero ridotto di alunni/e, personale docente altamente qualificato, tempi adeguati per un
lavoro di èquipe dei docenti. Non ci risulta che vi sia una tendenza in questo senso.
Aggiungiamo
che lelenco degli Obiettivi specifici di apprendimento per la classe prima e per i
bienni sono tanto banali quanto, spesso, sovradimensionati rispetto alla fascia
detà cui si riferiscono.
-
Unosservazione rispetto allobiettivo generale La diversità
delle persone e delle culture come ricchezza: riteniamo improprio non distinguere
tra disagio, diversità e emarginazione, mettendo sullo stesso piano
condizioni reali (disagio), attribuzioni culturali (diversità) e condizioni create da
atteggiamenti di ingiustizia (emarginazione); suona inoltre offensivo e appartenente alla
cultura ottocentesca della carità, che dovrebbe essere ampiamente superata,
lappello all impegno e generosità personale nei confronti delle
persone diversamente abili, i cui bisogni vanno invece presi in considerazione nel
contesto di una cultura della giustizia e dei diritti.
- Non
riusciamo a comprendere come si concili la sottolineatura che gli obiettivi formativi
vanno adattati sempre ai singoli allievi, sottolineatura che condividiamo, con la
prospettiva di una Valutazione Nazionale standardizzata.
Per
quanto riguarda la compilazione del portfolio delle competenze individuali valgono le
considerazioni già delineate: una compilazione non superficiale richiede competenza e
quindi formazione degli insegnanti (si pensi solo alla competenza necessaria per
riconoscere e definire gli stili cognitivi), tempi adeguati per la stesura e anche per i
colloqui individuali con gli allievi e con le famiglie.
Non
ci risulta che siano stati previsti.
- Gli
stessi documenti delineano limmagine astratta di un bambino/a che accede alla Scuola
Elementare già molto competente e con un bagaglio significativo di esperienze e di
linguaggio. Si dimentica completamente che non è così per tutti/e, che la passività e
labbrutimento della TV sono per molti/e quasi lunica esperienza e che rispetto
ai soggetti deboli (bambini svantaggiati, deprivati, a disagio, stranieri
) mai
nominati nei Documenti, la Scuola ha precise responsabilità educative.
-
Allappello continuo alle competenze individuali e alla diversificazione dei
curricoli non corrisponde altrettanta attenzione per gli sforzi fatti finora per costruire, nelle scuole e nelle classi, un
ambiente educativo adatto alla crescita della responsabilità, delle competenze sociali,
della solidarietà.
-
Altrettanto dicasi per gli insegnanti, che avrebbero avuto bisogno di consolidare le
competenze necessarie per affrontare il lavoro di èquipe, che la Scuola, pur tra mille
difficoltà, aveva utilmente intrapreso.
La
diversificazione delle competenze, dei ruoli e delle responsabilità, la gerarchizzazione,
riportano gli operatori scolastici nel ghetto di un lavoro solitario e di una
professionalità che non trae alimento dalla cooperazione.
Aggiungiamo
una domanda su un problema pratico: in una scuola così basata su specificità e
specializzazioni dei docenti, cosa succederà qualora si presenterà la necessità di
sostituire un docente che ha già iniziato un percorso?
Gli
insegnanti del 1° Circolo di Mogliano Veneto (Treviso)
Il Collegio Docenti del Circolo Didattico di Castel S. Pietro Terme
Scuola e Riforma
Gli insegnanti del circolo didattico di Castel San Pietro T., riuniti nel Collegio Docenti del 24 giugno 2003, in merito ai cambiamenti che si stanno profilando per la scuola italiana con la Legge Delega N°53/2003 (nota come riforma Moratti)
Considerato
liter istituzionale della stessa, nata senza aver coinvolto il mondo della scuola, i genitori, i sindacati, le associazioni professionali e luniversità,
Asseriscono che tale metodo è inacettabile ed
Esprimono
preoccupazione per lattuazione di una scuola-azienda che si piega alle logiche del mercato e alle spinte localistiche e nega parità di opportunità a tutti e a ciascuno.
Pertanto il Collegio Docenti dice "NO"
inoltre la figura dellinsegnante tutor è un ritorno al vecchio insegnante "tuttologo" e annulla il patrimonio di competenze professionali conquistate con listituzione degli ambiti disciplinari;
NO
NO
NO
allalternarsi di figure educative precarie;
NO
SI
ad una scuola autonoma, pubblica e pluralista, garante del carattere unitario e nazionale del sistema formativo;
SI
ad una scuola che riconosca e valorizzi tutte le professionalità, a partire da quella docente, alla quale vanno garantite condizioni di lavoro fondate sulleffettiva libertà dinsegnamento, garante di unofferta formativa di qualità e di pari dignità culturale e pedagogica.
Castel S. Pietro T., 24 giugno 2003
ISTITUTO STATALE COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA, ELEMENTARE E MEDIA - CONSELICE (RAVENNA)
Il Collegio dei Docenti dell'I.C. di CONSELICE (Ra) Riunito il 25.06.2003
Invita
il MIUR ad un ripensamento del Decreto Legislativo al fine di salvaguardare i principi di pari dignità dei docenti.
IL COLLEGIO DEI DOCENTI
3°Circolo Didattico di Ravenna - il Collegio dei Docenti
presa visione della Legge n°53/2003 e della comunicazione di servizio del 10/04 u.s.
Esprime
un forte dissenso rispetto a :
FIGURA TUTOR
ORARIO SCOLASTICO
Pertanto il Collegio manifesta perplessità relativamente allapplicazione di una riforma che sembra vanificare le conquiste ottenute nella sperimentazione e nella pratica educativa esperita negli ultimi decenni dalla nostra scuola.
I Docenti del 3° Circolo Didattico di Ravenna