L’assemblea dei docenti dell’Istituto Comprensivo
“Dante Alighieri” di San Canzian d’Isonzo |
Al Dirigente Scolastico Ai referenti di
plesso Al Collegio Docenti Al Consiglio d’Istituto ISTITUTO COMPRENSIVO
“DANTE ALIGHIERI” di SAN CANZIAN D’ISONZO
Oggetto: considerazioni e comunicazioni in merito alle recenti normative
in materia di organizzazione scolastica
L’assemblea dei docenti dell’Istituto Comprensivo “Dante
Alighieri” di San Canzian d’Isonzo, riunitasi in data giovedì
23 ottobre 2008, alla presenza della R.S.U. d’istituto,
VISTO
il decreto-legge 27 maggio 2008, n° 93, “Disposizioni urgenti
per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie”;
lo “Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro
dell’Economia e delle Finanze”, di cui all’art. 64 del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto
2008, n. 133;
l’art. 64, “Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”,
della legge 6 agosto 2008, n. 133 “Conversione in legge, con modificazioni,
del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti
per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività,
la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”;
l’art. 3 del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, "Disposizioni
urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni
contabili con le autonomie locali";
il decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137, “Disposizioni urgenti
in materia di istruzione e università”;
CONSIDERATO
quanto emerso sui vari organi di stampa e nel corso di svariate trasmissioni
radiofoniche e televisive sul tema di che trattasi;
RILEVA
la mancanza di programmazione a lungo termine sulla scuola, già
carente nel corso delle ultime legislature;
la strumentalizzazione dei dati sulla situazione della scuola pubblica
italiana, finalizzata alla giustificazione dei provvedimenti presi, senza
un preciso approfondimento di una realtà molto più complessa
rispetto a quella rappresentata;
l’assenza di riferimenti pedagogici in un quadro riformatore dal
carattere meramente economico, nel quale i contenuti educativi e didattici
dovranno adattarsi ad un “contenitore” ridotto sia in termini
quantitativi, sia in termini qualitativi, a causa dei tagli previsti;
la compromissione della qualità dei servizi essenziali e dell’offerta
formativa a fronte del taglio del personale docente e non docente, del
considerevole aumento del rapporto alunni-insegnante, della riduzione
del tempo-scuola e dell’accorpamento o della chiusura delle scuole
più piccole, anche considerando le normative che prevedono un adeguato
rapporto fra spazio e numero di alunni;
la riduzione dell’orario settimanale di lezione, con l’ipotesi
del turno unico antimeridiano per la scuola dell’infanzia, a fronte
di una richiesta sempre più ampia di aumento del tempo scuola da
parte delle famiglie;
l’unilateralità delle decisioni assunte, senza un adeguato
e opportuno confronto con gli operatori scolastici, né sperimentazione
alcuna, né il sostegno di evidenze scientifiche, a supporto di
innovazioni con forti implicazioni didattico-pedagogiche:
in particolare le conseguenze negative derivanti dall’introduzione
dell’insegnante unico nella scuola primaria:
- la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti:
“il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie
per tutto il programma previsto nei cinque anni con ripercussioni negative
sulla didattica e sugli apprendimenti;
- la rinuncia alle competenze specifiche acquisite dai docenti nei diversi
ambiti disciplinari, dall’istituzione dei moduli fino ad oggi;
- il forte abbassamento del livello qualitativo dell’insegnamento
dell’inglese, che verrebbe demandato ad un insegnante privo di specializzazione,
per il quale è previsto un corso di formazione di sole 150-200
ore, mentre, attualmente, il docente di inglese è provvisto di
specializzazione conseguita tramite apposito corso di studi a livello
universitario;
- l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei
docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in
riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche,
agli stili di apprendimento; ogni insegnante tornerà ad essere
solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini
e delle bambine;
- l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche nel
territorio: per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante
non potrà uscire dalla scuola con la classe; fino ad oggi la presenza
di più insegnanti e le compresenze hanno reso possibile tale didattica;
- l’impossibilità per i genitori di rapportarsi ad un team
di insegnanti; il riferimento diverrebbe unico, senza appello, senza possibilità
di un confronto a più voci;
- la scomparsa delle compresenze e quindi della possibilità di
provvedere alle sostituzioni di emergenza in caso di assenze dei docenti,
nonché di organizzare laboratori, progetti, percorsi specifici
di recupero per gli alunni in difficoltà o attività di arricchimento
che prevedano lavori di gruppo oppure ancora ulteriori iniziative a favore
dell’integrazione degli alunni stranieri;
- la riduzione drastica del tempo pieno o, nella migliore delle ipotesi,
la trasformazione delle ore pomeridiane di lezione da attività
curricolare a “dopo-scuola”;
più in generale il pericolo di una penalizzazione dell’intera
organizzazione scolastica che causerebbe forti limitazioni, fino all’impossibilità
di svolgere le iniziative oggi ampiamente diffuse: i lavori per piccoli
gruppi, le uscite didattiche, l’attuazione dei progetti, i laboratori,
le attività di recupero e potenziamento; in definitiva riducendo
le opportunità garantite dall’arricchimento dell’offerta
formativa, volte a far accrescere l’autostima nei giovani e ad integrare
al meglio gli alunni diversamente abili e gli alunni stranieri, trattandosi
di iniziative che necessitano di competenza, tempo, contemporaneità,
possibilità di raccordo tra insegnanti;
il taglio indiscriminato al personale amministrativo, tecnico, ausiliario,
che non consentirebbe né un efficace funzionamento dei servizi
di segreteria, già attualmente oberati di lavoro, né l'indispensabile
rapporto di collaborazione all'attività didattica, né garantirebbe
un adeguato servizio di vigilanza e assistenza agli alunni, con particolari
implicazioni per quanto concerne l’assistenza ai piccoli della scuola
dell’infanzia, anche considerando l’introduzione delle “classi
primavera”;
lo svilimento e il discredito a cui è stata sottoposta l’intera
classe insegnante, anche da parte di autorevoli esponenti del governo;
CONSIDERATO INOLTRE
le analisi emerse in sede di consigli di intersezione, interclasse e classe;
le comunicazioni e le iniziative di dissenso dei vari plessi dell’Istituto;
le comunicazioni e le iniziative di dissenso di altre istituzioni scolastiche;
gli elementi sorti dalla discussione in data odierna nel corso dei lavori
dell’assemblea;
ESPRIME
la propria preoccupazione per le conseguenze dei provvedimenti legislativi,
già emanati o in corso di approvazione, sul diritto allo studio
e sulla qualità dell’offerta formativa della scuola pubblica
statale;
RITIENE
di fondamentale importanza informare l’utenza e la cittadinanza
delle conseguenze sociali e culturali del piano di “essenzializzazione”
che investe e stravolge la scuola pubblica statale;
imprescindibile proporre un progetto di riforma che sia tale e che affronti
i problemi della scuola adottando un’ottica diversa dal risparmio
a tutti i costi;
CONSIDERA
la scuola pubblica statale un’opportunità di crescita, di
miglioramento e di sviluppo per tutti ed in particolare per i più
deboli, richiamando il diritto allo studio sancito dalla Costituzione;
CONDIVIDE
le parole di illustri esponenti del mondo della scuola, dell’istruzione
e della formazione che hanno contribuito alla crescita culturale del nostro
paese soprattutto sul tema dell’integrazione dei disabili: “Questa
nuova politica scolastica fatta di tagli, economie presunte, annunci e
smentite, rigore, disciplina, ordine, divise, autorità, voto in
condotta, bocciatura, selezione produce in tutti ulteriore insicurezza,
diffidenza e conflitti…” (Andrea Canevaro e Dario Ianes);
DICHIARA
di voler istituire un apposito comitato di rappresentanza che curerà
la comunicazione interna ed esterna al corpo docenti, garantendo il raccordo
con tutte le componenti coinvolte nel progetto di riorganizzazione scolastica;
di voler promuovere iniziative d’informazione, garantendo - a tutte
le componenti scolastiche, all’utenza ed alla cittadinanza - la
possibilità di accogliere le motivazioni relative alle decisioni
assunte;
di volerne riferire sia nel corso di apposite riunioni, sia in occasione
di incontri pubblici e sia tramite gli organi di stampa o attraverso altri
mezzi propagandistici;
di voler sospendere tutti i viaggi di istruzione e le uscite didattiche
sul territorio previste per l’anno scolastico 2008-2009, quale forma
di disapprovazione rispetto alle scelte attuate dal governo e dal Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, garantendo
quanto previsto dal C.C.N.L.;
di voler limitare i progetti da inserire nel P.O.F., fatti salvi quelli
già avviati e definiti, nel rispetto delle posizioni assunte da
ogni singolo plesso e degli impegni già presi con associazioni
ed enti esterni, con le stesse motivazioni di cui al punto precedente.
Documento elaborato e approvato a maggioranza dall’assemblea sindacale
dei docenti dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”
di San Canzian d’Isonzo
Pieris, 23 ottobre 2008 |
Collegio dei Docenti dell'Istituto Comprensivo San Giovanni
di Trieste |
Al Ministro dell’Istruzione,
All’Ufficio Scolastico Regionale All’Ufficio Scolastico Provinciale
Al Consiglio di Istituto Ai neo-eletti rappresentanti di classe Alla stampa
In riferimento ai decreti 133 e 137 sulla scuola, il Collegio dei Docenti
dell'Istituto Comprensivo San Giovanni di Trieste esprime le seguenti
riflessioni sulle modifiche che riguardano la scuola primaria e quella
secondaria di primo grado.
Il superamento della figura del “maestro unico” è
avvenuta quasi vent'anni fa, a seguito di un grande dibattito. E' stata
una riforma largamente condivisa, risultato di un confronto serio e appassionato
tra le varie componenti coinvolte nel processo educativo. Questa modalità,
democratica e partecipativa, ha favorito il coinvolgimento dei docenti,
che in questi anni hanno sentito di impegnarsi per qualcosa in cui credevano.
La divisione delle discipline consente a ciascun insegnante di aggiornarsi
e di essere preparato maggiormente, molto più di quando un maestro
“tuttologo” doveva insegnare tutte le materie, per tutto il
programma.
Il confronto con i colleghi, inoltre, permette di cogliere la complessità
della realtà e di trovare strategie più efficaci in classi
che diventano sempre più eterogenee e di fronte a bambini sempre
più complessi. Anche rispetto ai genitori il gruppo docente può
fornire un rapporto più ricco ed equilibrato.
Il team docente garantisce maggiormente la continuità nei vari
anni scolastici e rende possibile effettuare supplenze nelle classi senza
introdurre elementi esterni.
La pluralità dei docenti, in molte scuole, ha altresì permesso
di fornire alle famiglie un importante servizio: il tempo pieno qualificato.
Nel le scuole medie le compresenze (peraltro già pesantemente erose
dalla necessità di coprire le supplenze) hanno dato la possibilità
di offrire ad alunni e famiglie il tempo prolungato pomeridiano, nonché
numerose ed efficaci proposte didattiche, quali: percorsi di recupero,
di potenziamento, attività di alfabetizzazione e integrazione per
alunni stranieri. Ed infine hanno permesso di realizzare varie attività
di laboratorio, le quali costituiscono un arricchimento dell’offerta
formativa molto apprezzato dalla cittadinanza.
La scuola dell’infanzia è luogo di qualificata collaborazione
tra le insegnanti e palestra fondamentale per esperienze di socializzazione
e d’apprendimento, luogo per antonomasia dove i tempi devono essere
distesi ,altro che scuola solo del mattino!
Di tutt'altro segno, purtroppo, sono i decreti governativi del 2008. Emanati
in fretta e furia, senza poggiare su nessuna seria motivazione pedagogica,
imposti senza confronto e discussione, essi prevedono il ritorno al maestro
unico alla primaria e la sostanziale eliminazione delle compresenze alla
secondaria.
I suddetti decreti porteranno quindi ad un drastico impoverimento dell’offerta
formativa e ad una riduzione del tempo scuola, con la conseguente eliminazione
di un tempo scuola pomeridiano qualificato.
Di uguale segno negativo è da considerarsi l’emendamento
approvato lo scorso 14/10, che prevede l’istituzione di classi separate
per gli alunni stranieri il quale, oltre a richiamare tragici precedenti
storici, risulta di impossibile ed inefficiente attuazione e butta a mare,
in un solo colpo, le numerose buone pratiche, finanziate dallo stesso
Ministero, in atto da almeno un decennio nella scuola italiana. Pratiche
che coniugano l’alfabetizzazione con l’integrazione e la valorizzazione
di una didattica interculturale, indispensabile strumento educativo per
preparare le nuove generazioni ad una realtà sempre più
globalizzata.
Riteniamo che le decisioni del Ministro Gelmini siano sbagliate nei contenuti
e offensive nelle modalità: sperperano tutte le competenze acquisite
dagli insegnanti in questi anni, ignorano le buone pratiche presenti nel
sistema scolastico e lo colpiscono e stravolgono proprio laddove esso
dimostra di funzionare con efficienza.
Al di là delle affermazioni, esse non vanno incontro né
alle esigenze dei genitori né al bisogno di qualità dell'insegnamento.
L’unico obiettivo dei decreti emanati sembra essere il risparmio
economico. Ma la scuola è il futuro della nostra società,
e nel futuro noi vogliamo credere e investire.
Questo Collegio, che si riunisce dopo la conversione in legge del Decreto,
ribadisce la propria ferma contrarietà ai provvedimenti in esso
contenuti e, riafferma la propria competenza in materia di scelte pedagogico-didattiche,
si impegna a fare opera di informazione e sensibilizzazione presso la
cittadinanza tutta.
Inizia oggi il tempo delle mobilitazioni che si protrarranno sino alla
cancellazione della legge. |
Assemblea dei genitori dell’I.C. Dante (TS) |
In data odierna si è svolta, con inizio alle ore 18.00,
l’assemblea dei genitori dell’I.C. Dante
Alighieri, comprendente la scuola primaria Aldo Padoa e la scuola secondaria
di primo grado Dante Alighieri. Ha presieduto l’assemblea il Presidente
del Consiglio d’Istituto, sig. Michelazzi Ettore.
La partecipazione è stata più che buona, considerando che
la convocazione riguardava soprattutto problematiche relative alla scuola
primaria.
Questo l’ordine del giorno:
1) relazione e commenti sulla Legge n. 133/2008 e sul D.M. n.137 del
1/9/08;
2) varie ed eventuali.
Il presidente ha comunicato in primo luogo la decisione del Coordinamento
tra i Presidenti dei Consigli di Istituto di indire un’assemblea
pubblica aperta a tutta la cittadinanza per un dibattito
e un confronto sulle leggi sopraccitate, da indire nel prossimo mese di
novembre.
E vero infatti che ormai il cosiddetto decreto Gelmini passerà
domani con il voto di fiducia al Senato, ma vanno ancora discussi i regolamenti
attuativi, sui quali ci possono essere ancora margini di pressione da
parte dell’opinione pubblica.
Verso la fine della riunione sono intervenute anche alcune maestre, che
hanno confermato tutte le problematiche che insorgeranno con questa riforma,
molte delle quali citate anche in un documento ufficiale del Collegio
docenti dell’Istituto Comprensivo Roli (Borgo S. Sergio) che di
seguito riassumo:
L’insegnante tornerebbe ad essere solo con la sua classe, dovrebbe
insegnare in 24 ore settimanali, tutte le materie, non potrebbe svolgere
attività per gruppi, nè attività di laboratorio,
non potrebbe fornire l’aiuto necessario ai bambini con problemi
di apprendimento, non potrebbe effettuare uscite didattiche nel territorio,
non potrebbe confrontarsi con altri colleghi.
I bambini avrebbero meno opportunità di conoscere, apprendere,
approfondire e meno possibilità di relazione (tanto con gli adulti
che con i coetanei).
Le famiglie, di fronte ad un tempo scuola ridotto e meno qualificato,
dovrebbero ricorrere ad enti o strutture extrascolastiche, spesso private,
con i costi che possiamo immaginare.
Andrebbero perse le competenze sul lavoro collegiale e progettuale degli
insegnanti, sulla suddivisione delle aree disciplinari, (che ha permesso,
nel tempo, a ciascun docente di arricchire le proprie competenze), sulle
ore di compresenza dei docenti che consentono di realizzare attività
di laboratorio per gruppi (informatica, teatro, danza, ed. scientifica,
fotografia, att. grafico pittoriche, ecc.), interventi di recupero individualizzato
per alunni in situazione di difficoltà, uscite didattiche o visite
guidate su un’ampia offerta formativa, in grado di fornire ai bambini
gli strumenti per comprendere i nuovi linguaggi e le trasformazioni della
società attuale.
Si è parlato poi in generale dei punti sotto citati, e in particolare
di quelli segnati in neretto:
Legge n. 133/2008
- deleghe al Governo a modificare il sistema scolastico;
- riduzione dei finanziamenti alla scuola che in parte andranno alle risorse
contrattuali;
- incremento di un punto del rapporto alunni-docente entro l’a.s.
2011/2012;
- riduzione del 17% del personale ATA;
- riduzione delle ore settimanali di lezione;
- modifica del numero di alunni per classe;
- ridefinizione dei centri di istruzione per gli adulti;
- riduzione delle scuole sottodimensionate;
- previsione di ridefinizione dei percorsi di istruzione e formazione
professionale;
- blocco del turn-over e dei finanziamenti ordinari nel mondo universitario
e della ricerca;
- ampio ricorso al lavoro flessibile e precario;
- possibilità di trasformazione delle Università in Fondazioni
di diritto privato finanziate con denaro pubblico;
- severa responsabilizzazione all’attuazione dei tagli da parte
dell’area dirigenziale.
D.M n.137 del 1/9/08 (c.d. Decreto Gelmini)
- insegnamento dell’Educazione Civica nell’ambito di Storia
e Geografia;
- valutazione in decimi;
- voto in condotta;
- unico insegnante e 24 ore settimanali per la scuola
primaria.
Bilancio di previsione dello Stato per l’a.s. 2008
- forte riduzione dei finanziamenti per il funzionamento amministrativo
e didattico;
- ulteriore riduzione delle spese per le supplenze brevi.
Piano Integrato del 19 settembre
- Scuola dell’Infanzia con orario solo 8.30-12.30;
- Elementari: Maestro unico e scomparsa dei moduli e del Tempo Pieno;
- Riduzione a 29 ore delle ore settimanali alle Medie (ora 32-
33);
- Riduzione a 32 ore per gli Istituti Tecnici e Professionali (ora 36-40)
e a 30 per i Licei;
- Aumento per tutti degli alunni per classe;
- Accorpamenti e tagli di circa 2000 scuole (in particolare in relazione
alle scuole della minoranza slovena della Provincia di Trieste).
I punti toccati sono stati parecchi, e molto sentiti dai presenti; si
è deciso all’unanimità di manifestare con chiarezza
alcune posizioni emerse dalla discussione.
L’assemblea all’unanimità esprime quindi le seguenti
considerazioni:
- una forte CONTRARIETA verso la re-introduzione del maestro unico, verso
la riduzione dell’orario scolastico sia nella scuola primaria che
nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e verso la riduzione
delle scuole; è noto che la scuola primaria italiana viene considerata
di eccellenza a livello europeo e funziona bene, e quindi non deve essere
bistrattata, specialmente attraverso decreti e ricorsi al voto di fiducia;
- una forte PREOCCUPAZIONE per i tagli al personale docente (circa 87.000)
e ATA (circa 44.000) e in generale per la riduzione dei finanziamenti
alla scuola, con conseguenti disfunzioni del servizio scolastico;
- una grande APPRENSIONE per il disagio sociale che si verrà a
creare quando, a causa dei tagli di orario, le famiglie e le mamme si
troveranno costrette a scelte difficili sulla gestione dei figli, compresa
la possibilità di dover rinunciare al posto di lavoro.
L’assemblea è stata sciolta alle ore 19.15 circa.
Il Presidente del Consiglio d’Istituto
Ettore Michelazzi |
L’assemblea dei docenti dell’Istituto Comprensivo
“Dante Alighieri” di San Canzian d’Isonzo |
ISTITUTO COMPRENSIVO “DANTE ALIGHIERI” di
SAN CANZIAN D’ISONZO
Al Dirigente Scolastico Ai referenti di plesso Al Collegio Docenti Al
Consiglio d’Istituto
Oggetto: considerazioni e comunicazioni in merito alle recenti normative
in materia di organizzazione scolastica
L’assemblea dei docenti dell’Istituto Comprensivo “Dante
Alighieri” di San Canzian d’Isonzo, riunitasi in data giovedì
23 ottobre 2008, alla presenza della R.S.U. d’istituto,
VISTO
il decreto-legge 27 maggio 2008, n° 93, “Disposizioni urgenti
per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie”;
lo “Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro
dell’Economia e delle Finanze”, di cui all’art. 64 del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto
2008, n. 133;
l’art. 64, “Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”,
della legge 6 agosto 2008, n. 133 “Conversione in legge, con modificazioni,
del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti
per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività,
la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”;
l’art. 3 del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, "Disposizioni
urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni
contabili con le autonomie locali";
il decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137, “Disposizioni urgenti
in materia di istruzione e università”;
CONSIDERATO
quanto emerso sui vari organi di stampa e nel corso di svariate trasmissioni
radiofoniche e televisive sul tema di che trattasi;
RILEVA
la mancanza di programmazione a lungo termine sulla scuola, già
carente nel corso delle ultime legislature;
la strumentalizzazione dei dati sulla situazione della scuola pubblica
italiana, finalizzata alla giustificazione dei provvedimenti presi, senza
un preciso approfondimento di una realtà molto più complessa
rispetto a quella rappresentata;
l’assenza di riferimenti pedagogici in un quadro riformatore dal
carattere meramente economico, nel quale i contenuti educativi e didattici
dovranno adattarsi ad un “contenitore” ridotto sia in termini
quantitativi, sia in termini qualitativi, a causa dei tagli previsti;
la compromissione della qualità dei servizi essenziali e dell’offerta
formativa a fronte del taglio del personale docente e non docente, del
considerevole aumento del rapporto alunni-insegnante, della riduzione
del tempo-scuola e dell’accorpamento o della chiusura delle scuole
più piccole, anche considerando le normative che prevedono un adeguato
rapporto fra spazio e numero di alunni;
la riduzione dell’orario settimanale di lezione, con l’ipotesi
del turno unico antimeridiano per la scuola dell’infanzia, a fronte
di una richiesta sempre più ampia di aumento del tempo scuola da
parte delle famiglie;
l’unilateralità delle decisioni assunte, senza un adeguato
e opportuno confronto con gli operatori scolastici, né sperimentazione
alcuna, né il sostegno di evidenze scientifiche, a supporto di
innovazioni con forti implicazioni didattico-pedagogiche:
in particolare le conseguenze negative derivanti dall’introduzione
dell’insegnante unico nella scuola primaria:
- la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti:
“il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie
per tutto il programma previsto nei cinque anni con ripercussioni negative
sulla didattica e sugli apprendimenti;
- la rinuncia alle competenze specifiche acquisite dai docenti nei diversi
ambiti disciplinari, dall’istituzione dei moduli fino ad oggi;
- il forte abbassamento del livello qualitativo dell’insegnamento
dell’inglese, che verrebbe demandato ad un insegnante privo di specializzazione,
per il quale è previsto un corso di formazione di sole 150-200
ore, mentre, attualmente, il docente di inglese è provvisto di
specializzazione conseguita tramite apposito corso di studi a livello
universitario;
- l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei
docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in
riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche,
agli stili di apprendimento; ogni insegnante tornerà ad essere
solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini
e delle bambine;
- l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche nel
territorio: per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante
non potrà uscire dalla scuola con la classe; fino ad oggi la presenza
di più insegnanti e le compresenze hanno reso possibile tale didattica;
- l’impossibilità per i genitori di rapportarsi ad un team
di insegnanti; il riferimento diverrebbe unico, senza appello, senza possibilità
di un confronto a più voci;
- la scomparsa delle compresenze e quindi della possibilità di
provvedere alle sostituzioni di emergenza in caso di assenze dei docenti,
nonché di organizzare laboratori, progetti, percorsi specifici
di recupero per gli alunni in difficoltà o attività di arricchimento
che prevedano lavori di gruppo oppure ancora ulteriori iniziative a favore
dell’integrazione degli alunni stranieri;
- la riduzione drastica del tempo pieno o, nella migliore delle ipotesi,
la trasformazione delle ore pomeridiane di lezione da attività
curricolare a “dopo-scuola”;
più in generale il pericolo di una penalizzazione dell’intera
organizzazione scolastica che causerebbe forti limitazioni, fino all’impossibilità
di svolgere le iniziative oggi ampiamente diffuse: i lavori per piccoli
gruppi, le uscite didattiche, l’attuazione dei progetti, i laboratori,
le attività di recupero e potenziamento; in definitiva riducendo
le opportunità garantite dall’arricchimento dell’offerta
formativa, volte a far accrescere l’autostima nei giovani e ad integrare
al meglio gli alunni diversamente abili e gli alunni stranieri, trattandosi
di iniziative che necessitano di competenza, tempo, contemporaneità,
possibilità di raccordo tra insegnanti;
il taglio indiscriminato al personale amministrativo, tecnico, ausiliario,
che non consentirebbe né un efficace funzionamento dei servizi
di segreteria, già attualmente oberati di lavoro, né l'indispensabile
rapporto di collaborazione all'attività didattica, né garantirebbe
un adeguato servizio di vigilanza e assistenza agli alunni, con particolari
implicazioni per quanto concerne l’assistenza ai piccoli della scuola
dell’infanzia, anche considerando l’introduzione delle “classi
primavera”;
lo svilimento e il discredito a cui è stata sottoposta l’intera
classe insegnante, anche da parte di autorevoli esponenti del governo;
CONSIDERATO INOLTRE
le analisi emerse in sede di consigli di intersezione, interclasse e classe;
le comunicazioni e le iniziative di dissenso dei vari plessi dell’Istituto;
le comunicazioni e le iniziative di dissenso di altre istituzioni scolastiche;
gli elementi sorti dalla discussione in data odierna nel corso dei lavori
dell’assemblea;
ESPRIME
la propria preoccupazione per le conseguenze dei provvedimenti legislativi,
già emanati o in corso di approvazione, sul diritto allo studio
e sulla qualità dell’offerta formativa della scuola pubblica
statale;
RITIENE
di fondamentale importanza informare l’utenza e la cittadinanza
delle conseguenze sociali e culturali del piano di “essenzializzazione”
che investe e stravolge la scuola pubblica statale;
imprescindibile proporre un progetto di riforma che sia tale e che affronti
i problemi della scuola adottando un’ottica diversa dal risparmio
a tutti i costi;
CONSIDERA
la scuola pubblica statale un’opportunità di crescita, di
miglioramento e di sviluppo per tutti ed in particolare per i più
deboli, richiamando il diritto allo studio sancito dalla Costituzione;
CONDIVIDE
le parole di illustri esponenti del mondo della scuola, dell’istruzione
e della formazione che hanno contribuito alla crescita culturale del nostro
paese soprattutto sul tema dell’integrazione dei disabili: “Questa
nuova politica scolastica fatta di tagli, economie presunte, annunci e
smentite, rigore, disciplina, ordine, divise, autorità, voto in
condotta, bocciatura, selezione produce in tutti ulteriore insicurezza,
diffidenza e conflitti…” (Andrea Canevaro e Dario Ianes);
DICHIARA
di voler istituire un apposito comitato di rappresentanza che curerà
la comunicazione interna ed esterna al corpo docenti, garantendo il raccordo
con tutte le componenti coinvolte nel progetto di riorganizzazione scolastica;
di voler promuovere iniziative d’informazione, garantendo - a tutte
le componenti scolastiche, all’utenza ed alla cittadinanza - la
possibilità di accogliere le motivazioni relative alle decisioni
assunte;
di volerne riferire sia nel corso di apposite riunioni, sia in occasione
di incontri pubblici e sia tramite gli organi di stampa o attraverso altri
mezzi propagandistici;
di voler sospendere tutti i viaggi di istruzione e le uscite didattiche
sul territorio previste per l’anno scolastico 2008-2009, quale forma
di disapprovazione rispetto alle scelte attuate dal governo e dal Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, garantendo
quanto previsto dal C.C.N.L.;
di voler limitare i progetti da inserire nel P.O.F., fatti salvi quelli
già avviati e definiti, nel rispetto delle posizioni assunte da
ogni singolo plesso e degli impegni già presi con associazioni
ed enti esterni, con le stesse motivazioni di cui al punto precedente.
Documento elaborato e approvato a maggioranza dall’assemblea sindacale
dei docenti dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”
di San Canzian d’Isonzo
- stampato in proprio -
Pieris, 23 ottobre 2008 |
Le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto Comprensivo
San Giovanni (TS) |
- Al Ministero dell'Istruzione , - All'Ufficio scolastico
Regionale - All'Ufficio scolastico Provinciale,
- Al Dirigente Scolastico dell’ Istituto Comprensivo San Giovanni
- Al Collegio Docenti dell’Istituto Comprensivo San Giovanni - Al
Consiglio d'Istituto dell’IC San Giovanni - Al Comune e alla Provincia
di Trieste - Agli Organi d’informazione
Le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto Comprensivo San Giovanni
riunitisi in assemblea il giorno 13 ottobre 2008 alle h 8,30 presso l’Auditorium
della scuola L. Mauro, prese in esame le disposizioni in materia scolastica
con attuazione prevista dall'anno scolastico 2009/10 contenute nella legge
133/08, nel DL 137/08 e nello Schema di Piano Programmatico del Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca di concerto con
il Ministro dell'Economia e delle finanze di cui all'art. 64 del decreto
legge n. 112-08 convertito dalla legge n.133 - 6 agosto 2008
unanimemente si oppongono allo smantellamento del diritto allo studio,sancito
dalla Costituzione, che si creerebbe attraverso i provvedimenti legislativi
in corso di discussione.
Tali provvedimenti cambierebbero definitivamente l'istituzione della scuola
pubblica, dello Stato, obbligatoria e gratuita per tutti, in un differenziato
e privatizzato servizio a domanda, per giunta anche a pagamento, attraverso
-la paventata trasformazione degli istituti scolastici in fondazioni,
- il ritorno del maestro unico, la cancellazione del tempo pieno, l’eliminazione
degli insegnanti specialisti di lingua inglese nella scuola primaria,
la riduzione del tempo-scuola per tutti gli ordini e gradi(dalla scuola
dell’infanzia ai corsi per adulti), l'abnorme aumento del rapporto
alunni-insegnante, nonché il definitivo abbandono della scuola
dell'infanzia al settore privato, punti collegati agli ennesimi e smisurati
tagli che subirebbe il personale docente,
- l'ulteriore taglio indiscriminato al personale A.T.A, taglio che non
consentirebbe né l'indispensabile rapporto di collaborazione all’attività
didattica, né un efficace funzionamento dei servizi di segreteria,
già attualmente oberati di lavoro,
- la definitiva scomparsa di importanti figure collaborative, quali ad
esempio il/la bibliotecario/a d'Istituto, mansione svolta usualmente da
docenti inidonei per motivi di salute.
Tale selvaggia riduzione degli organici porterà all’espulsione
del personale precario che da anni e anni permette alla scuola di funzionare
e costituisce una naturale occasione di rinnovamento della scuola italiana
In un momento così delicato, l'assemblea ritiene di fondamentale
importanza la diffusione e la circolazione di corretta ed ampia informazione
presso i genitori e la cittadinanza tutta, riguardo ai processi in atto
ed alle loro conseguenze sociali, e si impegna in tal senso.
Per quanto esposto, l'assemblea decide
- all' unanimità di appoggiare e sostenere tutte le forme di lotta
che si prospetteranno nel merito.
Trieste, lunedì 13 ottobre 2008 |
Il Collegio dei Docenti dell'I.C. “Lucio”,
Muggia (TS) |
Al Presidente della Repubblica
Italiana Giorgio Napolitano
Al presidente del Senato Renato Schifani
Al Presidente della Camera Gianfranco Fini
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi
Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica Mariastella
Gelmini
Al Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti
Ai Senatori e ai Deputati della Repubblica Italiana Ai Collegi Docenti
delle altre istituzioni scolastiche
Agli organi di stampa
Alle organizzazioni sindacali
Alle associazioni della società civile
Il Collegio Docenti dell’I.C. “Giovanni Lucio” di
Muggia (Trieste) presa visione del D.L. 1 settembre 2008 n. 137 riguardante
“disposizioni urgenti in materia di istruzione e università”,
con particolare riguardo all’art. 4 “insegnante unico nella
scuola primaria”, rileva:
·La mancanza di progettualità a lungo termine sulla scuola
da parte dei diversi governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni.
·L’unilateralità della decisione di cui all’art.
4 del D.L. sopra citato, senza adeguato confronto con gli operatori della
scuola, senza alcuna sperimentazione ed evidenza scientifica a sostegno.
·La volontà di andare a gravare, per risolvere le problematiche
della scuola italiana, ancora una volta su un ordine di scuola riconosciuto
internazionalmente come funzionante (tra il quinto e l’ottavo posto
nelle rilevazioni internazionali Ocse), senza agire su altri segmenti
di istruzione (scuola secondaria di primo e secondo grado) dove storicamente
si concentrano criticità.
·Lo svilimento della professionalità docente dalle dichiarazioni
del ministro Gelmini.
·L’azzeramento di più di trent’anni di esperienza
pedagogica, che aveva creato capacità di lavoro di equipe, crescita
professionale e sviluppo di specifiche competenze didattiche disciplinari
da parte dei docenti.
·La dispersione dei risultati raggiunti attraverso il piano di
formazione e aggiornamento attuato dal 1985 per formare i docenti al lavoro
in equipe.
·La frustrazione delle aspettative di lavoro di docenti che già
da lunghi anni operano nella scuola e di persone che hanno iniziato il
percorso formativo universitario predisposto per intraprendere la carriera
di insegnante.
·Le motivazioni a sostegno della positività psico-pedagogica
legata alla reintroduzione dell’insegnante unico. A tal proposito,
si rileva l’incoerenza del progetto ministeriale con il pluralismo
che a tutti i livelli interessa la società attuale; inoltre si
fa notare che l’organizzazione degli ordini di scuola adiacenti
alla scuola primaria (scuola dell’infanzia e scuola secondaria di
primo grado) garantisce ai discenti una pluralità e dunque una
ricchezza di figure con le quali relazionarsi.
·La grande incertezza sulla nuova organizzazione del tempo scuola
e del numero di alunni per classe, anche ai fini della definizione dei
piani dell’offerta formativa.
Il Collegio Docenti, desidera inoltre porre l’attenzione e proporre
una riflessione sulle ricadute negative della reintroduzione della figura
dell’insegnante unico:
·Cambiamento di prospettiva nel processo apprendimento-insegnamento:
non più il bambino al centro, con i suoi processi di apprendimento,
ma l’insegnante che insegna.
·Prevalenza di modalità didattiche che privilegiano la metodologia
meramente trasmissiva della lezione frontale, a scapito di altre metodologie
(problem solving, euristiche, …) maggiormente efficaci, ma che richiedono
programmazione e organizzazione adeguate.
·Depauperamento della qualità dell’offerta formativa,
in termini di reale possibilità per l’individualizzazione
dell’insegnamento, per attuare interventi di potenziamento delle
eccellenze e di recupero delle difficoltà, per compiere uscite
didattiche, per organizzare attività di laboratorio.
·Abbattimento della capacità progettuale della scuola in
termini di collaborazione con enti esterni quali enti territoriali, azienda
sanitaria, servizio sociale, altre associazioni.
·Diminuzione progressiva delle competenze professionali dei docenti
per mancanza di costante e sistematico confronto nell’equipe pedagogica
e perdita immediata del team teaching.
·Dubbi sulla reale e funzionale prosecuzione del tempo pieno.
Si ritiene inoltre che il ritorno alla figura dell’insegnante unico
per ogni classe andrà, nei fatti, a riproporre situazioni di criticità
nell’insegnamento che la sperimentazione, la ricerca e l’adeguamento
delle normative ci avevano permesso di superare, per esempio:
·Il problema che la figura dell’insegnante unico si traduca
nell’impossibilità per il bambino di instaurare relazioni
positive. Da un punto di vista pedagogico è più formativo
che un bimbo possa misurarsi con una pluralità di metodi, di stili
di insegnamento, di personalità per aver più stimoli che
lo aiutino a crescere.
·Il problema che l’insegnante unico, tuttologo e isolato,
incorra in inevitabili ed inconsapevoli errori di valutazione (Es: Effetto
Pigmalione, sull'effetto delle aspettative degli insegnanti sugli tudenti
studiato da R. Rosenthal) e non sia in grado di osservare, riconoscere
ed affrontare con la necessaria tempestività la pluralità
di problematiche presenti nella classe (handicap, disturbi di apprendimento,
disagio sociale, alunni stranieri).
·Il pericolo che l’isolamento in cui l’insegnante dovrà
operare lo esponga a maggior rischio di burnout.
Desideriamo concludere queste nostre riflessioni con una citazione che
ben riassume il nostro sentire:
“Ciò che occorre in un’epoca come la nostra di esasperata
articolazione e specializzazione dei saperi, è una pluralità
concorde che sappia costruire con coerenza, nella quale, come in un’orchestra,
il singolo offra il proprio contributo ad un discorso d’insieme.”
(Cesare Scurati *)
Muggia, 12 settembre 2008
Il Collegio dei Docenti dell'I.C. “Lucio” |