(libera rielaborazione da “Giovannino perdigiorno”,
di Gianni Rodari)
di Andrea Scano - maestro elementare - Istituto Comprensivo “C. Colombo”
Cagliari
L’insegnante
di oggigiorno
ha perso primo, secondo e contorno,
ha perso l’astuccio con penne e colori,
ha perso il rispetto dei genitori,
ha perso la voce, per il mal di gola,
ha perso la voglia di andare a scuola,
ha perso l’aumento di salario,
ha perso il collega (quello precario),
ha perso la forza di dare un voto,
il suo portafogli (ma tanto era vuoto!),
ha perso la cattedra (quella di legno)
e la collega di sostegno,
ha perso gli scatti di anzianità:
perdiamo di tutto, ma non dignità!
Non permettiamo che venga calpestata la nostra dignità, nei
rapporti con i genitori, con i dirigenti, nei collegi dei docenti…
Non facciamo il gioco di chi ci vuole dividere, mettendoci gli uni contro gli
altri!
Diamo forza alle nostre voci, raddrizziamo la schiena e, per quanto possibile,
stiamo uniti!
Un saluto a tutti!
Andrea Scano