Insegno da 11 anni...
Lettera alla stampa di Barbara Duda, insegnante di Trieste

Insegno da 11 anni nella scuola dell’infanzia statale. Quante volte mi sono trovata da sola, con 28 alunni, 5/6 bambini non italofoni, una decina di 3 anni appena compiuti o da compiere, 4 “emergenze pipì” e 7/8 bambini piangenti da consolare? Per fortuna io e le mie colleghe abbiamo scelto la compresenza per alcune ore alla settimana (ma la “Riforma” prevede una sola insegnante ed il solo turno antimeridiano); per fortuna abbiamo una collaboratrice scolastica che ci aiuta nell’assistenza ai bambini (ma la Riforma prevede il taglio del Personale Ata); per fortuna possiamo contare per un paio d’ore alla settimana sui mediatori linguistico-culturali (forniti dal Ministero? No, da un’associazione di volontariato..). Per mancanza di soldi nel refettorio utilizziamo tavoli e seggiole di recupero - altrimenti i bambini dovrebbero portarsi le sedie dalle classi - e da anni noi maestre aspettiamo gli armadietti per cambiarci; alcuni anni fa, durante l’estate, se io e la mia collega non avessimo seguito i lavori di ristrutturazione del cortile adesso avremmo i muretti con gli spigoli vivi ad altezza bambino e gli arbusti con le bacche velenose.. Il Ministro Gelmini scrive di voler “rendere pienamente efficienti i servizi scolastici al fine di raggiungere risultati qualitativi migliori e di più alto profilo”: in che modo? Elevando il numero di alunni per classe, eliminando la compresenza dei docenti, introducendo il maestro unico? Solo grazie alla compresenza è stato possibile effettuare uscite didattiche differenziate per età e, alla scuola primaria, utilizzare quell’ora per il recupero della lingua italiana per i bambini stranieri, ed è dimostrato che il modo migliore perché un bambino apprenda una lingua sta nel contatto e nello scambio quotidiano con i coetanei, non nell’istituzione di classi separate. Queste sono le reali emergenze della scuola: finanziamenti irrisori, classi sempre più numerose, carenza di mediatori, mancanza di controllo da parte di chi di dovere. Ancora una volta chi fa le leggi non ha saputo calarsi nella realtà e coinvolgere coloro che la scuola la vivono sulla propria pelle giorno per giorno: insegnanti, studenti, famiglie, Dirigenti Scolastici, Personale Ata. Buon lavoro, Signor Ministro.