Non vi sarà sfuggita la notizia, riportata da diversi quotidiani:
I minori di undici anni non potranno partecipare ai cortei politici. Non mancano le sanzioni: i genitori dissenzienti e trasgressori che portano i figli alle manifestazioni verrebbero puniti con una multa da 500 a 2.000 euro.
Se volete socializzare le vostre considerazioni, inviate per conoscenza la vostra e-mail anche allindirizzo
unamailallaburani@yahoo.it per aprire un FORUM sull'argomento "no ai bambini in corteo".Scrivete ai seguenti indirizzi e-mail:
1.Manifestare con i bambini
2.PERCHE' I BAMBINI IN CORTEO NON
PIACCIONO AL GOVERNO?
Manifestazioni vietate ai bambini con meno di
undici anni.
Lirresponsabile genitore che trasgredisce
verrà punito con una multa da 500 a 2.000 euro. Inoltre, se i bambini parteciperanno ai
cortei, i promotori sono tenuti ad annullare la manifestazione o ad avvertire
immediatamente la questura, e il prefetto deciderà se impedirla o consentirla, a
patto che non vi siano minori di undici anni.
Se non fosse drammatico sarebbe comico.
Ma è tutto scritto nella proposta di legge
fatta dalla deputata Maria Burani Procaccini, di Forza Italia.
Intendiamoci: accetto e comprendo che vi siano
posizioni contrastanti in merito alla partecipazione dei bambini ai cortei. Molte persone,
davvero in buona fede, senza secondi fini, non la ritengono opportuna. E possono avere le
loro buone ragioni, che meritano di essere ascoltate.
Ma ciò che trovo inaccettabile è latteggiamento
ancora una volta punitivo, la vocazione da censore che questo governo CENSORE continua ad
esprimere su tutti i fronti.
Dovrei credere alla seria intenzione,
disinteressata, degli esponenti del centrodestra di ergersi a nobili paladini dei diritti
dei bambini? Sono molto più propensa a credere che siano mossi non da un genuino
interesse nei confronti degli under-11, ma unicamente dalla volontà di difendere
strenuamente l'operato del governo contro tutto e contro tutti.
La verità (che li infastidisce non
poco) è che migliaia di bambini, insieme a genitori ed insegnanti, sono scesi in piazza a
protestare contro la Riforma Moratti, e hanno fatto NOTIZIA.
LUI, il Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, se ne è addirittura lamentato pubblicamente, dichiarando
indignato: «Ho notato che sui giornali è stato dedicato alle proteste sulla scuola uno
spazio pari a nove volte quello dedicato alla descrizione della riforma del governo».
E, riferendosi alla manifestazione di Roma del
17 gennaio, ha TUONATO: «Vergogna, la sinistra ha messo in mano a bambini
di 5 o 6 anni cartelli non scritti da loro e con affermazioni false».
Dunque si era proprio innervosito. Non lo ha
placato la polemica scatenata dal centrodestra, con esponenti del governo che hanno
dichiarato: «l'Ulivo non è una opposizione degna di un Paese democratico; daltronde
da chi utilizza anche i bambini per seminare falsità contro la riforma della scuola del
Governo Berlusconi non ci si può aspettare granché» (Isabella Bertolini-Forza Italia).
E ancora: «Quando dicono che il governo abolisce il tempo pieno, discrimina tra gli
studenti e taglia i fondi alla scuola non è che pensano sia vero, ma solo che dirlo fa
comodo al partito, così come usare i bambini come cartelli pubblicitari» (Lucio
Malan - Forza Italia).
E non lo ha placato nemmeno Emilio Fede, che
dal TG4 si è affrettato a denunciare la strumentalizzazione dei minori,
mostrando lungamente immagini di bambini alla manifestazione di Roma e facendo ascoltare
solo gli slogan scelti ad hoc tra quelli che più hanno irritato il Cavaliere.
Qui ci voleva un severo ammonimento, ci
voleva una legge per punire questo branco di genitori tardo-bolscevichi che strumentalizza
i bambini.
Ma ai prodi difensori dei diritti degli
under-11 indifesi è (forse?) sfuggito un piccolo particolare: la gente a Roma il 17
gennaio non ce lha portata la sinistra, non era un Congresso dellUlivo,
non si trattava di una manifestazione di partito.
Le manifestazioni, le assemblee, le occupazioni
degli ultimi mesi stanno impegnando tanta GENTE COMUNE, tanta gente mossa da
interessi e preoccupazioni non di PARTE, ma di CONTENUTO.
Alle manifestazioni, insieme ai loro figli, ci
vanno tantissimi genitori per niente rassicurati dalla scuola dei miracoli
propagandata con ogni mezzo dal governo.
Ad esempio con lagenda Una scuola
per crescere, che ritrae svariati bambini sorridenti, alunni felici della scuola
riformata. O con gli spot televisivi, sempre con bambini entusiasti come
testimonial.
O con laccattivante opuscolo QUI
QUO QUA, viaggio alla scoperta della nuova scuola, che i miei figli, così come
altre centinaia di migliaia di ragazzini italiani, hanno trovato allegato a Topolino,
tra un depliant di giocattoli e una pubblicità di telefonini di ultima generazione.
Ma questa sopra descritta NOOO, non è
strumentalizzazione dei bambini.
Comunque, nonostante ai miei occhi sia
evidente il vero obiettivo di una siffatta proposta di legge, mi sono chiesta se strumentalizzo
i miei figli portandoli in manifestazione.
Non credo siano stati strumentalizzati,
sono stati certamente disillusi.
Perchè, nel loro candore, pensavano che:
<<Se così tante persone insieme protestano contro questa legge, allora dovranno
cambiarla ! >>. Invece hanno imparato che non è così.
Ma è davvero sbagliato insegnare ai nostri
figli che si può dissentire da un provvedimento governativo che non condividiamo? Secondo
me, potrebbe essere una grande lezione di educazione civica, se dallaltra parte ci
fosse
un governo APERTO AL CONFRONTO, che rispetti le
posizioni divergenti impegnandosi a rispondere a tutte le domande, anche a quelle scomode.
In qualità di genitori, facciamo
continuamente delle scelte per i nostri figli, a cominciare dal nome che scegliamo per
loro. Alla religione o non religione che scegliamo per loro. Ai vestiti e ai giocattoli
che gli compriamo. A come li nutriamo e curiamo. Ai libri che prima gli leggiamo e poi
leggono. Ai programmi televisivi e film che possono o non possono guardare. A quale scuola
frequentare.
Facciamo continuamente delle scelte
educative che influiranno sul loro essere persone adulte, un domani. Persone che pensano,
che scelgono, che si interrogano, che ascoltano, che rispettano le diversità.
Il tema bambini in corteo è
controverso? Parliamone.
Se il governo non apre un confronto civile, ma
aggredisce, inveisce, ammonisce, proibisce, vieta, punisce, facciamolo noi. Noi che ai
nostri figli vogliamo insegnare ad ascoltare gli altri. Noi che vogliamo incoraggiarli ad
esprimere i loro talenti, le loro idee. Perchè i bambini hanno le loro idee. Diamo voce
ai loro pensieri.
Oggi ho chiesto a mia figlia, che deve ancora
compiere 10 anni - e quindi, secondo la Burani Procaccini, NON HA L'ETA' per
"predendere parte ad una manifestazione"- perchè viene ai cortei con noi
genitori.
Lei, con la sua consueta calma, mi ha
risposto che:
«PERCHE SIAMO NOI CHE DOBBIAMO ANDARE A SCUOLA, NON SONO GLI ADULTI. E DA QUATTRO ANNI CHE FACCIO IL TEMPO PIENO E MI PIACE PERCHE POSSO STARE PIU TEMPO CON I MIEI AMICI E CON TUTTE E DUE LE MIE MAESTRE. PER QUESTO MI SEMBRA GIUSTO ANDARE ALLE MANIFESTAZIONI».
...Ed ora, accusatemi di strumentalizzarla,
multatemi pure, ma, se lo vorrà, lei in manifestazione ci verrà ancora.
Valeria De Vincenzi, mamma di tre bambini,
genitore del Coordinamento bolognese in difesa del Tempo Pieno e Prolungato e della Scuola
Pubblica
3.BAMBINI IN PIAZZA CONTRO LA MORATTI
Il ministro Moratti ha presentato il 12
settembre il primo decreto attuativo della legge 53/03 relativo alla scuola dell'infanzia,
primaria e secondaria di primo grado.
Tale decreto ha ricevuto aspre e ben
circostanziate critiche da chi di scuola si occupa da molto tempo, a differenza del
ministro Moratti.
Sto parlando non solo di sindacati e di
avversari politici, ma di decine e decine di migliaia di insegnanti e genitori, di molti
dirigenti scolastici (nonostante il ricatto dello spoil system), dell'ANCI (i Comuni
italiani), delle Regioni (di qualunque colore), del CNPI (il Consiglio Nazionale della
Pubblica Istruzione), di eminenti personalità del mondo della cultura, dell'università e
dello spettacolo, delle Commissioni Istruzione di Camera e Senato (persino moltissimi
esponenti della sua maggioranza l'hanno pregata di riscrivere il decreto, salvando il
Tempo Pieno, quello con le iniziali maiuscole, non quello delle semplici 40 ore
settimanali).
Dal 12 settembre ad oggi il Ministero ha
divulgato gli articoli del decreto, poi un commento che ne forniva una interpretazione
quantomeno dubbia, atta a smentirne gli aspetti più contestati; su pressione dell'ANCI e
della Conferenza Stato-Regioni ha poi accolto alcuni emendamenti che smentivano sia il
testo che il commento, completando il pasticcio delle libere interpretazioni. Infine,
pressata dai dirigenti scolastici allarmati per il futuro delle loro scuole, ha emanato
una circolare sulle iscrizioni prima della defnitiva approvazione del decreto (non ancora
divenuto legge), creando un disagio diffuso fra le famiglie dei nuovi iscritti e
provocando le proteste dei dirigenti scolastici, a corto di risposte per i genitori ed
impossibilitati a configurare gli organici per il prossimo anno scolastico. Bene, troviamo
quantomeno singolare, ma purtroppo degno dei nostri tempi, che nel caos totale in cui
versa la scuola alcuni esponenti della maggioranza che governa il nostro paese non trovino
nulla di meglio da fare che impegnarsi in un'interrogazione parlamentare su quello che
considerano l'uso immorale di bambini festosi portati in piazza sabato 17 a Roma in difesa
del Tempo Pieno e della scuola pubblica, minacciata dalla "riforma" del ministro
Letizia Moratti. Vorrei solo ricordare a questi signori due cose.
Prima di tutto che in Italia esiste ancora una
patria potestà, per cui dato per scontato che i piccoli non siano stati rapiti nè siano
scesi in corteo da soli, i loro genitori sono assolutamente liberi di portarli dove
vogliono. C'è chi li manda a fare quiz in TV e chi in Piazza del Popolo a manifestare:
potremmo discutere a lungo su quale sia la strumentalizzazione più evidente e
condannabile e rimarremmo probabilmente ciascuno della propria idea. In secondo luogo, che
il ministro Moratti ha utilizzato decine di bambini per i suo spot televisivi e per gli
opuscoletti pubblicitari oltrechè per la "bellissima" agenda inviata agli
insegnanti (che, beffa delle beffe, in tante scuole italiane deve ancora arrivare),
cortesemente rispedita al mittente in migliaia di copie. Sono dei piccoli attori? Ha
chiesto il permesso di pubblicarne le foto? Ha contattato i loro genitori?
Saremmo molto curiosi di saperlo, visto che la
ministra si è indignata alle vergognose illazioni di chi, vedendo la sua propaganda, ha
sostenuto che quelle immagini siano state prese su set cinematografici ed in teatri di
posa, in scuole di cartapesta insomma, triste preludio di ciò che, se passa il decreto,
resterà della pubblica istruzione.
Ci permettiamo di chiederLe, gentile Onorevole,
di prendere piuttosto in considerazione in che modo sarebbero rispettati i diritti dei
bambini qualora venisse approvata una riforma che di fatto non si preoccupa in primo luogo
di metterli al centro del servizio educativo, asserendo che compito della scuola è
"innanzitutto fornire un servizio alle famiglie"; una riforma che si
ripropone di garantire 40 ore settimanali di scuola per andare incontro alle esigenze dei
genitori che lavorano, ma che dimentica le esigenze dei bambini ed il loro sacrosanto
diritto, come soggetti deboli che lo Stato ha il dovere di difendere, di avere un
tempo-scuola di qualità.
Una riforma che rispetta tanto i bambini da
ignorare qualsiasi presupposto pedagogico e didattico, non tenendo conto dei loro tempi di
crescita e di apprendimento, dei loro bisogni relazionali; una riforma che sostituisce la
competizione alla cooperazione, discriminando chi è più debole per diverse ragioni
(economiche, fisiche, psicologiche, culturali....).
Siamo certi che Lei saprà tenere in dovuta
considerazione queste nostre riflessioni, condivise quantomeno dagli oltre 110.000
cittadini che hanno firmato nei mesi scorsi per il ritiro del decreto del 12 settembre.
Ringraziandola per la Sua attenzione, Le
porgiamo distinti saluti
Roberta Roberti - La scuola siamo noi -
Coordinamento Scuole Parma - lascuolasiamonoi@virgilio.it
4.PERCHE NON SI VIETA LA PUBBLICITA O LE TENSIONI NEGLI STADI?
Gent.ma Sig.ra Burani,
siamo genitori di due bambini di 8 e 11 anni.
Di fronte alla sua proposta di legge che vieti la
partecipazione di minori alle manifestazioni politiche, ci chiediamo:
- perche' si ritiene deplorevole
"strumentalizzare i bambini" per esprimere un dissenso e non lo e'
"strumentalizzarli" come piccoli consumatori ed inondarli di pubblicita' a
loro mirate?
- perche' ci si preoccupa di evitare loro le
"tensioni" dei cortei e non quelle ben piu' forti degli stadi?
Ci viene da pensare che la risposta sia da ricercare
solo nel tornaconto economico....
Silvia Cappelli e Roberto Cecchini
5. PRETENDONO DI CONTROLLARE ANCHE LE COSCIENZE
DEI NOSTRI FIGLI...
Buongiorno, sono il papà di due bambini di 2 e
7 anni ;
saltiamo i convenevoli di rito e veniamo al dunque.
La prima considerazione sorge spontanea, ha dei figli e se sì che tipo di educazione ha
loro impartito?
Poi, come presidente della commissione parlamentare
per linfanzia, dovrebbe usare la sua carica e le sue energie per proporre e
risolvere problemi ben più importanti della partecipazione di un bambino ad una
manifestazione; mi sento offeso come genitore, quando si dice che un bambino di
meno di 11 anni non può avere la consapevolezza e la capacità necessarie per
prendere parte ad una manifestazione; strumentalizzare un bambino, per qualsiasi
motivazione, significa mettere in pericolo il suo sereno sviluppo".
Io non strumentalizzo i MIEI FIGLI, ma cerco di
educarli secondo principi etici e morali, dandogli gli strumenti, fin dalla più tenera
età, per cercare di comprendere ciò che li circonda, senza nessun tipo di
condizionamento di carattere politico, religioso, razziale.
Ogni giorno io e mia moglie ci adoperiamo per il loro
sereno sviluppo, spiegando loro quello che succede, facendogli fare attività
sportiva, portandoli a manifestazioni culturali e ludiche e centellinando la visione della
televisione, che forse voi volete mettere al centro delleducazione infantile, o che
usassimo come baby sitter, vista la cancellazione del tempo pieno grazie alla riforma
Moratti
Solo nei regimi più totalitari vigeva il sistema di
irregimentare i bambini e mi aspetto al più presto liscrizione obbligatoria ai
Balilla, la messa quotidiana obbligatoria e la delazione (modello Stasi) dei figli nei
confronti di quei genitori, che osano esprimere un idea politica contraria a quella sdella
maggioranza.
Le manifestazioni a cui abbiamo partecipato, non
erano dei cortei politici, ma sicuramente una forma di protesta contro un provvedimento,
che ci fa tornare indietro di decenni; va bene che avete il controllo pressoché totale
dei massmedia, ma pretendere di controllare le coscienze dei NOSTRI FIGLI mi sembra
francamente troppo.
A voi non interessa assolutamente niente del futuro
dei NOSTRI FIGLI, che dovranno risollevarsi dal cumulo di macerie che state provocando allinterno
di quello stato sociale che state smantellando, per il vostro principio liberista,
improntato solo sul profitto e sulla massificazione delle idee.
Giù LE MANI DAI NOSTRI FIGLI, W LA LIBERTà DI
ESPRESSIONE E DI PENSIERO
P.S. un consiglio: si dimetta da parlamentare e
faccia qualcosa di più utile per la comunità! E se proprio volesse farmi un piacere,
potrebbe estendere questa e mail a tutti i membri deputati e senatori della commissione
parlamentare per l'infanzia.
Sentitamente vostro, Riccardo Lazzarin e famiglia.