Organizzazioni Sindacali Provinciali Di Trieste

Le organizzazioni sindacali in oggetto, presenti all’incontro dell’11 c.m. con il Comitato per la difesa del tempo pieno e del tempo prolungato, in merito alla Legge delega 53/03, alle Indicazioni Nazionali (ratificate con Decreto legislativo al Consiglio dei Ministri del 12 c.m.), al D.M. 61/03 ed alle circolari 62, 68 e 69/03, fanno proprie le seguenti osservazioni:

  1. Docenti e genitori, lungi dall’essere stati consultati sulla riforma, risultano addirittura all’oscuro degli esiti della sperimentazione attuata nell’a.s. precedente (per altro da poche scuole ed in gran parte parificate), delle concrete modalità organizzative adottate da tali plessi e dei programmi ivi seguiti.
  2. Parecchi collegi dei docenti hanno già votato ordini del giorno che respingono il disegno complessivo della cosiddetta riforma Moratti e le molte firme già raccolte dal Comitato dimostrano la diffusa contrarietà verso una proposta letta dai più come un attacco senza precedenti alla scuola pubblica.
  3. La prevista diminuzione del tempo scolastico (27 ore settimanali per tutti più 3 ore facoltative) non tiene conto della realtà che vivono i bambini, soprattutto nelle città, dove la scuola ricopre uno spazio sociale sempre più indispensabile, specie per i genitori che lavorano.
  4. La riduzione del tempo scuola crea un’inevitabile riduzione dell’offerta formativa ed alcune materie (le educazioni, in particolare) che oggi sono obbligatorie diverranno necessariamente facoltative e probabilmente a pagamento.
  5. La bozza di decreto legislativo, al momento accantonata, prevede il totale snaturamento della scuola a tempo pieno, non più affidata a due insegnanti contitolari ma ad un solo insegnante prevalente, che dovrebbe occuparsi di tutte le discipline, escluse le educazioni, l’inglese e l’informatica. L’istituzione dell’insegnante tutor nella scuola elementare, oltre a vanificare quel percorso che ha portato negli ultimi decenni,prima nel tempo pieno e successivamente nella scuola a moduli, alla specializzazione per aree di insegnamento, mette per la prima volta in discussione la pari dignità degli insegnanti, destrutturando il team docente e minando alla radice il lavoro collegiale. Una cosa analoga accade alla scuola media dove il docente tutor va a sostituire il consiglio di classe.
  6. I tempi del pranzo e della ricreazione cesseranno di essere momenti educativi di cui la scuola si fa carico e verranno gestiti da altro personale con conseguente aumento dei costi per le famiglie e turn over di persone magari precarie che, cambiando spesso, rischieranno di non essere adeguatamente "riconosciute" dai gruppi di alunni.
  7. La nuova organizzazione scolastica, non prevedendo più momenti di compresenza per recuperi individualizzati e diminuendo allo stesso tempo il numero di insegnanti di sostegno, renderà sempre più difficile l’inserimento e l’integrazione degli alunni disabili e di quelli stranieri.
  8. La valutazione esterna sugli apprendimenti degli alunni, i cui risultati siano poi resi pubblici, non tenendo conto del contesto socio-ambientale della scuola nè di numerose altre variabili, finisce solo per instaurare una logica comparativa che mette inutilmente in competizione le scuole tra loro.

Nella convinzione quindi che la riforma, così come si prefigura, segni un forte arretramento ed un generale ridimensionamento della scuola pubblica

Le scriventi organizzazioni sindacali

CGIL Scuola
TRIESTE

CISL Scuola
TRIESTE

UIL Scuola
TRIESTE

Cobas Scuola
TRIESTE