RELIGIONE-SCIENZA-SCUOLA
Enzo Mazzi, ex insegnante elementare, Firenze

L’attuale riforma della scuola è tutta giocata sulla privatizzazione del sapere. La stessa privatizzazione delle strutture scolastiche è una coerente conseguenza di questo nodo fondamentale di carattere culturale. Per la signora Moratti non esiste un sapere condiviso. E’ la vecchia storia della conoscenza e della verità come assoluti. E l’assoluto, come si sa già fin da Aristotele, non è condivisibile ma solo trasmissibile, travasabile. Un assoluto condiviso non è più “absolutus”, sciolto dai condizionamenti delle relazioni. La condivisione sottopone la verità e la conoscenza alla creatività e ai limiti delle re-lazioni.
Il sapere va liberato dal mito della condivisione. Chi possiede il sapere insegna chi non sa impara. Questi sono i dogmatismi che stanno alla base della riforma. La ministra dell’Istruzione però non se li leva dalla propria testa. La sua riforma è semmai una sorta di estremizzazione di una cultura che tutt’ora domina la conoscenza e la sua comunicazione. “Dopo Aristotele il mondo occidentale ha seguito i principi logici della filosofia aristotelica. Il punto di vista aristotelico porta al dogma e alla scienza, alla Chiesa cattolica e alla scoperta dell’energia atomica” (E. Fromm, L’arte di amare).
Prendiamo ad esempio il dibattito su "evoluzionismo o creazionismo?", risuscitato da una improvvida esclusione, poi rientrata, della teoria evoluzionistica dai programmi scolastici della scuola dell’obbligo. Ha disatteso la complementarietà e non-contrapposizione delle varie tappe della ricerca umana e ha eluso inoltre i problemi pedagogici. Si è creata una sollevazione, a mio avviso molto opportuna, contro l’esclusione. Ma non si è affrontato il nodo del rapporto fra scienza e vita, scienza e relazioni, scienza-storia-cultura-religioni e non si è parlato del grosso problema delle metodologie pedagogiche di trasmissione o meglio di condivisione della cultura. La nostra cultura è settoriale, parcellizzata, carente di una visione complessiva. Ed è così frantumata che viene trasmessa ai giovani. Le esperienze e le sperimentazioni che tentano di uscire da un tale incasellamento sono frammentate e oscurate.
Avvertiamo sempre più l’urgenza di superare la cultura contrappositiva, ereditata da una “modernità dimezzata”, per far avanzare la cultura della convergenza e complemetarietà fra i poli della esistenza umana: mente/corpo, razionalità/sentimenti, miti/scienza/religione, ecc.
Ci sono sperimentazioni che osano sfidare la contrapposizione aprendo sentieri di ricerca molto arditi. Ad esempio i tentativi fatti da alcuni insegnanti di introdurre nella scuola esperienze di interiorità o se si vuole di spiritualità laica, al di là dei confessionalismi, a contatto con l’esperienza sia dello Yoga sia del Vangelo. Conoscere la realtà immedesimandosi in essa, diventare in qualche modo, come suggerisce la pratica yoga, un uccello, un cane, un serpente, una montagna, la luna e il sole, un arco che si tende per scoccare la freccia della conoscenza, oppure sentirsi partecipi, come indicano alcune esperienze religiose fra cui il Vangelo, di tutte le gioie e le pene del mondo, sentirsi vivi dentro il grande inno di liberazione e di beatitudine che anima e avvolge l’umanità a cominciare dall’umanità dei bambini e dei più deboli. Percepirsi non più una persona separata, una solitudine spersa nello spazio infinito, avida di dominare e di possedere tutto, ma “essere” l'universo intero: in una parola divenire creatori. E’ solo un esempio tratto da una molteplicità di piste di ricerca.
Purtroppo però le sperimentazioni, che sono l’anima della trasformazione, soffrono di isolamento e di frammentazione. Sono ridotte a cisti o al massimo ad isole felici. E soprattutto sono disattese da molti maestri del pensiero e dai dottori dell’anima, innamorati delle proprie assolutizzazioni mentali. Non basta invocare a gran voce Darwin o per altro verso la rivelazione divina. Bisogna invocare anche ad esempio un Giordano Bruno, il filosofo della convergenza e della fusione degli opposti, e richiamare le streghe, detentrici della saggezza naturale. I roghi ci hanno regalato una religione imbalsamata nelle proprie certezze assolute senza speranza terrena e una modernità dimezzata, dominata da una mente che impazzisce sotto il peso distruttivo della propria insostenibile onnipotenza. Forse occorre far rivivere le ceneri dei roghi, riaprire i sentieri della ricerca bloccati dagli opposti esclusivismi, sia a livello culturale che educativo.

Vedi anche: crocefisso, darwin, discussione , laicità